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giovedì 2 luglio 2020

Recensione: “Vorrei solo fidarmi di te” di Kennedy Ryan - Shot series #3

Buongiorno meraviglie,
oggi parliamo della mia amatissima Kennedy Ryan che torna per Newton Compton editori con “Vorrei solo fidarmi di te” terzo volume autoconclusivo della serie Shot.



Trama: Divorziato. Padre single. Venduto a una squadra di perdenti. Tradito, ingannato, umiliato. La mia vita perfetta è crollata davanti ai miei occhi e sto ancora raccogliendo i cocci. L’ultima cosa di cui ho bisogno è lei. Una tempesta. Uno spirito libero. Una donna a cui non so resistere. Lotus DuPree è un pugno allo stomaco e ha rappresentato un ostacolo ai miei piani sin da quando ho incrociato il suo sguardo per la prima volta. Mi sono ripromesso che non mi sarei mai più fidato di una donna, ma non ho mai desiderato nessuno come desidero Lo. L’istinto mi dice che è un errore, ma è un rischio che devo correre. Un guerriero. Un giocatore di basket. Lo chiamano Gladiatore. Kenan Ross è piombato nella mia vita con il suo profumo meraviglioso, la sua bellezza straordinaria, e mi ha tolto il fiato dal primo momento. È l’ultima cosa di cui ho bisogno. Sto lavorando su me stessa. Sto affrontando il mio dolore e sto vincendo i miei demoni. Mi sono fidata di un uomo in passato e ho visto come va a finire. Non. Ho. Tempo. Per. Questo. Ma continua a cercarmi. Continua ad abbattere le mie difese e a disinnescare le mie scuse una per una. Non si arrende mai e ora… non sono sicura di volere che si arrenda.


Prima di parlarvi di questo volume vi lascio le recensioni anche dei volumi precedenti:




Avevo già conosciuto Lotus nel primo volume della serie, lei è la cugina di Iris . E su di lei avevo già le idee chiare, ma su molti aspetti mi sono dovuta ricredere. Seppur risulti una ragazza determinata che sa cosa vuole e quando e se lo va a prendere, qui emergono tutte le cicatrici che le deturpano l'anima. Lotus ha un passato difficile ed anche questo era sottinteso e abbastanza palese nella storia di Iris, ma qui capiamo come si sia rifugiata nel sesso e nelle relazioni spicciole per prendersi la sua rivincita. Si concede per l'attrazione fisica, senza però intimità.
Kenan detto il gladiatore si trova a New York ed è costretto ad andare ad una festa. L'ironia della situazione vuole che ha divorziato, non ha rapporti occasionali da tempo e l'unica immagine che gli attraversa la mente è quella di Lotus Dupree. Minuta, pelle color cannella e i capelli giocosi e frizzanti. È proprio quell'immagine che si ritrova davanti alla festa esclusiva sullo yacht.
Un magnetismo capace di coinvolgerli entrambi, la paura di Lotus che avverte ci sia qualcosa di tremendamente diverso da tutti gli altri uomini con Kenan ogni volta che anche solo si guardano negli occhi. Però lei è sempre stata sfuggente, disinvolta e apparsa disinteressata ai suoi occhi.

Un legame invisibile che li spinge e li attrae reciprocamente, ma a cui fanno resistenza ognuno per i propri motivi. Lotus e Kenen mi sono piaciuti molto entrambi, lei l'ho trovata credibile e seppur contorta convincente. Kenan è un uomo rispettoso, non un ragazzino, e seppur sa quello che vuole rispetta ogni paletto che Lotus gli pone davanti alla sua strada.
"Mi hai guardato come ti guardo io ogni volta che entri in una stanza.
Io ti divorerei se potessi. Dalla testa ai piedi e tutto quello che c'è in mezzo.
"



La scrittura di Kennedy Ryan si riconferma per me una certezza. La sua bravura è tangibile a chiunque si approcci alle sue storie. Seppur con il secondo libro l'avevo trovata sottotono, con "Vorrei solo fidarmi di te" si riappropria di quel dolore che caratterizza le sue storie. Anche questo, ahimé, non è al livello della storia di Iris, ma trovo che si sia rimessa in carreggiata.

Imponente, intimidatorio, enorme e potente. Kenan ha fatto breccia nel mio cuore oltre che per le sue qualità sopra elencate, per la sua pazienza e fiducia che lasciato riporre in sé stesso a Lotus.


Il legame con la fede viene affrontato come argomento durante tutto il romanzo, oltre che gli abusi e la terapia è uno dei temi trattati, anche questa volta in modo eccelso, da Kennedy Ryan.
Tutti i temi sono stati affrontati con i guanti di velluto. Non vengono sminuiti, svalutandoli o limitandoli alle storie dei protagonisti. Ci vengono introdotti e spiegati da diverse sfaccettature, per esempio il rapporto che ha Lotus con il sesso dopo la violenza subita viene confrontato, ma non messo a paragone, a quello di altre donne. Come a spiegarci che ognuno vive il proprio dolore e trauma in modo personale e unico. Ma nessuna lesione è meno sanguinante.




Il mio voto:



A presto!





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