giovedì 25 giugno 2020

Review Party: "Il sussurro delle api" di Sofía Segovia


Hello readers! Oggi ho l'opportunità di farvi conoscere una storia arrivata in Italia da una decina di giorni grazie a Rizzoli,

IL SUSSURRO DELLE API
di Sofia Segovia

Trama:

Sono i primi anni del Novecento e gli echi della rivoluzione hanno raggiunto, insinuandosi tra campi e colline, la campagna fertile di Linares: un laborioso, coriaceo angolo di Messico dove sorge l'hacienda dei Morales. È in questa famiglia che vive la nana Reja, l'anziana nutrice che ha cresciuto generazioni di bambini e ora trascorre i giorni sulla sedia a dondolo. Finché una mattina, vincendo la sua leggendaria immobilità, Reja s'incammina e arriva al ponte, come svegliata da un richiamo. In un viluppo di stracci, proprio lì, e circondato da un nugolo di api, c'è un neonato. Lo chiameranno Simonopio, questo bambino magico che gli insetti non pungono, questo bambino dannato che al posto della bocca sembra abbia un buco. In silenzio, il piccolo impara a leggere i voli delle sue amiche api e da quelli a capire le oscillazioni della natura e i suoi presagi. Così, mentre l'epidemia di influenza spagnola colpisce la regione e tradizioni arcaiche si infrangono contro l'onda di un tempo nuovo, la famiglia Morales si affida all'intuito di Simonopio. E costruirà grazie a lui un nuovo futuro.

Il sussurro delle api è un'epopea familiare in cui la dimensione privata e le grandi vicende storiche si fondono in uno scenario di incredibile potenza visiva. Nel leggere le pagine di Sofía Segovia non riusciamo a non sentire, forte, la voce della grande letteratura latinoamericana e a riconoscerne ancora una volta la bellezza.


Mi biasimo da sola per non aver mai letto nulla di Sofía Segovia prima de "Il sussurro della api". Io, l'amante della letteratura ispano-americana, cresciuta a dolcetti e Isabelle Allende, alla fine di questa storia ho esclamato: MA DOVE SI È NASCOSTA FINO AD ORA QUESTA SEGOVIA?

Sullo sfondo di un Messico agli inizi del Novencento, diviso tra rivoluzione civile e Influenza Spagnolo, prende vita la storia del piccolo Simonopio e della famiglia Morales, grandi proprietari terrieri di Linares, che lo accoglie come un figlio. Il suo arrivo tra i Morales è ricco di mistero, una costante della futura vita di Simonopio.

È il 1910 e in un mattino di ottobre, la balia dei Morale, nana Reja, che da anni nutre e accudisce i nascituri della famigli, dalla soglia della sua baracca sente degli strani vagiti. Cercandone la fonte, si imbatte in un neonato coperto di api. Gli insetti però non sembrano fargli del male, al contrario, sembra proteggono quella piccola creatura indifesa lasciata da chissà chi nel bosco.

Simonopio entra a far parte dei Morales, che lo accudiscono come uno dei propri figli e pian piano il bambino dimostra di avere doti particolari: riesce a sentire il ronzio delle api anche in lontananza e grazie a loro interpreta tempo e presagi. 
Per i Morale, quelle di Simonopio è un dono da sfruttare e ben presto la famiglia inizia a fidarsi di lui per prendere importanti decisioni, arrivando ad avere salva la vita.

Sofía Segovia riesce, attraverso un enorme lavoro di caratterizzazione dei personaggi e un uso sapiente delle descrizioni di luoghi ed eventi, a dare vita ad una storia che catapulta il lettore in una realtà ai limiti dell'incredibile. Benché il realismo magico sia tipico della letteratura ispano-americana, non è detto che chiunque provenga da queste terre ricche di qualcosa che davvero sfiora l'irreale, riesca poi a tramutarlo in una storia che non sembri ridicola. Non è il caso di Sofía Segovia che utilizza gli insegnamente e le impronte di grandi scrittori - appunto come la Allende - per dar vita alla saga famigliare dei Morales. Intrecciando reale e irreale per un romanzo di ampio respiro.

Mi mancavano queste atmosfere al limite del credibile e "Il sussurro delle api" ha ben esaudito le miei aspettative:




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