Hello readers! Con la tappa di oggi, carica di recensioni, si concludono otto giorni all'insegna del fantasy puro, con un evento organizzato grazie alla casa editrice Mondadori!
Otto giorni e undici blog per parlare di un autore che ha ispirato penne decisamente più famose ai mondo della letteratura. Vi dicono qualcosa Lovecraft, Borges... o J. R. R. Tolkien?
Se avete conosciuto elfi, fate, nani e demoni grazie ad uno di questi scrittori, sappiate che un po' lo dovete anche a Lord Dunsany e il suo Libro delle meraviglie e altre fantasmagorie.
Trama:
Due romanzi (La Figlia del Re degli Elfi e La maledizione del veggente) e due raccolte di racconti (Il Libro delle Meraviglie e Demoni, uomini e dèi), arricchiti da eleganti illustrazioni: questo volume permette di riscoprire un autore fantastico poco noto ma di grande suggestione, che lo stesso Lovecraft descrisse come «insuperabile nella magia di una prosa cristallina e musicale e nella creazione di mondi sgargianti e fantastici di iridescenti visioni esotiche».
Mentre Libri, Libretti, Libracci vi parlerà de La maledizione della veggente, Libri & Segreti de Il Libro delle Meraviglie e Libri e altri disastri di Demoni, uomini e dei, qui a I libri: il mio passato, il mio presente e il mio futuro, abbiamo letto La figlia degli elfi, un ritorno al fantasy "vecchia scuola".
La piccola contea di Erl gode di un governo pacifico e democratico, pronto ad accogliere le richieste dei suoi sudditi. Ecco perché, quando il piccolo drappello degli uomini più influenti del borgo si presenta dal sovrano per chiedere un governante che sappia padroneggiare la magia, l'uomo non si oppone alla scelta del suo popolo e, al contrario, chiede al figlio Alveric di recarsi subito in una terra ai più sconosciuta: Elflandia.
Ai confini col regno di Erl, dietro una barriera invisibile, vi è infatti una terra nella quale la magia regna sovrana. Il tempo scorre lento, ogni cosa è sgargiante e animata, e a detenere il potere di notti e stagioni sono gli elfi.
Il giovane principe, aiutato da una strega, impiega un solo giorno per compiere la sua missione ad Elflandia e torna a Erl con una sposa che nulla ha in comune con i comuni mortali, la bellissima principessa Lirazel, figlia del re degli elfi.
Quella che all'inizio sembrava una stupenda storia d'amore, dettata dal destino, inizia a mutare quando Alveric si rende conto che la sua sposa non si sentirà mai parte della piccola Erl. Mentre Lirazel si accorge che il tempo mortale, fuori da Elflandia, minaccia di renderla simile ad una qualsiasi donna della contea.
L'arrivo della figlia del re degli elfi nel mondo conosciuto, a differenza di ciò che sperava il popolo di Erl, non ha portato fama alla contea, al contrario. Mentre la nuova regina è divisa tra la nostalgia per il mondo magico e l'amore che la tiene incatenata ad un terra che nulla ha di interessante, prendono vita una serie di strane apparizioni e assurde scomparse la cui causa è palesemente la magia, ma non del tipo che sperava di possedere il piccolo borgo.
La lettura de La figlia del re degli elfi è stata quasi rigenerante. Sono pronta a fare mea culpa ammettendo che non avevo mai sfogliato nulla di Lord Dunsany, ma sono felice di aver avuto l'opportunità di recuperare.
In questo romanzo - specialmente se abituati alle lunghissime descrizioni di Tolkien - nulla è superfluo e, anche se poco caratterizzati fisicamente, i personaggi risultano vividi grazie a ciò che fanno e alle emozioni che provano.
Forse è impossibile non provare pena per la povera Lirazel, portata via dalla sua terra con la promessa di un mondo nuovo e meraviglioso (al fianco di un uomo come Alveric, in grado di sconfiggere le guardie migliori del re degli elfi in un solo giorno), ma tenuta in un castello quasi come un animale raro e incomprensibile. Che io poi abbia provato subito una pena maggiore per la strega (non vi svelerò il perché ovviamente), è tutta un'altra storia.
Provate ad indovinare quale personaggio maschile proprio non mi è andato giù?
La penna di Lord Dunsany è in grado di mantenere una delicata leggerezza anche utilizzando un linguaggio ormai poco comune e solito di un fantasy di altri tempi. Se pensate che numerose descrizioni ed eventi possano solo appesantire una storia, non è il caso di questo romanzo. Ogni elemento è utile ai fini di un quadro generale che solo arrivati alle ultime pagine potrete ammirare in tutta la sua interezza.
Come in ogni storia fantasy - o, banalmente, anche nei fumetti -, tutto ha un significato recondito. E se saprete leggere tra le righe, scoprirete che La figlia del re degli elfi parla tanto di creature magiche e eventi sovrannaturali, quanto della realtà in veloce evoluzione in cui è immerso lo scrittore stesso, vissuto tra fine Ottocento e metà Novecento.
Solo i lettori più attenti, quelli dotati di un acume sopraffino, potranno alzare il velo tra visibile e invisibile, una barriera simile a quella che divide Erl da Elflandia.
Non conoscevate Lord Dunsany? Beh, cogliete questa occasione per correre ai ripari.
Avete un book-nook simile alla piccola tana di Bilbo Baggins e nascondete una pietra runica sotto al letto? Allora non potrete di certo opporvi al richiamo di questo TESSSOR... ops! di questa nuova edizione de Il Libro delle meraviglie e altre fantasmagorie!
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