Buongiorno lettori!
Quest’oggi vi trasporto in un mondo un po’ particolare e forse impegnativo con la nostra tappa del Blogtour dedicato a “La strada scomparsa” di Beatrice Masci e organizzato dall’agenzia Servizi d’Autore.
Il tema di questa tappa è la coscienza di sé. Un tema molto complesso, come è complessa la nostra stessa natura. La coscienza di sé può essere definita come la consapevolezza che l’individuo ha circa la propria identità, il proprio ruolo, la propria potenzialità. Di fatto, è ciò che permette alla persona di rafforzare la propria autostima, rappresentando sia una valutazione di se stesso, ma anche essendo influenzata da ciò che gli altri gli rimandano. Ma quali sono gli aspetti che contribuiscono a creare questa consapevolezza? Tutto ciò che serve a descriverci: la conoscenza del nostro nome (ad esempio, che significato ha? Perché proprio quel nome?), le credenze che abbiamo circa le nostre capacità e il nostro carattere, i valori che possediamo, la descrizione che ci viene anche rimandata dagli altri. E molto altro ancora.
In questa raccolta di racconti, il tema della coscienza di sé si può incontrare in davvero molte sfaccettature.
Ne Il testamento incontriamo ben tre personaggi che sembrano alle prese con una singolare caccia al tesoro, in cui l’indizio iniziale è: per trovare il tesoro dovrete cercare innanzitutto dentro voi stessi. Una bella impresa per i tre cugini, Fabrizio, Emma e Marcello, ormai adulti, che si ritrovano a doversi cimentare in un gioco legato alla loro infanzia. Come ricorda anche Antoine de Saint-Exupery, a volte dimentichiamo quello che siamo stati e quello che siamo, perdendoci nella quotidianità, quando forse, dovremo proprio ricordarci di quei momenti in cui tutto è cominciato.
Tutti i grandi sono stati piccoli,
ma pochi di essi se ne ricordano.
Un altro racconto emblematico è L’altra lei. Adolescenza, quel periodo in cui tutto cambia, in cui ogni cosa viene rimessa in discussione. A partire da ciò che pensiamo di essere, da ciò che gli altri dicono che siamo. L’età in cui conta quasi di più l’approvazione di chi ci circonda, dei pari, piuttosto che la nostra vera identità.
Mescola un chilo di sicurezza
con un grammo di testardaggine.
Aggiungi un pizzico di pazzia
e un rametto d’intraprendenza.
Amalgama il tutto
e completa con follia quanto basta.
Fai cuocere a fuoco lento
sorvegliando di tanto in tanto.
Le possibili imperfezioni dell’impasto
sono garanzia di autenticità.
Non sarà “la vita”
ma è di certo la tua vita.
Per motivi diversi, mi ha colpito molto anche il racconto La partita. La storia di un’amicizia un po’ particolare, tenuta insieme da un campetto di basket, da un appuntamento fisso che è riuscito a sopravvivere anche allo scorrere del tempo, dalla fanciullezza fino all’età adulta. Un’amicizia in cui ognuno ha consapevolezza di ciò che è, ma scopre solo dopo anni di non aver mai avuto coscienza di ciò che l’altro era. Una storia che mi ha portato a riflettere su quante volte quello che vediamo negli altri non è quello che davvero loro cercano di mostrare e di farci vedere. E come influisce questo nella consapevolezza che poi l’altro ha di se stesso?
I racconti non finiscono qui e sono molti quelli che affrontano questo tema, soprattutto attraverso interrogativi e riflessioni che possono nascere.
Come influenza il parere negli altri nella percezione di sé?
Come cambia il nostro modo di percepirci?
Quando riusciamo ad avere davvero consapevolezza di ciò che siamo?
Un viaggio magico, che continua nei vari racconti che compongono quest’opera e che meritano di essere scoperti non solo attraverso il mio punto, ma anche attraverso il vostro. Perché in fondo ognuno può trovare un pezzo di sé in ogni storia che legge.
Spero che questo piccolo approfondimento vi sia piaciuto e non dimenticate di andare a scoprire anche le altre tappe del Blog Tour e Review Party dedicato!
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Ti auguro il meglio !!