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lunedì 18 maggio 2020

Review Party: Hunger Games "il Canto della Rivolta" di Suzanne Collins, ultimo appuntamento con questa favolosa serie!

Buongiorno appassionati lettori!

Eccoci con l'ultimo appuntamento dedicato alla trilogia di Hunger Games! Oggi tocca a "Il Canto della Rivolta" , ma non dovremo aspettare molto per saperne di più di Snow, domani infatti uscirà il nuovo libro e prequel! Io non sto più nella pelle!!!


Titolo: Il canto della rivolta 
Autore: Suzanne Collins 
Casa Editrice: Mondadori 
Anno: 2012 
Pagine: 421 
Prezzo: 13,00€ 

Trama

Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all'Arena degli Hunger Games. Due volte. Ora vive in una bella casa, nel Distretto 12, con sua madre e la sorella Prim. E sta per sposarsi. Sarà una cerimonia bellissima, e Katniss indosserà un abito meraviglioso. Sembra un sogno... Invece è un incubo. Katniss è in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. Tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l'Arena sembrerà una passeggiata. 


(Lothìriel) Ho finito di leggere l’ultimo capitolo della saga di Hunger Games un paio di giorni fa, ma ho atteso un attimo prima di cimentarmi in questa sorta di recensione. 

(Luna) Davvero non avevi mai letto l'ultimo libro della serie? 

(Lothìriel)  Devo ammettere che arrivata alla fine del secondo libro, La ragazza di fuoco, non sono riuscita a trattenermi dal prendere in mano Il canto della rivolta, e ho divorato anche queste pagine, seppure alcune le abbia decisamente lette velocemente, senza riuscire forse ad assaporarle, ma perché in alcuni punti non riusciva a prendermi. 

(Luna) In effetti questo libro è molto più tosto degli altri due e fila meno spedito. Forse perché ha molte più cose da raccontare incentrate in poche pagine. 


(Lothìriel) Alla fine del secondo libro eravamo rimasti con Katniss che veniva presa da un Hovercraft e portata via dall’Arena degli Hunger Games, ora la ritroviamo nel distretto 13, centro della ribellione nei confronti di Capitol City e rifugio per gli abitanti del Distretto 12 che sono sopravvissuti al bombardamento. Un luogo in cui lei vive con difficoltà, sentendosi quasi prigioniera di una realtà in cui tutto è organizzato e premeditato, lontano dalla luce del sole e dai boschi in cui era solita cacciare e dove ritrovava se stessa. E’ da qui che la rivolta ha avuto inizio ed è da qui che parte tutta la storia di questo terzo capitolo, l'elezione di Katniss a Ghiandaia Imitatrice, volto della rivolta, speranza e forza per gli altri distretti. Da qui lei parte per andare a visitare gli altri distretti, da qui la Presidente Coin e Plutarch coordinano gli attacchi telematici a Capitol City, in cui di nuovo la giovane vincitrice si ritrova a impersonare un ruolo che altri le hanno assegnato. Separata da Peeta, catturato dalle forze della capitale alla fine dei Settantacinquesimi Hunger Games, sottoposto a torture e obbligato a recitare una nuova parte negli spezzoni che Capitol City propone sulla rete televisiva, manipolato in modo che potesse diventare un'arma contro Katniss stessa. 

Un nuovo capitolo che vede i due protagonisti drasticamente cambiati rispetto agli episodi precedenti. 

(Luna) Credo che davanti a tanta sofferenza, a tanto odio anche il più buono muta e cresce. 


(Lothìriel)  Troviamo subito una Katniss nuova, stremata dalla crudeltà degli Hunger Games a cui ha partecipato, impaurita dalle minacce che ha subito e che coinvolgono le persone a cui tiene di più e per cui darebbe la vita. Spaesata dalla sensazione che nulla sia realmente come sembra, che non si possa mai fidare fino in fondo delle persone che la circondano. Senza vitalità nell'assumere il ruolo di Ghiandaia Imitatrice, di simbolo della rivolta, mossa più dall'esigenza che altri le manifestano che da una volontà sua, ferma nella sua unica volontà di uccidere Snow per salvare la propria famiglia. Una ragazza che si è spenta dentro di fronte ai ripetuti orrori che ha dovuto osservare, dai due Hunger Games ai quali ha partecipato, alla morte di Cinna e infine a quella della sorella, vittima dell'indifferenza umana di chi guida i ribelli. 

Troviamo anche un nuovo Peeta che lotta contro i ricordi che Capitol City hanno creato in lui per confonderlo e manipolarlo, cercando man mano di ritrovare quelli veri, di cancellare l'odio che quelli finti gli provocano nei confronti di Katniss. 


Di nuovo insieme torneranno a Capitol City per partecipare alla rivolta e per seguire la vendetta di Katniss, la sua volontà di porre fine alla vita del Presidente Snow. Sono queste le parti più avvincenti del romanzo, per quanto forse pecchino di originalità, richiamando tutti gli elementi già conosciuti nei libri precedenti: una città disseminata di trappole e pericoli, in cui basta anche solo un passo falso per attivarle e rischiare di morire, dove i protagonisti si muovono insieme alla loro squadra, come se fosse una sorta di nuova alleanza. 

(Luna) Alla fine la città viene trasformata in una grande Arena, i cittadini scappano e cercano di rifugiarsi. Ogni atto commesso ha una conseguenza sempre più disastrosa, e numerose morti riempiono i cuori dei nostri appassionati protagonisti. 

(Lothìriel) Una storia che non si conclude con un classico lieto fine, nonostante il finale che vede Katniss e Peeta, ormai adulti, a condividere la vita insieme, di nuovo al Distretto 12, uniti in una nuova famiglia e con nuove vite. Rimane nell'aria ciò che hanno provocato in loro tutte le atrocità e il dolore che hanno vissuto, dalla perdita della famiglia alle torture decise da Snow per Peeta, dalla perdita della sorella (soprattutto) per Katniss. E si ritrovano insieme, a cercare di ritornare alla vita, di sopravvivere, per ciò che insieme hanno vissuto:


Che quello di cui ho bisogno per sopravvivere non è il fuoco di Gale, acceso di odio e di rabbia. Ho abbastanza fuoco di mio. Quello di cui ho bisogno è il dente di leone che fiorisce a primavera. Il giallo brillante che significa rinascita anziché distruzione. La promessa di una vita che continua, per quanto gravi siano le perdite che abbiamo subito. Di una vita che può essere ancora bella. E solo Peeta è in grado di darmi questo. 


Un libro che ho letto tutto d'un fiato spinta più dalla volontà di arrivare alla fine di questa trilogia e scoprirne il finale, scoprire chi sarebbe sopravvissuto, più che da una reale passione per quest'ultimo capitolo. Una lettura che si è rilevata nel complesso piacevole, all'inizio forse un po' noiosa, ma che poi si è accesa man mano che ci si avvicinava alla fine.

(Luna) Come dici tu alla fine si tratta di un falso lieto fine, lei non sceglie l'amore ma sceglie quello che è più giusto per lei. Gale avrà la sfortuna di avere una colpa che mai lei riuscirà a perdonargli, per quanto lui non lo abbia fatto apposta, questo libro ci racconta come ogni azione in qualche modo torna indietro e non sempre è ciò che desideriamo. Sembra un libro carico di amore, ma per coloro che hanno un occhio attento è tutto forche questo. In realtà i veri protagonisti sono l'odio e la rabbia, gli Hunger Games stessi sono stati creati su questa base. Rileggendolo dopo molti anni si riesce a trovare quel qualcosa di più della bella storia, ma proprio per questi temi così profondi non posso fare altro che consigliarvelo, perché nessuna serie che io conosco è così triste ma allo stesso tempo forte! 



Il mio voto (Luna) :


Il mio voto (Lothìriel) :


Siete pronti per immergervi nel nuovo libro in uscita domani?? 


Allora non perdetevi l'appuntamento con il Review Party!!








venerdì 20 dicembre 2019

Tour della Vittoria - Distretto 11 - La moda di Capitol City

Buongiorno miei lettori,


Gli Hunger Games Letterari sono finiti, ha vinto Jay Kristoff del Distretto 10. Se ve li foste persi potete passare sul nostro Facebook o Instagram dove vi abbiamo tenuto compagnia con la telecronaca continua degli eventi che si sono susseguiti. 
Un evento social sorto in occasione del decimo anniversario della serie nata dalla penna di Suzanne Collins e che ha trasportato il brio degli Hunger Games nel mondo dei libri. I tributi sono stati scelti tra 240 autori divisi per genere e distretto, 25 autori che alla fine si sono sfidati e presentati al voto degli sponsor e dei lettori


Distretto 11

Dedito all'Agricoltura, il distretto a cui eravamo assegnate è uno dei più poveri di tutta Panem. I suoi territori sono ricoperti di campi e frutteti, i cui raccolti, in realtà, erano per lo più destinati a Capitol City. La maggior parte della giornata veniva trascorsa nei campi, soprattutto durante il periodo del raccolto.

I suoi tributi non sono tra i più fortunati della storia: spesso arrivavano agli Hunger Games senza una preparazione per il combattimento, ma erano abili a riconoscere le piante commestibili. Tra essi non possiamo non ricordare la piccola Rue: tanto dolce quanto vispa, la sua bravura era quella di spostarsi tra gli alberi velocemente, senza farsi vedere dagli altri. Quando incontra Katniss fa presto amicizia con lei e le due si alleano durante gli Hunger Games.

Tutto quello che è bello riporta la mia mente a lei.
La vedo nei fiori gialli che crescono nel prato vicino a casa mia 
e la vedo nelle ghiandaie imitatrici che cantano sugli alberi (Katniss)


La moda di Capitol City
Non si può certo dire che Capitol City non sia attento a ciò che appare! 
I vestiti che caratterizzano gli abitanti sono eccentrici, le acconciature colorate. Il pensiero del mattino sembra essere: devo distinguermi dagli altri, devo farmi riconoscere e brillare!


All'interno degli stessi Hunger Games la moda aveva un ruolo non da poco: ogni Distretto aveva un suo stilista, il cui operato poteva anche determinare la vita o la morte dei tributi. Pensiamo al solo sistema degli sponsor: più un tributo attirava l'attenzione e l'interesse di chi osservava lo spettacolo, più poteva avere aiuti, sostegni, regali. Cinna, lo stilista assegnato al Distretto 12, lo sa bene e crea sempre degli abiti a dir poco spettacolari per Katniss e Peeta.


Il loro primo ingresso in scena è fiammeggiante e non è passato inosservato! E in ogni evento importante ogni abito preparato per loro aveva sempre un preciso scopo: affascinare il pubblico che osserva e sconvolgerlo.


La trasformazione da magica sposa a ribelle Mockingjay credo sia il capolavoro per eccellenza di Cinna. Ma non possiamo dimenticarci nemmeno l'abito che volteggiando prendeva fuoco sulla gonna!

Quest'attenzione ai dettagli e alla moda non si incontra solo negli abiti che vengono indossati dai tributi. Un'altra icona di stile di questa serie è senza dubbio Effie Trinket: non esiste momento in cui lei non cerca di distinguersi dagli altri, portando sempre un tocco di colore e di allegria anche nelle situazioni più impensabili.


Persino quando si ritrova all'interno del Distretto 13, senza tutta la varietà di abiti a cui era abituata, non rinuncia a rendersi particolare, così come la sua personalità le chiede.



Cosa ne pensate della moda di Capitol City?
La vorreste sperimentare nella vostra vita oppure è troppo eccentrica?
Fateci sapere la vostra opinione qui sotto nei commenti!!



Mi raccomando, non perdetevi le altre tappe del tour, passate e future, per lasciarvi trasportare nuovamente nel fantastico mondo degli Hunger Games!