giovedì 15 marzo 2018

Review Party: "Mai più innamorata" di Cecile Bertod

Buongiorno lettori!
Oggi ospitiamo una delle tappe del Review Party dedicato al nuovo romanzo di Cecile Bertod, Mai più innamorata, edito da Newton Compton Editori ed in uscita in libreria e negli store online proprio oggi, 15 marzo


Genere: Narrativa
Editore: Newton Compton
Pagine: 352
Prezzo: 10,00€
Data di uscita: 15 marzo 2018

Per trovare l'ispirazione, la migliore cura è seguire il cuore...

Trama:
Daphne è una famosissima autrice di romanzi erotici e per il suo ultimo libro ha appena firmato un contratto con un anticipo da capogiro. Però, dopo aver incassato l’assegno, la sua ispirazione si è come bloccata. Non risponde alle numerose email del suo editore e si barrica dentro casa, fino a quando non decide di ascoltare il consiglio del suo commercialista, che le propone di tornare nel paesino in cui è nata e trascorrere lì qualche giorno in totale relax. Sperando di trovare la giusta concentrazione, Daphne va quindi a Banff, ma le cose non migliorano affatto. Tutt’altro. A renderle la vita impossibile ci pensa Edward, un architetto che ha un conto in sospeso con lei, perché uno dei suoi libri gli ha causato non pochi problemi… Eppure, anche se è difficile da ammettere, Daphne si rende ben presto conto che riesce a scrivere solo quando vede Ed. E lei non intende in alcun modo rinunciare alla possibilità di terminare il suo romanzo…

Recensione

Una rivelazione! Non avevo mai letto nulla di Cecile Bertod e questo romanzo mi ha letteralmente salvata negli ultimi giorni della scorsa settimana. Avete presente quando vi assale un senso di solitudine immenso, una tristezza infinita che nemmeno voi sapete da dove salti fuori? Ecco, mi ci sono ritrovata una sera e lei mi ha letteralmente salvato. Complice anche il titolo dalle sfumature un po’ ciniche? O forse l’incipit insolito?

Insomma, l’amore non ha senso, non ha logica, non è neanche divertente. Sprechi energie, fiato e tutto per ritrovarti comunque sola, che ci sia o meno un orso che ti russa di fianco, con i tuoi problemi, le tue insoddisfazioni, le paure, le bollette da pagare, i panni, che per qualche assurda ragione non si stirano da soli.
E allora basta. A cosa? A tutto. Indistintamente. Se tocchi il fondo puoi sempre iniziare a scavare. Solo, non è detto che si debba scavare all’infinito. Magari non hai forza, voglia, interesse a risalire. Ciò non vuol dire che non puoi buttare giù un paio di pareti e arredare il piccolo anfratto terroso in cui sei precipitata per renderlo quantomeno confortevole. Coltivare la tua apatia, arredare il subconscio di cinismo e lasciare semplicemente che siano altre le cose a cui pensare. C’è tanto, tanto di più oltre ai sentimenti. C’è… Be’, c’è… Il… C’è… O santo cielo, ci sarà pur qualcosa! Non lo so, l’uncinetto? Il tennis? Il golf sembra funzionare così bene per gli over quaranta. Vuoi che non riesca a trovare un passatempo per tenere occupato il mio orologio biologico per i dieci o quindici anni di deprecabile giovinezza che mi restano?

Ho adorato Daphne Hayes dalla prima pagina. Allergica all’amore, alle relazioni, ai matrimoni. Incapace di ricordarsi le cose più importanti, figuriamoci poi fare quelle più banali. Un disastro ambulante. E in pieno blocco dello scrittore. Ci sono entrata in sintonia da subito, senza volerlo, come se fosse una risposta alle mie difficoltà (certo, io non ho la stessa fortuna dei protagonisti dei romanzi). La conosciamo in punta di piedi, pagina dopo pagina, da quando la incontriamo per la prima volta a Los Angeles, a quando la vediamo poi rinascere a Banff, un paesino del Canada. Un ritorno alle origini che permette alla giovane di riscoprire non solo il suo talento di scrittrice, ma anche se stessa, nelle emozioni e nei sentimenti che si era decisa a seppellire dentro di sé, in un angolino nascosto nascosto, per evitare nuovamente il dolore. Certo, non mancano gli imprevisti, gli incontri che remano contro il suo desiderio di solitudine, il suo (dis)ordine cronico e l'asocialità che a tratti la contraddistingue.

Esistono. Sono lì che ti aspettano. E non puoi prevederli, non puoi in alcun modo evitarli. Puoi solo viverli. Scossoni che arrivano da un momento all’altro e ti ribaltano l’esistenza senza un motivo apparente, se non indiscutibile noia del fato che, di tanto in tanto, rimescola le carte.

Lo scossone di  Daphne si chiama Edward Ashford. Non previsto, non voluto e assolutamente inevitabile. Un uomo brillante, dal fascino particolare, che si rivela essere l'unico ostacolo per la protagonista di tornare alla sua amata civiltà. Ingaggiato dalla sorella di Daphne per ristrutturare la vecchia casa di famiglia, in crisi con la fidanzata storica che l'ha praticamente lasciato sull'altare (e no, questo proprio non si fa >.< ), si ritrova a dover fare i conti con l'indole volubile e folle della protagonista, con i suoi sbalzi e la sua poca propensione a gestire i rapporti umani. Due anime per certi versi opposte, ma entrambe alla ricerca di quello che potremo definire "il vero amore", quell'individuo che è esattamente l'altra metà del puzzle. Certo, per Ed la ricerca è decisamente più plateale, mentre per Daphne sembra quasi non esserci, nel suo cinismo e nella sua ironia, ma sotto sotto ... credo di averla adorata anche per questo: sempre distante da tutto e da tutti, legata ai libri e alla fantasia, cercando di sopprimere quella nota di speranza che alla fine ognuno ha dentro di sé.
Cecile è riuscita a creare un romanzo allegro, divertente, leggero, che pagina dopo pagina riesce davvero a trasportare il lettore in un mondo parallelo, lontano dalle preoccupazioni e dai problemi del quotidiano. Il suo stile è unico, il modo di farci entrare nella vita di Daphne e di Ed è spettacolare: sembra di essere davvero accanto a loro, sulle loro spalle, a prendere le parti ora dell'uno e ora dell'altra, senza sentirci distanti. Credo di non aver mai riso così tanto per un romance. Ed è stato qualcosa di genuino e perfetto, un sollievo per l'animo. La scelta di iniziare ogni capitolo con una dichiarazione d'amore presa da altri romanzi o film, ma rispondendo con lo stesso spirito di Daphne, ha contribuito a farmi amare questo libro: qualsiasi cosa succedesse, lei era lì, io ero lì, e non riuscivo proprio a non sorridere.
Un romanzo che è riuscito a conquistarmi appieno e che merita di essere letto!

Voto:

Prima di lasciarvi all'elenco degli altri Blog partecipanti al Review Party, vi condivido un altro estratto che mi ha fatto ridere e applaudire allo stesso tempo. Quante volte capita di leggere un romanzo e trovarci dentro non solo il riferimento ad una delle mie saghe preferite (Harry Potter, se non l'avete letto o visto magari non leggete dopo), ma anche il mio stesso pensiero!

«Perché non cambi il finale?», propone lui, come se fosse una cosa da nulla. 
Un pazzo! 
«Non si può cambiare il finale!», lo rimprovero. «Il finale è già scritto, tu semplicemente lo trovi e lo metti nero su bianco. Non è l’autore che decide come va, per una buona volta sfatiamo questo mito. Perché se fosse davvero l’autore, credimi, la Rowling avrebbe bisogno di più d’una seduta psichiatrica». 
«La scrittrice di Harry Potter?» 
«Ma possibile che li abbia fatti morire tutti?», mi arrabbio. Mi arrabbio sempre quando penso alla Rowling. Ci sono cose da cui non mi riprenderò mai, una è il decesso improvviso, immotivato e irrichiesto dei miei personaggi preferiti. «Non se ne salva neanche uno? Dico, tutti quei maghi e non se ne salva mezzo? A che gli serve la magia? Resta in piedi solo quel bietolone di Harry Potter. Non lo sopporta nessuno Harry Potter. Non poteva salvare Piton e far finire Potter in un tombino senza fondo?».

Ora ditemi ... come potevo non adorare Daphne dopo questo pensiero?

E bando agli indugi, ecco a voi la lista degli altri blog: passate a trovarli e fatemi sapere cosa ne pensate di Cecile Bertod e dei suoi romanzi!
Lothìriel

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