lunedì 30 marzo 2020

[Review Party] Recensione: È solo un cane di (dicono) La storia continua di Marina Morpurgo


Hello readers! La nostra settimana è iniziata all'insegna di mafia romance recensito dalla bravissima Susan, ma ora si cambia musica... o genere, se preferite!
Oberata da studio e lavoro, Marina Morpurgo e Blasco mi hanno regalato un paio di serate all'insegna del relax e come sempre, mi tocca ringraziare un piccolo gruppetto di scatenatissime blogger per avermi coinvolta in questo evento!

Titolo: È solo un cane (dicono) La storia continua

Autrice: Marina Morpurgo 

Casa Editrice: Astoria Edizioni

Genere: Romanzo

Data di pubblicazione: 5 marzo 2020

N° pagine: 144

Prezzo: cartaceo €14,00

Trama:
Gambassi è un paesino in Toscana, ignoto ai più. Lì è nato Blasco, cagnolone protagonista di una commovente vicenda di solidarietà umana, e a Gambassi ha trovato rifugio e salvezza – in fuga dai nazifascisti – la famiglia materna di Marina Morpurgo, la padrona di Blasco. Quando Marina mette a fuoco questa strana coincidenza inizia un bizzarro viaggio nella memoria. Qualcuno ha aiutato la sua famiglia a sopravvivere e qualcuno l’ha aiutata a salvare Blasco, qualcuno si è mostrato solidale e qualcuno no, qualcuno le ha insegnato la speranza e l’elaborazione della perdita.
Potrebbe sembrare sacrilego questo accostamento tra salvezza di un animale e salvezza di esseri umani, ma solo per coloro che non comprendono come l’amore – per un cane o per i nonni – possa scavare dentro l’animo dei solchi profondissimi. La forza dei ricordi ha spinto Morpurgo a continuare questo viaggio nella storia della sua famiglia, dove l’ombra della Shoah è stata spesso rischiarata dall’aiuto di molte brave persone e dove le coincidenze non sono mai un caso. E la seconda edizione di questo fortunato libro continua la sua opera di testimonianza.
"[...] dove ci sono dei salvatori e dei salvati, là c'è un magnete che silenziosamente e per vie imperscrutabili mi attrae."
 È solo un cane (dicono) La storia continua di Marina Morpurgo è un libro piccino, una storia breve condita da foto di famiglia e didascalie, ma in grado di fulminare con parole che sembrano scrutarti nel profondo. Non potevo iniziare questa recensione se non con una citazione che, a distanza di qualche giorno, continua a parlarmi. Perché se la Morpurgo crede alle coincidenze, un po' ci credo anche io e il suo libro, in un tempo che sembra scorrere lento, come all'interno di una bolla, mi ha richiamata più volte alla realtà, quella che ora ringrazio almeno di poter osservare da una finestra.

Sono stata attratta da È solo un cane (dicono) La storia continua alla ricerca di una storia sulla Shoah tutta italiana e mi sono imbattuta in un ancor più particolare esemplare di libro, a metà tra una saga famigliare con tanto di foto e il racconto di uno degli amori più puri che esistano, quello tra animale e padrone.

Un nesso tra cani e olocausto non sarei mai stata in grado di trovarlo, prima di aprire questo libro, ma Marina Morpurgo è stata brava a farmi capire che, in qualche modo, tutto è collegato, proprio come il suo adorato Blasco e la storia della sua famiglia, rifugiatasi in un piccolo paesino toscano per sfuggire ai campi di concentramento. Quando si dice "I casi della vita".

Da una claudicante sconfitta di un tumore, al ritorno alla vita su tre zampe, Marina Morpurgo regala ai suoi lettori uno spaccato di vita quotidiana con quello che non è mai un semplice cane, ché ché ne dica chiunque non sa cosa voglia significhi vivere con un amico peloso. Mentre un Grande Oncologo Angelico salva da morte pronosticata il cane inviato alla scrittrice (ne è sicura al 100%) dalla defunta nonna - che un male simile, ma di natura umana ha portato via -, tre delle sorelle Bassani (prozie della Morpurgo), a circa ottanta anni di distanza indietro nel tempo, riescono a fuggire dal continente, e i nonni Guido e Irma con le due figlie vengono salvati da un gruppo di suorine.
Le (dis)avventure di Blascone, raccontate con vena ironica dal duo scrittrice/cane, vengono intervallate dalla storia della famiglia Calderoni, emigrante e rifugiata, italiana, americana e, per un breve periodo di tempo, fintamente meridionale. Un tema, quello del destino degli ebrei italiani dopo le leggi razziali del 1938, che potrebbe essere ben più pesante, se non fosse per la grande capacità della Morpurgo di infondere speranza al suo racconto, sventolando lo stendardo del suo tanto amato happy ending.

È solo un cane (dicono) La storia continua è stato una lettura piacevole, una di quelle storie impossibili da non consigliare... o da regalare. In tempi simili, far felice una persona lontana con una storia così piena di speranza, potrebbe essere un gesto da non sottovalutare. Pensateci!



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