mercoledì 25 maggio 2022

Recensione: Cronache non umane di Joey Tre

 Buongiorno meraviglie,

Grazie alla mia amica Gioia De Bonis ho potuto conoscere questa raccolta di racconti distopici di Joey Tre che ahimé non conoscevo ancora.

 


 

Trama:

Anno 2236.
Il mondo è dentro il suo futuro peggiore, fatto di tecnologia opprimente. Ognuno ha un punteggio che lo classifica e lo definisce. Il database controlla tutto e tutti, anche Ink, che ha sedici anni e una strana forma di vitiligine. Il ragazzo si sente diverso e rischia, a causa del suo punteggio basso, di finire il resto dei suoi giorni ai margini della società. Dori, la sua vicina di casa, lo vuole aiutare. Ma quello che i due faranno è contro il rigido regolamento e li porterà a rischiare la vita. L’obiettivo dei due è però nobile, oltre che assurdo: distruggere tutto ciò che li opprime.

Anno 2256.
Kate Bennet non è una ragazza come le altre. La sua natura soprannaturale, nata da un’avanzatissima forma di tecnologia, la costringerà a compiere delle scelte difficili, soprattutto nel momento in cui farà i conti con alcuni inquietanti risvolti che a porteranno a rivalutare tutta la sua vita.


Inizio con il dirvi che Cronache non umane è una raccolta di piccole storie, in questo caso due, distopiche. 

Chi mi conosce sa che, oltre al romance, un altro genere che mi appassiona è proprio il distopico, per cui non ho esitato due volte quando ho letto le trame di quelle che possono essere classificate come novelle. Ma andiamo per ordine... 

"Il camaleonte" è il primo racconto che incontriamo, siamo nel 2236 e  Ink, il protagonista, odia la sua vita, il suo punteggio basso lo delimita ai margini di una società che non lo rispecchia e non lo rispetta.

La vitiligine che gli marca la pelle lo rende debole e difettato agli occhi di tutti. Io ne sono affetta e quindi mi sono molto rispecchiata in lui soprattutto durante un periodo difficile come l'adolescenza. 

Ink non ha prospettive di vita o di migliorarla se rimane nel cubo in cui è confinato a vivere la sua vita.

Essere come un camaleonte è l'unica cosa che potrebbe salvargli la vita. Adattarsi ad ogni situazione, vivere inosservato, in tranquillità è proprio quello di cui Ink ha bisogno.

L'angoscia, la tristezza e la rassegnazione per le inesistenti aspettative solcano le pagine e arrivano dritte al lettore.

Il worldbuilding seppur semplice è descritto molto bene ed è facile immedesimarsi. I protagonisti mi sono piaciuti, il pov è solo al maschile per cui è più facile avere una visione più ampia di Ink che di Dori (non vi svelo chi è e come incontrerà Ink, nè tantomeno cosa farà per lui per non incappare negli spoiler), ma entrambi sono ben caratterizzati.  Stessa cosa si può dire degli altri personaggi, amici o antagonisti che siano, le descrizioni sono precise e servono ai fini della lettura, non sono mai pesanti e l'intero testo risulta scorrevole.

Leggerlo è una passeggiata, in pochissimo tempo ci si ritrova immersi in un mondo così lontano dal nostro, ma comunque credibile (per chi ama i distopici).

 

"L'altra me" è il secondo racconto di Cronache non umane e ci troviamo nel 2256.

Kate è una ragazza che ha scoperto di essere stata adottata e che le sue origini non sono umane, ma è un ibrido. L'unica cosa che conosce e di cui è certa è il suo pazzesco QI.

Ed è così che si ritrova a fare dei test per valutare il suo punteggio, una normale amministrazione, esami che ha già fatto e di cui non deve avere paura.

L'unico a non pensarla cosi è il suo fratellastro maggiore Alan, cerca di dissuaderla prova a farla desistere, ma senza successo. Quando i test falliscono a Kate sembra cadere il mondo addosso. La sua unica certezza, la quasi perfezione del suo QI, viene spazzata via. Ma da cosa? E perché?

Perché le sta succedendo questo?

La storia ha un ritmo incalzante, veloce, forse troppo per i miei gusti perché in alcuni punti avrei preferito degli approfondimenti. Alcune scelte narrative le ho trovate forzate e al limite pur trattandosi di un distopico, anche se la scrittura di Joey Tre mi è piaciuta molto e la cura del testo è impeccabile.

Tra le due storie, inutile dirlo, quella di Ink mi è entrata dentro e l'ho preferita. Entrambe comunque hanno bisogno di un degno finale e di una conclusione, se lo meritano! Per cui, Joey Tre, mi appello a te: scrivi e rendi questi racconti due romanzi distopici in piena regola!

Sono rimasta con l'amaro in bocca solo perchè avrei voluto leggerne ancora. Però, mi ripeto, entrambe le storie hanno un ottimo stile di scrittura e una cura del testo ineccepibile. 

D'ora in avanti seguirò Joey nelle sue pubblicazioni perchè la sua penna mi è davvero piaciuta e, mi ripto, spero che non si fermerà e continuerà a scrivere distopici (magari ance con un pizzico di romance! eheh)

 


A presto,

 




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