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venerdì 24 gennaio 2020

[Review Party] "La campana in fondo al lago" il nuovo romanzo di Lars Mytting

Buongiorno lettori!
Oggi vi presento un'opera davvero particolare, giunta da noi grazie a DeA Planeta (che ringrazio per averci dato la possibilità di leggerla). Eccoci qui, quindi, ad ospitare una tappa del Review Party dedicato a La campana in fondo al lago di Lars Mytting.



Titolo: La campana in fondo al lago
Autore: Lars Mytting
Genere: narrativa
Editore: DeA Planeta
Pagine: 470
Prezzo: 18,00 €
Data di uscita: 21 gennaio 2020

Trama:
Al culmine di un parto difficile e cruento, le gemelle Halfrid e Gunhild Hekne vengono alla luce nello sperduto villaggio norvegese di Butangen. Vispe e in buona salute, rivelano un’anomalia che, da subito, le rende uniche e portentose: i loro corpicini sono fusi dalla vita in giù. Inseparabili, proprio come le campane d’argento che, alla morte delle due, il padre regala alla chiesa locale. Il rintocco delle campane gemelle accompagna le vite dei fedeli lungo l’arco di oltre un secolo, scandendo festività e ricorrenze, quotidiane fatiche e piccoli trionfi e – si dice – risuonando da sé, inspiegabile e assordante, ogni volta che un pericolo incombe sul villaggio. Fino al giorno in cui il nuovo pastore decide di disfarsene per finanziare la costruzione di una moderna chiesa dove nei mesi invernali la neve non si accumuli tra i banchi e i parrocchiani non rischino di stramazzare a terra assiderati. L’uomo, però, non ha fatto i conti con Astrid Hekne – indomita discendente della famiglia di Halfrid e Gunhild – disposta a tutto pur di difendere le “sue” campane e sfuggire a un destino che sembrerebbe già scritto.

Autore:
Lars Mytting è nato a Fåvang, in Norvegia, nel 1968. Già giornalista e editore, oggi si dedica alla scrittura a tempo pieno. Il suo Norwegian Wood, pubblicato in Italia da Utet, è stato un clamoroso caso editoriale e ha vinto il Bookseller Industry Award 2016 nella categoria Non-Fiction. Con DeA Planeta ha pubblicato Sedici Alberi, altro grande successo internazionale da oltre centocinquantamila copie nella sola Norvegia.

È stato insolito trovarsi in un’ambientazione come quella presentata da questo romanzo.
Ho sempre ammirato la penisola scandinava, i paesaggi in cui la natura regnava padrona, incontaminata e infinita quasi. Eppure qui, tutto sembra assumere delle sfumature completamente diverse.

Ci troviamo in un villaggio della Norvegia, dove regna la vita semplice dei campi e delle arti manuali. Gli abitanti sono gente semplice, abituata a vivere così da anni e anni. Sembra quasi che il tempo si sia fermato e non sia mai andato avanti: persino i nativi del luogo sembrano proseguire in un’esistenza già scritta. Tutti tranne Astrid, ventenne dal temperamento caparbio e curioso, che non si accontenta di come le cose sono sempre andate e comincia, nel suo piccolo, a ribellarsi ad alcune usanze. Con la sua pragmaticità riesce a entrare nella vita di molti nella comunità del suo villaggio, a partire dal nuovo pastore, Kai. Una sintonia e una speranza che si scontrano con l’incombenza del nuovo: non più la solita chiesa, testimone del passato, ma una nuova struttura, più grande, più sicura. Ma senza le campane.

I personaggi sono ben caratterizzati e in particolare ho adorato Astrid Henke: ho un debole per le protagoniste che non si fanno mettere i piedi in testa dagli altri e che lottano per ciò in cui credono. L’importanza delle campane sorelle per lei è evidente: memoria di ciò che furono le sue antenate, memoria del loro suonare per avvisare il villaggio di un pericolo. Qualcosa la lega ad esse e da quando percepisce quel legame, comincia la sua lotta per lasciarle al villaggio. Il pastore Kai l’ho trovato abbastanza fastidioso, come un uomo in balia degli eventi, che cerca di dirigerli, ma che finisce per farsi dirigere dagli altri. Attento alle apparenze e ai buoni costumi, fatica ad accettare il sentimento che si insinua in lui nel conoscere meglio Astrid. Ho trovato più simpatico l’architetto, soprattutto per il suo amore per l’arte e il rispetto per ciò che incontra nella chiesa del villaggio. Ogni suo gesto lasciava trasparire la passione per il passato, il desiderio di farlo rivivere.

Un romanzo intenso, che trasporta il lettore nella profondità della Norvegia, permettendoci di poterci quasi percepire lì, nel freddo del Nord. Più volte, durante la lettura, mi è quasi sembrato di trovarmi lì, accanto ad Astrid, percependo la solennità della sua impresa, il misticismo che l’avvolgeva e il legame forte con la sua famiglia. Ho vissuto con lei il desiderio di essere diversa, indipendente, di poter avere un futuro diverso da quello che tutti volevano per lei. E ho sofferto con lei quando ha scoperto che il dono degli Henke sarebbe stato portato via. Adorando il modo poi con cui cerca di ostacolare gli intenti del pastore.

Il ritmo inizialmente l'ho trovato un po' lento, ma man mano che si prosegue nella lettura si fa un po' più incalzante. Molto ricche le descrizioni e gli accenni storici.
Un romanzo da leggere per addentrarsi nelle atmosfere nordiche.

Voto:




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