lunedì 1 gennaio 2018

Recensione: "L'uomo del labirinto" di Donato Carrisi

Buongiorno lettori <3 
Pronti a iniziare alla grande questo nuovo anno?
Per tutti gli amanti del thriller, eccovi una lettura che io ho amato sin dalle prime pagine: L’uomo del labirinto di Donato Carrisi, edito da Longanesi a inizio dicembre, che grazie a loro ho avuto modo di leggere (e per questo li ringrazio davvero tanto, perché mi hanno fatto scoprire un autore davvero fantastico).


Una ragazza scomparsa e ritrovata.
Un uomo senza più nulla da perdere.
La caccia al mostro è iniziata.
Dentro la tua mente.

Genere: Thriller
Collana: La Gaja Scienza
Pagine: 400
Prezzo cartaceo: 19,00€
Data di uscita: 4 dicembre 2017

Trama:
L’ondata di caldo anomala travolge ogni cosa, costringendo tutti a invertire i ritmi di vita: soltanto durante le ore di buio è possibile lavorare, muoversi, sopravvivere. Ed è proprio nel cuore della notte che Samantha riemerge dalle tenebre che l’avevano inghiottita.
Tredicenne rapita e a lungo tenuta prigioniera, Sam ora è improvvisamente libera e, traumatizzata e ferita, è ricoverata in una stanza d’ospedale. Accanto a lei, il dottor Green, un profiler fuori dal comune. Green infatti non va a caccia di mostri nel mondo esterno, bensì nella mente delle vittime. Perché è dentro i ricordi di Sam che si celano gli indizi in grado di condurre alla cattura del suo carceriere: l’Uomo del Labirinto.
Ma il dottor Green non è l’unico a inseguire il mostro.
Là fuori c’è anche Bruno Genko, un investigatore privato con un insospettabile talento. Quello di Samantha potrebbe essere l’ultimo caso di cui Bruno si occupa, perché non gli resta molto da vivere. Anzi: il suo tempo è già scaduto, e ogni giorno che passa Bruno si domanda quale sia il senso di quella sua vita regalata, o forse soltanto presa a prestito.
Ma uno scopo c’è: risolvere un ultimo mistero. La scomparsa di Samantha Andretti è un suo vecchio caso, un incarico che Bruno non ha mai portato a termine… E questa è l’occasione di rimediare. Nonostante sia trascorso tanto tempo.
Perché quello che Samantha non sa è che il suo rapimento non è avvenuto pochi mesi prima, come lei crede.
L’Uomo del Labirinto l’ha tenuta prigioniera per quindici lunghi anni.
E ora è scomparso.


Recensione:

WOW.
Credo che questa semplice esclamazione possa riassumere la reazione che ho avuto nel momento in cui sono arrivata alla fine di questo romanzo. L’uomo del labirinto è il primo libro di Donato Carrisi che leggo e mi sono da subito pentita di non aver mai dato una possibilità a questo autore nostrano.
La vicenda si concentra sul rapimento di Samantha Andretti, una ragazzina di tredici anni che sparisce una mattina, mentre andava a scuola. Un evento che da subito arriva a colpire il lettore, nella sua drammaticità e nella sua imprevedibilità. Un rapimento che si interrompe all’improvviso, dopo oltre dieci anni, e si aprono gli interrogativi: chi è stato a rapirla? Dove è stata per tutti quelli anni? Cosa le è successo? A questo cerca di dare risposta il dottor Green, non andando a caccia del criminale come un investigatore o un uomo della polizia, ma cercando il colpevole nella mente della vittima. E in parallelo incontriamo un altro protagonista di questo romano, Bruno Genko, investigatore privato alle prese con il suo destino e con un ultimo incarico da portare a termine: un vecchio caso, riaperto, a cui non era mai riuscito a dare risposta. È lui a cercare il mostro fisico, l’uomo che ha tenuto segregata la ragazzina, cercando l’aiuto della polizia e al tempo stesso usando ogni mezzo per riuscire a trovare le risposte che deve dare alla famiglia, alla ragazza stessa.
E’ una storia inquietante per certi versi, nella figura del coniglio Bunny che pervade tutta la vicenda, ma al contempo geniale e brillante nell’elaborazione dei personaggi, del rapimento e dei particolari che costellano ogni vicenda. Ho ammirato questa capacità da parte dell’autore, di saper affrontare in modo innovativo e al contempo realistico le sfumature dell’animo umano e della mente umana, assieme alla stessa genesi di un mostro.
Ed è stato disarmante incontrare i protagonisti nel racconto della loro storia, di quello che stanno vivendo nel presente e di quello che hanno dovuto vivere e sopportare nel passato. Attraverso il lavoro del profiler, il dottor Green, veniamo a contatto con la fragilità umana e l’innata lotta per la sopravvivenza quando si viene gettati nell’oscurità di un luogo nascosto, di un labirinto senza uscita. Un labirinto che non è solo qualcosa di fisico, ma che si trova anche all'interno della nostra mente quando ci ritroviamo ad affrontare qualcosa di così traumatico che l'unico modo per superarlo è rinchiuderlo in qualche angolo nascosto. Attraverso il lavoro dell’investigatore Bruno siamo posti di fronte al senso di colpa e alla frustrazione per non essere riusciti a dare una risposta in passato, a salvare una vita e un’anima quando era il momento. E al contempo incontriamo la determinazione di chi vuole riscattarsi, di chi vuole riuscire a ripagare il debito della sua mancanza ed è disposto a tutto, non avendo più nulla da perdere.
Lo stile dell’autore è coinvolgente, il ritmo è incalzante: mi sono letteralmente ritrovata incollata alle pagine del libro, i colpi di scena e i momenti in cui si rimaneva con il fiato sospeso sono stati perfetti nelle loro descrizioni.
E il finale! Ci son rimasta malissimo, lo ammetto, e mi ha decisamente spiazzato nella conclusione, ma al contempo è stato qualcosa di sensazionale che ha dato davvero quel brivido in più e quella giusta perfezione al romanzo stesso.
Un romanzo assolutamente consigliato a chi ama il genere, da non lasciarsi scappare!

Voto:

Cosa ne pensate lettori? 
Avete qualche altro romanzo di Donato Carrisi da consigliarmi?


Lothìriel

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