giovedì 14 novembre 2019

[Review Party] Recensione: Wolf Solent di John Cower Powys


Hello readers! Il libro che abbiamo recensito per l'evento di oggi descrive decisamente il genere della vostra Virginia.
I libri: il mio passato, il mio presente e il mio futuro è una realtà dinamica mossa da ben sei bookblogger e, seppur inconsciamente - in realtà siamo delle vere onnivore letterarie -, ognuna si colloca in un certo genere, prediligendo spesso determinate letture ad altre.
Di solito, sono proprio io quella difficile da incasellare, saltando da un titolo all'altro per sfuggire alla noia, ma con la recensione di oggi (la prima di un paio, prendete nota!), ho l'opportunità di mostrarvi il genere letterario che riempie gli scaffali della mia libreria.
Ringrazio la casa editrice Corbaccio e Raffaella del blog The Reading’s Love, non solo per la copia ARC e l'organizzazione dell'evento, ma per l'opportunità datami di parlare di uno scrittore della letteratura inglese del primo Novecento, che sembra essere sfuggito ai nostri libri di scuola.

Titolo: Wolf Solent

Autore: John Cowper Powys

Casa editrice: Corbaccio

Genere: Classici

Data di uscita: 14 novembre 2019

N° pagine: 544

Prezzo: 24,00 €

Trama:

Dopo aver perso il suo lavoro di insegnante in una piccola scuola di Londra, Wolf Solent accetta un impiego come segretario di un vecchio castellano del Dorset, nello stesso villaggio dove aveva vissuto da bambino, fino alla morte del padre. Wolf è un uomo in fuga: dalla scuola dove era stato licenziato perché si era scagliato contro le invenzioni moderne, e dalla madre con il suo affetto opprimente. Ossessionato dalla disperazione impressa sul volto di un mendicante visto alla stazione Waterloo mentre era in partenza per Ramsgard, Wolf in treno riflette sulla velocità dei cambiamenti dell’epoca e sulle miserie della vita umana facendo ricorso a una sua personale «mitologia»: il potere magico di inabissarsi nella propria anima e di partecipare a una sorta di lotta cosmica tra il male e il bene. Questa capacità di astrarsi era stata la sua via di fuga dal mondo delle macchine e dalla meschinità degli uomini. A Ramsgard però Wolf non trova la serenità sperata. Omicidi, suicidi, relazioni amorose e un clima di sospetti disturbano i tranquilli recessi della sua mente e, soprattutto, la sua «mitologia» viene distrutta dalle sue stesse scelte: Wolf, infatti, sposa la bellissima Gerda, ma al tempo stesso continua a essere soggiogato dalle capacità intellettuali di Christie, in un rapporto ambivalente e complesso che lo porterà a riconsiderare drasticamente la sua visione del mondo e a ricercare un nuovo equilibrio.

Capolavoro di un «gigante dimenticato» della letteratura inglese (come è stato definito Powys dall’intellighenzia britannica), Wolf Solent, pubblicato nel 1929, è una pietra miliare e il trait-d’union tra il romanzo ottocentesco e la cultura del periodo tra le due guerre. Accostato a Thomas Hardy e D.H. Lawrence, la capacità di bilanciare abilmente misticismo e commedia di costume, contemplazione quasi estatica della bellezza della natura e imperturbabile sguardo sulla follia e i desideri umani (con un sottotesto ferocemente antimodernista), rendono John Cowper Powys un autore intramontabile e di grande fascino.


Quando mi è stata sottoposta la trama di Wolf Solent per questo Review Party, la due parole che mi hanno colpito (oltre la storia che potevo già immaginare a grandi linee) sono state «gigante dimenticato». Alzi la mano chi aveva sentito, prima di questo post, di questo evento, dell'arrivo di oggi nelle libreria, il nome di John Cowper Powys. Da anglista, essere tra le persone che non alzerebbero la mano, mi lascia con l'amaro in bocca.
Perché uno scrittore di tale portata - candidato per tre volte al nobel per la letteratura, per dirne una - sia rimasto fuori dagli studi accademici italiani, mi è ancora inspiegabile.

Il primo consiglio che posso darvi, è quello di non lasciarvi spaventare dal numero di pagine: 544. Tenderete a considerarle "una mole", ma al pari dei suoi coetanei, John Cower Powys in realtà non fa nulla di strano, non è un outsider: scrive tanto perché parla tanto e tanto tra le righe. Wolf Solent è un romanzo da pomeriggio spensierato? Sicuramente no, la sua lunghezza ce lo preannuncia.
Canonicamente, mi toccherebbe parlare prima di trama e personaggio principale, ma per un testo così nelle mie corde e, magari, lontano dalla maggior parte di voi lettori, ho preferito un approccio più leggero e meno schematizzato.

Andiamo per grandi linee e domande, vi va?

Cosa troverete in Wolf Solent?
Prima di tutto, la descrizione di una Inghilterra post Prima guerra mondiale, un'Inghilterra che si è rifugiata nelle campagne e che, sebbene uscita vincitrice dal conflitto, ne porta le cicatrici. Gli occhi del personaggio si perdono nel ritornare ad ammirare il Dorset, dopo una vita passata nella grigia Londra, e proprio queste scene (sempre meno) rurali, insieme ad altri elementi che lo circondano, lo portano a lunghi voli pindarici verso l'interno. Da fuori a dentro. Wolf Solent dialoga con se stesso forse più che con gli altri ed è attratto da chi dimostri avere questo stesso tipo di intelligenza o sensibilità.

Wolf Solent, un affascinante outsider?
Dipende dalla vostra personale definizione di outsider. Se vi soffermate sul motivo per il quale decide di andare via da Londra, è sicuramente da considerare un outsider con accezione negativa. Wolf Solent è antimodernista - come probabilmente lo stesso John Cowper Powys -, saccente e viziato, ma è proprio il suo voler ritornare alle origini, la sua quasi negazione del progresso - e con esso del futuro - lo rende propenso ad un'analisi interiore della realtà che lo circonda.

La lingua di Wolf Solent e la lingua di John Cowper Powys delineano abilmente la società inglese degli anni Venti ed è questo il punto che mi ha fatta soffermare più e più volte su ciò che stavo leggendo, immaginare di leggerne l'originale - merito sicuramente di un'ottima traduzione - per percepire anche attraverso le parole, la vivida descrizione di una società distante un secolo dalla nostra.

Un ultimo consiglio su Wolf Solent
Potrebbe non essere il vostro genere, o annoiarvi dopo le prime pagine o alla prima lunga descrizione, ma provate a compiere un piccolo sforzo, ad andare contro la vostra indole di lettore da smartphone per un'altra manciata di pagine. Arrivati all'ultimo punto potrete ringraziare solo voi stessi per non aver letto il solito Hardy (non la prendete a male, io AMO Hardy, ma amo anche le letture poco conosciute) e aver ritrovato un grande autore della letteratura inglese, sconosciuto ai più.





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