Buongiorno meraviglie,
Oggi parliamo de "La custode di parole" di Alric e Jennifer Twice edito Mondadori che ringrazio per la copia.
Trama:
«Non ho mai visto nessuno amare le parole come te. E quando dico "amare"' parlo di vero amore. Tu parli ai libri. Ma è ora che tu scopra il mondo fuori dalle pagine, che lo guardi con i tuoi occhi. Parti all'avventura. Il mondo ti aspetta a braccia aperte. Ma per questo dovrai spiccare il volo, assumerti dei rischi. Staccati da ciò che ti trattiene. Trova la tua strada, non solo quella che vogliono scrivere per te.»
Con una trama e una cover così, potevo non leggere questo romanzo?
Ecco, è proprio il caso di dirlo: ci sono caduta con tutte le scarpe.
Ma andiamo per ordine. In questo libro abbiamo: magia, libri e... magia. Sembrerebbe già così tutto perfetto vero?
Tutte le vicende si svolgono in un mondo immaginario. Ci sono più regni, tutti accomunati dalla magia. Essa però non sempre è bianca e buona, ma porta anche ad una predominanza sugli umani da parte dei fatati. Da oltre vent'anni per portare più sicurezza e meno confusione, si è cercato di imbrogliare il caos in molte regole e di un Trattato rinnovato ogni anno che fino ad ora è comunque servito al suo scopo: mantenere la pace.
Come in ogni popolo, se una buona parte di questo si trova bene con le leggi attuali, una minoranza invece preferirebbe tornare al passato pur di non sottostare alle regole, mettendo anche così a rischio la propria sicurezza.
Arya Rosenwald, la protagonista, è un'amante dei libri e delle parole in linea generale. Come lo è il suo amico Aiden, il principe.
Quando il Trattato viene messo in discussione, è proprio ad Arya che viene affidato il compito di richiamare il potere delle Parole, l'unica magia in grado di sistemare tutta la situazione.
La storia di per sé, potrebbe anche essere accattivante seppur non sia il massimo dell'originalità. Il problema fondamentale è che il romanzo,narrato in prima persona, è lento. Il ritmo narrativo è davvero prolisso e le descrizioni lunghe, i dialoghi tra i due protagonisti, lo hanno reso ai miei occhi davvero pesante.
I due giovani infatti, invece che emergere come gli eroi di questa storia, finiscono per apparire come ragazzini lagnosi e insoddisfatti. Arya non mi ha suscitato né empatia né tantomeno simpatia, è un tipo di protagonista che non mi piace perché è davvero difficile immedesimarsi. Qualche personaggio interessante c'è, ma non bastano a sostenere il peso di tutte queste pagine.
Una dilogia che mi dispiace dirlo non è assolutamente riuscita. Purtroppo più della metà delle pagine (facciamo anche 3/4) di questo volume poteva non esistere affatto. Ci sono pagine e pagine del vuoto cosmico in cui non accade nulla e in cui mi sono chiesta cosa stessi leggendo.
Dovrà arrivare il secondo volume, ma non credo lo leggerò. È stato per me davvero difficile e complicato arrivare alla fine già di questo libro e non me ne voglia nessuno, ma buttarmi in una lettura di cui il primo volume non meriterebbe nemmeno di esistere mi sembra davvero masochista; quindi io mi fermerò qui.
Lo avete letto? Vi ispira?
Ecco, è proprio il caso di dirlo: ci sono caduta con tutte le scarpe.
Ma andiamo per ordine. In questo libro abbiamo: magia, libri e... magia. Sembrerebbe già così tutto perfetto vero?
Tutte le vicende si svolgono in un mondo immaginario. Ci sono più regni, tutti accomunati dalla magia. Essa però non sempre è bianca e buona, ma porta anche ad una predominanza sugli umani da parte dei fatati. Da oltre vent'anni per portare più sicurezza e meno confusione, si è cercato di imbrogliare il caos in molte regole e di un Trattato rinnovato ogni anno che fino ad ora è comunque servito al suo scopo: mantenere la pace.
Come in ogni popolo, se una buona parte di questo si trova bene con le leggi attuali, una minoranza invece preferirebbe tornare al passato pur di non sottostare alle regole, mettendo anche così a rischio la propria sicurezza.
Arya Rosenwald, la protagonista, è un'amante dei libri e delle parole in linea generale. Come lo è il suo amico Aiden, il principe.
Quando il Trattato viene messo in discussione, è proprio ad Arya che viene affidato il compito di richiamare il potere delle Parole, l'unica magia in grado di sistemare tutta la situazione.
La storia di per sé, potrebbe anche essere accattivante seppur non sia il massimo dell'originalità. Il problema fondamentale è che il romanzo,narrato in prima persona, è lento. Il ritmo narrativo è davvero prolisso e le descrizioni lunghe, i dialoghi tra i due protagonisti, lo hanno reso ai miei occhi davvero pesante.
I due giovani infatti, invece che emergere come gli eroi di questa storia, finiscono per apparire come ragazzini lagnosi e insoddisfatti. Arya non mi ha suscitato né empatia né tantomeno simpatia, è un tipo di protagonista che non mi piace perché è davvero difficile immedesimarsi. Qualche personaggio interessante c'è, ma non bastano a sostenere il peso di tutte queste pagine.
Una dilogia che mi dispiace dirlo non è assolutamente riuscita. Purtroppo più della metà delle pagine (facciamo anche 3/4) di questo volume poteva non esistere affatto. Ci sono pagine e pagine del vuoto cosmico in cui non accade nulla e in cui mi sono chiesta cosa stessi leggendo.
Dovrà arrivare il secondo volume, ma non credo lo leggerò. È stato per me davvero difficile e complicato arrivare alla fine già di questo libro e non me ne voglia nessuno, ma buttarmi in una lettura di cui il primo volume non meriterebbe nemmeno di esistere mi sembra davvero masochista; quindi io mi fermerò qui.
Lo avete letto? Vi ispira?
Il mio voto:
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