Buongiorno lettori!
Oggi cominciamo la settimana ospitando la sesta tappa del Blog Tour dedicato a Big Bad Bunny di Samuele Fabbrizzi, edito da Dark Twin, un romanzo horror davvero realistico e molto particolare (se volete approfondire un po' di più la trama, qui trovate la segnalazione dedicata: link).
Ma veniamo a noi e a questo Blog Tour!
Siete pronti ad addentrarvi nell'oscurità di questo romanzo conoscendo i freaks che lo popolano?
I freaks. Nel linguaggio comune sono coloro che si distinguono per atteggiamenti o comportamenti stravaganti. Ma sono anche bizzaria, il fenomeno del momento perché strano, diverso, emarginato. Una sorta di originalità, per certi versi, che spesso però veniva allontanata, al punto che le persone, a volte caratterizzate solo da una fisionomia particolare, venivano definite mostri.
Questa particolarità è ciò che mi ha fatto da subito appassionare a questa tappa, anche se, come vedremo, i freaks che incontreremo hanno caratteristiche ben diverse.
Pedro intanto stava ammirando i fenomeni da baraccone dei dipinti appesi alle pareti verdastre. Le stranesse lo affascinavano e in particolar modo anni addietro, influenzato dal film Freaks di Tod Browning, si era documentato sulla storia del Circo nel mondo e sulla figura del "mostro" all'interno della società, la stessa società che alienava il diverso, ghettizzandolo, ma al tempo stesso spendeva denaro per toccare con mano gli errori di Madre Natura.
Nell'Hotel di Los Monstruos incontriamo proprio questi mostri.
Il primo fra tutti, è lui: un uomo grassoccio sulla quarantina agli occhi dei più, che si trasforma ne Il Grande Coniglio grazie ad un maschera, con tanto di naso e orecchie contornate dalla pelliccia bianca. L'aspetto più inquietante di questa trasformazione è rappresentata dalla dentatura da roditore che sembra spuntargli in questa veste: tre centimetri di incisivi che dalle gengive arrivavano al mento.
Che succede amico?
Gioia è una delle prime creature stravaganti che incontriamo: un uomo deforme, travestito da donna. Cerca in tutti i modi di apparire al meglio, di coprire il cranio rasato con parrucche che si procura da sola. Di avere quell'aspetto femminile che possa farla anche sentire tale.
Il travestito rappresentava l'essenza della bruttezza, della decadenza, niente di lui era quantomeno guardabile. Solo orrore, dentro e fuori, mostruosità.
Zio Brando, lo Sceriffo. Un nano dal carattere decisamente indomabile, sicuro di sé e arrogante al punto giusto da risultare particolarmente fastidioso a tutti. Per non parlare della sua Colt Dragoon dietro cui si nascondeva.
Oscar Marvin. Il proprietario dell'albergo di Los Monstruos, una delle figure in apparenza più normali, ma al contempo legato al triste destino che aveva devastato il circo molti anni prima.
Non è forse il difetto una forma di bellezza?
Lola, la bellissima incantatrice. Figlia di Oscar, complice di quel macabro gioco che sembra svolgersi all'interno di Los Monstruos. Senza un difetto, perfetta agli occhi di chiunque, convincente e rassicurante quasi nella sua normalità apparente.
Ercole, l'Uomo Forzuto. Celebrità del circo di Los Mostruos prima che venisse incendiato, ora un divo nell'animo, con un particolare senso dell'umorismo.
Los Monstruos era ispirazione.
Los Monstruos era eccesso.
Los Monstruos era il rumoroso risveglio dell'Eros e del Thanatos.
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Se questa tappa vi ha incuriosito sul romanzo, non perdetevi le altre tappe di questo intrigante Blog Tour!
Lothìriel
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