martedì 5 maggio 2020

Review Party "Electric State" di Simon Stålenhag

Hello readers!
Con le case editrici tornare - o quasi - a pieno regime, questo mese non ci lasceremo distrarre e buttare giù da nessun virus di sorta, abbiamo in programma tantissime recensioni!
Luna e Susan hanno dato il via a questo maggio dei libri in modo decisamente hot con
il review party di

e la recensioni del terzo capitolo della Take me Series

se vi sono sfuggite, vi consiglio di recuparle, i vostri schermi andranno a fuoco!

Oggi si cambia genere però! Con Simon Stålenhag, vi porterò in un mondo distopico fatto più di colori che di parole e lo faremo insieme a quella che ormai è diventata una sorta di gang dei Review Party!


Non posso dare il via al delirio totale per un grapfhic novel che ha tantissimo di graphic e poco di novel, qualche informazione su questa uscita.

Titolo: Electric State

Autore e disegnatore: Simon Stålenhag

Casa Editrice: Mondadori

Collana: Oscar Ink

Genere: distopico

Data di uscita: 5 maggio 2020

N° pagine: 144

Prezzo: cartaceo 25.00 € | e-book 12.99 €


Trama:
1997. Una ragazza fuggita di casa e il suo piccolo robot giallo sono in viaggio verso Occidente attraverso un insolito paesaggio statunitense. Le rovine di giganteschi droni da battaglia sono disseminate per le campagne, ammucchiate insieme ai resti abbandonati di una civiltà ipertecnologica e consumistica, ormai in declino. A mano a mano che la loro auto si avvicina all’estremità del continente, il mondo fuori dai finestrini sembra disfarsi sempre più velocemente, come se, da qualche parte oltre l’orizzonte, il cuore vuoto della civiltà stesse infine per collassare.

L'intera comunità di lettori più legati alle immagini che non alle parole attendeva con ansia questa uscita. Dal creatore di Tales of the Loop, tutti si aspettavano qualcosa se non alla pari, ma che almeno riuscisse a reggere il confronto. E Electric State, non delude, merito soprattutto delle tavole capaci di raccontare più di tante parole.

Questo video bellissimo è di Jason Jose

La breve narrazione si muove su due filoni, passato e presente si intrecciano per spiegare sommariamente cosa sia successo ad un mondo che non rispecchia il 1997 come noi lo ricordiamo.
Visti dagli occhi di Michelle, gli Stati Uniti sono diventati un posto selvaggio e magnetico, di una bellezza decante capace di incantare e incutere timore. Al fianco di un piccolo robot dalla testa gialla, la ragazza percorre due viaggi che si muovono su un binari paralleli.

Cosa sia successo alla civiltà dei Novanta lo scopriamo attraverso un altro viaggio, ma a ritroso nel tempo e sempre attraverso gli occhi della protagonista. Gli esseri umani sono diventati pigri e inetti, incapaci di migliorare la realtà che li circondava, hanno preferito cedere all'assuefazione neurocaster, un casco per la realtà virtuale.


Gli zombie di Simon Stålenhag non hanno parti del corpo scoperte o in putrefazione, barcollano e camminano con le braccia in avanti incoscienti di ciò che davvero li circonda, non per colpa di un virus mortale, ma per loro stessa scelta.

In Electric State le parole perdono quasi la loro funzione, surclassate da tavole e colori che abituano il lettore ad autonarrarsi una propria storia, ad immaginare un proprio mondo distopico oltre i disegni, a sentirne i suoni e percepirne gli odori.


Guardate questa immagine e ditemi se non riuscite a sentire il rumore del vento caldo che fischia tra le lamiere, l'odore dell'asfalto bollente che si mischia a quello della sabbia.

Anche se non amate particolarmente questo genere,  vi consiglio di riservare ad Electric State di Simon Stålenhag un posto nelle vostre librerie e sfogliarlo di tanto in tanto. In effetti, un mondo distopico non è poi così distante da un nostro probaile domani.




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