Bentrovati lettori,
Oggi vi parlo di un libro che ho appena concluso, si tratta infatti del terzo ed ultimo capitolo della Welcome Series, "Love forever" nata dalla penna di quella pazza scatenata di Jay Crownover ed edito dalla Newton Compton.
Questa volta si parla del Detective Titus King, quindi siamo dall'altra parte della giustizia, nel commissariato di polizia di The Point, questo posto fatiscente, con uno scenario suggestivo, il marcio su ogni strada e in ogni persona che lo vive.
Titus è diverso. Quei suoi brillanti occhi di un assurdo blu si illuminano al punto da sembrare quasi argentei, mentre parla con Reeve. Questo basta o no?
Titus è un poliziotto, e non un classico poliziotto, ma un detective di The Point, il peggior quartiere, confinato nel degrado, dove la guerra c'è tra tutti gli abitati, nessuno è in pace ed al sicuro, tutti sono in pericolo, ma Titus crede che ci siano degli innocenti, ed è per loro che cerca di ripulire le strade di The Point, crede ancora nelle persone, per questo, quando Reeve si presenta da lui e gli lascia un telefonino, lui sa che deve scendere ad un compromesso e crederle, o almeno provarci, perchè se vuole andare avanti nella sua battaglia ed a fondo di quella storia ha bisogno di lei.
Reeve è tutto ciò che Titus non è. Senza dubbio è la protagonista più "bad" della Welcome series (ma anche delle altre serie della Crownover), dopo l'intrepida Dovie e la dolce Brysen, lei fa parte dell'altra schierata, quella dei cattivi. Infatti, è stata lei stessa a consegnare nelle mani di Novak, Dovie per farla rapire mentre si fingeva sua amica. Tutte l'abbiamo odiata, ma adesso, che abbiamo la possibilità di sapere la sua versione, secondo voi, potremmo non capirla ed apprezzarla vista la sua redenzione?
Amo la loro irruenza, il loro non tirarsi mai indietro, di accettare qualsiasi sfida, reciproca o esterna a loro, il sotterrare la paura e farne una forza,mostrando agli altri la loro determinazione e forza, sia Reeve che Titus sono fatti così, si sfidano pur di dimostrarsi che fanno sul serio.
Titus l'ha desiderata da quando, in lacrime, gli aveva raccontato nel ruolo che aveva giocato nel rapimento di Dovie, l'ha desiderata quando i federali l'hanno portata via e aveva pensato che non l'avrebbe mai più rivista. E sì, continua a desiderarla anche in qual momento, nel mezzo di quella pagliacciata in cui erano intessute vita e morte, mentre per un accordo taciuto, intenzionalmente, e intriso di marchingegni si ritrovavano nello stesso loft a vivere, facendo finta di frequentarsi pur di attirare Roarke per tendergli una trappola.
Dopo aver appurato che Reeve è bella, astuta e smaliziata, si conosce la sua storia personale, quindi non solo i fatti accaduti nei precedenti libri, ovviamente, ma quella Reeve più profonda che mantiene una facciata da dura mentre dentro si sente tremare, che pur di liberarsi e di riscattare la vita della sorella è pronta ad uccidere, anche se dentro muore e la sua unica voglia di restare viva gliela trasmette quel gran pezzo di gnocco di Titus che fa di tutto per ignorarla e concentrarsi sul suo lavoro, pur preoccupandosi per la sua incolumità.
Reeve non si limitava a tentare la bestia che dimorava dentro Titus, lei istigava il bastardo con un bastone e pretendeva che uscisse a giocare con lei.
Titus non sapeva come prendere questi sviluppi, dentro erano uguali, ma fuori, Titus doveva essere quello responsabile, che si occupava di tutto, non era abituato ad avere una persona che gli chiedesse come stava, che volesse prendersi cura di lui.
Se mi seguite sapete che amo la Crownover, dalla Tattoo Series è diventata per me un punto focale nell'editoria romance, e con questa serie, con sfumature dark, in cui fa morire le persone senza darti il tempo di affezionarti o i capirli io l'ho amata ancora di più. Lo stile di scrittura, che anche prima risultava piacevole, adesso è perfetto, riesce in un concentrato di circa 300 pagine farti scoprire una città, i personaggi, le emozioni e tutto ciò che ne viene da un libro ben scritto.
Si vede molto la maturazione nella scrittura, nelle scene di sesso piccante, ma anche in quelle romantiche, nell'essere dolce mentre ti racconta che stanno seviziando un uomo o per stuprare una donna, ti lascia il magone allo stomaco e riesce a risollevarlo magistralmente dandoti la carica, la forza e la voglia di continuare a scoprire cosa accade. Questo romanzo non volevo finirlo per quanto mi piaceva, addirittura mi sono augurata che lasciasse con il finale sospeso per averne ancora. Sono felice di come abbia concluso, e sapendo che a marzo arriverà la "The breaking point series" posso solo sperare che mi piaccia quanto questa, ma sapendo che parlerà di Honor sono certa che sarà così, perchè è un personaggio che abbiamo incontrato in tutti e tre i libri della serie, ed in cui ci ha svelato un pezzettino di sè.
L'unica nota negativa di questo romanzo (se proprio ce la dobbiamo trovare)?
L'assenza di un epilogo. ODIO profondo a chi non scrive un epilogo con i fiocchi! A parte gli scherzi, credo che sia stato il modo di Jay Crownover per lanciarci nella finestra di Honor, anche se non l'ho apprezzato a pieno.
Il mio voto:
Titus è diverso. Quei suoi brillanti occhi di un assurdo blu si illuminano al punto da sembrare quasi argentei, mentre parla con Reeve. Questo basta o no?
Titus è un poliziotto, e non un classico poliziotto, ma un detective di The Point, il peggior quartiere, confinato nel degrado, dove la guerra c'è tra tutti gli abitati, nessuno è in pace ed al sicuro, tutti sono in pericolo, ma Titus crede che ci siano degli innocenti, ed è per loro che cerca di ripulire le strade di The Point, crede ancora nelle persone, per questo, quando Reeve si presenta da lui e gli lascia un telefonino, lui sa che deve scendere ad un compromesso e crederle, o almeno provarci, perchè se vuole andare avanti nella sua battaglia ed a fondo di quella storia ha bisogno di lei.
Reeve è tutto ciò che Titus non è. Senza dubbio è la protagonista più "bad" della Welcome series (ma anche delle altre serie della Crownover), dopo l'intrepida Dovie e la dolce Brysen, lei fa parte dell'altra schierata, quella dei cattivi. Infatti, è stata lei stessa a consegnare nelle mani di Novak, Dovie per farla rapire mentre si fingeva sua amica. Tutte l'abbiamo odiata, ma adesso, che abbiamo la possibilità di sapere la sua versione, secondo voi, potremmo non capirla ed apprezzarla vista la sua redenzione?
Dio, avrei venduto gli ultimi frammenti della mia anima per poter bruciare con lui.Reeve ci spiega che se nel passato ha fatto determinate scelte è perchè sua sorella era stata rovinata da un ragazzo, che dopo le droghe che l'avevano devastata, l'avevano portata a prostituirsi, finendo ad essere succube di un uomo che la picchiava e Reeve era sempre e solo tagliata fuori da tutto ciò. Ci ha spiegato che non prova più nessuna emozione, come anestetizzata, che quando avevano messo sottoterra la sorellina avrebbero potuto seppellirla con lei, perchè ormai non le importava più di niente. Tutto ciò cui riusciva a pensare, su cui si concentrava, era vendicarsi dell'assassinio di Rissa. Era consumata da quel pensiero, ne era ossessionata,non importava altro. La vendetta era la sua ninfa vitale, il primo pensiero quando si svegliava al mattino, finchè alla fine non era più riuscita a limitarsi alla sola idea: doveva entrare in azione.
Amo la loro irruenza, il loro non tirarsi mai indietro, di accettare qualsiasi sfida, reciproca o esterna a loro, il sotterrare la paura e farne una forza,mostrando agli altri la loro determinazione e forza, sia Reeve che Titus sono fatti così, si sfidano pur di dimostrarsi che fanno sul serio.
Titus l'ha desiderata da quando, in lacrime, gli aveva raccontato nel ruolo che aveva giocato nel rapimento di Dovie, l'ha desiderata quando i federali l'hanno portata via e aveva pensato che non l'avrebbe mai più rivista. E sì, continua a desiderarla anche in qual momento, nel mezzo di quella pagliacciata in cui erano intessute vita e morte, mentre per un accordo taciuto, intenzionalmente, e intriso di marchingegni si ritrovavano nello stesso loft a vivere, facendo finta di frequentarsi pur di attirare Roarke per tendergli una trappola.
Mi piaceva che mi guardasse come se fossi tutto e, dopo un istante, mi sfidasse a darle tutto ciò che avevo.
Dopo aver appurato che Reeve è bella, astuta e smaliziata, si conosce la sua storia personale, quindi non solo i fatti accaduti nei precedenti libri, ovviamente, ma quella Reeve più profonda che mantiene una facciata da dura mentre dentro si sente tremare, che pur di liberarsi e di riscattare la vita della sorella è pronta ad uccidere, anche se dentro muore e la sua unica voglia di restare viva gliela trasmette quel gran pezzo di gnocco di Titus che fa di tutto per ignorarla e concentrarsi sul suo lavoro, pur preoccupandosi per la sua incolumità.
Reeve non si limitava a tentare la bestia che dimorava dentro Titus, lei istigava il bastardo con un bastone e pretendeva che uscisse a giocare con lei.
Titus non sapeva come prendere questi sviluppi, dentro erano uguali, ma fuori, Titus doveva essere quello responsabile, che si occupava di tutto, non era abituato ad avere una persona che gli chiedesse come stava, che volesse prendersi cura di lui.
Non mi faceva infuriare l'idea che la desiderassi: mi terrorizzava.Quando arrivano a conoscersi, a rispettarsi, ad accettare quella tensione sessuale che scorre tra loro e soprattutto quando si arriva a quel "di più", raggiungono vette mai viste in una montagna russa. Perchè con la Crownover è così, si è sempre seduti su una bellissima montagna russa, bendata, così da non sapere cosa accadrà da quel momento in poi.
I suoi occhi erano quasi neri e i miei dovevano essere di un bianco incandescente, dato la tempesta che si agitava dentro.
Non mi ero mai sentito bene e così male allo stesso tempo.
Se mi seguite sapete che amo la Crownover, dalla Tattoo Series è diventata per me un punto focale nell'editoria romance, e con questa serie, con sfumature dark, in cui fa morire le persone senza darti il tempo di affezionarti o i capirli io l'ho amata ancora di più. Lo stile di scrittura, che anche prima risultava piacevole, adesso è perfetto, riesce in un concentrato di circa 300 pagine farti scoprire una città, i personaggi, le emozioni e tutto ciò che ne viene da un libro ben scritto.
Si vede molto la maturazione nella scrittura, nelle scene di sesso piccante, ma anche in quelle romantiche, nell'essere dolce mentre ti racconta che stanno seviziando un uomo o per stuprare una donna, ti lascia il magone allo stomaco e riesce a risollevarlo magistralmente dandoti la carica, la forza e la voglia di continuare a scoprire cosa accade. Questo romanzo non volevo finirlo per quanto mi piaceva, addirittura mi sono augurata che lasciasse con il finale sospeso per averne ancora. Sono felice di come abbia concluso, e sapendo che a marzo arriverà la "The breaking point series" posso solo sperare che mi piaccia quanto questa, ma sapendo che parlerà di Honor sono certa che sarà così, perchè è un personaggio che abbiamo incontrato in tutti e tre i libri della serie, ed in cui ci ha svelato un pezzettino di sè.
L'unica nota negativa di questo romanzo (se proprio ce la dobbiamo trovare)?
L'assenza di un epilogo. ODIO profondo a chi non scrive un epilogo con i fiocchi! A parte gli scherzi, credo che sia stato il modo di Jay Crownover per lanciarci nella finestra di Honor, anche se non l'ho apprezzato a pieno.
Il mio voto:
Susan.
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