Hello readers! Prosegue il nostro pomeriggio in compagnia dei libri, e siccome non ci annoiamo mai, che sia un ReviewParty o un BlogTour, siamo sempre pronte a far festa!
Il secondo evento di oggi è un BlogTour che ci porterà indietro nel tempo. Come? Leggendo un libro ovviamente... anzi, qualche paginetta!
Una piccola isola del Pacifico, una grande ed antica casa sulla scogliera, tre donne che si raccontano in un libro...
"Il libro dell'Estate"
L’oceano e le rose selvatiche sulle dune fanno da cornice alla meravigliosa Cliff House, arrampicata in cima alla scogliera dello Sconset, sull’isola di Nantucket, e destinata a precipitare in mare a causa dell’erosione. Per la prima volta dopo anni, Bess Codman è costretta a lasciare la California e a tornare alla villa che i suoi antenati costruirono circa un secolo prima, per svuotarla in vista del triste destino che l’aspetta. Nonostante la sua reticenza, Bess deve affrontare la madre, Cissy, una donna determinata, che si rifiuta di abbandonare la dimora in cui ha sempre vissuto. Bess inoltre non solo si ritrova a dover fare i conti con un amore di gioventù, ma scova anche un piccolo tesoro: “Il libro dell’estate”, il registro degli ospiti di Cliff House, che tra le pagine sbiadite custodisce le affascinanti storie di coloro che l’hanno abitata. La nonna di Bess, Ruby, che scriveva sul libro dell’estate al tempo della seconda guerra mondiale, le ha sempre detto che «Cliff House è una casa di donne». Fino all’ultimo giorno dell’ultima estate, in quella casa sul mare, Bess si renderà conto che la verità delle parole di sua nonna è più profonda di quanto avrebbe mai potuto pensare.
...ma il BlogTour non finisce qui, ovviamente. Abbiamo selezionato per voi qualche estratto da "I libro dell'estate" di Michelle Gable...
[...] Cissy si volta per guardare Bess negli occhi, le lacrime le bagnano le ciglia. « Cent’anni», dichiara Cissy, con voce tremante. « La prossima estate Cliff House compirà un secolo». « Wow, non me n’ero resa conto. Ma è stata costruita nel 1914». Nella testa di Bess appare l’immagine della placca di bronzo accanto alla porta. « Perciò suppongo che i conti siano esatti». « Ho in programma di dare una festa grandiosa». All’istante, gli occhi di Cissy si illuminano e si ingrandiscono. « Vedrai. Organizzeremo una soirée che batterà tutte quelle passate, e ce ne saranno state centinaia, migliaia, forse, qui. Morirò prima di permettere loro di portarci via quell’occasione». « Okay, mamma». Bess deve mordersi il labbro per impedire la comparsa delle sue, di lacrime. « Prenoterò il volo per il Centenario già questa settimana». [...]
[...] Peserà almeno dieci chili. « Il libro dell’estate!», esclama con un sorriso. Bess sfrega la copertina di pelle di coccodrillo e la polvere le rimane attaccata alle dita. « Ma ciao, stupendo cimelio». Il libro dell’estate è antico quanto la casa. Sin dal primissimo giorno della prima stagione, Sarah Young aveva chiesto ai visitatori e ai componenti della famiglia di contribuire al libro, raccontando un breve aneddoto del loro soggiorno a Cliff House. Quella del libro dell’estate è una tradizione tanto importante quanto la vista, o il prato un tempo grandioso, o la camerata al piano di sopra. Da bambina, Bess adorava passare al setaccio i paragrafi, le foto e i ricordi infilati all’interno. La maggior parte delle persone si limitava ad apporre la propria firma ma, anche ora, ogni volta che le manca nonna Ruby, sa di poterla ritrovare tra le pagine dell’estate. [...]
[...]Bess solleva la copertina, marrone e consunta, per guardare la prima annotazione, datata 11 luglio 1914, scritta da Sarah Young in persona; i suoi occhi scorrono la pagina, sebbene lei non abbia bisogno di leggere le parole, avendole memorizzate molto tempo fa.
Nemmeno i miei sogni più folli avevano osato produrre un’immagine del genere. Mai e poi mai mi sarei figurata questa casa con il tetto ai coppi, che sembra uscita da un romanzo sconclusionato, o me, sdraiata sulla sua veranda, con la pancia grossa come una stufa. Nonostante io sia diventata enorme, non sono altro che una briciola in confronto all’ampia distesa del patio, per non parlare del prato sonnacchioso alle sue spalle o dell’oceano sconfinato davanti. Il grande Atlantico si estende più in là di quanto possa arrivare la mia immaginazione. Sull’orizzonte, i cieli si inchinano per incontrarlo, come a dire “da qui in poi, pensaci tu”. Dev’essere questo il senso di eterno. Philip dice che Cliff House è per me, ma io la vedo diversamente. La casa non è mia, ma è un regalo per me e per tutti quelli che verranno dopo di me. La passeremo alla prossima generazione, e a quella dopo ancora. I il nome di Philip, ma la casa appartiene a tutti noi. Inviteremo gli amici, i familiari e gli amici dei familiari. Spalancheremo le porte e grideremo: « Ehi voi! Venite a stare da noi per una notte o tre! Lasciate le scarpe nel cesto, le preoccupazioni fuori dalla porta. Insieme, ora, versiamoci da bere » . [...]
[...] Rilascia l’ultimo atomo di ossigeno dai polmoni e alza lo sguardo, con il viso in fiamme. Ma davanti a lei non c’è Chappy Mayhew, bensì qualcuno di ben peggiore. « Ma che diamine?», strilla, con un volume eccessivamente alto. Bess si schiarisce la gola e si mette a sussurrare. « Vivi qui?». Formula la domanda dal lato della bocca, come se fosse un segreto e delle orecchie curiose fossero in agguato nelle vicinanze. « Vivi con tuo papà? Ancora? O qualcuno ti ha sbattuto fuori di casa? Oh, che tristezza». Mentre l’uomo emette una risata fin troppo familiare, Bess arrossisce ancora più furiosamente. Ma certo, figurarsi se non veniva lui ad aprire la porta. Alto, abbronzato, sporco di sabbia e senza mai una preoccupazione al mondo: quel maledetto di Evan Mayhew, in carne, luminosa e screpolata dal vento, e ossa. « Vedo che hai ereditato le buone maniere di tua madre», le dice con un sorriso. « Non intendevo…». « Non mi hai offeso. Sono qui per costruire una libreria per mio papà. Santo cielo». Ride di nuovo. « Mi sembra di sentire Cissy ora. Chappy Mayhew sa leggere? Gliel’ho servita su un piatto d’argento, eh? È bello vederti, Bess. Entra, prego». Evan si sposta dalla porta e fa un ampio movimento con la mano. « Grazie», borbotta Bess. Giocherella con i capelli mentre sguscia oltre la soglia; avrebbe dovuto davvero fare di più che raccoglierli in una coda e stirarsi al massimo la frangia; si sarebbe dovuta mettere anche le lenti a contatto o, per lo meno, qualcosa di diverso da un paio di di solito vanno al lavoro in monociclo e si fanno crescere la barba in modo strano. « Be’, è bello vederti e tutto», dice lei, seguendo Evan in cucina. Grazie a Dio, indossa dei pantaloni della tuta… acquistati alla fine degli anni Novanta. « Be’, è bello vederti e tutto », le fa il verso Evan, a cui non sfugge mai nulla. Apre il frigo. « Oh, Codman, mi manca la tua vena sentimentale. Birra?» « Non sono le dieci del mattino?» « Birra analcolica?» « Mi tenti, ma no». « Allora…». Evan appoggia la schiena contro il ripiano, incrocia le braccia così muscolose da essere disturbanti e squadra Bess da capo a piedi con fare invasivo. Nel frattempo, Bess vorrebbe farsi piccola piccola in un angolo o scomparire dietro la frangia, il che è il motivo esatto per cui se l’è fatta crescere. « Mi scuso in anticipo», inizia a dire.
Allora, abbiamo tre donne, una famiglia facoltosa, qualche storia burrascosa, un uomo dal passato all'orizzonte. Tutto questo ha il sapore di una bella storia, romantica al punto giusto!
Non avevo ancora letto nulla di Michelle Gable, ma confesso che no mi sta dispiacendo affatto. Ovviamente voglio sapere cosa ne pensate!
...e non perdetevi l'ultima tappa di questo BlogTour, mi raccomando!
XOXO Virginia
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