Buongiorno lettori!
Questa mattina vi voglio iniziare a presentare un romanzo che saprà trasportarvi in una sorta di moderna fiaba.
Pubblicato in Italia da Triskell Edizioni, Plight – Promessa di matrimonio di KM Golland è un romance da non farsi scappare!
Titolo: Plight – Promessa di matrimonio
Titolo originale: Plight
Autrice: KM Golland
Traduttrice: Daniela Righi
Casa Editrice: Triskell Edizioni
Genere: contemporaneo
Lunghezza: 200 pagine
Prezzo e-book: 3,99€
Trama:
Plight [plahyt]
Sostantivo: una situazione difficile, o spiacevole.
Verbo: impegno o promessa solenne. Fidanzamento ufficiale prima del matrimonio.
Mi sono promessa a un uomo. Beh, tecnicamente a un ragazzo. Avevamo otto anni ed eravamo vicini di casa. Mi ha regalato un Cheezel, me lo ha infilato al dito e mi ha chiesto di sposarlo.
Quel Cheezel me lo sono mangiato.
Ho anche risposto di sì, ma che avremmo dovuto aspettare finché non avessimo avuto trent’anni.
La scorsa settimana ne ho compiuti trenta e adesso lui vuole riscuotere quella promessa.
A parte gli scherzi, Elliot Parker è matto se pensa che, di punto in bianco, con un messaggio privato su Facebook, possa stipulare il diritto vincolante di un accordo contrattuale verbale, che suggellerà il nostro fidanzamento del cazzo, di ventidue anni fa.
Matto.
Però, chissà se è davvero come nella foto del profilo?
Paure e Sentimenti
Quante volte ci può essere capitato di essere attratti da un persona o di innamorarci, per poi finire in una fuga insensata?
O quante volte possiamo aver deciso di lasciarci andare e poi siamo finiti a dubitare delle nostre scelte un minuto dopo?
Probabilmente, se fossimo tutti nei panni di Danielle, avremo risposto: “Sempre!”.
Pagina dopo pagina, incontriamo le molte resistenze che provano a condurla lontano da Elliot e dalla possibilità di essere felice. Una cosa assurda, forse, per molti.
Perché scappare da qualcuno che ci rende felice, che ci fa sentire al sicuro e che, a conti fatti, ci è sempre mancato?
«Aspetta un minuto» Tirò fuori il cucchiaio e lo puntò verso di me. «Era anche quel migliore amico che alla fine si trasferì, quello che non hai mai più rivisto e che ti mancava da morire?»
Danielle si ritrova ad affrontare questa sorta di dilemma: di punto in bianco, dopo anni, ritrova il suo migliore amico d’infanzia, quel bambino con cui aveva vissuto le esperienze più importanti e intense della sua infanzia, con cui aveva sempre potuto essere se stessa, senza paure. Quell’amico di cui continua a fidarsi, nonostante le strade in passato si fossero divise.
Un amico che torna a ricordare una promessa fatta da bambini.
Mi era sembrato diverso, stavolta. Elliot sembrava diverso. La nostra connessione non era paragonabile alle altre. Sembrava reale, lo era sempre sembrata. Ogni secondo che avevamo passato insieme da amici non aveva richiesto assolutamente nessuno sforzo da parte nostra. Magari era proprio quello il problema? Forse avremmo dovuto restare sempre e solo amici?
Dubbi e domande che cominciano ad avvolgere la protagonista, che la portano in uno stato di confusione e incertezza continuo.
Paure che nascono dall'aver ritrovato qualcosa di bello, un legame che sente importante, un’amicizia forte e sincera che torna a far capolino nella sua vita.
Un’esperienza così bella che finisce per terrorizzarla.
Una volta mia madre mi disse che il vero amore non si vede, si sente. Che esso dorme dentro di noi e si risveglia una volta o due in tutta la nostra vita, e quando lo fa lo capiamo. Ce ne rendiamo conto perché il nostro universo si capovolge e ci porta a chiederci quale sia la parte sopra e quale quella sotto.
Quando arriva il vero amore, succede proprio così. È il nostro sentire che ci permette di credere in noi stessi e nell’altro, che ci porta a superare anche le nostre paure.
La paura viene spesso additata come qualcosa di negativo, ma in realtà non è altro che una protezione. Quando proviamo paura spesso è perché ci troviamo di fronte a qualcosa di inaspettato, di non previsto, a qualcosa che non sappiamo gestire, che non sappiamo come finirà. E tra il provare qualcosa di ignoto e continuare sulla via conosciuta, è molto più rassicurante rimanere sulla via nota.
Ma quando nella sensazione di paura riusciamo a cogliere anche delle sensazioni piacevoli, quando nel dubbio riesce a nascerci un sorriso, quando nel timore ci svolazzano anche le farfalle nello stomaco … allora lì è il momento in cui si può capire di essere nel posto giusto, con la persona giusta.
A volte, ciò che ci blocca nel riuscire a lasciarci andare ai sentimenti, è che sono forti. Sono così intensi che ci travolgono, così belli che ci spaventano. Perché quando un’emozione la viviamo con un’intensità più alta del previsto, ci spaventa. Non ci siamo abituati. E quando qualcosa è nuovo, a volte ci porta a ritirarci, a cercare nuovamente la sicurezza di ciò che conosciamo.
Ed è quando riusciamo a riconoscere che oltre la paura c’è anche la gioia, è in quel momento che riusciamo anche a superare ciò che temiamo per rincorrere ciò che ci fa star bene.
E ci sentiamo liberi, finalmente, di poter esprimere ciò che fino a prima abbiamo sempre provato a nascondere, per paura dell’ignoto.
Ma forse, l’ignoto che ci porta felicità non è altro che l’inizio di una nuova avventura.
Voi cosa ne pensate?
Come affrontate le paure e i sentimenti?
E non perdetevi le altre tappe del Blog Tour!!
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