Buongiorno lettori!
Quest'oggi vi porto con me alla (ri)scoperta dei luoghi e delle ambientazioni di un'opera che è quasi impossibile non conoscere. Grazie alla penna e alla ricerca di John Garth, possiamo rivivere i meravigliosi scenari del legendarium tolkieniano nella nuova uscita Oscar Mondadori: I mondi di J.R.R. Tolkien. I luoghi che hanno ispirato la Terra di Mezzo.
(Ringrazio la casa editrice per averci permesso di leggere in anteprima l'opera)
Titolo: I mondi di J.R.R. Tolkien
Sottotitolo: I luoghi che hanno ispirato la Terra di Mezzo
Autore: John Garth
Collana: Draghi
Casa Editrice: Oscar Mondadori
Pagine: 208
Prezzo cartaceo: 30,00€
Data di uscita: 16 febbraio 2021
Sinossi:
Questo libro, scritto da uno dei massimi studiosi tolkieniani, è un vero e proprio tour de force visivo alla scoperta dei luoghi che hanno ispirato l’autore del Signore degli Anelli nella creazione dell’universo narrativo della Terra di Mezzo. Le centinaia di illustrazioni contenute comprendono disegni dello stesso Tolkien, contributi di altri artisti, immagini d’archivio e spettacolari fotografie di paesaggi realizzate al giorno d’oggi.
La ricognizione degli ambienti che hanno influenzato l’ispirazione tolkieniana spazia in tutte le direzioni attraverso la Gran Bretagna, soffermandosi soprattutto presso le Midlands Occidentali e presso Oxford, autentici archetipi dell’immaginario di Tolkien. Garth identifica gli “originali” dai quali hanno preso vita Hobbiton, l’elfica valle di Valforra, le Caverne Sfavillanti del Fosso di Helm, e ogni altro elemento che compone la Terra di Mezzo: montagne, foreste, fiumi, laghi e scogliere.
Il volume rivela le interconnessioni tra i viaggi di Tolkien, le sue letture e la sua immensa cultura come professore oxoniense. Garth attinge alla profonda conoscenza della vita e dell’opera tolkieniane per gettare luce sul suo straordinario processo creativo, confutare alcuni frequenti luoghi comuni relativi alle fonti di ispirazione della Terra di Mezzo, e portare invece prove a sostegno delle proprie tesi.
Organizzato per temi, I mondi di J.R.R. Tolkien o re un itinerario illustrato nella vita e nella mente di uno degli scrittori più amati, un’indagine sul legame tra universi reali e fantastici, e avventurosi percorsi per chiunque voglia incamminarsi sulle orme di Tolkien.
« Molti recensori » si lamentò Tolkien una volta « sembrano pensare che la Terra di Mezzo sia un altro pianeta! »
[cfr. Lettere (1914-1973)]
Con I mondi di J.R.R. Tolkien, John Garth ci trasporta in un incredibile viaggio tra i paesaggi che hanno ispirato la Terra di Mezzo. Un itinerario che si snoda attraverso undici capitoli, ognuno dedicato ad aspetti particolari del legendarium, ma anche connessi tra loro, in un continuo richiamarsi che fa capire la grandiosità dell’opera tolkeniana e ci permette di vedere scenari e paesaggi conosciuti in un modo totalmente nuovo. Difficile parlare di quest’opera senza addentrarsi nei suoi contenuti, nelle sue meravigliose fotografie e nelle sue puntuali citazioni. E quello che troverete qui sarà solo una minima parte di ciò che riserva l’opera stessa.
Per raccontarvi di questo viaggio, ho preso come spunto uno dei suoi capitoli, in cui l’autore affronta l’ispirazione di Tolkien partendo dai quattro punti cardinali, quattro venti. Partendo dal presentarvi ciò che più mi ha colpito nella terra da cui tutto è partito: l’Inghilterra.
« Se volete davvero sapere su cosa si basa la Terra di Mezzo, dovete guardare allo stupore e all’amore che nutro per la terra in quanto tale, specie nei confronti della natura. »
Henry Resnick, An Interview with Tolkien, “Niekas”, n.18, 1967
Da subito Tolkien richiama la meraviglia tipica dei bambini, capaci di guardare al mondo vedendo molto più di quello che si può osservare con gli occhi, affascinati dalla realtà e capaci di trasportarla in un mondo fantastico. Prende spunto dalla propria esperienza, dalle lunghe camminate che da bambino faceva per spostarsi, dal dialetto del Sarehole, dai paesaggi delle Midlands Occidentali, ma anche dalle letture e dal’immaginazione, prendendo ciò che più lo colpiva per inserirlo, a modo suo, all’interno delle sue storie. Ad esempio, ritroviamo l’Inghilterra e le sue campagne nella terra dei mezzuomini, nelle caratteristiche degli Hobbit, nei loro villaggi e nei loro campi, pur assumendo anche sfumature completamente altre rispetto a ciò che la realtà gli offre.
« Se una storia dice: “salì su una collina e vide un fiume giù nella valle”, chiunque ode queste parole avrà un’immagine sua propria, che sarà fatta di tutte le colline, e i fiumi, e le valli che ha visto, ma soprattutto della Collina, del Fiume, della Valle che costituirono per lui la prima incarnazione della rispettiva parola. »
J.R.R. Tolkien, Lo Hobbit, cit., p. 42
Ritroviamo anche i fiumi e i laghi dell’Inghilterra, quelli che ha incontrato nella sua giovinezza con il fratello, paludi e pozze in cui andava a giocare. Persino l’importanza degli alberi arriva dalla sua infanzia, la sensazione di sollievo dai pericoli che i personaggi provano quando si arrampicano su di essi. Una tranquillità e bellezza che ritrova anche nella vita adulta, vedendo i boschi come luoghi di quiete e serenità.
Nord
Dal passato germanico all’antico islandese,
passando per la mitologia norrena e anglosassone.
Dalla conoscenza con il mondo finlandese emerge il suo passatempo nell’inventare nuove lingue e l’ispirazione per la prima lingua elfica, voce dal sapore antico, che doveva appartenere a qualcuno più antico dell’uomo stesso, qualcuno che vivesse ancora solo nelle leggende e nelle fiabe. Qui prende vita la prima definizione degli elfi come
Liós-álfar
Gli elfi della luce, più belli della luce del sole
Dalle opere inglesi arriva l’ispirazione per la stessa Lothlórien, terra dei mallorn, emblema della longevità, dove sempre le fronde si tingono dei colori dell’oro nelle foglie d’autunno e nei fiori di primavera.
Illustrazione di Tolkien |
Ovest
L’occidente della mitologia irlandese,
dei racconti arturiani e del Nordamerica.
L’occidente celtico si intreccia in Tol Eressëa, l’Isola Solitaria, che Tolkien fa inizialmente coincidere con l’Inghilterra:
Tír na nÓg « la terra del giovane eterno »
Hy Breasail « l’isola fortunata »
Depiction of a harbor of Tol Eressëa by Billy Mosig |
In una successiva visione le separa in due entità distinte, ma sempre legate grazie agli Elfi che le abitano, all’eroe viaggiatore che va alla ricerca delle terre elfiche a Occidente. La stessa Gran Bretagna viene considerata sacra, grazie al legame coi Silmaril.
Quello celtico è un mondo da cui molto ha preso, nella tradizione delle terre sommerse e nel popolo degli Elfi, in particolar modo la stirpe dei Noldor, che nelle sue caratteristiche e nei luoghi che abitano condividono molto dei tumuli fatati del Sidhe, ricordando i Túatha Dé Danann della mitologia irlandese.
Ma a Ovest v’è anche il mondo arturiano, nella compagnia che parte per una pericolosa impresa, come anche il Nordamerica dei “pellerossa”, nella stirpe dei Druadan e dei Lossoth, nelle abilità degli elfi dei boschi.
Sud
Il mondo latino e greco,
le opere epiche e l’Africa.
Lo incontriamo nel regno di Gondor e nella città di Minas Tirith, nella caduta dell’elfica Gondolin, nella dimora dei Valar sul Taniquetil.
Incontriamo le magnifiche Alpi nella descrizione delle montagne e delle valli, del fiume di Rivendell.
« Era un mondo senza cielo ove il suo occhio, attraverso vaghi abissi d’aria umbratile, scorgeva una sequela ininterrotta di pendii, grandi pareti di pietra dietro altre pareti, e minacciosi precipizi asserpolati dalla nebbia. Rimase per un attimo quasi sognante ad ascoltare il rumore dell’acqua, il mormorio di alberi oscuri, lo scricchiolio della pietra, e il vasto silenzio sospeso che covava dietro tutti i rumori. »
J.R.R. Tolkien, Il ritorno del re, cit., Libro Quinto, cap. III
Illustrazione di Tolkien |
Troviamo anche il mondo dell’Africa, che Tolkien ha visto da bambino, nella descrizione di Fangorn, dell’Ithilien e dell’Harad, nella creazione del Flagello di Durin.
Dall’Africa arriva anche l’ispirazione per la torre númenoreana di Orthanc, che richiama il collo dei vulcani, dove il magma indurito si è depositato, come pure il Meneltarma, vulcano che sorge a picco sul mare e che è sormontato dal tempio di Morgoth a Númenor prima della sua caduta:
« poi la nube fumosa si squarciò
e vedemmo il Monte Fato
stagliarsi nel cielo in colonna
dei monti mortali la più alta
cima d’una potenza fondata
col fuoco a cingere la corona. »
The Voyage of St Brendan, in J.R.R. Tolkien, “Sauron defecate”, cit., p. 295
Est
Il Medio Oriente e
la tradizione medievale europea.
La creazione tramite la Musica degli Ainur e gli alberi di Valinor, simili agli alberi del sole e della luna dell’estremo oriente, mentre dalle leggende medievali arriva la ricerca della vita eterna, condanna per Númenor, e le caratteristiche di alcune costruzioni.
Alan Lee |
Un viaggio ricco di immagini e approfondimenti, che affronta ogni particolare in capitoli dedicati alle montagne, al mare, ai fiumi e agli alberi, con particolare riferimento anche alla Grande Guerra che ha vissuto e alla quotidianità inglese. Le immagini accompagnano quasi ogni pagina, arricchendo l’opera e permettendo al lettore di poter non solo immaginare ciò che legge, ma anche ritrovare davanti agli occhi quegli scenari che lo hanno ispirato. Molte sono poi le schede che approfondiscono i temi principali dei capitoli, in un lavoro davvero mirabile di approfondimento.
Un libro che si legge in modo scorrevole, capace di trasportare nuovamente il lettore negli scenari del legendarium tolkieniano,
« Ma come descriveresti ciò che ho visto in una cartolina sbiadita?
Il sole ci brillava sulle teste e l’immenso Atlantico si gonfiava e s’infrangeva schizzando schiuma sulle rocce e sugli scogli. Il mare ha scavato magiche grotte, e zampilla per la scogliera facendola risuonare con un suono di trombe, o spruzzando schiuma come una balena; ovunque brillano rocce nere e rosse, e la schiuma bianca risalta su mare ora trasparente ora screziato di verde di violetto. »
Humphrey Carpenter, J.R.R. Tolkien. La biografia, cit., p. 113
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