Buongiorno lettori!
Quest'oggi partecipiamo al Review Party di Armonia finale di Hendrik R. Rose, un romanzo fantasy/distopico edito da La Ponga Edizioni, che ringrazio per avermi dato la possibilità di leggere questo libro.
Autore: Hendrik R. Rose
Titolo: Armonia finale
ISBN: 9788897823636
Data di pubblicazione: 14 Ottobre 2017
Pagine: 486
Prezzo Cartaceo: 23.00€
Prezzo Ebook: 4.99€
Collana: Tanto è Fantasy
Trama:
Gli elfi sono tra noi, loro malgrado. In un futuro prossimo e dolorosamente simile al presente, una razza mitica quanto misteriosa è uscita allo scoperto solo per ritrovarsi oppressa vittima del razzismo degli umani. Rinchiusi in quartieri ghetto ai margini della società, gli elfi si ritroveranno sull’orlo dello sterminio totale, uccisi da ciò a cui un tempo erano più legati: la bellezza. Il loro destino è nelle mani di Elhand, riluttante leader di una rivolta sul punto di scoppiare.
L'uomo che non ha musica dentro di sé
e non è commosso dall'accordo di dolci suoni,
è incline ai tradimenti, agli stratagemmi e ai profitti;
i moti del suo spirito sono tristi come la notte,
e i suoi effetti bui come l'Erebo:
non fidatevi di un uomo simile.
William Shakespeare
Il mercante di Venezia
L'uomo che non ha musica dentro di sé
e non è commosso dall'accordo di dolci suoni,
è incline ai tradimenti, agli stratagemmi e ai profitti;
i moti del suo spirito sono tristi come la notte,
e i suoi effetti bui come l'Erebo:
non fidatevi di un uomo simile.
William Shakespeare
Il mercante di Venezia
Recensione:
Se ci sono delle creature che ho sempre adorato in letteratura, questi sono gli elfi, ed è stata questa passione a farmi incuriosire riguardo ad Armonia finale, a farmi avere tante aspettative e tante idee basate sulle conoscenze che finora avevo di questa particolare razza. E la cosa forse più bella di questo romanzo è stato proprio trovare una caratterizzazione in parte diversa di ciò che amavo, particolari che all'inizio mi hanno fatto un po' storcere il naso, ma che poi si sono rivelati assolutamente perfetti e in sintonia con l'ambientazione descritta. E' un romanzo molto interessante anche per la tematica che viene affrontata, l'allontanamento di chi è diverso, la difficoltà di accettare chi ha delle caratteristiche differenti, la paura dell'altro al punto da relegarlo in un'area ad hoc, come un tempo veniva fatto nei ghetti.
Se ci sono delle creature che ho sempre adorato in letteratura, questi sono gli elfi, ed è stata questa passione a farmi incuriosire riguardo ad Armonia finale, a farmi avere tante aspettative e tante idee basate sulle conoscenze che finora avevo di questa particolare razza. E la cosa forse più bella di questo romanzo è stato proprio trovare una caratterizzazione in parte diversa di ciò che amavo, particolari che all'inizio mi hanno fatto un po' storcere il naso, ma che poi si sono rivelati assolutamente perfetti e in sintonia con l'ambientazione descritta. E' un romanzo molto interessante anche per la tematica che viene affrontata, l'allontanamento di chi è diverso, la difficoltà di accettare chi ha delle caratteristiche differenti, la paura dell'altro al punto da relegarlo in un'area ad hoc, come un tempo veniva fatto nei ghetti.
La storia si svolge interamente nella capitale immaginaria di San Vicente, in un futuro dove la paura del diverso è all'ordine del giorno, al punto da aver creato un'intera area circondata da mura alta dove far vivere gli elfi: il Distretto 50. Ed è attorno a questo timore che si sviluppano gli eventi, a partire dall'odio e dal desiderio di potere covato dagli uomini, i quali diventano artefici di un piano di sterminio contro quella stirpe diversa. Una condanna che ha fatto perdere loro l'essenza stessa della stirpe cui appartengono, quelle sfumature di perfezione e di profondità che si è soliti incontrare nei libri, ma non ha fatto smarrire in loro il desiderio di essere liberi, di essere accettati.
E poi il vostro sistema ci ha inglobato, ma non nel modo che credevamo noi. Pensavamo a una specie di integrazione e invece ci avete privato della libertà, ci avete reso servi, avete annientato la nostra cultura. Il degrado in cui ci avete costretto a vivere ci ha fatto abbracciare le vostre consuetudini e abbandonare le nostre, ci siamo inariditi proprio come voi. Eravamo portati per l'arte come per la musica, ma ora di questo talento non resta più nulla, si è estinto. Viviamo in un mondo dove regna solo uno sterile ed eterno silenzio che ha coperto ogni cosa come fosse una nebbia solida, pesante.
Mi hanno colpito molto i personaggi, sono riusciti ad affascinarmi, seppur non abbia provato un vero e proprio coinvolgimento con loro che mi ha fatto vivere appieno quello che stavano affrontando, anche a livello emotivo. Tutti però sono stati descritti in maniera impeccabile, ognuno aveva i suoi pregi, i suoi difetti, il suo passato che influiva inevitabilmente nelle scelte del presente. Tra tutti credo di aver apprezzato maggiormente Wallace Flynn, il detective di polizia che ha sempre cercato di trovare una risposta alle misteriose morti all'interno del Distretto 50, nonostante non fosse la sua gente e gli stessi elfi lo trattassero con diffidenza. Mi è piaciuta la sua umanità, il suo avere a cuore l'altro e il suo lavoro.
Elhand Amdir Celebrindal, l'elfo protagonista, mi ha colpito per la sua bellezza, sia esteriore che caratteriale, per il fascino che trasmetteva nell'incarnare alla perfezione la sua stirpe, nei punti di forza, ma anche nelle debolezze. Inutile dire che l'ho adorato nel suo romanticismo insolito e nel suo mettersi a guida della ribellione. Ariel Scott l'ho vissuta un po' come l'inevitabile personaggio femminile che andava inserito per mettere una nota romantica. O meglio, all'inizio del romanzo mi aveva anche colpito e affascinato nel suo essere un medico di frontiera quasi, disposta a mettersi nei guai pur di aiutare e medicare chi era ferito, anche se questo era un elfo. Un fascino che poi è un po' sfumato nel proseguire della storia, con qualche punta di emozione insieme ad Elhand e al modo particolare di quest'ultimo di vivere l'amore e le relazioni, cadendo invece con l'introduzione di altri due possibili infatuati di lei. A dirla tutta, ho apprezzato molto di più il legame che si era creato tra Wally e Sybil, l'elfa che aveva perso per prima il marito in modo misterioso.
Una menzione va assolutamente poi a due personaggi che ho adorato verso l'ultima parte del romanzo: lo Shanghainese e Behemot. Il primo, nonostante la sua fama negativa e il suo legame con la droga, mi ha sorpreso in modo inaspettato e piacevole con l'evolversi degli eventi, e il secondo ha dimostrato come certi legami di amicizia e di fratellanza non vengono distrutti nemmeno dal tempo e dalla lontananza.
La narrazione all'inizio ha fatto un po' fatica a coinvolgermi, al punto che mi sono quasi dovuta impormi di andare avanti nella lettura, ma forse questo era anche dettato da un mio periodo di profonda stanchezza. Man mano che si entra nel vivo mi sono sentita più attratta dalla vicenda, al punto da prendere in mano l'e-reader non appena ne avevo l'occasione per scoprire i progressi che venivano fatti.
Una cosa che mi ha colpito nella strutturazione dei capitoli sono stati i titoli: ad ognuno, infatti, era associata una particolare canzone. Ho compreso solo alla fine la loro importanza e il loro riferimento, ma durante la lettura ammetto di aver acceso il pc anche solo per cercare il brano che faceva da titolo al capitolo per poterlo avere come accompagnamento. E' stata una scelta originale e davvero interessante, al punto da farmi perdere non solo tra le pagine del romanzo, ma anche tra le note scelte dall'autrice.
Volendo tirare le somme, una lettura che consiglio assolutamente, sia per chi ama i generi fantasy e distopico, sia per chi è sempre stato affascinato dalle figure elfiche. E' vero, non si troveranno i classici elfi a cui forse i più sono abituati, ma andando oltre i nostri limiti e le nostre conoscenze, questa versione può essere davvero apprezzata appieno e anche amata, nell'attenzione ai particolari e nella coerenza con l'evoluzione avuta dalla società e dalla vita stessa.
Voto:
Non perdetevi anche le altre tappe di questo Review Party!
Lothìriel
E poi il vostro sistema ci ha inglobato, ma non nel modo che credevamo noi. Pensavamo a una specie di integrazione e invece ci avete privato della libertà, ci avete reso servi, avete annientato la nostra cultura. Il degrado in cui ci avete costretto a vivere ci ha fatto abbracciare le vostre consuetudini e abbandonare le nostre, ci siamo inariditi proprio come voi. Eravamo portati per l'arte come per la musica, ma ora di questo talento non resta più nulla, si è estinto. Viviamo in un mondo dove regna solo uno sterile ed eterno silenzio che ha coperto ogni cosa come fosse una nebbia solida, pesante.
Elhand Amdir Celebrindal, l'elfo protagonista, mi ha colpito per la sua bellezza, sia esteriore che caratteriale, per il fascino che trasmetteva nell'incarnare alla perfezione la sua stirpe, nei punti di forza, ma anche nelle debolezze. Inutile dire che l'ho adorato nel suo romanticismo insolito e nel suo mettersi a guida della ribellione. Ariel Scott l'ho vissuta un po' come l'inevitabile personaggio femminile che andava inserito per mettere una nota romantica. O meglio, all'inizio del romanzo mi aveva anche colpito e affascinato nel suo essere un medico di frontiera quasi, disposta a mettersi nei guai pur di aiutare e medicare chi era ferito, anche se questo era un elfo. Un fascino che poi è un po' sfumato nel proseguire della storia, con qualche punta di emozione insieme ad Elhand e al modo particolare di quest'ultimo di vivere l'amore e le relazioni, cadendo invece con l'introduzione di altri due possibili infatuati di lei. A dirla tutta, ho apprezzato molto di più il legame che si era creato tra Wally e Sybil, l'elfa che aveva perso per prima il marito in modo misterioso.
Una menzione va assolutamente poi a due personaggi che ho adorato verso l'ultima parte del romanzo: lo Shanghainese e Behemot. Il primo, nonostante la sua fama negativa e il suo legame con la droga, mi ha sorpreso in modo inaspettato e piacevole con l'evolversi degli eventi, e il secondo ha dimostrato come certi legami di amicizia e di fratellanza non vengono distrutti nemmeno dal tempo e dalla lontananza.
La narrazione all'inizio ha fatto un po' fatica a coinvolgermi, al punto che mi sono quasi dovuta impormi di andare avanti nella lettura, ma forse questo era anche dettato da un mio periodo di profonda stanchezza. Man mano che si entra nel vivo mi sono sentita più attratta dalla vicenda, al punto da prendere in mano l'e-reader non appena ne avevo l'occasione per scoprire i progressi che venivano fatti.
Una cosa che mi ha colpito nella strutturazione dei capitoli sono stati i titoli: ad ognuno, infatti, era associata una particolare canzone. Ho compreso solo alla fine la loro importanza e il loro riferimento, ma durante la lettura ammetto di aver acceso il pc anche solo per cercare il brano che faceva da titolo al capitolo per poterlo avere come accompagnamento. E' stata una scelta originale e davvero interessante, al punto da farmi perdere non solo tra le pagine del romanzo, ma anche tra le note scelte dall'autrice.
Volendo tirare le somme, una lettura che consiglio assolutamente, sia per chi ama i generi fantasy e distopico, sia per chi è sempre stato affascinato dalle figure elfiche. E' vero, non si troveranno i classici elfi a cui forse i più sono abituati, ma andando oltre i nostri limiti e le nostre conoscenze, questa versione può essere davvero apprezzata appieno e anche amata, nell'attenzione ai particolari e nella coerenza con l'evoluzione avuta dalla società e dalla vita stessa.
Voto:
Non perdetevi anche le altre tappe di questo Review Party!
Lothìriel
Nessun commento:
Posta un commento