Buongiorno Selectioner!
Oggi ci saranno dei cambiamenti, a causa del ritardo nella consegna del libro ho dovuto slittare la recensione, mi spiace moltissimo ma sono arrivata solo al decimo capitolo perciò non saprei proprio come farvela spero proprio di riuscire a finirlo per domani per riuscirci. Ormai mancano solo due giorni perciò ho pensato di anticipare ad oggi la tappa di domani ovvero quella con i nuovi estratti. Dato le problematiche ho pensato di fornirvi proprio il secondo capitolo del libro!! Spero sia di vostro gradimento!!!
VII TAPPA DEL COUNTDOWN
Secondo Capitolo
Le mani della mamma erano morbide, le dita lunghe e affusolate. Prima di diventare regina, però, avevano lavorato duramente e non vi si sottraevano neanche ora.
«Hai mai commesso errori? Detto le parole sbagliate, fatto le cose sbagliate?»
Aspettai una risposta che non venne, solo il ronzio delle apparecchiature.
«Be', tu e papà bisticciavate di continuo, quindi qualche volta devi pur avere fatto qualcosa di sbagliato.»
«Hai mai commesso errori? Detto le parole sbagliate, fatto le cose sbagliate?»
Aspettai una risposta che non venne, solo il ronzio delle apparecchiature.
«Be', tu e papà bisticciavate di continuo, quindi qualche volta devi pur avere fatto qualcosa di sbagliato.»
Le strofinai la mano nel tentativo di scaldarla.
«Ho parlato al Rapporto. Adesso tutti sanno che Ahren si è sposato e che tu non stai bene. Ho ridotto i ragazzi a sei. So che è un taglio drastico, ma papà è d'accordo e mi ha detto che lui aveva fatto lo stesso, perciò nessuno può lamentarsi. Ma ho la sensazione che il popolo se la prenderà comunque con me», conclusi con un sospiro.
Cercai di ricacciare indietro le lacrime, preoccupata che potesse avvertire i miei timori. I medici erano convinti che lo choc per la partenza di Ahren fosse stata la causa scatenante della sua condizione attuale, anche se non potevo fare a meno di chiedermi se io non avessi contribuito ad aumentare il suo stress.
«Non appena torna papà, andrò a presiedere la mia prima riunione del consiglio. Non dovrebbe essere difficile. Onestamente, ho idea che il compito più arduo sia stato quello del generale Leger, quando ha dovuto convincere papà, che non voleva saperne di lasciarti, a mangiare. Ha insistito così tanto che alla fine papà ha ceduto. Sono contenta che ci sia. Il generale Leger, intendo. È un po' come avere un genitore di riserva.»
Le strinsi la mano e mi chinai su di lei per sussurrarle: «Però per piacere, fai in modo che non sia necessario un genitore di riserva, va bene? Ho ancora bisogno di te. I ragazzi hanno ancora bisogno di te. E papà ho la sensazione che se tu ci lasciassi, crollerebbe. Perciò quando sarà il momento di svegliarti, dovrai tornare da noi, promesso?»
La osservai attentamente sperando di vederle contrarre la bocca o muovere le dita, qualsiasi segno a dimostrazione che aveva sentito. Niente.
E fu allora che arrivò mio padre, seguito a ruota dal generale Leger.
«Ecco, vede, è stabile», confermò il generale. «Se fosse cambiato qualcosa, i medici sarebbero corsi ad avvertirla.»
La osservai attentamente sperando di vederle contrarre la bocca o muovere le dita, qualsiasi segno a dimostrazione che aveva sentito. Niente.
E fu allora che arrivò mio padre, seguito a ruota dal generale Leger.
«Ecco, vede, è stabile», confermò il generale. «Se fosse cambiato qualcosa, i medici sarebbero corsi ad avvertirla.»
«Comunque preferisco lo stesso rimanere qui», ribatté papà con fermezza.
«Sei stato via meno di dieci minuti. Hai mangiato, almeno?» lo rimproverai alzandomi per cedergli il posto.
«Certo che ho mangiato. Glielo dica, Aspen.»
Lui sospirò. «Se vogliamo chiamarlo mangiare.»
Papà gli lanciò un'occhiata che doveva essere minacciosa, ma che al generale strappò soltanto un sorriso. «Le farò portare qualcosa qui in modo che non debba lasciarla.»
Papà annuì. «E badi alla mia bambina.»
«Ovviamente.» Il generale Leger mi fece l'occhiolino e io mi girai un'ultima volta a guardare la mamma, prima di seguirlo fuori dalla stanza.
In corridoio, mi offrì il braccio. «Pronta, mia non ancora regina?»
Lo accettai con un sorriso. «No. Andiamo.»
In corridoio, mi offrì il braccio. «Pronta, mia non ancora regina?»
Lo accettai con un sorriso. «No. Andiamo.»
Mentre eravamo diretti alla sala del consiglio, fui lì lì per chiedergli se non potessimo aspettare un altro po'.
Quella giornata era già stata così stressante che non ero sicura di farcela.
Sciocchezze, mi dissi. Hai partecipato a decine di queste riunioni. E quasi sempre la pensavi come papà. Sì, è la prima volta che sei al comando, ma sapevi che poteva succedere. E oggi nessuno sarà troppo duro con te, per amore del cielo, tua madre ha appena avuto un attacco di cuore.
Lasciai il braccio del generale che aprì la porta e mi fece passare. Entrai con passo deciso e salutai i presenti con un cenno del capo. Sir Andrews, Sir Coddly, il signor Rasmus e altri che conoscevo da anni mi aspettavano seduti al loro posto armati di carta e penna. Quando mi vide accomodarmi sulla sedia di mio padre, Lady Brice assunse un'aria orgogliosa, e ugualmente il generale quando si sedette accanto a lei.
«Buongiorno.» Sfogliai la cartelletta che avevo davan- ti. Grazie al cielo l'ordine del giorno non si prospettava pesante.
«Come sta sua madre?» domandò Lady Brice con tono solenne.
Avrei dovuto scrivere la risposta su un cartello in modo da non doverla ripetere in continuazione. «È ancora sedata. Non so di preciso quanto siano gravi le sue condizioni in questo momento, ma papà è con lei e avremo cura di aggiornare tutti non appena interverrà qualche cambiamento.»
Lady Brice fece un sorriso triste. «Sono sicura che ce la farà. È sempre stata un tipo tosto.»
Sciocchezze, mi dissi. Hai partecipato a decine di queste riunioni. E quasi sempre la pensavi come papà. Sì, è la prima volta che sei al comando, ma sapevi che poteva succedere. E oggi nessuno sarà troppo duro con te, per amore del cielo, tua madre ha appena avuto un attacco di cuore.
Lasciai il braccio del generale che aprì la porta e mi fece passare. Entrai con passo deciso e salutai i presenti con un cenno del capo. Sir Andrews, Sir Coddly, il signor Rasmus e altri che conoscevo da anni mi aspettavano seduti al loro posto armati di carta e penna. Quando mi vide accomodarmi sulla sedia di mio padre, Lady Brice assunse un'aria orgogliosa, e ugualmente il generale quando si sedette accanto a lei.
«Buongiorno.» Sfogliai la cartelletta che avevo davan- ti. Grazie al cielo l'ordine del giorno non si prospettava pesante.
«Come sta sua madre?» domandò Lady Brice con tono solenne.
Avrei dovuto scrivere la risposta su un cartello in modo da non doverla ripetere in continuazione. «È ancora sedata. Non so di preciso quanto siano gravi le sue condizioni in questo momento, ma papà è con lei e avremo cura di aggiornare tutti non appena interverrà qualche cambiamento.»
Lady Brice fece un sorriso triste. «Sono sicura che ce la farà. È sempre stata un tipo tosto.»
Cercai di nascondere la mia sorpresa, ma non sapevo che Lady Brice conoscesse la mamma così bene. In realtà, non sapevo granché di Lady Brice, ma il suo tono era così sincero che fui felice di averla vicino a me in quel momento.
Annuii. «Vediamo di sbrigare tutto quanto, così potrò dirle che il mio primo giorno di lavoro è stato produttivo.»
La mia frase suscitò risatine sommesse, ma quando cominciai a leggere il mio sorriso scomparve in fretta.
«Spero che sia uno scherzo», dissi seccamente.
«No, Altezza.»
Fissai Sir Coddly.
«Riteniamo si sia trattato di una mossa deliberata volta a indebolire Illéa, e considerato che né il re né la regina hanno dato il loro consenso, sostanzialmente la Francia ha rapito suo fratello. Questo matrimonio è un atto di tradimento, perciò non abbiamo altra scelta se non dichiarare guerra.»
«Signore, le assicuro che non c'è stato nessun tradi- mento. Camille è una ragazza di buonsenso.» Detestavo ammetterlo, ma era così. «È Ahren quello romantico, e sono certa che sia stato lui a spingerla a questo passo affrettato e non il contrario.»
Appallottolai la dichiarazione di guerra decisa a non discuterne oltre.
«Altezza, non può farlo», insistette Sir Andrews. «I rapporti fra Illéa e la Francia sono stati tesi per anni.»
«Più a livello personale che politico», intervenne Lady Brice.
Annuii. «Vediamo di sbrigare tutto quanto, così potrò dirle che il mio primo giorno di lavoro è stato produttivo.»
La mia frase suscitò risatine sommesse, ma quando cominciai a leggere il mio sorriso scomparve in fretta.
«Spero che sia uno scherzo», dissi seccamente.
«No, Altezza.»
Fissai Sir Coddly.
«Riteniamo si sia trattato di una mossa deliberata volta a indebolire Illéa, e considerato che né il re né la regina hanno dato il loro consenso, sostanzialmente la Francia ha rapito suo fratello. Questo matrimonio è un atto di tradimento, perciò non abbiamo altra scelta se non dichiarare guerra.»
«Signore, le assicuro che non c'è stato nessun tradi- mento. Camille è una ragazza di buonsenso.» Detestavo ammetterlo, ma era così. «È Ahren quello romantico, e sono certa che sia stato lui a spingerla a questo passo affrettato e non il contrario.»
Appallottolai la dichiarazione di guerra decisa a non discuterne oltre.
«Altezza, non può farlo», insistette Sir Andrews. «I rapporti fra Illéa e la Francia sono stati tesi per anni.»
«Più a livello personale che politico», intervenne Lady Brice.
Sir Coddly liquidò quell'osservazione con un gesto della mano. «Il che aggrava ulteriormente la situazione. La regina Daphne dà per scontato che non reagiremo, tuttavia, questa volta dobbiamo farlo. Glielo dica anche lei, generale!»
Lady Brice scosse la testa in segno di disapprovazione mentre il generale Leger prendeva la parola. «Altezza, siamo in grado di mobilitare l'esercito nel giro di venti- quattr'ore, se lei lo comanda. Anche se di certo non le suggerirei di impartire un ordine del genere.»
Sir Andrews sbuffò. «Gli spieghi a quali pericoli andrà incontro la nazione.»
«Non vedo nessun pericolo all'orizzonte. Suo fratello si è sposato.»
«Signori, un matrimonio non dovrebbe avvicinare due Paesi?» ribattei. «Non è per questo che un tempo si combinavano matrimoni, per stringere alleanze?»
«Ma allora venivano pianificati», rispose Sir Coddly con un tono che sottintendeva che ero troppo ingenua per quella discussione.
«E anche questo», replicai. «Sapevamo tutti che Ahren e Camille si sarebbero sposati. Semplicemente, è successo prima del previsto.»
«Non capisce proprio», borbottò rivolto a Sir An- drews.
Lui mi guardò con condiscendenza. «Altezza, questo è tradimento.»
«Signore, questo è amore.»
Sir Coddly batté un pugno sul tavolo. «Nessuno la prenderà sul serio a meno che lei non agisca con fermezza.
«Ma allora venivano pianificati», rispose Sir Coddly con un tono che sottintendeva che ero troppo ingenua per quella discussione.
«E anche questo», replicai. «Sapevamo tutti che Ahren e Camille si sarebbero sposati. Semplicemente, è successo prima del previsto.»
«Non capisce proprio», borbottò rivolto a Sir An- drews.
Lui mi guardò con condiscendenza. «Altezza, questo è tradimento.»
«Signore, questo è amore.»
Sir Coddly batté un pugno sul tavolo. «Nessuno la prenderà sul serio a meno che lei non agisca con fermezza.
Seguì un attimo di silenzio mentre la sua voce finiva di riecheggiare nella stanza. Attorno al tavolo nessuno si mosse.
«Benissimo, lei è licenziato», annunciai tranquillamente.
Lui rise e guardò gli altri consiglieri. «Non può licenziarmi, Altezza.»
«Oh, sì che posso, glielo assicuro. In mancanza di mio padre non c'è nessuno qui che abbia più autorità di me, e lei è facilmente rimpiazzabile.»
Per quanto si sforzasse di mantenersi seria, sulle labbra di Lady Brice comparve un sorrisetto. Sì, in lei avevo un'alleata.
«Deve dichiarare guerra!» insistette lui.
«No», risposi risoluta. «Una guerra aggiungerebbe una tensione inutile a una situazione già critica e provocherebbe una frattura fra noi e una nazione con la quale siamo ora legati da un matrimonio. Non ci sarà nessuna guerra.»
«Non crede di essere troppo emotiva al riguardo?» dichiarò Sir Coddly.
Mi alzai di scatto e la mia sedia si spostò all'indietro. «Voglio presumere che con questa affermazione non intenda insinuare che sono un po' troppo femminile al riguardo, perché in tal caso, sì, sono emotiva.»
Feci il giro del tavolo senza togliergli gli occhi di dosso. «Mia madre giace in un letto in prognosi riservata, mio fratello gemello si trova in un altro continente e mio padre è in difficoltà.»
Mi fermai davanti a lui e proseguii. «Ho due fratelli minori di cui occuparmi, un Paese da mandare avanti e sei ragazzi che aspettano che offra la mia mano a uno di loro.» Sir Coddly arrossì e io provai solo un leggero senso di colpa per la soddisfazione. «E quindi, sì, in questo momento sono molto emotiva. Chiunque abbia un'anima lo sarebbe al mio posto. E lei, signore, è un idiota. Perché vuole spingermi a un passo così estremo senza un valido motivo? Sono la regina a tutti gli effetti e non mi costringerà a fare niente che io non voglia.»
Tornai al mio posto. «Generale Leger?»
«Sì, Altezza?»
«C'è niente all'ordine del giorno che non possa aspettare domani?»
Tornai al mio posto. «Generale Leger?»
«Sì, Altezza?»
«C'è niente all'ordine del giorno che non possa aspettare domani?»
«No, Altezza.»
«Bene, allora potete andare. Aggiorniamo il consiglio. E prima che ci rivediamo, vi suggerisco di tenere a mente chi è che comanda qui.»
Rimasi seduta a guardare mentre tutti, a eccezione di Lady Brice e del generale Leger, abbandonavano la stanza con un inchino.
«È stata splendida, Altezza», si congratulò Lady Brice quando rimanemmo solo noi tre.
«Davvero? Osservi la mia mano», le dissi sollevandola.
«Sta tremando!»
Strinsi le dita a pugno, decisa a fermarle. «Tutto quello che ho detto era vero, giusto? Non possono costringermi a firmare una dichiarazione di guerra.»
«No, infatti», mi rassicurò il generale Leger. «Come sa, ci sono sempre stati membri del consiglio convinti che dovessimo colonizzare l'Europa. Credo che oggi abbiano pensato di approfittare della sua inesperienza, ma lei si è comportata benissimo.»
«Papà non avrebbe approvato. Il vessillo del suo regno è sempre stata la pace.»
«Appunto.» Il generale Leger mi sorrise. «Sarebbe orgoglioso di come ha saputo tenere testa a quei due. Anzi, andrò proprio a riferirglielo.»
«Posso venire anch'io?» gli chiesi. All'improvviso ero disperatamente ansiosa di sentire l'annuncio che il cuore della mamma ci provava ancora.
«Lei ha un Paese da gestire. La informerò se ci sono novità.»
E detto questo, lasciò la sala.
Lady Brice incrociò le braccia sul tavolo. «Ora va meglio?»
«Sapevo che questo ruolo avrebbe comportato moltissimo lavoro. Ho fatto la mia parte e ho osservato mio padre fare dieci volte tanto. Però immaginavo che avrei avuto più tempo per prepararmi, e iniziare adesso, perché mia madre potrebbe morire, è troppo. E come primo atto di governo dovrei dichiarare una guerra? Non sono affatto pronta.»
«Non ci pensi più, cominciamo dalle cose importanti. Non deve essere perfetta. È un incarico temporaneo. Sua madre si ristabilirà, suo padre tornerà al lavoro e lei ri- prenderà a studiare con questo bel bagaglio di esperienza in tasca. La consideri un'opportunità.»
Sospirai. Temporaneo. Opportunità. Forse potevo farcela.
«E poi, non dipende tutto da lei. È per questo che esistono i consiglieri. Certo, oggi non sono stati di grande aiuto, ma noi siamo qui perché lei non sia costretta a navigare senza una mappa.»
«Benissimo. E allora, adesso che faccio?» domandai incerta.
«Innanzitutto, porti a compimento quello che ha minacciato e sollevi dall'incarico Sir Coddly. In questo modo dimostrerà agli altri che parlava sul serio. Sono un po' dispiaciuta per lui, però credo che suo padre lo tenesse solo per fargli fare l'avvocato del diavolo, perché lo aiutasse a valutare tutti gli aspetti di una questione. Creda a me, nessuno sentirà la sua mancanza», confessò in tono asciutto. «In secondo luogo, consideri questo periodo come un tirocinio sul campo per il suo regno futuro. Si circondi di persone di cui sa di potersi fidare.»
«Ho come la sensazione che mi abbiano appena abbandonato tutte quante.»
«Cerchi meglio. Probabilmente ha amici in luoghi inaspettati.»
Mi sorpresi a guardarla sotto una luce diversa. Aveva occupato quel ruolo più a lungo di chiunque altro, sapeva perfettamente cos'avrebbe deciso papà in ogni situazione e, inoltre, era la sola altra donna nel consiglio.
Lady Brice mi fissò negli occhi costringendomi a concentrarmi. «Chi è sicura che sarà sempre onesto con lei? Chi si schiererà al suo fianco non perché appartiene alla famiglia reale ma perché è lei?»
Le sorrisi: adesso sapevo esattamente dove sarei andata una volta uscita da lì.
INCIPIT CAPITOLO 3
«Io?»
«Sì, tu.»
«Ma è sicura?»
Le misi le mani sulle spalle e la fissai. «Neena, tu mi dici sempre la verità, anche quando non mi fa piacere sentirla. Hai sopportato il peggio di me e sei troppo intelligente per sprecare il tuo tempo a piegare la mia biancheria e a tenere in ordine la mia camera.»
Era raggiante. «Segretaria personale¼ ma che cosa dovrei fare di preciso?»
«Be', pianificarmi la giornata, fissarmi gli appunta- menti, occuparti della corrispondenza, ricordarmi gli impegni e assicurarti che mangi.»
«Questo credo di essere in grado di farlo», mi sorrise. «Oh, e...» dissi alzando una mano per prepararla all'aspetto probabilmente più entusiasmante dell'incarico, «significa che non dovrai più indossare quell'uniforme. Perciò va' a cambiarti.»
«Bene, allora potete andare. Aggiorniamo il consiglio. E prima che ci rivediamo, vi suggerisco di tenere a mente chi è che comanda qui.»
Rimasi seduta a guardare mentre tutti, a eccezione di Lady Brice e del generale Leger, abbandonavano la stanza con un inchino.
«È stata splendida, Altezza», si congratulò Lady Brice quando rimanemmo solo noi tre.
«Davvero? Osservi la mia mano», le dissi sollevandola.
«Sta tremando!»
Strinsi le dita a pugno, decisa a fermarle. «Tutto quello che ho detto era vero, giusto? Non possono costringermi a firmare una dichiarazione di guerra.»
«No, infatti», mi rassicurò il generale Leger. «Come sa, ci sono sempre stati membri del consiglio convinti che dovessimo colonizzare l'Europa. Credo che oggi abbiano pensato di approfittare della sua inesperienza, ma lei si è comportata benissimo.»
«Papà non avrebbe approvato. Il vessillo del suo regno è sempre stata la pace.»
«Appunto.» Il generale Leger mi sorrise. «Sarebbe orgoglioso di come ha saputo tenere testa a quei due. Anzi, andrò proprio a riferirglielo.»
«Posso venire anch'io?» gli chiesi. All'improvviso ero disperatamente ansiosa di sentire l'annuncio che il cuore della mamma ci provava ancora.
«Lei ha un Paese da gestire. La informerò se ci sono novità.»
E detto questo, lasciò la sala.
Lady Brice incrociò le braccia sul tavolo. «Ora va meglio?»
«Sapevo che questo ruolo avrebbe comportato moltissimo lavoro. Ho fatto la mia parte e ho osservato mio padre fare dieci volte tanto. Però immaginavo che avrei avuto più tempo per prepararmi, e iniziare adesso, perché mia madre potrebbe morire, è troppo. E come primo atto di governo dovrei dichiarare una guerra? Non sono affatto pronta.»
«Non ci pensi più, cominciamo dalle cose importanti. Non deve essere perfetta. È un incarico temporaneo. Sua madre si ristabilirà, suo padre tornerà al lavoro e lei ri- prenderà a studiare con questo bel bagaglio di esperienza in tasca. La consideri un'opportunità.»
Sospirai. Temporaneo. Opportunità. Forse potevo farcela.
«E poi, non dipende tutto da lei. È per questo che esistono i consiglieri. Certo, oggi non sono stati di grande aiuto, ma noi siamo qui perché lei non sia costretta a navigare senza una mappa.»
«Benissimo. E allora, adesso che faccio?» domandai incerta.
«Innanzitutto, porti a compimento quello che ha minacciato e sollevi dall'incarico Sir Coddly. In questo modo dimostrerà agli altri che parlava sul serio. Sono un po' dispiaciuta per lui, però credo che suo padre lo tenesse solo per fargli fare l'avvocato del diavolo, perché lo aiutasse a valutare tutti gli aspetti di una questione. Creda a me, nessuno sentirà la sua mancanza», confessò in tono asciutto. «In secondo luogo, consideri questo periodo come un tirocinio sul campo per il suo regno futuro. Si circondi di persone di cui sa di potersi fidare.»
«Ho come la sensazione che mi abbiano appena abbandonato tutte quante.»
«Cerchi meglio. Probabilmente ha amici in luoghi inaspettati.»
Mi sorpresi a guardarla sotto una luce diversa. Aveva occupato quel ruolo più a lungo di chiunque altro, sapeva perfettamente cos'avrebbe deciso papà in ogni situazione e, inoltre, era la sola altra donna nel consiglio.
Lady Brice mi fissò negli occhi costringendomi a concentrarmi. «Chi è sicura che sarà sempre onesto con lei? Chi si schiererà al suo fianco non perché appartiene alla famiglia reale ma perché è lei?»
Le sorrisi: adesso sapevo esattamente dove sarei andata una volta uscita da lì.
Abbiamo deciso di inserire anche un piccolo pezzo del terzo capitolo in anteprima per coloro che avevano già letto il secondo su internet in inglese.
INCIPIT CAPITOLO 3
«Io?»
«Sì, tu.»
«Ma è sicura?»
Le misi le mani sulle spalle e la fissai. «Neena, tu mi dici sempre la verità, anche quando non mi fa piacere sentirla. Hai sopportato il peggio di me e sei troppo intelligente per sprecare il tuo tempo a piegare la mia biancheria e a tenere in ordine la mia camera.»
Era raggiante. «Segretaria personale¼ ma che cosa dovrei fare di preciso?»
«Be', pianificarmi la giornata, fissarmi gli appunta- menti, occuparti della corrispondenza, ricordarmi gli impegni e assicurarti che mangi.»
«Questo credo di essere in grado di farlo», mi sorrise. «Oh, e...» dissi alzando una mano per prepararla all'aspetto probabilmente più entusiasmante dell'incarico, «significa che non dovrai più indossare quell'uniforme. Perciò va' a cambiarti.»
Neena era titubante. «Non sono sicura di avere niente di appropriato, ma vedrò di procurarmi qualcosa per domani.»
«Sciocchezze, dà un'occhiata al mio guardaroba.»
«Non posso!»
«Oh, sì che puoi, anzi devi», ribattei indicandole le ante spalancate. «Vestiti e poi vieni nel mio studio e affronteremo la situazione giorno per giorno.»
Annuì e non seppe resistere dal gettarmi le braccia al collo.
«Grazie.»
«No, grazie a te», insistetti.
«Non la deluderò.»
Mi ritrassi per studiarla. «Lo so. Oh, e il tuo primo compito sarà quello di scegliermi una nuova cameriera.»
«Provvederò immediatamente.»
«Ottimo. Allora a tra poco.»
Lasciai in fretta la stanza, molto più tranquilla ora che sapevo di avere alcune persone su cui poter contare. Il generale Leger sarebbe stato il mio tramite con papà e mamma, Lady Brice la mia prima consigliera e Neena mi avrebbe aiutato a sopportare il carico di lavoro.
Era trascorso meno di un giorno e già capivo perché la mamma aveva ritenuto che avessi bisogno di un compagno. E adesso intendevo davvero trovarne uno. Mi serviva solo un po' di tempo per capire in che modo.
Quel pomeriggio camminavo avanti e indietro pre- occupata mentre aspettavo che Kile uscisse dal salotto maschile. Di tutti i miei rapporti con i Selezionati, il nostro era quello che mi sembrava più complicato e allo stesso tempo più facile.
«Ciao», mi salutò abbracciandomi. Non riuscii a trattenere un sorriso pensando che se ci avesse provato solo un mese prima, avrei chiamato le guardie. «Come te la cavi?»
Esitai un attimo. «È strano, sei l'unico che me l'ha chiesto. Sto bene, credo. Perlomeno, finché mi tengo occupata. Non appena mi scopro a pensare, divento un fascio di nervi. Papà è a pezzi. E sono sconvolta perché Ahren non è tornato. Credevo che l'avrebbe fatto dopo quanto è successo alla mamma, invece non ha neppure telefonato.»
Kile mi prese una mano. «D'accordo, riflettiamo. È volato in Francia e si è sposato nel giro di un giorno. Ci saranno quintali di scartoffie ufficiali e altre questioni da sistemare. E poi c'è sempre la possibilità che non sia a conoscenza di quanto è accaduto.»
Annuii. «Hai ragione. So che ci vuole bene. Mi ha lasciato una lettera ed era troppo sincera perché io possa dubitare di lui.»
«Ecco, hai visto? E ieri sera sembrava che tuo padre fosse sul punto di crollare. Probabilmente stare accanto a tua madre gli dà la sensazione di avere il controllo della situazione in un momento in cui si sente smarrito. La regina, poi, ha superato il peggio ed è sempre stata una combattente. Ti ricordi quando è venuto quell'ambasciatore?»
Sogghignai. «Quello dell'Unione Paraguay-Argentina?»
«Sì, proprio lui! Mi sembra ancora di vederlo. Un tipo così sgarbato che per due giorni di seguito si è presentato ubriaco prima di mezzogiorno, finché alla fine tua madre lo ha preso per un orecchio e lo ha buttato fuori dal portone.»
«Oh, sì. E mi ricordo anche le infinite telefonate, dopo, per cercare di sistemare la questione con il loro presidente.»
Kile ignorò quel piccolo dettaglio. «Oh, lascia perdere. Pensa soltanto che tua madre non si lascia sopraffare da niente. Quando qualcosa minaccia di rovinarle la vita, lei lo allontana.»
Sorrisi. «Già, hai ragione.»
Rimanemmo in silenzio per un attimo, e fu piacevole.
Non ero mai stata così riconoscente verso qualcuno. «Per il resto della giornata ho da fare, ma magari domani sera potremmo stare insieme?»
«Sicuro.»
«Abbiamo un mucchio di cose di cui parlare.»
Mi guardò perplesso. «Tipo?»
Ci voltammo nello stesso momento notando una guardia che si avvicinava.
«Chiedo scusa, Altezza, ha una visita», mi annunciò con un inchino.
«Una visita?»
«Sì.»
«Benissimo, allora ci sentiamo più tardi, va bene?» Kile mi strinse velocemente una mano. «Certo.
«Sciocchezze, dà un'occhiata al mio guardaroba.»
«Non posso!»
«Oh, sì che puoi, anzi devi», ribattei indicandole le ante spalancate. «Vestiti e poi vieni nel mio studio e affronteremo la situazione giorno per giorno.»
Annuì e non seppe resistere dal gettarmi le braccia al collo.
«Grazie.»
«No, grazie a te», insistetti.
«Non la deluderò.»
Mi ritrassi per studiarla. «Lo so. Oh, e il tuo primo compito sarà quello di scegliermi una nuova cameriera.»
«Provvederò immediatamente.»
«Ottimo. Allora a tra poco.»
Lasciai in fretta la stanza, molto più tranquilla ora che sapevo di avere alcune persone su cui poter contare. Il generale Leger sarebbe stato il mio tramite con papà e mamma, Lady Brice la mia prima consigliera e Neena mi avrebbe aiutato a sopportare il carico di lavoro.
Era trascorso meno di un giorno e già capivo perché la mamma aveva ritenuto che avessi bisogno di un compagno. E adesso intendevo davvero trovarne uno. Mi serviva solo un po' di tempo per capire in che modo.
Quel pomeriggio camminavo avanti e indietro pre- occupata mentre aspettavo che Kile uscisse dal salotto maschile. Di tutti i miei rapporti con i Selezionati, il nostro era quello che mi sembrava più complicato e allo stesso tempo più facile.
«Ciao», mi salutò abbracciandomi. Non riuscii a trattenere un sorriso pensando che se ci avesse provato solo un mese prima, avrei chiamato le guardie. «Come te la cavi?»
Esitai un attimo. «È strano, sei l'unico che me l'ha chiesto. Sto bene, credo. Perlomeno, finché mi tengo occupata. Non appena mi scopro a pensare, divento un fascio di nervi. Papà è a pezzi. E sono sconvolta perché Ahren non è tornato. Credevo che l'avrebbe fatto dopo quanto è successo alla mamma, invece non ha neppure telefonato.»
Kile mi prese una mano. «D'accordo, riflettiamo. È volato in Francia e si è sposato nel giro di un giorno. Ci saranno quintali di scartoffie ufficiali e altre questioni da sistemare. E poi c'è sempre la possibilità che non sia a conoscenza di quanto è accaduto.»
Annuii. «Hai ragione. So che ci vuole bene. Mi ha lasciato una lettera ed era troppo sincera perché io possa dubitare di lui.»
«Ecco, hai visto? E ieri sera sembrava che tuo padre fosse sul punto di crollare. Probabilmente stare accanto a tua madre gli dà la sensazione di avere il controllo della situazione in un momento in cui si sente smarrito. La regina, poi, ha superato il peggio ed è sempre stata una combattente. Ti ricordi quando è venuto quell'ambasciatore?»
Sogghignai. «Quello dell'Unione Paraguay-Argentina?»
«Sì, proprio lui! Mi sembra ancora di vederlo. Un tipo così sgarbato che per due giorni di seguito si è presentato ubriaco prima di mezzogiorno, finché alla fine tua madre lo ha preso per un orecchio e lo ha buttato fuori dal portone.»
«Oh, sì. E mi ricordo anche le infinite telefonate, dopo, per cercare di sistemare la questione con il loro presidente.»
Kile ignorò quel piccolo dettaglio. «Oh, lascia perdere. Pensa soltanto che tua madre non si lascia sopraffare da niente. Quando qualcosa minaccia di rovinarle la vita, lei lo allontana.»
Sorrisi. «Già, hai ragione.»
Rimanemmo in silenzio per un attimo, e fu piacevole.
Non ero mai stata così riconoscente verso qualcuno. «Per il resto della giornata ho da fare, ma magari domani sera potremmo stare insieme?»
«Sicuro.»
«Abbiamo un mucchio di cose di cui parlare.»
Mi guardò perplesso. «Tipo?»
Ci voltammo nello stesso momento notando una guardia che si avvicinava.
«Chiedo scusa, Altezza, ha una visita», mi annunciò con un inchino.
«Una visita?»
«Sì.»
«Benissimo, allora ci sentiamo più tardi, va bene?» Kile mi strinse velocemente una mano. «Certo.
Fammi sapere se ti occorre qualcosa.»
Me ne andai sorridendo, convinta che parlasse sul serio. Dentro di me sapevo che tutti i giovani della Selezione sarebbero accorsi al mio fianco se ne avessi avuto bisogno, e fu una piccolissima consolazione in una giornata altrimenti orrenda.
Siete comunque felici di ciò che vi abbiamo proposto oggi? Ci perdonate il ritardo?
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Luna
molto interessante questo secondo capitolo!
RispondiEliminaben scritto e coinvolgente!
Non vedo l'ora di leggerlo :)
RispondiEliminadivorata la lettura e adesso? e poi?
RispondiEliminaNon vedo l'ora di leggerlo!!
RispondiEliminaNon vedo l' ora di averlo 😍
RispondiEliminaFelicissimi! Grazie comunque per la nuova proposta *^*
RispondiEliminaBellissimi anche questi due capitoli!
RispondiEliminaDopo averci fatto leggere il secondo e un po' del terzo capitolo siete più che perdonate! *-*
RispondiEliminaIo non leggo perché non voglio anticiparmi nulla :)
RispondiEliminaComunque è stata davvero una bella idea inserire anche la prima parte del terzo capitolo ^^
Sono combattuta... non so se leggere o aspettare di avere il libro! :/
RispondiEliminaMa cos... Non potete lasciarci così!!
RispondiEliminaL'unico lato veramente positivo è che Eadlyn finalmente inizia a starmi simpatica, solo che ora voglio scoprire di chi è la visita, sapevo che non avrei dovuto leggere questi estratti😩
mi è piaciuto molto leggere questa parte del libro, sempre più curiosa di leggere il resto!
RispondiEliminaCiao!
RispondiEliminaGli estratti sono graditissimi =)
Al posto della Principessa io sarei nel panico.
Scegliere un compagno in un modo così bizzaro deve essere stressantissimo. Il fatto poi che a Palazzo tutti sembrano affidarsi a lei, la salute della madre che è compromessa, l'improvviso matrimonio del fratello...
La soluzione migliore sarebbe scappare altro che Selezione XD
Un salutone dalla vostra
Leryn
Oh mio DIo!!!!!!! NOn vedo più l'ora di leggerlo, sto letteralmente piangendo pensando che America possa non farcela. E spero che l'ospite sia Ahren!!! Beatrice
RispondiEliminauffy come si fà a resistere sono curiosissima di leggerlo e va bene se non lo vinco lo compro ho deciso e mi rimetto a leggere la serie e la completo ahahah
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No ma volete farmi morire d'ansia xD Come faccio ad aspettare con tutti questi capitoli in anteprima xD
RispondiEliminaEadlyn sta diventando molto matura
RispondiEliminaTorno da un matrimonio - tanto per restare in tema! - e trovo tutte queste belle cose da leggere!
RispondiEliminaMi è piaciuta tantissimo Eadlyn in questo capitolo!
Sempre di più! :D Sempre più curiosa di leggerlo **
RispondiEliminaMa...io volevo sapere chi era la visita...non è giusto :'( Non vedo l'ora di leggerlo!
RispondiEliminaKILE AMORE DELLA MIA VITA
RispondiEliminaOkay mi calmo😂😂
Neena è un amore, e ODDIO ASPEN. Mi sorprende sempre di più. Non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuto, e invece.
Sempre più curiosa di sapere chi sia Lady Brice, speriamo di saperlo subito!
Sto già sognando..
RispondiEliminaWow la lettura continua ...*__^
RispondiEliminaNon vedo l'ora di leggere il libro!
RispondiEliminaNon dico altro, sono sempre più curiosa!!!!
sempre più curiosa anche io!!!
RispondiEliminaBravissima Eadlyn, così si fa! Anche se lady Brice non me la racconta giusta..Spero di non sbagliarmi ma mi ricorda i sotterfugi di Kriss, che sia lei? Kile resta sempre il mio preferito *_*
RispondiEliminaadoro il comportamento di Eadlyn in questo capitolo, e mi dispiace tantissimo per Maxon, spero solo che America di risvegli al più presto.
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