Chi vive in Italia dovrebbe
sentirsi fortunato, il Bel Paese con le sue città d’arte, i suoi monumenti
storici e il mare azzurro è meta molto invidiata e favorita da turisti di tutto
il mondo. Ecco perché, quest’ anno abbiamo deciso di trascorrere delle vacanze
estive low cost e, zaino in spalla, andare alla ricerca, più del relax da ferie
di ferragosto, dell’arte e dei bei paesaggi, che tanto caratterizzano il nostro
Paese.
Il piano era di visitare quattro
mete turistiche in quattro giorni, quindi avremmo scelto una città famosa e
romantica, una città strabordante d’arte, una più piccola e medievale e
un’ultima più storica e nascosta in montagna.
Ed ora come with me! Che il
viaggio abbia inizio…
o
GIORNO 1: VENEZIA
“Venezia
è come mangiare un'intera scatola di cioccolata al liquore in una sola volta.”
Per prendere alla lettera le parole di Truman Capote, invece di comprare oggettini e souvenir, il primo negozio nel quale sono entrata a Venezia, è stata una pasticceria (vi parlerò in seguito della mia passione per questi luoghi e del mio segretissimo pastry-tour!). Un consiglio: per iniziare col piede giusto una giornata da turista-fai-da-te, quello che ci vuole è del cioccolato. Come avrei potuto resistere a queste mascherine in cioccolato, il cui gusto variava a seconda del colore?!
Dopo aver diviso queste dolcezze
col mio compagno di viaggio, carichi e ansiosi di vedere tutto ciò che questa
città aveva da offrirci, ci siamo inoltrati nelle sue magnifiche calli. Ce ne
sono circa 3mila!
La prima cosa che un turista deve
sapere di Venezia è che qui non esistono strade e piazze. I veneziani hanno le
Calli, i ponti, i canali, le corti, e i campi che in altre città chiameremmo
piazze. Se siete appassionati di toponomastica, o semplicemente curiosi delle
storie dietro questi nomi particolari, il sito http://www.thatsvenice.it/guide/canali-ponti-calli-campi/
può fare al caso vostro!
Il tragitto percorso fino a
piazza San Marco è stato carico di stupore. L’artista che è in me, non smetteva
di meravigliarsi davanti a quei piccoli capolavori di cartapesta che sono le
famosissime maschere: colori accesi, motivi carnescialeschi, riempivano le
vetrine delle botteghe, facendo sognare qualsiasi turista.
La mia fantasia mi ha trasportata in un mondo antico, nel quale alle dame bastava indossare una mantella nera e una maschera per destare l’attenzione di un Casanova.
La mia fantasia mi ha trasportata in un mondo antico, nel quale alle dame bastava indossare una mantella nera e una maschera per destare l’attenzione di un Casanova.
E per i meno romantici, maschere particolari e d’effetto.
Ma le maschere non sono gli unici capolavori che troverete a Venezia. La lavorazione del pizzo e del vetro, lavori di una precisione estrema, vi faranno apprezzare il vero artigianato, il “fatto a mano”, il made in Italy.
Bon-bon di vetro soffiato, non
sono un capolavoro?
Venezia sarebbe una città da percorrere in silenzio. A parlare ci pensano i grandi paesaggi, i rii, i canali, le gondole e i gondolieri, che per uno strano scherzo del destino, per accontentare i turisti, cantano i classici della canzone napoletana, col buffo risultato di una lingua dalle melodie meridionali e l’accento veneto.
Man mano che ci avvicinavamo alla
meta, lasciavo che lo stupore s’impadronisse di me davanti ad un piccolo
scorcio o ad una corte pittoresca.
L’architettura
bizantina, le finestre ad ogiva, le logge e i giardini pensili delle case
sull’acqua, conferiscono alla città un che di immortale. Sembra quasi che
contemporaneamente al qui ed ora, un altro presente riviva nella città ad ogni
istante. Un presente antico, nel quale dogi e banchieri, signore nobili,
pescatori e ricchi mercanti, continuano a vivere il loro tempo, all’infinito.
Come non pensarlo alla vista di una villa abanndonata da tempo, nascosta tra le piante incolte di un giardino?
E poi imboccando una calle
affollata, eccoci: Piazza San Marco. Proprio mentre i due mori battevano l’ora.
Una leggenda narra che due pescatori, riusciti ad impossessarsi delle
reliquie di San Marco, le trasportarono qui da Alessandria d’Egitto, e il santo
venne proclamato patrono della città, “spodestando” San Teodoro, protettore di
Venezia fino ad allora.
D’impronta bizantina, dopo numerosi interventi con mosaici unici nel
loro genere, la Basilica di San Marco, oggi è un tripudio di ori, stucchi e
statue, un gioiello monumentale, sopravvissuto ad incendi e saccheggi.
Ad affiancarla sul lato destro, il palazzo Ducale oggi museo, e un
tempo cuore pulsante della vita politica della Serenissima, fino alla sua
caduta alla fine del 1700. L’architettura gotica, cela al suo interno l’intera
storia della città, con sale magnifiche come quelle del Doge.
Uscendo dalla piazza, ormai sulla strada del ritorno, non potevamo
fermarci sul piccolo ponte che volge lo sguardo al secondo dei ponti più famosi
di Venezia: il ponte dei sospiri. Benché il nome posso ispirare un che di
romantico, la storia che racconta è del tutto diversa. I sospiri conservati
nelle sue mura, sono quei dei condannati a morte che, diretti ad una piccola
corte interna col patibolo, vi passavano per dare un ultimo sguardo alla
laguna.
Non vorrei dare una vera e propria conclusione a questo viaggio. Non
saprei come o cosa scrivere per concludere la descrizione di qualcosa che ha
segnato la mente con ricordi profondi.
Mi piacerebbe sapere se avete visitato anche voi la Serenissima, è più
delle cose che avete visto, vorrei che mi raccontaste delle emozioni che avete
provato, vi va?
Intanto, alla prossima tappa!
*Virginia*
*Virginia*
“Si è sempre dato per scontato che
Venezia è la città ideale per una luna di miele, ma è un grave errore. Vivere a
Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non
resta più posto per altro.”
Peggy Guggenheim
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