Hello readers!
Vi avevamo anticipato che ve ne avremmo parlato meglio, anche se quando una lettura è davvero bella, difficilmente riusciamo a trovare parole che non risultino finte e banali.
Qualche giorno fa, avevamo già provato a convincervi in soli cinque punti che
di Madeline St John, edito Garzanti, è una lettura imperdibile!
Ok, ammettiamolo: alzi la mano chi di voi aveva mai sentito parlare di Madeleine St John...
Non è proprio tutta colpa dei lettori italiani se questa scrittrice risulta anonima ai più. E una volta iniziata la lettura del suo primo libro - "Le signore in nero" viene pubblicato in UK nel lontano 1993 - è impossibile non chiedersi cosa abbia spinto l'editoria italiana a tenere la St John fuori dalla nostra penisola per ben ventisei anni!
"Le signore in nero" è la cronaca di un'epoca in cui la voce delle donne era quasi un sussurro. Una scrittura scorrevole, ricca di dettagli, porta il lettore a conoscere quattro prototipi della donna degli Anni Cinquanta:
- Lisa, la ragazzina ingenua e sottovalutata;
- Fay, la ragazza che allontana gli uomini (o attira solo quelli sbagliati) grazie ad uno stile di vita non consono alla società dell'epoca;
- Patty, la perfetta moglie e padrona di casa, che vive per accontentare un marito insensibile;
- Magda, la straniera criticata e segretamente invidiata per il suo modo di essere, così diverso da quello delle donne dell'Australia del dopoguerra.
Una storia tutta al femminile quindi che, se da un lato mostra cosa significava essere una donna in età da marito negli anni 50, dall'altra racconta del risveglio di una coscienza comune femminile. Se fino ad allora, infatti, gli unici sinonimi di donna erano moglie e madre, è proprio in questo periodo che inizia ad emergere una consapevolezza nuova. Le donne POSSONO essere mogli e madri, ma non necessariamente. Possono anche lavorare e vivere del loro lavoro, senza alcun uomo a sostenerle, o studiare per uscire fuori dalle mura di casa.
Man mano che la cronaca avanza, l'intento di Madeleine St John di documentare con un pizzico di ironia questa presa di coscienza, diviene evidente. Come evidenti sono i richiami nella storia, alla sua vita personale. Le origini da emigrante, il dovere di essere forte forse anche più degli uomini. In "Le signore in nero", la St John è in grado di coniugare aspetti decisamente differenti creando una storia che la porterà ad essere candidata per il Man Booker Prize.
Impossibile quindi non attribuirle
La nostra recensione termina qui, ma se vi abbiamo incuriosito, potete scoprire:
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