Salve amici lettori, ben tornati nel “Diario di Katniss”. La scorsa volta vi ho parlato un po’ della mia sfrenata ossessione per le Barbie da collezione sin da quando ero piccola, oggi vorrei farvi scoprire un altro piccolo, ma importante, pezzo della mia vita: la musica.
Essendo in Puglia l’unica canzone, o una delle tante, che si possa associare a questa splendida terra è la pizzica salentina e ad ogni festa di paese alle bancarelle vi erano sempre strumenti a percussione tra cui il tamburello, il mio primissimo strumento che ho adorato alla follia. Anche se… da piccola possedevo un piccolo xilofono che strimpellavo SEMPRE.
È così bello ricordare quelle piccole avventure che si facevano da piccoli, magari sognando castelli, principesse, re e regine, cavalieri e draghi… questa era la mia infanzia!
Sin da piccola ho amato tutte le possibili e immaginabili forme d’arte, dalla pittura alla musica. Ma di quest’altro ramo ve ne parlerò più in là.
Ricordo alcuni piccoli oggetti semplici ma che ai miei occhi ingenui e infantili apparivano così meravigliosi e pieni di magia. Uno era un carillon a forma di carrozza che mentre camminava suonava Für Elise di Beethoven, il secondo era un minuscolo violino fornito di un altrettanto minuscolo archetto e il terzo oggetto era un piccolo pianoforte. Inutile dire che passavo giornate a giocare con questi piccoli strumenti…
Avevo, inoltre, un libro (che devo aver conservato da qualche parte) contenente tante canzoni per bambini munite con tanto di spartiti musicali! Adoro spolverare questi ricordi, ricordare una piccola me seduta sul divano di casa della mia nonna a studiare e ad osservare quelle note che prendevano vita nella mia testa.
Facendomi più grande ho avuto la passione per il flauto
dolce (che ho ancora tra l’altro), un flauto bianco che definivo “magico”… ma non azzeccavo nemmeno una nota! E chi poteva insegnarmelo d’altronde??!!
Arrivata alla scuola media avevo un po’ accantonato la mia passione per la musica riscoprendola in questo ambiente dove la musica si rivelava quasi un obbligo. Inizialmente il nostro professore di musica ci fece suonare la chitarra (che ho ancora nuova e intatta nell’armadio, e lì rimarrà fino alla fine dei tempi) e poco dopo mi approcciai allo studio del flauto traverso.
Inizialmente amai troppo questo strumento, era l’unico strumento a fiato (o forse l’unico strumento in generale) che amavo con il suo suono dolce, leggero e sbarazzino.
Dopo due anni di studio non ho retto più, un po’ per il troppo sforzo che dovevo fare con lo strumento e un po’ perché la passione, purtroppo, era volata via…
Credo che nella lista delle cose fatte nella mia vita non manchi più niente. “Sei come Pulcinella!” dice mia mamma.
Dopo il flauto ho iniziato canto e l’ho terminata subito lì la storia, nemmeno un mese e me ne so’ scappata…letteralmente! Successivamente iniziai il tiro con l’arco ( altra parentesi che aprirò più in là) ed iniziarono anche le lamentele da parte della mia povera mamma che non ce la faceva più di girare tutti i posti, seguendomi con riluttanza alla ricerca della mia vera passione.
Però udite e udite, signori e signori, la vostra admin Katniss ha scoperto la sua passione nel tiro con l’arco e dopo tre anni lo pratica ancora con molto orgoglio e determinazione.
Credevo fino a qualche mese fa che ormai non c’era più speranza per me e la musica, nonostante aver ripreso il mio flauto traverso in mano, nonostante aver riprovato alcuni brani che ho scoperto di saper ancora suonare e così via…
Ma una sera guardando un concerto per pianoforte su YouTube vidi nei video consigliati una cover di Adele fatta con tre archi: violino, violoncello e contrabbasso.
Dopo un mese di pazzi ascolti di concerti per violoncello, cover e la nascita del mio amore verso i 2Cellos hanno risvegliato in me la voglia di rifare mu
sica, di liberarmi da ogni preoccupazione attraverso la musica, attraverso quelle note che si libravano nell’aria rimanendo impresse nella mente di chi ascolta. La magia della musica è qualcosa di strabiliante e a volte addirittura folgorante!
A distanza di una settimana o poco più ho un violoncello in mano e con mia grande sorpresa riesco a studiare molte ore al giorno (4-5), a differenza dei miei 15 minuti un giorno sì e un giorno no con il flauto traverso. Ogni volta che prendo quel violoncello lì che sto guardando in questo momento alla mia destra, sento il mondo e le sue sfaccettature tra le mani, so che posso raccontarlo attraverso piccole, grandi, lunghe, corte note… so, e posso affermare con certezza, che la musica è potere.
Loro sono i miei idoli: i 2Cellos!
Lettori, per oggi è tutto! Spero che vi abbia fatto piacere scoprire un'altra parte della mia vita.
Ma ho dimenticato di dirvi che esiste un bellissimo libro che ho letto circa due anni fa: Resta anche domani (If I Stay) di Gayle Forman di cui è uscito anche il film e parla di una bellissima storia d'amore, la vita della ragazza che suona il violoncello e tanto altro...ve lo consiglio.
Alla prossima, amici lettori!
Nessun commento :
Posta un commento