mercoledì 27 ottobre 2021

Recensione: Murder Ballads di Micol Beltramini e Daniele Serra

 Buongiorno meraviglie,

finalmente torno a parlarvi di libri!

E lo faccio con un testo che non mi appartiene poi molto…

Come avrete letto dal titolo infatti oggi parliamo della graphic novel Murder Ballads del duo Beltramini e Serra.

Un genere insolito per me, ma di cui avevo bisogno per staccare la spina e ripartire da zero!

 


Micol Arianna Beltramini e Daniele Serra reinterpretano le murder ballads: storie di incubi, passioni, ossessioni. E sangue, tanto sangue

Bambini perduti nel bosco, amanti crudeli e folli, brigantesse, prostitute, assassini seriali.

  




“Murder Ballads” È un libro illustrato, per l'appunto da Daniele Serra, con dei racconti (ballads) a tratti terrificanti e angoscianti.
La prima cosa che salta all'occhio, inutile dirlo, sono le illustrazioni. Sono state capaci di inserirmi nei racconti con facilità lasciando l'immaginazione anche fare il suo corso. Perché Daniele Serra ti immerge nelle sue illustrazioni, in quei mondi un po' spaventosi, narrando racconti che ti lasciando una strana sensazione addosso, ma lascia anche spazio alla fantasia di chi legge. Se ci si ferma a osservare anche solo il semplice bosco da lui disegnato, inevitabilmente la nostra mente viaggerà.
"Cosa succederà?" "Cosa troverò quando voterò pagina?" Sono solo alcune delle domande che mi sono chiesta prima di continuare a sfogliare il libro.

La seconda cosa però che mi è saltata all'occhio è stata la scrittura di Micol Beltramini. Semplice, che solletica l'interesse di chi sta leggendo, avvolgendo e catturando l'attenzione.
Ecco che i disegni con le loro didascalie mi hanno sospinta tra le spire catturando e rendendo ipnotica questa lettura.

La prima ballada è bambini nel bosco, interessante e stato quando inizialmente è stata stuzzicata la mia attenzione con poche parole "intreccio con Hansel e Gretel dei fratelli Grimm". Ecco, da lì in poi volevo capire come e perché avessero paragonato una fiaba a un racconto così a tratti angosciante. E ci sono riusciti. Perché ho letto la ballada tutta d'un fiato perdendomi tra le pagine e le illustrazioni.

Questa storia ha avuto un effetto magnetico su di me. Più leggevo e più ne volevo.

La leggenda si mischia con la realtà. La finzione si fonde a fatti accaduti e che hanno in comune diversi aspetti.

La seconda ballad è Giù al fiume e si intrecciano diverse storie, leggende e fatti realmente accaduti con un comune denominatore: il fiume, appunto.
Le illustrazioni più crude, così come anche i dialoghi, mi hanno lasciato con l'amaro in bocca. Vengono documentati tra le pagine sia le canzoni, sia i fatti accaduti che le supposizioni, nonché racconta alcuni fatti antecedenti.
Tra  tutti, questa parte è quella che mi ha colpita meno. L'ho trovata,  a gusto personale, troppo confusionaria.

La famiglia Lawson di "E poi non rimase nessuno" è quella che più mi ha affascinato, raccontata con semplicità ma di grande impatto. La narrazione è molto attuale, come se fossero fatti accaduti ai giorni nostri, e personalmente credo sia l'unico racconto di questo libro che lascia con un finale aperto ma anche speranzoso  o almeno io l'ho interpretato così, perché riflettendoci adesso potrebbe anche lasciare intendere altro...

In Murder Ballads c'è anche una storia 100% made in Italy, Brigantesse si muore è il suo titolo e... no non posso svelarvi di più.
Quello che mi è concesso dire è che il brigantaggio non è mai stato così intrigante. Anche questi racconti lasciano le porte aperte all'immaginazione personale di chi legge.
Il sapore di omicidio accanto alla parola femminile non è mai stato così bello (e un po' crunge).

Ma non finiscono qui le storie e non termina di stupire Murder Ballads, ve lo assicuro.
Fabrizio de André e la sua Marinella vi dicono niente?



"Che ninna nanna canteresti a tuo figlio per farlo dormire per sempre?" 

 

Il mio voto:


A presto!

 

1 commento :



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