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domenica 7 aprile 2019

Review Tour | Recensione: Nel dopoguerra marchigiano con "Una volta è abbastanza" di Giulia Ciarapica

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 On line da ieri, una piccola tappa alla scoperta delle Marche nel Dopoguerra per introdurvi ai luoghi del libro protagonista del Review Tour di oggi:
UNA VOLTA È ABBASTANZA
di Giulia Ciarapica, edito Rizzoli.

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TITOLO: Una volta è abbastanza
AUTORE: Giulia Ciarapica
CASA EDITRICE: Rizzoli
GENERE: narrativa contemporanea
DATA D’USCITA: 2 Aprile 2019
N° PAGINE: 368
PREZZO: cartaceo € 19 e-book € 9,99

TRAMA:

Dal dopoguerra agli anni Sessanta, un romanzo familiare tutto italiano.

L’Italia è appena uscita dalla guerra. A Casette d’Ete, un borgo sperduto dell’entroterra marchigiano, la vita è scandita da albe silenziose e da tramonti che nessuno vede perché a quell’ora sono tutti nei laboratori ad attaccare suole, togliere chiodi, passare il mastice. A cucire scarpe. Annetta e Giuliana sono sorelle: tanto è eccentrica e spavalda la maggiore – capelli alla maschietta e rossetti vistosi, una che fiuta sempre l’occasione giusta – quanto è acerba e inesperta la minore, timorosa di uscire allo scoperto e allo stesso tempo inquieta come un cucciolo che scalpita nella tana, in attesa di scoprire il mondo. Nonostante siano così diverse, l’amore che le unisce è viscerale. A metterlo a dura prova però è Valentino: non supera il metro e sessantacinque, ha profondi occhi scuri e non si lascia mai intimidire. Attirato dall’esplosività di Annetta, finisce per innamorarsi e sposare Giuliana. Insieme si lanciano nell’industria calzaturiera, dirigendo una fabbrica destinata ad avere sempre più successo. Dopo anni, nonostante la guerra silenziosa tra Annetta e Giuliana continui, le due sorelle non sono mai riuscite a mettere a tacere la forza di quel legame, che urla e aggredisce lo stomaco. In queste pagine che scorrono veloci come solo nei migliori romanzi, Giulia Ciarapica ci apre le porte di una comunità della provincia profonda: tra quelle colline si combatte per il riscatto e tutti lottano per un futuro diverso. Non sanno dove li porterà, ma hanno bisogno di credere e di andare.

È il 1945 e anche il più piccolo paese in Italia, fuma per le ceneri di un secondo conflitto mondiale. La guerra è finita, ma sembra che gli italiani ancora fatichino a rendersene conto, indaffarati in una personale lotta alla sopravvivenza.
Neanche Casette d'Ete, un grappolo di case nella valle marchigiana che guarda in alto a Porto Sant'Elpidio, è stata risparmiata: gli uomini - almeno i più fortunati - stanno ritornando alle proprie case e nel frattempo è toccato alle donne mandare avanti le cose, tenerle insieme, non lasciarle sgretolarsi, come invece sta succedendo alla realtà che le circonda.

La famiglia Betelli non è stata risparmiata, le figlie di Rosa - detta la Fefena -, Anna e Giuliana non posso permettersi il lusso di restare in casa a ricamare il corredo aspettando che qualcuno arrivi a sposarle. Lavorano, anche se la paga è misera e per il resto si arrangiano, come tocca fare a tutte le figlie della guerra come loro.

"La guerra non risparmia nessuno, neanche le vedove e le giovani orfane di padre;
c'è da mettersi in testa che le donne sono donne, ma anche uomini all'occorrenza."  

Il paese è piccolo e vive di un attività singolare: davanti ad ogni casa le donne, i bambini e i pochi uomini rimasti, incollano, tagliano, cuciono e assemblano scarpe, Casette d'Ete è un paese di artigiani e tutti sono costretti ad imparare fin da piccoli a fare la propria parte.
Annetta e Giuliana sono sfacciate, tenaci, senza peli sulla lingua, la loro personalità dirompente le accomuna e spesso sembra separarle, ma quando la prima va in sanatorio, tocca alla seconda farsi interamente carico delle esigenze di un'intera - seppur piccola - famiglia.
Giuliana è attenta a non far parlare di sé il piccolo paese, ha i piedi a terra, poco restia a lasciarsi andare ai sogni, per questo quando Valentino - u Focaracciu - le si dichiara, si concede di essere felice sono un po'. Senza esagerare. Quasi a non voler far indispettire la vita stessa che le ha rivelato un sentimento del tutto nuovo.

In casa Betelli non è la prima volta che Valentino mette piede, c'è già stato, come fidanzato di Annetta, ma questa volta sente che è diverso, anche se nessuno sembra credergli, neanche Giuliana qualche volta.

Pian piano la guerra sullo sfondo diventa solo un fantasma, poi un ricordo, e l'Italia ritorna lentamente a sperare e a desiderare un futuro migliore. Il tempo scorre anche in quel piccolo paesino delle Marche che è Casette d'Ete, ma non per tutti allo stesso modo, per alcuni addirittura si arresta d'improvviso, in modo inaspettato e crudele.
È proprio grazie a tanti giovani come Giuliana e Valentino che l'Italia risorge. La generazione del dopoguerra è caparbia, guarda avanti senza abbassare la testa, sulle sue spalle grava il compito di costruire tempi migliori.


L'odore di pelle e mastice sembra uscire direttamente dalle botteghe di Casette d'Ete per pervadere le pagine di "Una volta è abbastanza", esperimento di scrittura letteraria più che riuscito di Giulia Ciarapica. La guerra, la fame, la voglia di sopravvivere raccontate dalla penna della Ciarapica acquistano una sorta di materialità, risvegliando anche nel lettore più giovane una sofferenza da memoria collettiva.
I dialoghi in dialetto marchigiano - la lingua del racconto - ricoprono la storia con un alone di realismo, grazie al quale i personaggi e la storia stessa acquistano una potenza narrativa magnetica.

"Una volta è abbastanza" è la fotografia di un'epoca. Un romanzo famigliare dai toni seppia che censisce in modo magnifico il debutto di Giulia Ciarapica sulla scena letteraria italiana.


Nelle pagine di Giulia Ciarapica ho compreso quanto similitudini possano esserci tra storie famigliari che hanno radici in una stessa epoca. Mi è stato impossibile non essere toccata da parole in un dialetto che non e propriamente il mio, ma ha una potenza culturale ugualmente simile.
Attendendo il secondo capitolo di "Una volta è abbastanza", vi lasciamo con un giudizio che urla "LEGGETE QUESTA STORIA".



3 commenti:

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