Se il primo appuntamento di oggi è stato un vero viaggio nella Terra di Mezzo alla scoperta del perfetto outift da hobbit in quarantena, in questo secondo post della giornata non ci arrischieremo a varcare i confini del fantasy, ma ciò non significa che non ci divertiremo. Andremo nel Paese perfetto per tutti i nerd fan della Pop culture e lo faremo grazie ad una casa editrice mai recensita prima su questo blog!
Era da tempo che speravo di far conoscere ai miei readers una c.e. che intasa continuamente la mia ToReadList in modo prepotente. Ora tocca a voi accogliere con entusiasmo la TUNUÉ!
Anche se non mangiate a colazione fumetti, graphic novel e picture book, immagino che sia impossibile non conoscere una delle serie più famose pubblicate da questa casa editrice
Sapevo che mostrandovi Monster Allergy, non mi avreste delusa. Sono really really commossa!
Oggi però non siamo qui per parlare di Zick, Elena Patata and so on, ma ci divertiremo lo stesso, tranquilli!
Siete pronti a fare le valige? In tempi come questi, si sà, viaggiare è un lusso... che noi lettori possiamo permetterci. Ci bastano un po' di tempo libero e una poltrona, giusto? Mentre i protagonisti della graphic novel che sto per presentarvi hanno fatto proprio le cose per bene, soli soletti hanno volato fino in Giappone e ritorno!
Titolo:
Ciao mamma, vado in Giappone
Sceneggiatura: Luca Raffaelli
Disegni, colori, copertine, impaginazione e lettering: Enrico Pierpaoli
Casa editrice: Tunué
Genere: Graphic novel per ragazzi
Data di pubblicazione: 5 novembre 2020
Prezzo cartaceo: €14,50
Trama:
Chiudete gli occhi e immaginate una enorme belva con i denti acuminati al mentolo formato famiglia. Ecco: questo è Frangipane, il cattivo della scuola, che costringe
Enrichetto Cosimo a dire che lui sa chi è Shimitsu Furukawa, creatore di Robostrak, robot dalla cataratta reattiva multipla, e che a casa ha tutti i 32 manga autografati dall’autore. «Ah sì? E allora lunedì qui li voglio tutti», reagisce il
Frangipane. Ed è così che Enrichetto, di sabato pomeriggio, parte per una missione impossibile: andare a Tokyo con
Beatrice e
Polletti per cercare gli albi di Robostrak, e poi trovare il suo autore perché ci metta la firma sopra!
In
Giappone ci sono sempre andata grazie a disegnatori come
Hayao Miyazaki e il suo fantastico
Studio Ghibli o ad autrici di manga come
Ai Yazawa (e se non conoscete queste due persone, correte ai ripari S.U.B.I.T.O), e benché fossi una grande consumatrice di anime in giovane età, devo ammettere che avevo un po' dimenticato come fosse approcciarsi ad una cultura tanto diversa dalla nostra con gli occhi di una ragazzina. È con questa voglia di ritornare a guardare - o leggere - il mondo con gli occhi di una personcina che ne sa ancora ben poco, che mi sono approcciata a questa lettura, smettendo di vestire i panni della lettrice di lungo corso, quella che ha già letto di tutto e ormai riesce con facilità ad annoiarsi.
Cercando di indossare i panni di una giovane lettrice (o di un giovane lettore) ho aperto "Ciao mamma, vado in Giappone" alla prima pagina, facendo subito la conoscenza del protagonista: Enrichetto Cosimo. Senza alcun preambolo o premessa, la pagina che precede la numero 4 presenta uno smilzo ragazzino nei guai. Enrichetto è vestito in modo a dir poco eccentrico e i suoi piedi non toccano terra per via di un mega braccio (umano) che tiene in pugno la sua maglietta.
Il personaggio si presenta, si scusa con il lettore per la situazione imbarazzante e snocciola un paio di vocaboli che faranno parte del suo gergo speciale "seccofritto" e "ebete (o abete)". Inutile dire che non c'è miglior modo di attrarre l'attenzione e, allo stesso tempo, farlo sentire incluso se non presentagli una situazione nuova e inaspettata, e parlandogli in modo non convenzionale - per quello che è il mondo degli adulti, in questo caso - e super comprensibile.
E poi, diciamocelo, a chi non è mai capitato di essere tormentato dal bulletto della scuola o dal bulletto del quartiere? La situazione quindi si fa subito interessante.
Nelle pagine successive Enrichetto Cosimo si affretta subito a presentare sia proprio il suo bullo personale Frangipane che gli altri personaggi della storia, Polletti e Beatrice, praticamente agli antipodi. Sveglia e intelligente lei, quanto lento di comprendonio lui.
* Spoiler * Anche in questa storia è una ragazza il cervello dell'operazione!
Sì perché
Enrichetto,
Beatrice e
Polletti non fanno un lunghissimo viaggio fino in Giappone per constatare se sia davvero il Paese dove nasce il sole, i tre ragazzini hanno una missione: trovare tutti i 32 manga autografati dal famosissimo Shimitsu Furukawa per salvare il povero
Enrichetto da Frangipane.
Se fin qui vi è sembrato che in "Ciao mamma, vado in Giappone" gli adulti fossero stati cancellati dalla faccia della Terra, sappiate che in realtà è proprio grazie a loro che i tre riescono a partire e a girare l'immensa Tokyo, un particolare che però non salterebbe subito all'occhio ad un giovane lettore. E la cosa mi garba particolarmente. Sono sicura che questo tipo di letture siano abili a lasciare un segno a più livelli e il fatto che la missione dei tre protagonisti vada a segno grazie a loro, ma non soltanto, lancia un messaggio ben chiaro ad una facia di lettori che si appresta ad entrare in quel periodo dela vita carico di conflitti con le figure genitoriali, la temuta (dagli adulti) adolescenza.
Il ritmo della narrazione è veloce e sono tante le trovate che permettono al lettore (anche quando si tratta di una persona che sfiora la trentina) di voltare ogni pagina con le lacrime agli occhi. In "Ciao mamma, vado in Giappone" si ride, tanto e di gusto, sia per le situazioni fuori dal comune che per i dialoghi tra i personaggi.
Del Giappone in realtà non si vede molto, acceni di cultura manga, altri di cultura orientale, ma se considerati tutti spunti utili ad invogliare e convogliare verso la lettura di libri o manga che meglio rappresentano questo Paese, ben venga anche un graphic novel che è tutto azione e battutine sagaci!
Di certo questo esordio della Tunué con il suo "Ciao mamma, vado in Giappone" non merita meno di
E con un giudizio più che positivo, la nostra tappa termina qui!
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