Buongiorno lettori,
Riccardo Castiglioni ci racconta che, nel suo romanzo "Senza far rumore" edito La Ponga Edizioni, al di là della vicenda “gialla”, che alla fine è solo un pretesto, il libro ha anche una dimensione introspettiva. Racconta infatti la vita di Antonio, mite e complicato insegnante ormai in pensione, e ne indaga l’indole e le (poche) amicizie.
Pagine: 272
Costo: 3,99 euro
Trama: Una vita senza far rumore quella di Antonio, anziano insegnante di Liceo ormai in pensione.
Vissuta in sordina, senza correre rischi.
Fin quando conosce online una giovane studentessa universitaria, Claudia, appassionata di libri come lui.
Un banale equivoco interrompe la loro amicizia.
Ma quando dal passato di Antonio riemerge un’ombra maligna pronta a ghermire proprio Claudia, Antonio sarà costretto a prendere una decisione ed agire per la prima volta nella sua vita.
Estratto: Il Professore era stupito: era la prima volta da tempo che la signora passava a trovarlo. «Buonasera» rispose, appoggiando sul tavolino la copia consunta del romanzo di Ignazio Silone che tante volte aveva letto in classe.
«Ho cotto i dolcetti di marzapane» disse lei «e siccome che Manuele sta ancora a dieta ho penZato di portartene qualcuno.»
«La ringrazio, Mammà; sempre troppo gentile» si schermì lui. Era scattato in piedi in segno di rispetto, come la madre gli aveva insegnato.
«Vuole accomodarsi?»
Nel cortile regnava una quiete surreale. Tutti erano fuori casa: quel pomeriggio anche l’anziana vedova del piccolo appartamento a fianco era andata a trovare i nipotini. Se non altro pensò il Professore nessuno farà domande strane su chi è venuto a farmi visita.
«Volentieri, Antonio; grazie. Pigliami una sedia che qui fuori si sta bene. Che leggevi?»
«Il segreto di Luca, Mammà. La storia di un uomo che si lascia condannare all’ergastolo pur di non confessare il suo amore, ricambiato ma impossibile, per una donna sposata.»
Gli occhi grigioverdi della donna, che anche se sbiaditi con l’età le illuminavano ancora il viso di una luce giovanile nonostante le profonde rughe che lo solcavano, lo scrutarono. Mammà non era una donna acculturata, ma la sua prontezza di spirito era indubbia. Affondò il colpo.
«Una storia di donne, insomma.»
Abbozzò un sorriso e restò in silenzio.
«Possiamo definirla così» nicchiò il Professore. Temeva già di dover prestare il fianco a una delle tante battute scostumate. «Le porto qualcosa da bere? Del vino?»
Mammà non dava segno di ascoltarlo: rigirava il romanzo tra le mani, sfogliandolo. Recitò ad alta voce una frase che lui aveva sottolineato. «La passione infelice, nell'assenza dell'oggetto amato, si nutre del pensiero di esso.» Si soffermò di nuovo, poi a bruciapelo disse: «Credo che pure tu ti nutri da tempo di penZieri d’amore, Antonio. Sei sempre svagato, e quando vieni a casa nostra non mangi quasi più.»
Il Professore non replicò. Come poteva essersi fatta quell’idea?
«Andiamo, Antonio; puoi raccontarmelo. È come se fossi il mio figlioccio. Hai incontrato una donna, vero? È da mo’ che l’ho capito. A differenza di Manuele, ma quello è di tufo. All’inizio mi parevi felice; ora invece ti vedo triste. È successo qualcosa?»
Susan.
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