Buon pomeriggio, miei adorati lettori!
Oggi, finalmente, esce, in libreria, il bellissimo Figli di sangue e ossa di Tomi Adeyemi, e io sono qui per pararvene ;)
TRAMA
Un tempo i maji, dalla pelle d'ebano e i capelli candidi, erano una stirpe venerata nelle lussureggianti terre di Orisha. Ma non appena il loro legame con gli dei si spezzò e la magia scomparve, lo spietato re Saran ne approfittò per trucidarli. Zélie, che non dimentica la notte in cui vide le guardie di palazzo impiccare sua madre a un albero del giardino, ora sente giunto il momento di rivendicare l'eredità degli antenati. Al suo fianco c'è il fratello Tzain, pronto a tutto pur di proteggerla, e quando la loro strada incrocia quella dei figli del re si produce una strana alchimia tra loro. Ha inizio così un viaggio epico per cercare di riconquistare la magia, traverso una terra stupefacente e pericolosa, dove si aggirano le leopardere delle nevi e dove gli spiriti vendicatori sono in agguato nell'acqua. Un'esperienza umana che non risparmia nessuno, in un turbine di amore e tradimento, violenza e coraggio. Nella speranza di ridare voce a un popolo che era stato messo a tacere.
Wow! Aspettavo questo romanzo da mesi e quando, finalmente, è stata annunciata la data d'uscita italiana, mi sono precipitata a chiedere alla Rizzoli di poterlo leggere in anteprima, e quindi eccomi qua a parlarvene (e a ringraziare la Rizzoli per avermi mandato la copia digitale del romanzo).
E' stato proclamato come uno dei migliori libri del 2018, oltreoceano, e solo ora ne capisco, effettivamente, il motivo. La storia di Zélie, Amari, Tzain, Inan, non è solo una bel racconto che intrattiene il lettore, ma nasconde, al suo interno, tantissime tematiche importanti, come quella del razzismo e della schiavitù, in questo caso verso i Maji, persone con enormi poteri magici. Tomi Adeyemi tratta questa tematica con estrema maestria; non è affrontata in modo pesante, come spesso succede nei romanzi che la trattano, ed è ben nascosta sotto una storia scritta divinamente che tiene il lettore incollato alle pagine. Inoltre si dà largo spazio all'amicizia, di come possa nascere anche tra persone che, apparentemente, vengono da mondi diversi e sono completamente diverse; e questo mi è piaciuto tantissimo perché, per la prima volta, al centro del romanzo non c'è una storia d'amore (c'è, ma in termini minori), ma di amicizia che, per me, è importante tanto quanto l'amore, se non, addirittura, di più.
La protagonista è Zélie, una giovane Indovina (ragazzi che non hanno ancora sviluppato capacità Maji) di Orisha che è determinata a riportare la magia nel suo paese, magia che era scomparsa ben 11 anni prima per opera del Re. Zélie mi è sicuramente piaciuta per la sua determinazione e per la sua forza, ma spesso l'ho trovata troppo impulsiva, una ragazza che fa di testa sua, anche quando gli altri non sono d'accordo, per fortuna, piano piano, migliora. Ma la mia preferita è la principessa Amari. Della dolce Amari ho amato l'evoluzione, da ragazzina impaurita, seppur coraggiosa, all'inizio, a impavida guerriera, alla fine. I personaggi maschili, Tzain e Inan, mi sono piaciuti moltissimo, anche se ho preferito Inan, ancora una volta, proprio per l'evoluzione che avviene in lui, a livello caratteriale, quasi come se fosse una rinascita.
Altra cosa che ho adorato del romanzo è il world building; mi è piaciuto tantissimo come Tomi Adeyemi abbia costruito Orisha, un regno immaginario ispirato all'Africa. Non ci sono molti romanzi ambientati in Africa o ispirati ad essa, quindi questa è stata una cosa decisamente originale, mai vista, e, soprattutto, molto interessante, perché dell'Africa, Orisha non ha solo la geografia e l'aspetto fisico, ma anche le tradizioni, la divisione in clan e tribù, i costumi, anche la religione si rifà a quella Africana (e penso anche qualche parola, ma non conoscendo nessuna lingua africana, non posso dirlo con certezza).
Lo stile di scrittura di Tomi Adeyemi non è semplice, ma neanche troppo complesso. E' ricco di frasi, di periodi, capaci di evocare, alla mente, delle immagini bellissime e perfette in ogni minimo dettaglio, anche se le descrizioni non sono minuziose. Figli di sangue e ossa è un libro che tiene incollato alle pagine, che fa riflettere grazie alle millemila emozioni che è in grado di suscitare.
Spero solo che il seguito esca presto perché finisce con un plot twist assurdo e io non ce la faccio ad aspettare troppo.
Voto:
Ma non finisce qui. Io e le altre ragazze che hanno partecipato al Review Party, abbiamo pensato di rispondere a delle domande personali sul romanzo, solo che non pubblicheremo, sul nostro blog, le nostre risposte, ma quelle di qualche altra di noi.
Ergo... ecco qui le risposte di Eleonora del blog La Collezionista di fandom (QUI il suo blog); mi raccomando, se siete curiosi di saperne di più su cosa pensa del libro, passate dal suo blog ;)
E, se volete leggere anche le mie di risposte, correte, alle 18.30, sul blog di Désirée, Lettrice al contrario (QUI)
- Quale tipo di Maji ti piacerebbe essere?
Tutti i maji hanno poteri che hanno solleticato la mia fantasia. Ho provato a pensare cosa si potrebbe provare ad essere un Mietitore, un Bruciatore o un Curatore ma il potere che più mi ha affascinato è quello legato alla mente, allo spirito e ai sogni che fa di un Maji un Connettore.
È un potere che viene affrontato molto durante il libro e mi sono ritrovata spesso a fantasticare su questo potere. Poi io sono una che sogna ad occhi aperti... Quale potere sarebbe più adatto di questo?
- In quale villaggio ti piacerebbe vivere?
Più che in un villaggio, per quanto Ilorin mi sia sembrato molto pacifico col mare tutto intorno, credo vorrei vivere nell'insediamento nella foresta. Adoro l'atmosfera di pace e spensieratezza che si respira in quel luogo e i capitoli ambientati lì sono i miei preferiti.
- Qual è il tuo personaggio preferito? Qual è quello in cui ti sei ritrovata di più e quello più distante?
Il mio personaggio preferito è Inan. Per quanto sia un personaggio controverso, non senza macchia e senza paura, ha una psicologia particolare che mi ha affascinato fin dal principio. È più complicato e sfaccettato di quel che sembra e proprio per questo lo trovo ottimo sia a livello di scrittura che psicologicamente.
Amari è il personaggio in cui mi sono ritrovata di più. La sua dolcezza, il suo altruismo e la sua paura che si trasforma in coraggio, la rendono un personaggio con cui è facile empatizzare. Più e più volte mi sono ritrovata nelle sue reazioni e decisioni.
Il personaggio che è più distante da me è Inan ma non per questo ha esercitato un fascino minore su di me. Così distante e particolare che è diventato il mio preferito!
- Quale personaggio secondario ti ha colpito di più?
La piccola Zu mi ha rapito il cuore fin dalla sua prima apparizione. Una ragazzina di circa 13 anni, con un sorriso enorme e contagioso, una dolcezza che lascia sorpresi e fa innamorare di lei.
Tutti i maji hanno poteri che hanno solleticato la mia fantasia. Ho provato a pensare cosa si potrebbe provare ad essere un Mietitore, un Bruciatore o un Curatore ma il potere che più mi ha affascinato è quello legato alla mente, allo spirito e ai sogni che fa di un Maji un Connettore.
È un potere che viene affrontato molto durante il libro e mi sono ritrovata spesso a fantasticare su questo potere. Poi io sono una che sogna ad occhi aperti... Quale potere sarebbe più adatto di questo?
- In quale villaggio ti piacerebbe vivere?
Più che in un villaggio, per quanto Ilorin mi sia sembrato molto pacifico col mare tutto intorno, credo vorrei vivere nell'insediamento nella foresta. Adoro l'atmosfera di pace e spensieratezza che si respira in quel luogo e i capitoli ambientati lì sono i miei preferiti.
- Qual è il tuo personaggio preferito? Qual è quello in cui ti sei ritrovata di più e quello più distante?
Il mio personaggio preferito è Inan. Per quanto sia un personaggio controverso, non senza macchia e senza paura, ha una psicologia particolare che mi ha affascinato fin dal principio. È più complicato e sfaccettato di quel che sembra e proprio per questo lo trovo ottimo sia a livello di scrittura che psicologicamente.
Amari è il personaggio in cui mi sono ritrovata di più. La sua dolcezza, il suo altruismo e la sua paura che si trasforma in coraggio, la rendono un personaggio con cui è facile empatizzare. Più e più volte mi sono ritrovata nelle sue reazioni e decisioni.
Il personaggio che è più distante da me è Inan ma non per questo ha esercitato un fascino minore su di me. Così distante e particolare che è diventato il mio preferito!
- Quale personaggio secondario ti ha colpito di più?
La piccola Zu mi ha rapito il cuore fin dalla sua prima apparizione. Una ragazzina di circa 13 anni, con un sorriso enorme e contagioso, una dolcezza che lascia sorpresi e fa innamorare di lei.
Inoltre, ecco tutti i blog partecipanti ;)
-I libri: il mio passato, il mio presente e il mio futuro
-La Collezionista di Fandom (QUI)
-Viaggiatrice pigra (QUI)
-Libri e altri disastri (QUI)
-Chiacchiere letterarie (QUI)
-Lettrice al contrario (QUI)
Spero che la recensione vi sia piaciuta e che vi abbia fatto venire voglia di leggere questo splendido romanzo.
*Ginny*
Nessun commento:
Posta un commento