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lunedì 14 settembre 2015

Rubricando. Chronicles of four Travellers: ITALIAN POSTCARDS, la mia estate nel Bel Paese.

Chi vive in Italia dovrebbe sentirsi fortunato, il Bel Paese con le sue città d’arte, i suoi monumenti storici e il mare azzurro è meta molto invidiata e favorita da turisti di tutto il mondo. Ecco perché, quest’ anno abbiamo deciso di trascorrere delle vacanze estive low cost e, zaino in spalla, andare alla ricerca, più del relax da ferie di ferragosto, dell’arte e dei bei paesaggi, che tanto caratterizzano il nostro Paese.
Il piano era di visitare quattro mete turistiche in quattro giorni, quindi avremmo scelto una città famosa e romantica, una città strabordante d’arte, una più piccola e medievale e un’ultima più storica e nascosta in montagna.
Ed ora come with me! Che il viaggio abbia inizio…

   o   GIORNO 1: VENEZIA
“Venezia è come mangiare un'intera scatola di cioccolata al liquore in una sola volta.”

Per prendere alla lettera le parole di Truman Capote, invece di comprare oggettini e souvenir, il primo negozio nel quale sono entrata a Venezia, è stata una pasticceria (vi parlerò in seguito della mia passione per questi luoghi e del mio segretissimo pastry-tour!).  Un consiglio: per iniziare col piede giusto una giornata da turista-fai-da-te, quello che ci vuole è del cioccolato. Come avrei potuto resistere a queste mascherine in cioccolato, il cui gusto variava a seconda del colore?!
Dopo aver diviso queste dolcezze col mio compagno di viaggio, carichi e ansiosi di vedere tutto ciò che questa città aveva da offrirci, ci siamo inoltrati nelle sue magnifiche calli. Ce ne sono circa 3mila!
La prima cosa che un turista deve sapere di Venezia è che qui non esistono strade e piazze. I veneziani hanno le Calli, i ponti, i canali, le corti, e i campi che in altre città chiameremmo piazze. Se siete appassionati di toponomastica, o semplicemente curiosi delle storie dietro questi nomi particolari, il sito http://www.thatsvenice.it/guide/canali-ponti-calli-campi/ può fare al caso vostro!

Il tragitto percorso fino a piazza San Marco è stato carico di stupore. L’artista che è in me, non smetteva di meravigliarsi davanti a quei piccoli capolavori di cartapesta che sono le famosissime maschere: colori accesi, motivi carnescialeschi, riempivano le vetrine delle botteghe, facendo sognare qualsiasi turista.



La mia fantasia mi ha trasportata in un mondo antico, nel quale alle dame bastava indossare una mantella nera e una maschera per destare l’attenzione di un Casanova.

E per i meno romantici, maschere particolari e d’effetto.






Ma le maschere non sono gli unici capolavori che troverete a Venezia. La lavorazione del pizzo e del vetro, lavori di una precisione estrema, vi faranno apprezzare il vero artigianato, il “fatto a mano”, il made in Italy.
Bon-bon di vetro soffiato, non sono un capolavoro? 



Venezia sarebbe una città da percorrere in silenzio. A parlare ci pensano i grandi paesaggi, i rii, i canali, le gondole e i gondolieri, che per uno strano scherzo del destino, per accontentare i turisti, cantano i classici della canzone napoletana, col buffo risultato di una lingua dalle melodie meridionali e l’accento veneto.
Man mano che ci avvicinavamo alla meta, lasciavo che lo stupore s’impadronisse di me davanti ad un piccolo scorcio o ad una corte pittoresca.
L’architettura bizantina, le finestre ad ogiva, le logge e i giardini pensili delle case sull’acqua, conferiscono alla città un che di immortale. Sembra quasi che contemporaneamente al qui ed ora, un altro presente riviva nella città ad ogni istante. Un presente antico, nel quale dogi e banchieri, signore nobili, pescatori e ricchi mercanti, continuano a vivere il loro tempo, all’infinito.
Come non pensarlo alla vista di una villa abanndonata da tempo, nascosta tra le piante incolte di un giardino?












Ogni volta che ci fermavamo, sembrava di stare guardando una cartolina.

E poi imboccando una calle affollata, eccoci: Piazza San Marco. Proprio mentre i due mori battevano l’ora.


Una leggenda narra che due pescatori, riusciti ad impossessarsi delle reliquie di San Marco, le trasportarono qui da Alessandria d’Egitto, e il santo venne proclamato patrono della città, “spodestando” San Teodoro, protettore di Venezia fino ad allora.
D’impronta bizantina, dopo numerosi interventi con mosaici unici nel loro genere, la Basilica di San Marco, oggi è un tripudio di ori, stucchi e statue, un gioiello monumentale, sopravvissuto ad incendi e saccheggi.
Ad affiancarla sul lato destro, il palazzo Ducale oggi museo, e un tempo cuore pulsante della vita politica della Serenissima, fino alla sua caduta alla fine del 1700. L’architettura gotica, cela al suo interno l’intera storia della città, con sale magnifiche come quelle del Doge.

Uscendo dalla piazza, ormai sulla strada del ritorno, non potevamo fermarci sul piccolo ponte che volge lo sguardo al secondo dei ponti più famosi di Venezia: il ponte dei sospiri. Benché il nome posso ispirare un che di romantico, la storia che racconta è del tutto diversa. I sospiri conservati nelle sue mura, sono quei dei condannati a morte che, diretti ad una piccola corte interna col patibolo, vi passavano per dare un ultimo sguardo alla laguna.


Non vorrei dare una vera e propria conclusione a questo viaggio. Non saprei come o cosa scrivere per concludere la descrizione di qualcosa che ha segnato la mente con ricordi profondi.
Mi piacerebbe sapere se avete visitato anche voi la Serenissima, è più delle cose che avete visto, vorrei che mi raccontaste delle emozioni che avete provato, vi va?



Intanto, alla prossima tappa!
*Virginia*


“Si è sempre dato per scontato che Venezia è la città ideale per una luna di miele, ma è un grave errore. Vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro.”

Peggy Guggenheim

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