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domenica 29 dicembre 2019

[BLOGTOUR] Tradurre la lingua magica di Carlos Ruiz Zafón


Hello readers! Tra una fetta di pandoro e una guantierina di struffoli - non so voi, ma le tavolate qui al sud sembrano infinite in questo periodo dell'anno - avevo cerchiato questo giorno a penna rossa.
Oggi vi porto in una zona di confine, un posto dove realtà e magia si sdoppiano, si confondono, si sovrappongono, il mondo di Carlos Ruiz Zafón.

Prima di introdurvi in uno dei miei mondi letterari preferiti in assoluto, mi preme scrivere due enormi grazie: il primo a Beatrice Greco, del blog "Io resto qui a leggere", pazientissima organizzatrice di questo blogtour, il secondo alla casa editrice Mondadori, per aver accordato ogni nostro desiderio di voraci blogger-lettrici!

Domanda obbligatoria e di rito: avete mai letto Carlos Ruiz Zafón?
Vi vedo che scuotete quelle testoline!
Don't worry, qui a I libri: il mio passato, il mio presente e il mio futuro non vediamo l'ora di farvi scoprire nuovi scrittori e nuove storie! Partiamo da L'Ombra del vento!

Titolo: L'ombra del vento
Autore: Carlos Ruiz Zafón
Serie: Il cimitero dei libri dimenticati #1
Editore: Mondadori
Genere: Narrativa contemporanea
Serie: Il cimitero dei libri dimenticati #1
N° pagine: 432
Prezzo: cartaceo 25,00 - ebook 11,99

Trama:
A Barcellona, una mattina d'estate del 1945 il proprietario di un negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo segreto dove vengono sottratti all'oblio migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo.
E qui Daniel entra in possesso di un libro maledetto che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un mondo di misteri e intrighi legato alla figura di Julián Carax, l'autore di quel libro. Daniel ne rimane folgorato, mentre dal passato iniziano a emergere storie di passioni illecite, di amori impossibili, di amicizie e lealtà assolute, di follia omicida e di un macabro segreto custodito in una villa abbandonata. Una storia in cui Daniel ritrova a poco a poco inquietanti paralleli con la sua vita.

Uscito in sordina in Spagna nel 2001, L'ombra del vento è divenuto un incredibile successo grazie al solo tam-tam dei lettori. L'esordio sulla scena internazionale di uno straordinario narratore.

Alzi la mano chi non ha già fatto spazio in libreria per collezionare i DRAGHI...

No, sto parlando di quelli "veri", ma di draghi non proprio animali, più una sorta di cibo per la  specie dei lettori voracilis: noi.
Complice la Oscar Vault Mondadori, possiamo stringere tra le mani nuove versione di Classici in una veste grafica originale e speciale.
Qualche giorno fa vi ho mostrato/parlato/scritto della quadrilogia di Piccole donne - Natale e la Alcott vanno a braccetto si sa -, mentre oggi ci spostiamo in una Barcellona quasi esoterica, della quale possiamo avere un'idea ben chiara grazie alle illustrazioni di questa nuova edizione de L'OMBRA DEL VENTO.




Ora ditemi che non avete voglia di correre nella libreria più vicina anche solo per guardare queste illustrazioni!

A due mesi esatti dalla pubblicazione, vogliamo fare due chiacchiere sulla traduzione di uno dei casi letterari più famosi della Spagna contemporanea.
La lingua di Carlos Ruiz Zafón sembra avere poteri magici, la sua fluidità è in grado di evocare scene, posti e persone che esistenti o meno, diventano subito familiari al lettore. Ecco che, grazie ad una musicalità propria della penna di questo scrittore, il lettore si sovrappone al protagonista, si immedesima in Daniel, iniziando a provare lo stesso morboso attaccamento per L'ombra del vento della realtà.

Complice la lingua spagnola, Zafón è entrato più nella mente che nei cuori dei lettori spagnoli (almeno a mio parere), assicurandosi una voce negli indici dei manuali di letteratura contemporanea. Poteva, questo capolavoro, essere precluso ai lettori non ispanofoni? Dalla mia scrivania di traduttrice in erba ho alzato un enorme cartello con due semplici lettere: NO.

Fermatevi a pensarci per un solo attimo, i traduttori sono quegli esseri invisibili che fanno da ponte tra voi e una letteratura in una lingua a voi sconosciuta, che senza il loro piccolo aiutino, non avreste mai 
L'Ombra del Vento approda qui in Italia grazie al lavoro di traduzione di LIA SEZZI

Al pensiero di dover indossare le vesti italiane di Zafón, io - confesso - sarei morta di paura! Lia Sezzi, insegnante di Italiano e, prima di diventare traduttrice, lettrice per la casa editrice Mondadori, probabilmente ha coraggio da vendere... un coraggio che ripaga.
Le parole in italiano della Sezzi non perdono il potere magico delle primogenite spagnole: raccontano, immaginano, evocano. Portano i lettori nel Cimitero di Libri Dimenticati superando gli ostacoli del passaggio di lingua, trovando le giuste corrispondenze per espressioni idiomatiche e modi di dire tipicamente iberici. In una intervista di qualche anno fa su La Matita Rossa, la Sezzi risponde senza remore a Serena Rossi parlando di traduzioni e di traduzione, quella de L'Ombra del Vento.
Ne emerge un grande lavoro, scadenze imminenti, ma poco panico... brava lei a mascherarlo?
A me tremerebbero le dita sulla tastiera!

Mi piacerebbe continuare a parlarvi di mondi in altre lingue che diventano nostri grazie ad una professione affascinante e tutt'oggi sottovalutata, della mia passione per la traduzione che mi ha stregata qualche anno fa, proprio grazie ad una collega di questo blog, e del desiderio incessante di trasmutare, trasportare e processare parole. Mi accontenterei anche di partire come lettrice eh! Proprio come la Sezzi!

Nel frattempo sono curiosa di conoscere la vostra idea di traduzione e traduttori, di sapere se esistono libri che vorreste vedere sui nostri scaffali, ma che per il momento sono confinati oltre Italia, quindi scrivete scrivete scrivete!




martedì 24 dicembre 2019

Review Party: L'unica per te di Gianna Gabriela edito Queen Edizioni

Buongiorno appassionati lettori! 

Oggi voglio presentarvi un nuovo libro targato Queen Edizioni si tratta della serie dedicata alla Bragan University di Gianna Gabriela, “l’unica per te” è il primo libro, che dà il via ad una nuova romantica storia! 





Copertina molto semplice che da comunque un’idea di quello che è questa storia, un New Adult molto romantico che non lascia niente al caso e permette al lettore di appassionarsi ed innamorarsi dei personaggi. Mia e Colton sono due studenti universitari della Bragan University, molto diversi tra loro ma entrambi con un peso sul cuore che li rende più vulnerabili e protettivi nei confronti di loro stessi.



Mia è molto sola da quando la madre è morta e il padre è sparito, deve contare sempre solamente sulle sue capacità, ecco che quindi passa gran parte del suo tempo studiando oppure uscendo con la sua migliore amica e coinquilina Kiya. Non ama la vita mondana, è una di quelle ragazze che si nascondono alle feste cercando di essere il più invisibile possibile dando il meno possibile nell'occhio. È sicuramente molto altruista già all'inizio del libro si intromette tra dei ragazzi che stanno molestando una ragazza, niente meno che la sorella di Colton, capitano della squadra di football e presidente della confraternita degli atleti che corre a prendere la sorella travolgendo Mia e facendosi subito odiare da lei per la sua arroganza. Non sa quanto si sta sbagliando su di lui.


Colton Hunter, è un bravo ragazzo che ha chiuso con la vita da Playboy e che vuole dedicarsi allo studio per cercare di dare il meglio in questo suo ultimo anno al College. Focalizzato anche lui solamente su questo e sul gioco rimane sconvolto quando inizia ad interessarsi ad una ragazza che lo evita e che lo guarda con odio senza che lui sappia spiegarsene il motivo. Trascinato da questo cercherà di conoscerla meglio, diventerà per lui quasi una sfida. 


Per aiutare i due ragazzi si inserirà un compito di gruppo affidatogli da un professore che durerà l’intero semestre, insomma dovranno passare parecchio tempo insieme e capiranno che entrambi nascondono qualcosa di più grande.

E’ un libro molto fluido, l’autrice è stata veramente brava, non stanca mai anzi vorresti andare avanti per conoscere sempre qualcosa di più. Lascia la possibilità al lettore di scoprire le tematiche nascoste non dando mai nulla per scontato, entrambi ne hanno passate tante e ancora non sono finiti i loro problemi, ma insieme cercheranno di diventare più forti e meno vulnerabili.

Non voglio rovinarvi la lettura dicendovi molto di più, se per questo Natale volete una lettura tranquilla e per niente pesante ma romantica datevi a questa nuova uscita Queen Edizioni!

Io non sto già più nella pelle nell'attesa del secondo!!!



Il mio voto: 




Voi cosa ne pensate? Lo leggerete??





Colgo l'occasione per augurare a tutti voi che ci seguite una buona Vigilia e buone Feste!!







venerdì 20 dicembre 2019

Tour della Vittoria - Distretto 11 - La moda di Capitol City

Buongiorno miei lettori,


Gli Hunger Games Letterari sono finiti, ha vinto Jay Kristoff del Distretto 10. Se ve li foste persi potete passare sul nostro Facebook o Instagram dove vi abbiamo tenuto compagnia con la telecronaca continua degli eventi che si sono susseguiti. 
Un evento social sorto in occasione del decimo anniversario della serie nata dalla penna di Suzanne Collins e che ha trasportato il brio degli Hunger Games nel mondo dei libri. I tributi sono stati scelti tra 240 autori divisi per genere e distretto, 25 autori che alla fine si sono sfidati e presentati al voto degli sponsor e dei lettori


Distretto 11

Dedito all'Agricoltura, il distretto a cui eravamo assegnate è uno dei più poveri di tutta Panem. I suoi territori sono ricoperti di campi e frutteti, i cui raccolti, in realtà, erano per lo più destinati a Capitol City. La maggior parte della giornata veniva trascorsa nei campi, soprattutto durante il periodo del raccolto.

I suoi tributi non sono tra i più fortunati della storia: spesso arrivavano agli Hunger Games senza una preparazione per il combattimento, ma erano abili a riconoscere le piante commestibili. Tra essi non possiamo non ricordare la piccola Rue: tanto dolce quanto vispa, la sua bravura era quella di spostarsi tra gli alberi velocemente, senza farsi vedere dagli altri. Quando incontra Katniss fa presto amicizia con lei e le due si alleano durante gli Hunger Games.

Tutto quello che è bello riporta la mia mente a lei.
La vedo nei fiori gialli che crescono nel prato vicino a casa mia 
e la vedo nelle ghiandaie imitatrici che cantano sugli alberi (Katniss)


La moda di Capitol City
Non si può certo dire che Capitol City non sia attento a ciò che appare! 
I vestiti che caratterizzano gli abitanti sono eccentrici, le acconciature colorate. Il pensiero del mattino sembra essere: devo distinguermi dagli altri, devo farmi riconoscere e brillare!


All'interno degli stessi Hunger Games la moda aveva un ruolo non da poco: ogni Distretto aveva un suo stilista, il cui operato poteva anche determinare la vita o la morte dei tributi. Pensiamo al solo sistema degli sponsor: più un tributo attirava l'attenzione e l'interesse di chi osservava lo spettacolo, più poteva avere aiuti, sostegni, regali. Cinna, lo stilista assegnato al Distretto 12, lo sa bene e crea sempre degli abiti a dir poco spettacolari per Katniss e Peeta.


Il loro primo ingresso in scena è fiammeggiante e non è passato inosservato! E in ogni evento importante ogni abito preparato per loro aveva sempre un preciso scopo: affascinare il pubblico che osserva e sconvolgerlo.


La trasformazione da magica sposa a ribelle Mockingjay credo sia il capolavoro per eccellenza di Cinna. Ma non possiamo dimenticarci nemmeno l'abito che volteggiando prendeva fuoco sulla gonna!

Quest'attenzione ai dettagli e alla moda non si incontra solo negli abiti che vengono indossati dai tributi. Un'altra icona di stile di questa serie è senza dubbio Effie Trinket: non esiste momento in cui lei non cerca di distinguersi dagli altri, portando sempre un tocco di colore e di allegria anche nelle situazioni più impensabili.


Persino quando si ritrova all'interno del Distretto 13, senza tutta la varietà di abiti a cui era abituata, non rinuncia a rendersi particolare, così come la sua personalità le chiede.



Cosa ne pensate della moda di Capitol City?
La vorreste sperimentare nella vostra vita oppure è troppo eccentrica?
Fateci sapere la vostra opinione qui sotto nei commenti!!



Mi raccomando, non perdetevi le altre tappe del tour, passate e future, per lasciarvi trasportare nuovamente nel fantastico mondo degli Hunger Games!

 




mercoledì 18 dicembre 2019

Review Party: Il Re di Wall Street, di Louise Bay

Buon giorno appassionati lettori, 

Oggi voglio presentarvi una nuova uscita Always Publishing, si tratta del nuovo libro “Il Re di Wall Street” di Louise Bay. Una storia d’amore intensa, ricca di sentimento e passione! 

Sono davvero felice di potervi presentare la nostra recensione oggi di questa novità così tanto interessante!




Sapete che adoro le copertine e questa mi aveva colpita subito, lascia quell'aria di mistero che permette ad ognuno di noi di farsi una sua idea del volto del nostro protagonista, Max. 

La storia è simile a tante altre in quello che è il tema, capo e impiegata che si innamorano, ma ho veramente apprezzato come la Bay riesca a presentare questa storia dandogli mille sfumature. 

Max è un capo giusto, ma allo stesso tempo intransigente vuole la perfezione dai suoi impiegati, specialmente dalla nuova arrivata Harper. Fin dal primo momento si accanisce su di lei e non perché non è brava, ma perché è una donna bellissima che dal primo sguardo lo ha attratto rendendolo incapace di concentrarsi sul suo lavoro quando lei è vicina. Per questo non riesce a gestirla se non trattandola male e cercando di tenerla il più lontano possibile da lui. Harper, dal canto suo ha sempre sognato di lavorare per la King & Associates, ogni sua scelta scolastica è stata volta ad attirare la loro attenzione ed essere assunta in quella che è l’agenzia di consulenza bancaria di maggior successo di New York. Le sue speranze di spaccare e diventare in breve una dei più validi elementi della King sembra sfumare quando il suo capo decide di controllare personalmente la relazione sull'industria tessile del Bangladesh della quale era stata incaricata. Max nel cercare di correggerla si comporterà come un vero e proprio “stronzo”, ed ecco che le sue speranze sembrano scomparire. Neanche l’appoggio della sua migliore amica o dell’assistente personale di lui sembrano aiutarla. 

Harper si trasferirà a Manhattan per poter stare più vicino al lavoro e raggiungerlo quindi più facilmente, già il primo giorno assisterà a dei rumori inconfondibili provenire dall'appartamento sopra al suo, una coppia ci sta dando dentro sessualmente davvero di brutto, e da lì inizia un po' tutta la situazione surreale dove ovviamente lei e il suo capo scoprono di abitare nello stesso condominio. 

Come se non bastasse Max ha una figlia, Amanda, che conosce per caso Harper in lavanderia ed ecco che inaspettatamente le due ragazze per quanto di età diversa entreranno subito in sintonia.

Max ha infatti avuto Amanda con Pandora ancora prima di andare al collage, diversamente da quello che inizialmente si può pensare è un padre spettacolare ed è davvero coinvolto nella vita della figlia. 

Ho molto apprezzato come Max decida di coinvolgere Amanda nella sua vita personale una volta che finalmente si accorge di quanto lei sia importante per lui. 

Non voglio darvi troppi dettagli ma come si capisce da quanto detto fino ad ora questa storia mi ha colpita moltissimo, dal carattere dei personaggi alle tematiche che esso racchiude. 

Viene ben espressa la tematica dell’abbandono di uno dei due genitori, gli errori che si commettono quando si è giovani a discapito di quello che può succedere agli altri, ma visionando sia il lato buono che il lato cattivo della stessa situazione permettendo al lettore di farsi un’idea sua ma con degli esempi concreti. 

Insomma è un libro che consiglio davvero di cuore. Personaggi molto interessanti, se Harper fosse stata più zitta ad ascoltare a volte si sarebbe risparmiata tante sofferenze ma devo ammettere che anche questo porta a rendere il tutto più completo. 

Molto presenti le scene sessuali, forse un po' troppo ma secondo me sempre al punto giusto da non renderle mai pesanti. A volte mi capita di passare avanti perché dopo un po' diventano insopportabili usate solamente per allungare il brodo, invece in questo libro rendono completo il tutto, un po' come il pov. alternato che ci permette di comprendere al meglio i loro sentimenti e sensazioni. 



Un paio di Jimmy Choo da paura e una presentazione per un cliente difficile renderanno tutto ancora più interessante...insomma non perdetevelo assolutamente!!! Consigliatissimo!! 



Il mio voto: 








Recensione: “Uno sconosciuto all'improvviso” di Lauren Rowe

Buongiorno meraviglie,
oggi facciamo un viaggio in auto on the road negli Stati Uniti!
Da Seattle arriveremo a Los Angeles con Maddy e Keane, i protagonisti di “Uno sconosciuto all’improvviso” di Lauren Rowe uscito per Newton Compton Editori.




Trama: Keane Morgan è insopportabile. Non risponde alle mie chiamate o ai messaggi e sono infuriata. Né a lui né a me piace l’idea di affrontare insieme un viaggio in macchina da Seattle a Los Angeles. Ma non ho scelta. Ho un disperato bisogno di un favore, e il prezzo da pagare è qualche ora chiusa in macchina con Keane. Posso farcela. O almeno credo. Perché non mi aspettavo che Keane fosse così bello. E, devo ammettere, anche divertente. Ma è così fastidiosamente innamorato di sé stesso! Il modo in cui sfoggia le sue fossette perfette è quasi ridicolo. E, in tutta onestà, chi si rivolgerebbe mai a una ragazza chiamandola “bambolina”? Giusto uno spogliarellista. Ed è proprio così: ho scoperto che Keane è il Magic Mike di Seattle. Il suo nome d’arte è “Martello”. Il che lo rende l’ultimo uomo sulla faccia della terra di cui potrei innamorarmi… o almeno credo.




Mi sembra inutile dover sottolineare, ancora una volta, il mio amore per i viaggi on the road in auto negli Stati Uniti. Se poi ci abbiniamo due sconosciuti e un amore pronto a esplodere, dopo battibecchi e tensione sessuale alle stelle, cosa c'è di meglio?
È il mio romance perfetto.

Ahimé, è il primo libro di Lauren Rowe che leggo pur avendo la serie The Club pronta ad aspettarmi in libreria, "Uno sconosciuto all'improvviso " è il titolo con cui mi sono approcciata con questa autrice.

Da dove iniziamo?

Cominciamo a conoscere i personaggi...
Maddy dice molto di sé fin da subito. È una studentessa e deve andare a studiare e vivere all'Ucla di Los Angeles dalla sorella. Per questo viaggio da Seattle dovrà dare un passaggio a uno dei fratelli di Dax, il vicino di sua sorella.

Keane si crede un Dio. Ok, direte voi, lo dicono tutti. No. Invece no. Come lui, nessuno mai. Lui è l'ennesima potenza dell'ego smisurato. Non riesco nemmeno a trovare le parole adatte per descrivere la sua inutile umiltà.




Il pov è alternato, ma trovo che Lauren Rowe sia profondamente nata per scrivere solo pov femminili.
Premettendo che è il primo suo romanzo che leggo e quindi non so la serie precedentemente pubblicata da Newton come sia scritta, ho notato una differenza tra i due punti di vista.
Il femminile fluido e riflessivo. Il maschile invece arriva con più prepotenza alla lettrice, forse perché non risulta una narrazione silenziosa, ma l'ho trovati molto squilibrati tra loro, come se fossero stati scritti da due persone diverse e opposte.
E questo, secondo me, è uno dei dettagli che fa perdere punti al romanzo e al protagonista maschile stesso.

Le descrizioni sono semplici e quello che prevale nella narrazione sono i dialoghi. Non sempre quest’ultimi li ho amati, a volte li ho trovati troppo prolissi e senza un fine logico.
L’uso di droghe leggere è spesso presente e usato in modo troppo superficiale, a mio parere.
Non sono bacchettona e non voglio esserlo, ma si è parlato troppo spesso di erba, di sballo etc. Senza che sia contestualizzato o in qualche modo utile alla trama. Il messaggio che arriva è, per quanto mi riguarda, profondamente sbagliato e ogni termine usato con troppa superficialità.

La parte che ho preferito è sicuramente quando inizia la conoscenza tra i due protagonisti, quando le barriere cadono e loro riescono a essere se stessi. A confidarsi con l'altra persona che conoscono da meno di 24 ore. Quella complicità semplice e genuina in grado di scaldare il cuore.

Arrivando alle conclusioni, non l’ho trovata una lettura brillante ma nemmeno da cestinare.
Se volete leggere qualcosa di leggero, genuino e farvi due risate (perché con Keane ci si sbellica dal ridere) ve lo consiglio. Vi metto anche in guardia però, se cercate una lettura profonda, con messaggi importanti o con protagonisti che rimangano nel cuore, non credo faccia al caso vostro. Almeno per me, questo non è un libro da cinque stelle, con le caratteristiche per essere un indimenticabile.

Il mio voto:









martedì 17 dicembre 2019

[Review Tour] Piccole donne... ma anche Piccoli uomini!


Hello readers! Questo pomeriggio, di una giornata stranamente soleggiata, lo dedicheremo ad una delle letture più gettonate del periodo natalizio. Devo proprio ringraziare Angela Viteritti del blog "Io resto qui a leggere" e la casa editrice Mondadori se in queste ultime settimane ho avuto la possibilità di riprendere un libro - o sarebbe meglio, una "serie" di libri - che in età preadolescenziale mi ha insegnato tanto, facendo una piacevole scoperta: a quindici anni di distanza dal mio primo contatto con Luisa May Alcott, il suo PICCOLE DONNE continua a regalarmi nuovo spunti di riflessione.


Alzi la mano chi in questo periodo non ha voglia di una storia che scaldi il cuore... o più d'una magari. La cosa più semplice da fare, sarebbe tirar fuori il vostro lettore DVD o compiere una brevissima ricerca in internet e lasciarsi trasportare nel magico mondo della Alcott per qualche oretta, ma oggi vorrei farvi venir voglia dell'odore di vecchie storie, carta stampata, cioccolata calda e neve.

Luisa May Alcott, Piccole donne, le sorelle March, impossibile non preferirne una sulle altre o non immedesimarsi in una  di loro, ma sapevate che esiste una sorta di comparte maschile a fare da contrappunto alla storia delle quattro ragazze?
Di Piccoli uomini e I ragazzi di Jo non si sente parlare spesso, anzi. Nella maggior parte dei casi, quasi nessuno ha letto questi due romanzi che potremmo definire come una chiusura del cerchio della narrazione della vita delle March, benché si concentri in particolar modo sulla mia preferita.
Come suggerisce il secondo titolo sopra enunciato, Jo March torna a comparire in questi due romanzi in veste di Mrs. Bhaer, moglie del professor Fritz Bhaer e signora di Plumfield, mentre le sorelle vengono citate più attraverso i figli che non in situazioni dirette come in Piccole donne, delineando che questa volta, sotto la lente d'ingrandimento della Alcott non sono le quattro (ormai) donne, ma una serie di ragazzini (non mancano le giovincelle però!) che possono ben rappresentare ogni tipologia di piccolo uomo.

Jo March, o se preferite Jo Bhaer e signore, hanno aperto le porte di Plumfiled convertendo la grande casa in una scuola decisamente speciale per l'epoca. La coppia non si accontenta soltanto di prestare ausilio a ragazzini meno fortunati dei due figli, Rob e Teddy, ma si prodiga per fornire ai pupilli un'educazione a 360°, dando modo ad ognuno di sviluppare un proprio talento.
Ora non iniziate ad immagine Plumfield come una casa eternamente messa sottosopra da piccoli monelli! Al contrario!
La non più piccola Jo da vita ad un luogo in cui regole ed istruzione convivono con gioco, arte e fantasia (vi confesso che mi ha decisamente ricordato il mio asilo che, nonostante fosse gestito da "temibili" suore, ha gettato le basi della mia istruzione, ma al contempo mi ha permesso di capire quali potessero essere i miei interessi al di fuori dello studio), il risultato? Una casa in cui il nome famiglia si sovrappone a quello di istituzione.

In Piccoli uomini e I ragazzi di Jo, Luisa May Alcott riesce nuovamente a trasportarti nel suo mondo, un mondo fatto di sofferenze e sacrifici, ma farcito di amore a profusione. Sarebbe impossibile leggere queste pagine senza ricondurle alla particolare penna di questa scrittrice, in grado di far comprendere ai propri lettori diverse lezione, ma prima fra tutte, quella di non perdere mai la speranza, sentimento largamente diffuso in ogni sua storia.
Probabilmente sarà un sensazione personale, ma è questa la parola che più accosto alla Alcott, speranza.

Se non avete mai letto Piccoli uomini e I ragazzi di Jo, o se - potete confessarlo eh! - non avete mai aperto un libro di Luisa May Alcott, vi propongo una lettura un esperimento particolare: iniziare la vostra lettura proprio da questi due romanzi - fan della saga di Star Wars, sapete di cosa parlo! - e ripercorrere a ritroso quella che poi si trasforma nella storia delle sorelle March, affezionandovi prima ai ragazzi di Jo e poi alle ragazze della Alcott.

E se ci provate, ovviamente voglio sapere com'è andata perché è impossibile non eleggere il vostro preferito e la vostra preferita!
Provate ad indovinare quali sono i miei!







P.S. Vi posso rubare ancora cinque secondo solo per soffermarmi sulla bellezza di questa nuova edizione di Piccole donne, che il postino mi ha appena consegnato?
Fa venir voglia di lasciarla sul comodino per sfogliarla di tanto in tanto anche solo per osservare le illustrazioni al suo interno!
Una copia che decisamente andrà ad impreziosire la mia collezione di Oscar Draghi che ha già guadagnato un suo scaffale nella mia libreria... morirò sommersa dai libri, I know!



BlogTour – “Hope again” di Mona Kasten – Presentazione personaggi

Bentrovate meraviglie!
Oggi apriamo le danze con la presentazione dei personaggi dell’ultimo libro di Mona Kasten “Hope Again”. 
Quarto volume della seria Again, è arrivato anche questo in Italia grazie a Sperling&Kupfer.



Il terzo volume mi aveva rapito il cuore e avevo altissime aspettative su questo!

Serie Again:



Trama: Everly studia Letteratura a Woodshill e passa le sue giornate a fingere. Di essere felice. Di condividere il sogno di sua madre, che vorrebbe aprire un'agenzia letteraria. Di non avere un passato difficile che la rende diffidente e le impedisce di mostrare chi è davvero agli amici. L'unico in grado di far breccia nella sua corazza è Nolan, sexy e intelligente, che sembra capirla come nessuno mai prima d'ora: la notte, quando Everly è tenuta sveglia dai suoi mostri, le scrive su Skype chiedendole di esprimere un desiderio per distrarla.
C'è solo un problema: Nolan è anche il giovanissimo professore del laboratorio di scrittura frequentato da Everly e una relazione tra i due è impossibile, se non addirittura proibita.
Eppure, tra una lezione e l'altra, tra un sorriso e l'altro, il legame tra i due si fa più intenso e la ragazza vorrebbe superare il confine invisibile che li separa. Quello che lei non sa, però, è che anche nell'animo dell'affascinante professore si nasconde un segreto oscuro che, più del regolamento accademico, potrebbe essere d'ostacolo all'amore tra i due ancor prima che nasca…




Capelli neri e occhi azzurro ghiaccio sono le prime caratteristiche che saltano all’occhio di Everly

Cosa posso dirvi di lei?

Non è interessata all'amore e non lo cerca.
Sembra più grande della sua età perché si porta dietro un bagaglio emozionale importante, ma non solo del suo passato bensì per quello di sua madre. La madre sta con il padre di Dawn che avevamo già incontrato e conosciuto nel secondo volume della serie. Ovviamente non avevamo approfondito la sua storia e, grazie a Everly, avremo una panoramica abbastanza precisa sul suo passato e su quello che ha affrontato e sta affrontando. 




Sembra una sciocchezza, ma il fatto di addossarsi le colpe, gli sbagli e i segreti anche di sua madre la fanno apparire più matura, ma anche stanca della vita.
A volte infatti risulta cinica e priva di senso dell'amore.
Da brava anti-romantica non ama i film d'amore, ma bensì quelli horror. Posso anche affermare che ha una dipendenza da Netflix, ma chi non ce l'ha?




Nolan. Aaah, Nolan.
Ecco, lui è più difficile presentarvelo. Dovrete leggere “Hope Again” per capirlo meglio.
Lui è il professore di Dawn e Everly. Vi ricordate che frequentano un corso di scrittura creativa? Ecco, lui è quello che le spinge fuori dai loro orizzonti. Amichevole e sempre disponibile, si fa chiamare con il proprio nome di battesimo dai suoi studenti.



I suoi lineamenti sono dolci e pronunciati al tempo stesso, i capelli sono biondi e gli occhi grigi.
A completare il quadro: un’espressione sempre pensierosa e un accenno di barba.

È intelligente e riflessivo, inoltre è attento ad ogni minimo particolare.
Ha un metodo d'insegnamento non convenzionale. È  acuto, gentile e disponibile.




Ciò che hanno in comune entrambi i personaggi protagonisti è il dolore nascosto dietro gesti gentili e amorevoli. Sono i segreti di un passato che li ha profondamente segnati.
Essendo il punto di vista unicamente femminile, si conoscono molte più abitudini e sfaccettature di Everly che di Nolan.
Per esempio che il suo caffè preferito è il matcha latte, che è restia ad aprirsi ai sentimenti e ai suoi amici, che ama sua madre e ha un legame speciale con lei.



Si entra in punta di piedi nella vita e nella relazione tra i protagonisti. Le loro interazioni sono molto spesso ambigue e prudenti, più volte volevo spingerli uno verso l’altra. Questo, ovviamente perché la loro non può essere una relazione sana. Non possono sostenere di avere una relazione e rimanere nei loro ruoli di insegnante e alunna. Quindi, per stra grande maggioranza del libro saranno accorti e attenti ai movimenti dell’altro. Si studieranno, cercheranno di capire se sono loro percezioni, supposizioni, se tutti quegli sguardi sono nella loro testa e se dietro quel sorriso si nasconde qualcosa di più.


In sintesi, dovete leggere Hope Again per entrare nella loro storia come meritano.












venerdì 13 dicembre 2019

Recensione: “Il club. P.S. I love you” di Cecelia Ahern – Il commovente seguito di “P.S. I love you”

Buongiorno meraviglie,
oggi vi parlo de “Il club P.S. I love you” di Cecelia Ahern edito DeA (che ringrazio per la copia)che non vedevo l’ora di leggere!




Trama: Sono passati sette anni dalla morte di suo marito Gerry, e Holly Kennedy ha finalmente ritrovato un po’ di serenità. Ora che ha un nuovo lavoro e una persona speciale è entrata nella sua vita, è ben decisa a lasciarsi il passato alle spalle e a guardare avanti, sempre e soltanto avanti. Ma quando scopre che la storia sua e di Gerry ha ispirato la nascita di uno strano fan club, il ricordo dei momenti più disperati minaccia di tornare a inghiottirla. Solo accettando di aiutare i membri del club P.S. I Love You a dire addio a coloro che amano, Holly potrà capire che cosa desidera veramente. E scoprire il vero significato delle parole ricordo, passato, amore. E, soprattutto, futuro. Quindici anni dopo P.S. I Love You, la storia che ha fatto innamorare milioni di lettori si arricchisce di un nuovo, travolgente capitolo. Perché i romanzi più belli non finiscono mai: continuano a vivere nel cuore di chi li ha amati. Per sempre.


Quando ho visto che era uscito questo nuovo romanzo la prima cosa che ho fatto è stata storcere il naso. Perché continuare una storia che era stata perfetta?
Sono una grande sostenitrice di Cecelia Ahern e P.S. I love you è stato il primo suo romanzo che ho letto, nonché uno dei primi a farmi appassionare alla lettura del genere rosa. Ero scettica, ma comunque mi sono sentita di leggerlo soprattutto per capire perché l'autrice aveva scelto di continuare, anni dopo, la storia di Holly.

Quando ho iniziato a leggere, ogni parola, ogni emozione che avevo provato mentre leggevo "P.s. I love you" sono ritornate a galla. Ho capito che mi mancava la scrittura della Ahern e soprattutto una storia che negli anni ho letto e riletto.
È stato come tornare a casa.
Emozionante, con trepidazione, ma in punta di piedi. Quasi incerta ho continuato a leggere le pagine de "Il club P.s. i love you" e mi sono innamorata nuovamente.



Holly in tutti questi anni è cambiata, e probabilmente nemmeno lei si riconosce più nella quotidianità.
Ha una relazione stabile, ma qualcosa ancora la frena.

In questo libro oltre che la storia di Holly e della sua vita, incapperemo anche nelle storie di molti altri personaggi. Sono proprio loro che compongono, in ogni senso, il Club P. s. I love you.
Sono loro che hanno bisogno della storia e della forza di Holly. Loro che sono dentro a questo club e si preparano al peggio: dire addio alle persone care.
Partirà da questo club un viaggio nella storia di tutti, anche in quella di Holly che da quando è morto Gerry, il suo Gerry, seppur ha ricostruito la sua vita ne sente ancora stravolta ogni azione.
Holly scoprirà di aver bisogno del Club P.s. I love you proprio come tutti i suoi partecipanti.  Ma tutto ruoterà anche intorno alla famiglia di Holly, alle sue amiche, al suo ricordo di Jerry e alla sua percezione di lui adesso, anni dopo.


In un secondo vengono inviati quasi due milioni e mezzo di email, l'universo si espande di quindici chilometri e trenta stelle esplodono, un'ape batte le ali duecento volte, la lumaca più veloce percorre 1,3 centimetri, un oggetto raggiunge il suolo da un'altezza di cinque metri, e un "Mi vuoi sposare?" può cambiare una vita. Quattro bambini nascono. Due persone muoiono.
Un secondo può fare la differenza tra la vita e la morte.
  


Il tema del lutto è un tema costante in libri come questo, e Cecelia Ahern è riuscita ancora a toccarlo e a parlarne in maniera semplice e profonda al tempo stesso.
Pochi giri di parole, una scrittura semplice e una narrazione al presente hanno fatto sì che venissi trascinata nelle pagine con molta facilità. 
Un romanzo che ci accompagna nei sentimenti più profondi. Intenso e commovente.
Mi ha spezzata e poi rimessa insieme lentamente.


Cecelia Ahern è riuscita ancora una volta a toccare le corde del mio cuore.
Un libro che ho bisogno di avere nella mia libreria insieme al precedente, per poterlo sfogliare e assaporare quando ne avrò più bisogno.


Il mio voto (solo perchè questo è il massimo):