Hello readers! Oggi, approfittando della pausa pranzo, vi farò conoscere una scrittrice esordiente che, dopo aver avuto la possibilità di leggere in anteprima, non potevo non consigliarvi!
Come sempre da un po' di tempo a questa parte, mi tocca ringraziare il super gruppo di blogger folli e scatenate che è diventato una seconda famiglia virtuale con la quale celebrare nuove uscite e scambiare recensioni. E ovviamente, la casa editrice HarperCollins Italia che ci ha fornito la copia digitale.
Titolo: Il paese delle porte di mattone
Autrice: Giulia Morgani
Casa editrice: HarperCollins Italia
Genere: Narrativa
Data di pubblicazione: 19 marzo 2020
N° pagine: 352
Prezzo: cartaceo €18,00 - digitale €8,99
Trama:
Giacomo Marotta è un giovane ferroviere. La guerra è finita da poco e lui ha appena ricevuto un nuovo incarico: sarà il capostazione di Centunoscale Scalo, un paese di un centinaio di abitanti, un luogo che Giacomo immagina come un’oasi di pace e serenità. È l’inizio di una nuova vita e di un futuro che si prospetta luminoso. Ma l’accoglienza che riceve non è quella che si aspetta: non è ancora sceso dal treno che lo porta a destinazione quando una donna gli dice, con uno sguardo ostile e ferino, che non è il benvenuto lì, che a Centunoscale se la possono cavare da soli. Questo è solo il primo di una serie di incontri inquietanti. Incontri che portano con sé mille domande e interrogativi, mettendo a dura prova l’entusiasmo del giovane capostazione. Chi sono davvero i suoi padroni di casa? E chi è il bambino, i capelli grigi come cenere, che vaga per le strade di Centunoscale? E perché quelle case diroccate, quei muri angoscianti di mattone? Cosa nascondono i paesani? Quale terribile segreto si cela dietro ai silenzi e alle stranezze di Centunoscale Scalo?
Giulia Morgani, al suo esordio letterario, riesce, con l’abilità che può derivare solo dal talento, a incantare chi legge con le atmosfere gotiche e inquietanti di Centunoscale Scalo, paese immaginario ma che è naturale dipingersi mentalmente nell’entroterra dell’Italia centromeridionale. Il paese dalle porte di mattone segna il debutto di una nuova grande autrice, una voce unica e inconfondibile per intensità narrativa e per la capacità di evocare mondi al tempo stesso vicini e lontani.
Centunoscale Scalo è un paese immaginario che ben rappresenta l'atmosfera dei piccoli paesi dell'entroterra del centro-meridione usciti a fatica dalla guerra. Centunoscale non esiste, ma ben permette al lettore metropolitano di calarsi attraverso gli occhi del giovane Giacono Marotta in quella che spesso si tramuta in una realtà ostile quando chi vi penetra viene considerato "forestiero".
Questa è stata la prima parola con cui ho etichettato il protagonista di questa storia, in modo spontaneo, automatico, retaggio di un'infanzia trascorsa in un piccolo paese del sud Italia. Una sorta di barriera linguistica che divide l'abituale dallo sconosciuto, il vecchio dal nuovo.
Quando Giacomo Marotta scende alla stazione di Centunoscale Scalo, ad attenderlo trova un paesaggio ostile come i suoi nuovi compaesani. Volti sconosciuti lo scrutano, minacciano la sua presenza con l'azione della non-parola, si barricano dietro un muro sociale che nella realtà esiste davvero e all plurale. Come a dover penetrare a forza in questa realtà, il ragazzo scopre di dover picconare l'accesso alla stazione, sbarrato da un muro di mattoni come altri in paese.
Il giovane ferroviere non si lascia scoraggiare, né dalla nebbia che sembra avvolgere Centunoscale in modo perenne, né dai suoi abitanti che lì proprio non lo vogliono - tranne che per Roberto, l'unico ragazzino apparentemente rimasto in paese. Giacomo appartiene ad una nuova generazione, quella che è sopravvissuta alla guerra e che ora ha soltanto voglia di andare avanti, lavorare sodo e vivere quella vita che a molti altri è stata preclusa.
Nell'intento di scoprire cosa si celi davvero dietro i volti e le porte sbarrate di Centunoscale scalo, tra l'arrivo di un treno e la partenza di un altro sempre vuoti, il ragazzo lascia che il paese operi su di lui una trasformazione, rendendolo curioso e scaltro, e non più ingenuo come all'arrivo.
Ad intervallare la narrazione in terza persona, gli stessi personaggi cupi di Centunoscale, svelano man mano le loro storie e la storia corale del paese, lasciando che il lettore scopra - ancora prima del protagonista - cosa si cela dietro le porte sbarrate da mattoni.
L'esordio letterario di Giulia Morgani si traduce in un romanzo struggente, in una storia che si fa carico di un messaggio di speranza da cercare oltre il grigiore delle atmosfere gotiche da dopoguerra.
Il paese delle porte di mattoni è un romanzo impossibile da metter giù se non arrivati all'ultima pagina, in grado di catturare l'attenzione del lettore, di tenerlo col fiato sospeso, di trasportarlo in una lettura onirica difficile da dimenticare.
Il mio giudizio complessivo?
Al prossimo evento!
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