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mercoledì 3 gennaio 2018

Recensione: "Una cittadina tranquilla" di Elsebeth Egholm


Buon pomeriggio lettori!!
Ecco a voi il mio pensiero su Una cittadina tranquilla di Elsebeth Egholm, uscito per Newton Compton Editori a fine novembre. Questo romanzo fa parte di una serie, inedita ancora in Italia, da cui è stata tratta la serie tv Dicte, trasmessa su Fox Crime dall'agosto 2016 al febbraio 2017. 

Genere: Thriller
Pagine: 384
Prezzo cartaceo: 10,00€
Prezzo ebook: 2,99€
Data di uscita: 23 novembre 2017

Trama:
Dicte Svendsen, giornalista di Århus, una cittadina della Danimarca, insieme alle amiche Ida Marie e Anne, sta festeggiando il compleanno in un delizioso caffè in riva al fiume, quando una bacinella compare sulle acque, suscitando la loro curiosità.
La sorpresa, però, diventa subito orrore quando si scopre che dentro c’è il corpo senza vita di un neonato, accompagnato dalla copia di una pagina del Corano. Il commissario Wagner viene incaricato del caso e a Dicte viene assegnato dal suo giornale il compito di scriverne. Ma i particolari inquietanti non smettono di ossessionare le tre amiche, visto che nella clinica in cui Ida Marie sta per partorire qualcuno ha tracciato delle agghiaccianti scritte sulle fronti di alcuni neonati. Poco dopo, appena nato, lo stesso figlio di Ida Marie viene rapito e Dicte si ritrova sempre più invischiata nelle indagini. Dovrà trovare la forza di affrontare il proprio passato, fare finalmente pace con i suoi fantasmi interiori. Ma per farlo dovrà imparare a guardare oltre le apparenze.

Recensione:
E’ stato difficile trovare le parole per descrivere questo romanzo, soprattutto per capire cosa mi aveva lasciato come lettura. Ero partita con una grande aspettativa, perché avevo avuto modo di guardare la serie prima di leggerlo ed ero rimasta letteralmente affascinata e divertita dai protagonisti, ma alla fine qualcosa non è andato per il verso giusto.
La storia comincia con un avvenimento di quelli che mai si vorrebbe incontrare, la morte di un bambino appena nato, abbandonato in una bacinella sul fiume nella fredda cittadina danese di Arhus. E a questo punto, uno si aspetterebbe una storia incentrata sulle indagini per scoprire chi abbia compiuto un simile gesto, giusto? Invece no. O meglio, la parte più tipicamente poliziesca e investigativa ovviamente c’è, sia la giornalista Dicte Svendsen, sia il commissario Wagner cercano di scoprire chi abbia potuto lasciare un bambino in questo modo e chi poi abbia rapito il bimbo di una delle migliori amiche della giornalista, ma sembra quasi uno sfondo. Soprattutto nella prima metà del romanzo, veniamo a conoscenza dei diversi protagonisti, delle loro storie, dei loro intrecci, delle loro difficoltà e dei loro desideri. E per carità, non è una cosa pienamente negativa, anzi, ho apprezzato l’attenzione per i particolari e i dettagli, però da un libro che viene definito thriller mi aspettavo qualcosa di diverso.
I personaggi che si incontrano nelle pagine sono davvero, davvero tanti. Prima fra tutte, Dicte Svendsen, giornalista di cronaca nera, poco propensa a rispettare le regole e sempre pronta ad agire seguendo il suo istinto, spesso senza riuscire a prevederne le conseguenze. Di lei mi è piaciuta da subito la sua determinazione e la sua forza, anche se a volte l’ho trovato davvero un po’ troppo sopra le righe e tonta nei rapporti umani xD Dall’altra parte delle indagini troviamo invece il commissario Wagner, un uomo solitario e burbero, poco propenso a capirli proprio i rapporti umani, reduce dalla morte della moglie che ha segnato sia la sua vita, sia quella del figlio. Per lui ho da subito provato una sorta di tenerezza e fascino nel legame con la musica, trovando quasi singolare che un uomo così preciso e serio potesse far parte di un coro e lasciarsi andare. Ida Marie e Anne completano il cerchio delle amiche di Dicte, tanto diverse l’una dall’altra quanto essenziali nel creare una sorta di equilibrio e sostegno tra di loro. Ida Marie ha portato nel romanzo la forza e la disperazione di una madre che si vede strappato il proprio bambino e al contempo vive l’esperienza del tradimento. Credo di averla ammirata proprio dopo il trauma, quando ha trovato la forza di riprendere in mano la sua vita ed è stata esempio della fragilità umana, della poca lucidità che si può avere quando si affronta un evento così traumatico a livello emotivo. Anne non è da meno, nell’affrontare la consapevolezza di una malattia che è tornata ad oscurare la sua vita e quella della sua famiglia, la paura di quello che potrebbe accadere, l’angoscia di doverlo condividere con il marito e con il figlio. E la frustrazione di fronte al rapimento del bambino all’interno del suo reparto ospedaliero, del bambino della sua migliore amica. Attorno a questi personaggi incontriamo Torsten, l’ex marito di Dicte, presenza sempre costante nella sua vita nella crescita di Rose, la loro figlia, la garante dei loro rapporti di amicizia. E Bo, il fotografo freelance che a sua volta ha problemi con la moglie e mette al primo posto il benessere dei suoi figli.
Un punto di forza di questo romanzo sono senza dubbio le descrizioni e l’attenzione per i particolari. Nulla viene lasciato al caso, ogni cosa viene affrontata considerando ogni aspetto, ogni possibile sfumatura. Anche gli indizi del caso vengono disseminati in modo abile e coinvolgente, al punto che riesce ad appassionare il lettore quando si entra nel vivo della vicenda. La narrazione al contempo l’ho trovata lenta, all’inizio soprattutto ho fatto fatica a lasciarmi prendere dalla lettura, al punto che è stato proprio faticoso proseguire. I personaggi coinvolti sono davvero tanti, forse troppi inseriti in un unico romanzo e per questo devo ringraziare l’aver visto la serie tv che mi ha aiutato a ricordarmi i vari legami. Ho apprezzato però il tentativo di farceli conoscere in ogni loro sfumatura, sia nei pregi che nelle difficoltà che vivono: adoro quando all’interno della storia i personaggi vengono approfonditi ed emergono pian piano
Purtroppo non riesco a dare un punteggio pieno a questo primo romanzo, ma rimango curiosa di scoprire come proseguirà in futuro. Adoro sia Dicte che Wagner, nella loro umanità mi hanno affascinato al punto che devo scoprire cosa succederà di loro!
E come libro, più che agli amanti del thriller, lo consiglio sicuramente a chi ama un genere più tranquillo e poliziesco.

Voto:

E voi cari lettori, lo avete letto o avete visto la serie tv? 
Cosa ne pensate?

Lothìriel

1 commento: