giovedì 31 dicembre 2020

[Gruppo di lettura] Recensione: Il gioco dell'angelo di Carlos Ruiz Zafón

 


Hello readers! Questo 31 dicembre è il più strano che io abbia mai vissuto, vi scrivo infatti dal mio divano (e spero caldamente che voi mi stiate leggendo da posti simili) in pigiama e accompagnata da un ottimo flûte di Bellini home-made. A questa fine di anno non mi sarei mai azzardata a chiedere di più!

Va bene gli auguri virtuali e tutto il resto, ma forse il miglior modo di salutare quest'anno è, come sempre, farlo con una recensione di un pilastro della letteratura spagnola.

Titolo: Il gioco dell'angelo

Autore: Carlos Ruiz Zafòn

Serie: Il cimitero dei libri dimenticati

Casa editrice: Mondadori

Genere: Narrativa contemporanea

N° pagine: 480

Prezzo ebook: 11,99

Prezzo cartaceo: 25,00

Trama:
Nella tumultuosa Barcellona degli anni Venti il giovane David Martín cova un sogno: diventare uno scrittore. E quando riesce a pubblicare un racconto, il successo arriva. Ma da quel momento la sua vita comincerà a porgli strani interrogativi, a esporlo a imprevedibili azzardi, travolgenti passioni, crimini efferati e sentimenti assoluti...


Dopo anni di lavoro come tuttofare ne "La voz de la Industria", David Martín riesce a coronare un sogno che custodisce da quando ha imparato a mettere su carta i propri pensieri: pubblicare una storia scritta interamente di suo pugno e poi, chissà, diventare come una di quelle persone che grazie alla libreria Sempere e figli gli hanno tenuto compagnia nelle notti trascorse ad aspettare che il padre, ubriaco, tornasse a casa, gli scrittori. 

Scrittori e libri sono da sempre per David ancora di salvezza e rifugio da una realtà di miseria che sembra perseguitarlo. Prima il tugurio di fronte al Liceo di Barcellona, poi la piccola e lurida pensioncina per scapoli dove decide di trasferirsi dopo l'omicidio del padre. La vita sembra aver in serbo per lui solo amare sorprese, ma il suo mentore, il conte Pedro Vidal sembra non essere dello stesso avviso. L'uomo infatti si prodiga per far sì che David scriva e pubblichi il primo di una serie di racconti, "La città dei maldetti", che ben presto fanno guadagnare prestigio all'inserto domenicale de La voz de la Industria, e non ben poche invidie al neo scrittore.

Sempre spinto da Don Pedro, David Martín decide di gettarsi a capofitto in una nuova vita nella quale soldi e fama non mancano, ma che ben presto si rivela deleteria. Per rispettare un nuovo contratto con una piccola casa editrice più simile ad un'agenzia di strozzini, David scrive senza sosta, giorno e notte, facendo di caffè e tabacco la sua nuova dieta. 

Le storie de "La città dei maledetti" piacciono al pubblico e Ignatius B. Samson - pseudonimo di David Martín - pian piano sembra consumare l'uomo che inizia ad accusare giramenti di testa, nausea e una percezione alterata della realtà. 

David non sta bene, ma non può mettere in pausa la vita da scrittore di Ignatius. Il libraio Sempere, Don Pedro e Cristina - figlia dello storico autista di Pedro Vidal, della quale David è da sempre innamorato - cercano di convincerlo a vedere un medico, ma ciò non succede finché un collasso lo mette di fronte alla realtà: tumore alla testa con aspettativa di vita breve.

Ora che sa di avere meno di un anno di vita a sua disposizione e nulla da perdere, lo scrittore è deciso a coronare il sogno della sua vita: scrivere un romanzo che la storia della letteratura ricorderà per secoli. E a saldare il vecchio debito con Pedro Vidal. Anche l'amico ha da anni un romanzo nel cassetto e, insieme a Cristina, David decide di lavorare in contemporanea su entrambi. Purtroppo però al momento della pubblicazione il nome di Vidal oscura quello di David Martín. Nessuno sembra apprezzare quello che in realtà è un ottimo romanzo. Tutti osannano il grande Don Pedro per qualcosa che non ha fatto e la mancata fama getta David nella depressione.

Dopo aver consegnato il suo libro al Cimitero dei libri dimenticati ed essersi fatto carico di proteggerne un altro dallo strano titolo - Lux Æterna di un certo D. M. -, lo scrittore decide di accettare finalmente la proposta di lavoro uno strano editore straniero, Andreas Corelli, che da qualche tempo lo circuisce.

La mattina successiva alla prima cena in casa di Corelli le cose per David sembrano decisamente migliorare. Si sente rinato, messo a nuovo e forse c'entra qualcosa uno strano sogno fatto nella notte passata a dormire sulla poltrona del soggiorno di Corelli. Ricorda una sala operatoria sotterranea, un bambino che lo tiene per mano, un chirurgo che gli estirpa quella cosa maligna che sapeva esserglisi annidata al centro del corpo.

Non solo David si sente un uomo nuovo, ma è di sicuro anche un uomo più ricco della sera prima, ora il suo conto in banca straripa di franchi che gli daranno l'opportunità di vivere in modo agiato nella "casa della torre" concentrandosi sulla produzione di un romanzo che un scopo diverso al solito: fondare una nuova religione.

Più le ricerche per il nuovo lavoro vanno avanti, più accadono cose strane e man mano sempre più legate tra loro che metteranno la vita di chiunque circondi David Martín in pericolo. 

"Il gioco dell'angelo" è un libro complesso che sfiora il surreale e, forse anche per questo, che cattura il lettore in un vortice di eventi, lasciandolo con il fiato sospeso fino all'epilogo. Quella che promette essere la storia di uno scrittore solitario rivela essere un thriller in cui la vita del protagonista si intreccia brevemente con quella di Daniel Sempere, protagonista de "L'ombra del vento", primo capitolo di una saga che ha davvero segnato la letteratura spagnola contemporanea.

Purtroppo è quasi impossibile descrivere la scrittura di Carlos Ruiz Zafòn senza scadere nell'ordinario. Zafòn fa tremare di paura, fa disperare, fa provare al lettore esattamente le stesse emozioni dei suoi personaggi, lo stesso senso di spaesamento e la stessa gioia fugace. La Barcellona di Carlos Ruiz Zafòn non è quella della dei turisti sulla Rambla, ma un mondo labirintico che promette di inghiottire i più ingenui e di trasformare gli sfortunati in miserabili. Un mondo che riesce a spaventare anche ill lettore più impavido.

Una volta conosciuto Zafòn è impossibile farne a meno, volete provare? Io ve lo straconsiglio!

Avete proprio bisogno di sapere quanti libriccini ho assegnato a "Il gioco dell'angelo"?

Scontato no? Ma come si fa ad assegnare meno del massimo ad uno scrittore che ci ha lasciati da poco, ma che ci mancherà per sempre?!

Siamo arrivati alla fine readers! Non mi resta che augurarvi 

un próspero año nuevo y que la alegría os encuentre y nunca os suelte! 



2 commenti :

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