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martedì 28 aprile 2020

Recensione: “Vorrei solo averti qui” di Kennedy Ryan – Serie Shot #1

Buongiorno meraviglie,
se ci seguite sui nostri social già sapete che ho letto in anteprima il romanzo di Kennedy Ryan “Vorrei solo averti qui” uscito il 19 Aprile per Newton Compton Editori, ed oggi insieme ad altri blog ve ne parlo!




Sinossi:
August e Iris sanno di essere fatti l'uno per l'altra. Ma il tempismo dei loro incontri è sempre stato pessimo e così, nonostante la sintonia che c'era tra loro, hanno finito per prendere strade diverse. Lui è diventato una stella dell'NBA e lei combatte con la sua quotidianità. Ma non si sono mai dimenticati. Nel corso degli anni, nei loro momenti più bui, August e Iris ripensano all'unico, indimenticabile bacio che si sono scambiati. A quella notte, a quel bivio che ha cambiato le loro vite per sempre. E anche se sanno che è difficile, continuano a sperare in una seconda occasione.
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Il mio amore per Kennedy Ryan è ormai noto. La stimo come scrittrice, ma in primis come persona. È sensibile e attenta ai sentimenti delle persone. Quando l'ho incontrata al Rare ho capito che è buona d'animo e che riesce a trattare con estrema gentilezza e cautela anche le situazioni più drammatiche. Ha un rispetto verso i sentimenti che riesce ad esternare nei suoi libri e nelle sue storie. Storie che crea con fondamenta solide e spesse. Nulla è lasciato al caso.

"Vorrei solo averti qui" arriva in Italia come sport romance e primo volume della serie Shot. Allora, non per essere precisina ma l'autrice alla serie ha dato il nome "Hoops" (Cerchi) e andrebbe a mio personale parere rispettato per i contesti e i temi trattati nella serie. Kennedy Ryan vuole chiudere i cerchi e far capire che ogni vita è un cerchio, ci sono quindi più possibili variabili per il nome che lei aveva scelto.
Comunque, tornando a noi, il titolo originale è "Long Shot" e la cover originale è da perderci la testa.
Ridurci a dire poi che è uno sport romance è pura cattiveria.
Per capire cosa è questo romanzo vi inizio a parlare della storia!




(Immagine trovata sul web)

Conosciamo August e Iris giovanissimi.
Lui sta per debuttare e lei... beh lei è un'amante dello sport ed è per questo che mentre lui si trova in una bettola di bar a smorzare la tensione, lei se ne sta seduta su uno sgabello a inveire contro la tv.
Fin da subito il suo caratterino viene fuori mettendo subito le cose in chiaro, senza nemmeno voltarsi a guardare August in faccia, e lo rimanda da dove è venuto.
August però non è abituato a essere scaricato ed ama le sfide.
Ha inizio così la sera in cui i loro destini si sono incrociati per la prima volta. La sera in cui hanno iniziato a comprendere l’aria che gravita intorno a loro quando sono insieme. La sera in cui si sono sentiti liberi di esprimersi e di parlare. La seria in cui hanno capito che nel mondo c’è qualcuno in grado di comprenderli, qualcuno con cui parlare di tutto.


C'è una connessione, una sorta di tensione, che li collega fin da subito.
Così distanti, ma così simili.
Hanno qualcosa in comune, ma anche solo decifrarlo sembra complicato.
August e Iris si perdono in quel limbo, occhi negli occhi e, inutile dirlo, hanno fatto perdere anche me.



La tensione che si sprigiona è palpabile, Kennedy Ryan è bravissima a far avvicinare due personaggi, a farli confrontare, a farli sorridere e a farli innamorare in poche pagine. È con maestria che lo fa e tu ti senti persa, come i suoi protagonisti. Come se fossi drogata di quelle pagine, di quel legame strano e che offusca i pensieri di August e Iris.

Le emozioni si infrangono durante la lettura come onde sugli scogli.




Il libro è diviso in tre parti.
La prima parte come ci si potrebbe facilmente aspettare è quella della conoscenza tra i due protagonisti. I primi approcci tra di loro e le loro vite divise. La loro caratterizzazione come personaggi se vogliamo essere specifici. Una parte fondamentale che serve a comprendere poi tutta la storia.
La seconda parte ci racconta di come August e Iris sono protagonisti del loro mondo, dopo averne passate tante e dopo aver lottato con i propri demoni forse sono pronti a sbocciare in una nuova conoscenza che li porterà ad un livello successivo.
Nella terza parte veniamo a patti con la consapevolezza di poter essere forti più di quel che crediamo e la certezza di poter essere amati sempre e comunque. In questa parte abbiamo l’epilogo, la coronazione di una meravigliosa storia.




Se avete già letto qualcosa di Kennedy Ryan saprete già che le sue non sono storie comuni. Le sue sono denunce sociali.
I suoi romanzi affrontano tematiche importanti e di cui spesso si fa anche solo fatica a pensarci, figuriamoci a parlarne o a scriverne.
Temi delicati che fanno aprire gli occhi ai lettori.
In "Vorrei solo averti qui" si denuncia la violenza domestica. Ma il bello (e al tempo stesso dannato) di questo libro non sono capitoli al passato, qualche frase e qualche indice che ci racconta cosa ha vissuto la protagonista o qualche ricordo sporadico, no. Si legge a chiare lettere la brutalità alla quale è stata sottoposta. È stata costretta a subire le violenze e gli abusi da parte dell'uomo che doveva amarla. E il boccone amaro è che è costretta a sorridere a tutti mentre il buio la inghiotte, a sentirsi giudicata se solo si prova a mettersi nei suoi panni. La Ryan in poche righe ci fa capire che siamo pronti a giudicare anche quando non vorremmo farlo. Non posso ovviamente entrare nel merito altrimenti sarebbe spoiler.

In tutto ciò, August sembra vederla chiaramente e piena di quella luce capace di farli brillare, ma qualcosa gli sfugge sempre e comunque. L’unica cosa di cui può essere certo è che quella connessione, quel legame che sente anche lui lo prova anche lei. E questo gli deve bastare.




Una storia unica.
Una protagonista sorprendente e un ragazzo vulnerabile.
Un ragazzo intraprendente e una ragazza spezzata.
Sono sempre gli stessi, ma in momenti diversi della vita si completano.
Sembra che il destino li abbia messi a riflettere con le spalle al muro solo per consentirgli di incontrarsi nuovamente. 


Il mio voto:



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