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giovedì 26 aprile 2018

Review Party: "Big Bad Bunny" di Samuele Fabbrizzi

Buon pomeriggio lettori! 
Questa è una giornata speciale per l’ultima uscita in casa Dark Twin, perché è tempo di Review Party! Ecco a voi la mia recensione di Big Bad Bunny di Samuele Fabbrizzi, un romanzo che mi ha sconvolto e stupito allo stesso tempo, mettendomi spesso a dura prova. 


Autore: Samuele Fabbrizzi
Titolo: Big Bad Bunny
Genere: Horror 
Editore: Dark Twin 
Pagine: 211 
Prezzo ed. cartacea: 13,90€ 
Prezzo ebook: 2,99€ 
Data di uscita: marzo 2018 

Trama
Sei amici in viaggio su un furgoncino hippy alla volta di El Paso, Texas, per assistere a un concerto. 
Tutto sembra filare per il verso giusto, tra caldo, litigi, erba e... incubi: gli inquietanti incubi di Demetria, che non la lasciano in pace e le fanno dubitare della propria sanità mentale; l'incubo di Fargo, che teme che la sua Jennifer possa tornare con l'ex, Pedro; l'incubo di Sonia, non riuscire a raccogliere abbastanza like su Facebook, abbastanza cuori su Instagram, abbastanza popolarità; l'incubo di Jennifer, cedere alle proprie insicurezze, alla gelosia, alla paura di non essere amata; l'incubo di Damasco, rimanere solo o doversi accontentare di “una cicciona”; l'incubo di Pedro, aver perso l'ispirazione, lui che vive di e per la propria creatività, quando in realtà non si rende conto di avere già perso tutto il resto. 
E poi gli incubi che diventano realtà quando il coniglio che tormenta i sogni di Demetria diventa molto, troppo reale. 
E Los Monstruos li aspetta. Il Marvin Hotel, l'unica cosa rimasta dopo l'incendio del Settantadue, con la strana e inquietante, malvagia famiglia che lo gestisce, unici superstiti di una comunità di circensi, di fenomeni da baraccone, di freaks. Votati a una divinità altra rispetto a quelle conosciute, un Grande Coniglio con la passione per i personaggi dei Looney Tunes. 
Un luogo in cui il terrore diventa palpabile, dove l'unica via di fuga sembra essere la morte: perché nessuno abbandonava il Marvin Hotel. E soprattutto nessuno lasciava Los Monstruos. Mai. 


Recensione

Veniamo catapultati da subito nel macabro mondo di Los Monstruos, in un flash inquietante che però ci lascia solo intravedere la particolarità di questo romanzo. In un lampo incontriamo i veri protagonisti buoni del romanzo: sei amici, sei ragazzi che si conoscono da una vita, ma che forse nemmeno si conosce del tutto. Un viaggio verso il divertimento e l’allegria, un viaggio che si rileva un biglietto di sola andata per l’inferno
Quello che incontriamo con loro, arrivando a Los Monstruos, è qualcosa di terrificante e affascinante al tempo stesso. I resti del circo distrutto dall’incendio che costeggiano l’unica strada che porta al Marvin Hotel, l’atmosfera macabra e contorta donata dai quadri e dal personale. Per non parlare dei singolari souvenir che mostrano ai nuovi ospiti! 
Dal punto di vista dell’ambientazione, ho apprezzato moltissimo la cura riservata proprio all’albergo: la presentazione dei quadri, dei colori, i dettagli di quello che era rimasto dall’incendio. Mi ha fatto provare la sensazione di essere proprio lì, insieme ai protagonisti, a percorrere quel pezzo di strada con loro. E ammetto che in parte avrei voluto visitare quei luoghi, paragonandoli ad una sorta di parco divertimenti (per il resto, assolutamente stare alla larga da Los Monstruos!!). 
I personaggi sono ben caratterizzati e ognuno è diverso dall’altro. La ragazza che più mi ha colpito è stata Demetria: mi è sembrata la più saggia del gruppo e mi incuriosivano i suoi incubi, visioni che le capitavano dal nulla e che non riusciva a comprendere. Ho percepito la sua angoscia e la sua frustrazione, me l’ha fatta vivere proprio in prima persona. Jennifer e Sonia invece non mi hanno coinvolto più di tanto e non mi sono trovata in sintonia con loro per il carattere decisamente troppo superficiale. I personaggi maschili mi hanno incuriosito, a parte Fargo: decisamente insopportabile nella sua folle gelosia. Pedro e Damasco d’altro canto mi hanno fatto tenerezza, per i loro lati nascosti e le loro insicurezze.Ognuno di loro aveva qualcosa che teneva nascosto, ognuno di loro aveva una maschera. E tutti si sono trovati di fronte al destino del Marvin Hotel e al Grande Coniglio. Un personaggio inquietante e controverso, che scopriamo nella sua vera natura solo alla fine della storia.  
Una nota di merito va sicuramente ai freaks del romanzo, la controparte cattiva se vogliamo chiamarla così: credo che alcuni di loro, nonostante i loro comportamenti decisamente malvagi, avessero dei lati nascosti e solo un gran desiderio di essere accettati (qui potete trovare il link alla tappa del Blog Tour dove vi avevo parlato proprio di loro: link). 
Lo stile è scorrevole, le descrizioni sono ricche e accurate, ma senza appesantire la lettura. Il lettore riesce a sentirsi coinvolto nelle trame, a vivere l'angoscia e la paura, a volte anche proprio l'inquietudine che riesce a trasmettere nell'accuratezza di ogni passaggio.
Per gli amanti dell'horror e per chi non si lascia impressionare facilmente, è un romanzo davvero da non lasciarsi scappare!

Voto:

Lothìriel

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