sabato 30 novembre 2019

BlogTour "Il Priorato dell'Albero delle arance" di Samantha Shannon - Playlist




Buongiornissimooo, lettori! Oggi è un giorno meraviglioso perché, finalmente, è approdato, in tutte le librerie e negli store online, quello che è il fantasy più bello dell'anno (ma anche degli ultimi due-tre anni), Il Priorato dell'albero delle arance di Samantha Shannon. Grazie alla Mondadori ho avuto l'occasione di leggerlo in anteprima e l'ho amato dalla prima all'ultima pagina (tra due giorni uscirà la mia recensione, quindi stay tuned); ecco perché sono qui a proporvi alcune canzoni che mi ricordano il romanzo; spero possano piacere anche a voi ;) 


1) Scotland, The Lumineers




La prima canzone che mi è venuta in mente è "Scotland", la sigla della serie TV "Reign". Ovviamente, il libro non ha niente a che fare con la Scozia, ma il ritmo, le parole e la musica mi richiamano alla mente scene di battaglie epiche, mondi fantastici, re e regine... insomma, tutto ciò che possiamo trovare in Il Priorato. 



2) Alla corte dei Re, Antica Tradizione




Direi che il titolo è già abbastanza eslicativo. Questa canzone, conosciuta per caso grazie ad un gruppo facebook dedicato ai libri fantasy, mi sembra perfetta per un romanzo in cui si parla di Regine, regni, intrighi politici... e poi, ascoltate la musica, non è perfetta per un mondo medievaleggiante (come io ho immaginato il Reginato di Inys)? 



3) The Willow Maid, Erutan


 


Questa è una canzone che adoro, e le parole mi hanno fatto subito pensare alla leggenda che viene raccontata ai bambini di tutta Virtudom, a proposito di una strega cattiva che vive nei boschi. Secondo me è perfetta, voi che ne pensate? 



4) Puff the magic dragon, Peter, Paul & Mary 





Basta ascoltare le parole di questa canzone per rievocare alla mente i draghi d'acqua tanto amati e venerati da Tanè e dalle popolazioni d'oriente. 



5) A Queen's Loneliness, Trevor Morriss





Questa è una melodia che fa parte della colonna sonora de I Tudors, ed è dedicata alla Regina Caterina d'Aragona. A me ricorda moltissimo la nostra amata Regina Sabran. 







Queste sono le 5 canzoni che mi sono venute in mente leggendo Il Priorato dell'albero delle arance! Fatemi sapere che ne pensate, se siete d'accordo con le mie scelte e quali avreste messo voi in una playlist dedicata a The Priory ;) 





Ecco le altre tappe del BlogTour. 











venerdì 29 novembre 2019

Review Party: "Boss" di S.C Daiko è finalmente arrivato! Ecco la recensione in anteprima per voi!


Buongiorno appassionati lettori,

oggi voglio presentarvi un nuovo libro edito Queen Edizioni, vi sto parlando di Boss di S.C. Daiko uscito da pochi giorni negli store italiani. 

Noi siamo state veramente fortunate a poter partecipare a questo evento di promozione perchè ho davvero apprezzato questo volume! Fa parte di una serie Mafia Romance tutta da scoprire, è già uscito mesi fa Beast con protagonista Gleb Sokolov, ora è invece arrivato il momento di presentarvi Taras. 



Trama: 


Taras è un boss della mafia russa, un uomo oscuro e pericoloso. Il bene e il male sono sempre in lotta dentro di lui. Quando Zoe viene assunta come tata, non può immaginare in che guai si sta cacciando. Agli occhi di Taras è una ragazza impertinente con la voce di un angelo e il corpo di una dea. Per quanto sia tentato da quella donna, non vuole cedere perché pensa che sia sbagliato. Ma ben presto scoprirà che cosa conta davvero e che le bugie peggiori sono quelle che racconta a se stesso.

Zoe aveva detto che non ero diabolico, e volevo crederle.
Volevo crederle tanto, ma non potevo.
Non ero stato del tutto onesto con lei.


Da grande appassionata di copertine non potevo non guardare ed apprezzare questa, quale donna troverebbe brutto un fusto simile? In effetti sono stata attratta sia dalla trama che dalla copertina. Il genere Mafia Romance è qualcosa di nuovo per me, non avendone letti molti per me tutte queste storie sono ancora nuove, non già viste perciò mi è piaciuto molto come viene raccontata la storia. 

Zoe è una ragazza giovane che viene chiamata nella provincia di New York, a Fairwood per essere la tata di Emma, figlia unica di un boss mafioso russo, Taras Melekhov. Lei è una ragazza molto semplice che sa farsi ascoltare e apprezzare dalle persone che la circondano. Lei ed Emma riusciranno fin da subito a legare moltissimo, sopratutto a causa della mancanza della madre di lei, Nina, una donna malata di cui si scoprirà la storia durante la lettura del romanzo. Zoe si accorge subito del rapporto teso che Emma ha con il padre, lei cerca in tutti i modi di farsi vedere di creare quindi un legame con lui ottenendo però sempre delle risposte frettolose. Si capisce quanto lei gli voglia bene e questo farà si che Zoe si impegni doppiamente per cercare di riunire la famiglia. 


Taras, un grande e potentissimo boss mafioso, uno dei maggiori venditori d’armi del mondo. Lui in realtà ama alla follia la figlia ed è proprio per questo motivo che la tiene a distanza, per cercare di proteggerla. Si sente molto in colpa nei confronti dell'ex moglie e questo sentimento lo accompagna in ogni sua azione. Per lui sarà molto difficile riuscire a resistere alla tentazione che la tata ha su di lui, era tanto infatti che una donna non gli faceva un effetto simile. Vedremo un continuo cambiamento che lo porterà ad essere un uomo più dolce e aperto alla famiglia. 

Oltre alla bella storia d’amore tra i protagonisti si sviluppano anche le vicende mafiose che porteranno il libro ad un altro livello. Sicuramente la carica di suspance e tensione che si svilupperà verso la fine piacerà a tutti gli appassionati di questo genere. 
L’autrice ha un metodo di scrittura molto fluido che coinvolge il lettore, bloccandolo sulla sedia fino alla fine della scena. Le scene sessuali sono molto erotiche ed intense, forse un po' troppo presenti ma non alla base di ciò che succede.
Mi è piaciuto come l’autrice abbia analizzato vari temi, tra i quali anche il pericolo in cui questi boss e le loro famiglie si trovano.



Pensate che mi è piaciuto così tanto che ho voluto vedere se c’erano altri libri dell’autrice e ho trovato “La Tata Vergine” auto pubblicato dall’autrice, ispirata dalla trama ho deciso di leggerlo, e non ci crederete…ma è il prequel di questa serie!! Sono stata davvero felice di scoprire la vita dei genitori di Zoe. Sono arrivata a metà libro prima di capirlo ma questa è una seconda storia su di me XD.







Non posso fare altro se non consigliarvelo! 


Amore, Passione, Sentimento e un pizzico di Mistero renderanno questo libro indimenticabile!!!


Il mio voto è : 





Se avete piacere di leggere anche il primo della serie, oggi in esclusiva lo troverete solamente a 0,99 cent! Di seguito i link per procedere con l'acquisto. 








Recensione: “Nient'altro che noi” di Federica Alessi – The Perfect Wave #3

Buongiorno meraviglie, 

Con "Nient'altro che noi " Federica Alessi ci riporta a Myrtle Beach con Josh e Emily e anche con quelle due coppie che avevamo tanto amato…
Pronti a scoprire questo nuovo romanzo?

Prima di iniziare vi lascio le recensioni dei volumi precedenti:






TRAMA: L'amicizia fra Josh ed Emily dura da tutta la vita, ma crescendo qualcosa è cambiato. Josh, con la sua bellezza sfacciata e i modi da latin lover, da quando sono entrambi al college cerca di evitarla in ogni modo possibile, come se avesse dimenticato tutto ciò che di speciale c'era tra loro. Emily non riesce ad accettare il fatto che il suo migliore amico l'abbia abbandonata, ma ha promesso a se stessa di preservare il proprio cuore e di obbligarsi a voltare pagina.
Quando Emily mostra interesse nei confronti di un altro ragazzo, però, Josh si scopre disposto a tutto pur di riaverla nella sua vita... anche ad accettare una stupida scommessa.
Josh dovrà impegnarsi molto per rimediare a tutti gli errori del passato e convincere Emily della sua sincerità, e lei dovrà imparare a rimettere insieme i pezzi di una fiducia andata in frantumi, cercando di ritrovare il suo vecchio migliore amico dietro quegli occhi color acciaio che le fanno tremare le ginocchia.
Vale la pena di correre il rischio e di giocarsi il cuore in memoria di qualcosa che, per quanto speciale, ormai fa parte del passato?


Josh ed Emily sono amici fin da piccoli, nel periodo dell'adolescenza fino al college si allontanano per diversi motivi, ma non si odiano.

Non ci riescono a odiarsi, non possono.
L'estate e la brezza marina di Myrtle beach furono galeotti, tant'è che iniziano a conoscersi. Cominciano a scoprirsi di nuovo.
Sono ormai maturati, cambiati e non si odiano. Non tentano ormai nemmeno di farlo. Hanno un legame profondo e dei ricordi che lo sono ancora di più. 
Qualche scommessa e un filo di gelosia faranno in modo di avvicinarli. Loro che erano così in simbiosi e ora si sentono lontani, sperduti agli occhi di tutti.
Un legame che a mano a mano riscopriranno, intenso e forte. Un passato che può solo diventare un dolce ricordo vivendo il presente appieno.



Solo solo io, Ems Non sei mai solo tu, Josh.

Federica Alessi con la sua scrittura mi ha riportata all'estate, all'odore salmastro, alla salsedine tra i capelli e mi ha insegnato cosa sia la Shuffle Dance!



Ho ridacchiato e mi sono emozionata mentre leggevo "Nient'altro che noi". Una storia che ci permette di vedere con lo specchietto retrovisore anche i libri precedenti, comunque autoconclusivi, e ci prospetta delle storie future che non posso negare di volere.

Vero Federica che ci accontenti???

I personaggi sono stati ben costruiti e la fluidità della storia e della loro evoluzione me lo ha confermato fino alla fine della lettura. Anche le ambientazioni, Myrtle Beach in primis, e il college con esami, cene e party annessi si sono rivelati ben descritti e mai pesanti.



Emily mi metteva una paura fottuta addosso. Non era una ragazza da una botta e via, era una ragazza da relazione, ed Ems sapeva che io ero quello che si divertiva con il genere di ragazze senza pretese eppure, mi faceva desiderare di avere solo lei nelle mie mattine, nei miei pomeriggi e nelle mie notti. Avrei voluto mettermela in tasca in modo che nessuno potesse averla e costudirla segretamente.



Un gioco in cui a giocare non saranno solo loro, ma anche molti altri personaggi che compariranno nel romanzo. E sono a loro a cui mi riferisco quando chiedo libri futuri.


Nient’altro che noi” è una storia che è stata capace di trascinarmi e di farmi emozionare.
Federica Alessi ha messo il cuore, oltre che sudore, tempo e costanza, in "Nient'altro che noi" e questo traspare in ogni pagina.
Mi è piaciuto come tutto è stato ben equilibrato e strutturato e, sinceramente, spero davvero di poter leggere altre storie in cui Myrtle Beach in qualche modo comparirà. Non sono affatto pronta a lasciare questa location tanto semplice quanto suggestiva. 



Il mio voto:

A presto!







giovedì 28 novembre 2019

[Review Tour] Recensione: Fuga di morte di Sheng Keyi


Hello readers! Questa mattina vi parlo di un libro e una scrittrice che dalla lontana Cina, approdano oggi in Italia grazie alla Fazi Editore.

FUGA DI MORTE
di Sheng Keyi

Casa editrice: Fazi Editore
Genere: narrativa, contemporaneo
N° pagine: 430
Data d'uscita: 28 novembre 2019
Prezzo: € 18,50

Trama:
Sulla piazza principale di Beiping, capitale dello Stato di Dayang, un giorno compare un enorme escremento a forma di pagoda: un atto dissacrante, che fa esplodere le gravi tensioni sociali latenti da tempo, innescando un movimento di protesta guidato da poeti e intellettuali. Yuan Mengliu, giovane e rispettato poeta, vive però una crisi profonda. Da un lato si dimostra incapace di sopportare la violenza della rivolta e della sua repressione da parte del governo, dall’altro non riesce ad abbracciare gli ideali rivoluzionari della sua compagna Qi Zi, la quale si afferma invece come leader della protesta. Quando la ragazza scomparirà in circostanze misteriose, Yuan Mengliu, ormai abbandonata la poesia e diventato un chirurgo, si metterà alla sua ricerca. Dopo anni di viaggi, si ritroverà in un luogo sperduto chiamato Valle dei Cigni: un mondo utopico apparentemente perfetto che si rivelerà invece sottoposto a imposizioni ferree dall’alto, dove ogni aspetto della vita è regolamentato ai fini del benessere dello Stato, con tragiche conseguenze.

Rifiutato in Cina per il suo contenuto controverso e pubblicato per la prima volta in inglese, Fuga di morte rappresenta il coraggioso tentativo da parte della sua autrice di confrontarsi con l’eredità della protesta di Tienanmen e della sua aspra repressione. Sheng Keyi costruisce due immagini contrapposte di deriva totalitaria e, misurandosi con il tabù che aleggia sugli eventi del 1989, si afferma come una delle voci più interessanti della narrativa cinese contemporanea.


Bene lettori, vi confesso che se il momento della recensione (addirittura in anteprima, in questo caso) per voi è un momento attesissimo, per me è diametralmente opposto: temuto fin nelle virgole.
Non parleremo di un classico, conosciuto dalla massa, né tanto meno di un romanzo da week-end, il libro di oggi è stato una delle letture più particolari di questo 2019 ed essere investita del ruolo di apri-fila, cercando di mostrarvelo in parte attraverso le mie parole, è una responsibilità da non sottovalutare.

Yuan Mengliu è un medico-chirurgo abbastanza conosciuto nella città di Beiping, spesso schivo, solitario ed egoista, in una società dove la scienza non ha freni ed è in grado di raggiungere tutto ciò che la mente umana possa immaginare, cela un animo votato alla poesia e alla musica.
Lo Stato di Dayang sembra essere sotto una velata dittatura e, quando un enorme escremento dalla strana forma appare nella piazza principale della capitale, per poi scomparire senza che le autorità ne forniscano alcuna spiegazione, parte dei cittadini sembra cogliere tale evento come il segnale ultimo, la riprova, che il governo del Paese sia costruito su un castello di menzogne.
L' "Incidente della Pagoda" divide la società di Dayang in due categorie: rivoluzionari e passivi (come lo stesso protagonista classifica e divide le donne che incontra) e Yuan Mengliu si ritrova giusto al centro, esatta rappresentazione di chi viene solo leggermente scosso dal vento del cambiamento, ma non se ne lascia immediatamente trasportare.
Mentre l'evento di piazza Rotonda sconvolge le sorti del Paese, a sconvolgere la vita del giovane medico è un altro evento, non di stampo politico e nazionale, ma collegato in modo sottile al principale: la conoscenza di Qi Zi. Che non sia un fatto di importanza collettiva, ma di stampo esclusivamente personale ad avere maggiori conseguenze nella vita di Yuan Mengliu, racconta molto del tipo di persona che Sheng Keyi prende a modello per il suo libro: un uomo comune, spinto da un comunissimo interesse (che sia poi l'amore o l'amore per le donne, sta a voi deciderlo).

L'incontro con Qi Zi non stravolge solo la vita del protagonista, che continuerà a peregrinare nel cercarla, ma arriva a sconvolgere l'intera narrazione, frammentandola, scomponendola, dividendola in presente e passato, in ricordi e nuove sensazioni che somigliano quasi a deliranti descrizioni di una realtà distopica non lontana dalla nostra alle soglie del 2020.

L' "Incidente della Pagoda" e Qi Zi tracciano la linea di demarcazione tra passato e futuro: un prima di amore e contestazione, un dopo di speranza nel ritrovare l'amore perduto e nella scoperta della verità. E il presente? Yuan Mengliu occupa il suo presente guardando in queste due direzioni che lo porteranno alla scoperta della Valle dei Cigni, in cui la tacita regola è vivere e decidere in funzione dello Stato. Dayang e la Valle dei Cigni sembrano quindi accomunate da un unico fattore: la felicità alla quale aspirano i loro cittadini è solo un'utopia.

Un personaggio principale che rasenta, alle volte, la sterilità, ma che ben rappresenta l'uomo moderno, poco discorso diretto e una quantità spropositata di descrizioni nelle quali sono le stesse parole a farsi carico di una potenza descrittiva che parla senza rivelare, racconta senza esplicitare.
Che Fuga di morte sia stato pubblicato per la prima volta in lingua inglese è un segnale forte e chiaro di quanto dica (sicuramente prima di tutto per il popolo cinese) molto più di quello che traspare da una prima lettura.
È solo rileggendolo che si ha la conferma di quanto esatte siano determinate sensazioni e determinati richiami.
Attraverso una prosa leggiadra nelle descrizioni dei luoghi, ma graffiante quando tocca la comparte umana della narrazione, Sheng Keyi parla al lettore di una realtà sempre più inquinata dalla menzogna.

Fuga di morte non è un titolo semplice, non è un titolo leggero, non è una lettura veloce, e per quanto possa probabilmente risultare complicato comprendere i vari salti temporali e spaziali in un primo momento, leggerne la parola FINE lascia con una sensazione, o meglio con la voglia di un'immediata rilettura per scoprire quanti e quali messaggi vi ha nascosto la scrittrice al suo interno.








lunedì 25 novembre 2019

[Blog Tour] "Il fiore perduto dallo sciamano di K." di Davide Morosirotto: dalle Ande alla foresta amazzonica per ritrovare la speranza.

Buonasera cari lettori e benvenuti al blog tour de 
"Il fiore perduto dallo sciamano di K." 
di Davide Morosirotto

Direi quindi di proseguire, come sempre, con qualche informazione sul volume e passare poi alla recensione!

Pagine: 448
Prezzo: 17,00€

Trama:

Perù, 1986. Quando Laila viene ricoverata nella clinica neurologica di Lima non passa inosservata: la figlia di un diplomatico finlandese e i suoi capelli biondissimi incuriosiscono i giovani pazienti del reparto Pediatria. Specialmente El Rato, il ragazzino con la lingua più lunga che Laila abbia mai conosciuto. I due si imbattono per caso in uno strano diario, scritto nel 1941 da un certo dottor Clarke, e restano affascinati dal disegno di un raro fiore usato dagli sciamani della tribù di K., che secondo le annotazioni di Clarke ha un grande potere curativo. Proprio in quel momento per Laila arriva la diagnosi: i medici sono finalmente riusciti a dare un nome alla sua malattia, un nome che non lascia speranze. O forse no. C'è ancora una cosa che i due amici possono fare, insieme: ritrovare il Fiore Perduto che, forse, può guarire Laila. E cambiare il destino di entrambi. Inizia così un viaggio lungo e inaspettato che li porterà dalle Ande alla foresta amazzonica, sfidando terroristi, trafficanti di droga e una natura maestosa e terribile.

Recensione:

Come avrete intuito leggendo la trama riportata qui questo volume affronta un tema molto, molto delicato. La malattia della protagonista, Laila, infatti non le lascia intravedere nessuna speranza per il futuro; peggiorerà gradualmente e se arriverà a compiere trent'anni di età potrà dirsi fortunata. Non vi sono cure, se non quelle palliative. Una sentenza che la giovane scopre senza mezzi termini e a cui non può sottrarsi. Forse. 
Perché una nuova ed eccitante scoperta potrebbe ribaltare la situazione: la ricerca condotta del dottor Clarke. Secondo il suo diario, ritrovato durante una delle scorribande dei due protagonisti, esisterebbe un fiore perduto nel cuore della foresta amazzonica, anche detta Inferno Verde, in grado di curare ogni malattia neurologica. Laila, insieme al suo nuovo amico El Rato che grazie alle sue elaborate bugie nasconde non pochi segreti, decide di armarsi di coraggio (e lasciare all'ospedale il buon senso e le paure) per partire alla ricerca del misterioso fiore curativo.

Il personaggio di Laila è semplicemente meraviglioso proprio per questo suo lato determinato; nonostante infatti la giovane si lascia turbare ogni tanto dagli eventi, lotta con tutta se stessa e tutte le sue forze. Un esempio importante che potrebbe ispirare tanti bambini nella sua stessa situazione, non a scappare e a correre enormi pericoli come Laila e El Rato ovviamente, ma a non arrendersi mai alle terribili sfide che la vita a volte ti sottopone. Anche il suo compagno di viaggio, il giovane El Rato, è un personaggio che può trasmettere tanto. Sotto le sue bugie e le sue macchinazioni si nasconde un ragazzo dolce, sensibile e ferito dalla vita a cui cerca in tutti i modi di dare una svolta realizzando il suo grande sogno. C'è un abisso tra i due protagonisti, eppure l'autore è riuscito a crearli in modo che uno compensi perfettamente le mancanze dell'altro. 

"Lei lo apriva al mondo. E lui, il mondo di lei, lo teneva al sicuro"

Davide Morosinotto ha scritto si un volume di 448 pagine, ma queste scivolano via alla velocità della luce. Mi sono ritrovata immersa in quest'avventura coinvolgente, incapace di posare il volume.L'intreccio della storia è ben costruito, intrigante ed emozionante senza mai annoiare o diventare prevedibile. Lo stile coinvolgente e le illustrazioni contenute nel volume hanno fatto breccia nel mio cuore. L'autore è riuscito a trasportarmi in luoghi che mai avrei pensato di conoscere, raccontandomi di altre culture a me lontanissime. Ho percorso insieme a Laila e El Rato il duro e travagliato viaggio dalle Ande alla foresta amazzonica, gioendo e piangendo con loro e non dimenticherò mai questo viaggio. Ringrazio tantissimo la Mondadori per avermi inviato questo piccolo (in realtà grande) tesoro. La storia di questi due ragazzi, troppo piccoli per essere adulti ma allo stesso tempo troppo adulti per essere bambini, mi ha indubbiamente lasciato tanto, molto più di quanto mi aspettassi.

Consiglio vivamente la sua lettura, infatti il mio voto è:

Jane

Recensione: “L'ebbrezza di un istante” di BJ Harvey - Serie Bliss

 Buongiorno meraviglie,
oggi vi parlo di un libro particolare con una trama che si discosta dal classico romance che sono abituata a leggere, ma che ne ha le sembianze.
“L’ebbrezza di un istante” è arrivato poco tempo fa per la Hope Edizioni in Italia ed è il primo della serie Bliss.
Della stessa autrice ho letto "Una possibilità", uscito qualche mese fa sempre per la Hope Edizioni, e anche se mi era piaciuto devo dire che “L’ebbrezza di un istante” lo supera di una spanna!

Andiamo a scoprirlo!





Trama: A Makenna Lewis piacciono gli uomini, ma non gli impegni. Lei vuole soltanto buon sesso, senza legami.
Perciò, quando incontra uno sconosciuto molto sexy, su un treno a tarda notte, verso Chicago, e la sua migliore amica le lancia una sfida, quella dei “tre appuntamenti”, Mac è sicura che per lei, vincere, sarà una passeggiata.
Non ha però fatto i conti con il corpo di Daniel Winters, degno di un supereroe, con la sua capacità di sapere sempre cosa lei pensa e con il suo innato potere di tenere a bada le sfuriate di Makenna, in modo estremamente facile.
Daniel dal canto suo ha una missione: vuole dimostrare di non essere soltanto un uomo che Mac desidera... vuole dimostrare di essere l’unico uomo di cui lei ha bisogno.



Fin dall'inizio si ha una visione chiara di quella che è la vita di Mac, del suo passato e dei suoi trascorsi.

Una sera, tornando a casa, sul treno incontra Daniel. Un perfetto sconosciuto capace di rubarle l'attenzione, non che sia troppo difficile visto che Mac è abituata a bei ragazzi pronti a soddisfarla sotto le lenzuola. Solo nel letto però sono buoni gli uomini, o almeno è ciò che si è ripromessa: mai innamorarsi, farsi coinvolgere emotivamente in una relazione è assolutamente vietato e troppo pericolo.
Per fortuna c'è Kate, la sua migliore amica, che le lancia una sfida: 3 appuntamenti con Daniel prima di andarci a letto insieme.



Il modo in cui Daniel entra nella vita di Mac è perfetto. È la quinta essenza del romance, è sconvolgente e per quanto civettuolo, è molto sentimentale.
Personalmente mi è piaciuto come l'autrice abbia raccontato e affrontato il tema degli "amici di letto" di Mac, la loro storia insieme a lei, rendendo perfettamente chiaro il trasporto fisico che lei ha con loro, ma non quello emotivo che invece poi troviamo con Daniel.
Infatti, fin da subito a Mac verranno le paranoie perché capisce che con Daniel tutto è molto più trascinante e sentimentale rispetto al suo solito. Le fa paura e la terrorizza ricadere in un amore.

Il libro ha un'ottima struttura proprio perché riesce a equilibrare la storia al presente e ha raccontare gli incontri passati, è una caratteristica che ho trovato diversa e con cui sono entrata subito in sintonia.

"L'ebbrezza di un istante" è un libro speciale. Bisogna sapersi calare ed immedesimare nella protagonista che ha un passato burrascoso e un presente in cui non si lascia abbindolare dai sentimenti. Quello che posso consigliare è di entrare in questo libro lasciando fuori i giudizi e tutti i "io non lo farei mai o avrei fatto così" perché sicuramente in più di un'occasione Mac meriterebbe una testata, ma Daniel è speciale e merita ogni attimo insieme a lei.


È un romanzo scritto molto bene, eppure non sono riuscita a dargli il pieno di voti. Come mai? Non lo so.
Mi era già capitato con BJ Harvey con "Una Possibilità", c'è un qualcosa nelle sue storie che mi blocca. Un retrogusto amaro, in questa, per una protagonista diversa e difficile da comprendere che per quanto l'ho amata non è riuscita a sfondare tutte le mie porte.

È stata una lettura ipnotica. Una di quelle da cui non sono riuscita a staccarmi. Mi ha trascinata, fatta sentire viva e dentro alla storia.
I dialoghi sono semplici e ben strutturati, riescono ad arrivare in fretta alla lettrice. Le scene erotiche non ne parliamo: sono tante e molto hot!



Il mio voto:





venerdì 22 novembre 2019

[Review Tour] Recensione: Le disavventure di Amos Barton di George Eliot


Hello readers! L'evento al quale dedichiamo questo pomeriggio, caso ha voluto, cade proprio nel giorno del compleanno di una delle scrittrici più amate dalla sottoscritta.
George Eliot nasce appunto il 22 novembre del 1819 ad Arbury, Inghilterra, e quale miglior modo di augurarle Happy Birthday for ever se non con la recensione della prima di tre short stories, che videro la scrittrice sotto mentite spoglie, fare il suo ingresso sulla scena letteraria vittoriana:

LE DISAVVENTURE DI AMOS BARTON
da Scene di vita clericale


TITOLO ORIGINALE: 
The Sad Fortunes of the Reverend Amos Barton
AUTORE: George Eliot
SERIE: Scene di vita clericale #1

CASA EDITRICE: Fazi Editore
GENERE: Classico
DATA D’USCITA: 21 Novembre 2019

Trama: 

Amos Barton è il nuovo parroco della chiesa di Shepperton, una cittadina della provincia inglese. Il reverendo è un uomo mite che cerca in ogni modo di far rispettare i dettami della Chiesa anglicana ai membri della sua comunità, ma il suo carisma inesistente, unito a una certa goffaggine, fa sì che non sia molto amato dai suoi concittadini. Inoltre la parrocchia di cui si occupa non è sufficiente al mantenimento della sua famiglia, che può tirare avanti solo grazie al caritatevole prodigarsi di qualche parrocchiano e all’instancabile Milly, la moglie del curato, che ha totalmente immolato la sua vita al bene del marito e dei sei figli. La situazione si complica ulteriormente quando la contessa Caroline Czerlaski si installa a casa Barton, portando con sé mille pretese e neppure un centesimo, suscitando disappunto in Milly e una morbosa curiosità in tutta la comunità di Shepperton. L’intera vita di Amos Barton trascorre fra continue cadute e momentanee risalite, fino all’arrivo della notizia peggiore di tutte, che lo farà precipitare nello sconforto, ma vedrà finalmente i parrocchiani stringersi intorno a lui, nonostante incarni «la quintessenza concentrata della mediocrità».


Primo dei tre romanzi brevi che compongono Scene di vita clericale, raccolta che ha fatto da modello alla letteratura realista inglese, Le disavventure di Amos Barton è una vivida raffigurazione della vita rurale inglese del Novecento, che racconta gli effetti della riforma religiosa attraverso lo sguardo ingenuo di un reverendo di provincia. Opera prima di una delle più importanti scrittrici britanniche, alla sua uscita ebbe un grande successo, generando l’interesse per l’identità dell’autore e portando così allo scoperto la scrittrice Mary Anne Evans.

Quando si ci trova a dover recensire un'autrice altisonante come George Eliot, la prima cosa che viene da pensare, è il non esserne all'altezza. La stessa Eliot - o, per meglio dire, Evans - ne avrebbe riso: una delle scrittrici più brillanti dell'età vittoriana, recensita da una studentessa di Lingue e Letterature straniere. Ne avrebbe riso di gusto.
"RECENSIONE" suona altisonante e poco appropriato per un blog che parla spesso e volentieri di letteratura contemporanea, ma prima che blogger siamo lettrici e non è forse un nostro diritto chiacchierare di letture piacevoli appena terminate?
...spostandola su questo piano, le cose iniziano a quadrare.

Grazie alla casa editrice Fazi Editore e a questo Review Tour, ho avuto la possibilità di sfogliare in anteprima Le disavventure di Amos Barton, un centinaio di pagine arrivate direttamente dalla fine dell'Ottocento inglese che non ho potuto fare a meno di mettere nella mia lista delle riletture, una lista nata tra i banchi di Letteratura inglese I. 
Mi piacerebbe non dover stare qui a pensare al numero minimo di caratteri, spazi esclusi, da raggiungere per l'ottimizzazione efficace di questa recensione, preferirei mostrarvi questo racconto breve per immagini e mappe concettuali, proprio come ai tempi di Letteratura I, così da non cadere preda del mio solito difetto e parlarvi, parlarvi, parlarvi... o meglio, scrivervi, scrivervi, scrivervi.
Mi tocca quindi fare prima ordine e, quantomeno, farvi entrare in Le disavventure di Amos Barton pian piano, in fondo si tratta di un centinaio di pagine... che dite? Ci proviamo?

Alzi la mano chi conosce Middlemarch, non sto parlando solo del romanzo, anche voi che avete visto la serie televisiva potete farvi avanti!


Sapevo che c'eravate! L'epoca vittoriana riesce a fare sempre breccia nei cuori dei più romantici... o degli appassionati del pettegolezzo!
Benché questo grande capolavoro arriverà solo dopo l'oggetto della nostra recensione, se conoscete Middlemarch, avete avuto un primo - importante - approccio con George Eliot. Scrittrice. Donna. E con la campagna inglese tra la metà dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.
La voce della Eliot la conoscete, ma pensate a chi per la prima volta poté ascoltarla aprendo Scene di vita clericale, cosa si ritrovò di fronte?

In Le disavventure di Amos Barton, Mary Anne Evans torna a celare la propria identità - dopo averlo fatto firmandosi George Eliot - diventando il narratone onnisciente e di sesso maschile che ha il compito di condurre il lettore nella parrocchia di Shepperton. Cos'ha questo paesino in più o in meno dei tanti altri disseminati nell'umida campagna inglese? Nulla.
È qui che dovete prendere la prima nota: George Eliot descrive scene di vita quotidiane popolate da protagonisti assolutamente normali e nei quali ogni lettore può riconoscere il proprio vicino, o addirittura se stesso.
Shepperton ha il suo medico, la sua famiglia appartenente alla nobiltà di campagna, i suoi poveri e la sua parrocchia dove confessare peccati comuni commessi da gente comune. Non stupisce quindi che anche il curato di Shepperton, sia una persona semplice. Amos Barton ha studiato all'università, ma la sua parlata è quasi volgare, i suoi modi sono grezzi - eredità di una famiglia di artigiani - e le sue tasche, con una moglie e sei figli a carichi, non sono mai piene all'altezza di quei signorotti di buona che diventano ministri di Dio più per amministrare congreghe, che anime.
Gli abitanti di Shepperton non sono della stessa opinione dei lettori di Scene di vita clericale, i modi e le azioni del loro curato vengono costantemente messi sotto la lente di ingrandimento, paragonati  e giudicati, ma mai con parole buone (se non da pochi). 
Amos Barton non è un buon ministro di Dio? Non ha cura dei propri parrocchiani? No, al contrario. Ma ciò che il narratore mostra ai propri lettori, è il profondo difetto dell'indole umana di dover sempre e comunque osservare il prossimo con un'oggettività così estrema da rasentare la crudeltà.

George Eliot si introduce nella vita di campagna inglese, stendendovi sopra - sotto forma di inchiostro - un velo di affilata ironia che, se ad una prima lettura può sembrare impalpabile, rendendo Le disavventure di Amos Barton un semplice racconto breve vittoriano, ad una rilettura più attenta (o ad un lettore più attento) rivela una società schiava delle apparenze. 
Sotto le spoglie del narratore, la scrittrice sembra quasi prendersi gioco di uomini e donne che, non coscienti di essere a loro volta sotto la lente d'ingrandimento sono spogliati dalle vesti di buon anglicani e miti lavoratori, mostrando gli effetti di ignoranza e bigottismo sulla condizione umana.


 





Ma...

se pensavate che vi lasciassi andar vis così, con più dubbi che risposte, dopo aver parlato di George Eliot, vi sbagliavate di grosso!

Questa tappa del Review Tour non è ancora giunta al termine!
Concludo col parlarvi di
SCENE DI VITA CLERICALE

Nel 1857 il Blackwood's Magazine pubblica tre short stories:
  • "The Sad Fortunes of the Reverend Amos Barton"
  • "Mr. Gilfil's Love Story"
  • "Janet's Repentance"
lo scrittore ha voluto mantenere l'anonimato, ma lo stesso editore Blackwood ne subodora la potenza della critica celata tra le righe delle tre short stories, che sembrano non avere altra pretesa all'infuori del descrivere la vita che ruota attorno a tre curati di campagna.
Nel gennaio del 1958, la Blackwood and sons pubblica quindi, i due volumi, Scenes of Clerical life, dalla promettente penna dello sconosciuto George Eliot.

Amos BartonMaynard Gilfil e Mr. Tryan fanno conoscere al pubblico inglese la fantomatica Milby, nel cuore della campagna inglese.
Di Amos Barton vi ho già parlato in abbondanza, ma cosa succede negli altri due racconti?
In Mr. Gilfil Love Story, il lettore fa la conoscenza di un altro vicario di Shepperton, questa volta non nel mirino del narratore. Gran parte della storia racconta infatti della giovinezza di Gilfil, dei primi anni da cappellano di Cheverel Manor e della sua infatuazione per Caterina Sarti, un'orfana italiana presa sotto la benestante protezione di Sir Christopher e Lady Cheverel.
Solo Janet's Repetance, ultimo racconto della trilogia, è ambientato nella piccola Milby, teatro dello scontro tra vecchio e nuovo, tra l'avvocato Robert Dempster che caldeggia il ritorno di Mr Crewe, e il nuovo curato evangelista, Mr. Tryant
Se state pensando ad una noiosa short story zeppa di dibattito religioso, probabilmente non avete prestato attenzione al titolo. 

Sperando di aver almeno destato un po' della vostra curiosità su una scrittrici più brillanti della storia della letteratura inglese, questa volta vi faccio davvero ritornare alle vostre letture readers!









Recensione: “Amami fino alla fine” di Bella Jewel - [Review Party]

Buongiorno meraviglie,
siete pronte ad immergervi in una storia che si prenderà un pezzettino del vostro cuore?
Su “Amami fino alla fine” di Bella Jewel, dovrebbe esserci attaccata sopra l’etichetta: ATTENZIONE. PUò CREARE DIPENDENZA. Ebbene sì, perché è ciò che succederà quando conoscerete Marcus Tandem.

Ringrazio la Newton Compton Editore per la copia e, soprattutto, per il desiderio che ha scatenato in me per avere il secondo e conclusivo volume di questa dilogia.




Trama: Dicono che ci sia un confine molto sottile tra odio e amore. Come quello che mi separa da mio marito. Ho sposato un bastardo. Quando mi sono innamorata perdutamente di lui, non avevo idea di che razza di uomo fosse. E come un'ingenua gli ho regalato il mio cuore. Ma per Marcus Tandem, il famoso multimilionario, ero solo l'ennesima pedina di uno dei suoi piani. Aveva bisogno di sposarsi al più presto per compiacere la sua famiglia e ottenere finalmente il controllo dell'impero finanziario. Così, una volta raggiunto il suo scopo, sono diventata inutile ai suoi occhi. Tutte le mie illusioni si sono infrante e adesso desidero solo fargliela pagare. Marcus Tandem avrà quello che si merita.





"Amami fino alla fine" è la storia di un amore che ti consuma. Quell'amore sconvolgente, dove non ci si riesce ad appigliare a nulla.
Quello che ti spinge fino al baratro e ti trascina giù. Ti convince che è la scelta migliore, eppure tu lo sai. Lo sai che è sbagliato, ma non riesci a correre via. È così intenso che ti aggrappi con le unghie che stridono a dei momenti, seppur fugaci, significativi, a quelle emozioni strazianti e sconvolgenti.




La narrazione appare fin da subito alternata tra passato e presente, dalla trama si evince che i protagonisti sono sposati e a capitoli alterni riusciremo a capire come siano arrivati a sposarsi. Come Katia si sia innamorata di quello che doveva essere un uomo da una notte e basta e di come lui abbia sfruttato la situazione per i suoi affari.

Katia, la protagonista, è frizzante e allegra seppur la vita l'ha messa a dura prova.
Marcus è l'esatto opposto. Tenebroso, cupo, schietto e burbero.



Lo amo in modo profondo e sbagliato. Lo so perché, per quanto il mio cuore mi gridi che è sbagliato, non riesco a stare lontana da lui.

Si trovano in un matrimonio da cui Katia vorrebbe scappare e Marcus dimenticare.
Hanno un rapporto prettamente fisico, poco basato sulle emozioni, soprattutto da parte di Marcus.

Mi spiace che la trama riveli molto, perché mi sarebbe piaciuto scoprire le cose per gradi, ma molte anticipazioni si hanno proprio dalla sinossi. Ma capisco anche che essendo una dilogia, l'autrice abbia voluto lasciare a questo volume la fermentazione necessaria per far sbocciare una storia incredibile. Non si corre, non ci si innamora in un lampo in "Amami fino alla fine". Qui, si leggono emozioni dosate alla perfezione, una struttura costruita sapientemente che permette al lettore di entrare in sintonia con i personaggi prima di dare loro il lieto fine che si meritano nel prossimo libro.

Questa lettura è stata altalenante, da una parte sentivo il coinvolgimento e il trasporto che emanava, dall'altra mi ha fatto storcere il naso per le numerose scene erotiche. Per carità, scritte molto bene e anche quelle coinvolgenti, ma fin da subito mi sono ritrovata letteralmente a letto con Marcus.

Non è, sicuramente, la classica storia d'amore a cui sono abituata. Ha avuto dei piacevoli risvolti interessanti che mi hanno sorpresa perché non me li aspettavo.
Sicuramente è un libro fuori dagli stereotipi ed è inutile dire che aspetto il secondo con ansia. Spero di leggerlo presto, perché seppur all'inizio non mi stava convincendo, durante la lettura mi ha totalmente conquistata, soprattutto da metà in poi.



Il mio voto:

Lo avete già letto?