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venerdì 24 gennaio 2020

[Blog Tour] "Anne Frank. Diario"- 5 tappa: Il mondo fuori dalla finestra.

Buongiorno cari lettori!
Si conclude oggi con questa mia tappa il blog tour per la nuova edizione de "Anne Frank. Diario" edito Mondadori. Ho pesato che prendere parte a questo evento e ripercorre la vita di Anne fosse un'occasione da non perdere, soprattutto in vista dalla giornata della memoria.



Trama: 

Nell’Olanda sotto occupazione nazista la tredicenne Anne Frank inizia a raccontare in un diario intimo e personale la sua vita di ogni giorno: è il 1942 e le leggi antisemite colpiscono anche la sua famiglia, che per sfuggire alla deportazione si rifugia in un alloggio segreto, dove sopravvive grazie alla complicità di amici e conoscenti. Qui Anne, che sogna di diventare giornalista o scrittrice, non smette mai di scrivere. Quando nel 1944 il governo olandese lancia un appello per raccogliere testimonianze e documenti di guerra, Anne inizia a rielaborare il suo diario, in vista di una possibile pubblicazione: immagina che diventi un libro dal titolo “La casa sul retro” ma purtroppo non sopravvive abbastanza a lungo per vedere realizzato il suo sogno. Il “Diario”, invece, è arrivato fino a noi, e a tantissimi lettori nel mondo: oggi in un’edizione più che mai fedele alla spontaneità delle stesure originali, arricchita dalle illustrazioni di Giulia Tomai. 

Il mondo fuori dalla finestra.

Nella seconda tappa grazie a Stefania abbiamo ripercorso la figura di Anne Frank, una ragazza dolce e sensibile ma al tempo stesso forte e determinata. La giovane Anne era una di quelle gemme rare che riesce a vedere ciò che di sbagliato si annida nella società del suo tempo e non mi riferisco solo all’odio antisemita e alla guerra, le cui conseguenze erano devastanti ed evidenti. Nel suo diario vengono racchiusi i suoi pensieri e sogni che lasciano trasparire quanto ella sia profondamente insoddisfatta per il ruolo che la donna ricopriva nella sua società. Anne voleva eliminare questa grande ingiustizia nel mondo e dimostrare la vera forza e il valore che sapeva di avere. Desiderava dimostrarlo attraverso la sua penna: finita la guerra sarebbe diventata giornalista o scrittrice e avrebbe usato la scrittura per creare qualcosa di grande, indimenticabile. I suoi ideali e i suoi pensieri, così profondi e complessi, specchio di una ragazza che è dovuta maturare troppo in fretta, sarebbero diventati figli di carta in grado di lasciare il segno.  E, sebbene la sua storia abbia avuto un tragico epilogo, Anne vi è riuscita. 

Il 4 agosto del 1944 infatti tutti gli abitanti della soffitta, a causa di una soffiata anonima, vengono scoperti e arrestati. Anne viene da prima deportata al campo di concentramento di Westerbork, poi ad Auschwitz ed infine a Bergen-Belsen insieme alla sorella Margot. Entrambe resisto più che possono ma trovano la morte per tifo presumibilmente tra febbraio e marzo del 1945, poche settimane prima della liberazione. Tuttavia il diario di quella giovane deterimnata è giunto fino a noi facendo sì che Anne non solo creasse qualcosa di grande come sognava, ma si unisse per sempre coro di voci che ricordano l’orrore della Shoah. Grazie a lei e e a tutti coloro che hanno dato la propria terribile testimonianza nulla verrà dimenticato.

Ci tengo a dire che è stato davvero difficile per me scrivere rileggere questo volume. Quando lessi “Diario di Anne Frank” per la prima volta nella mia vita avevo forse un anno in più di Anne. Ed è stato semplicemente devastante scoprire che mentre io me ne stavo al sicuro e circondata dai migliori agi e prospettive, lei fosse in quella piccola soffitta. Una ragazza della mia stessa età, con la differenza che mentre io accendevo la radio per diletto, lei l'accendeva nella speranza di sentire il mondo cambiare. Una persona per cui era impossibile abbandonare le speranze; i suoi occhi vedevano un mondo devastato dalla guerra, ricco di odio e discriminazione eppure ella continuava a confidare nella bontà dell’uomo. Anne era quindicenne che non ha mai smesso di pensare a tutto ciò che di bello le era rimasto; dal tetto non osservava solo i tetti e le case ma anche, e soprattutto, l’infinita bellezza del cielo e della natura che poteva scorgere per cui era grata. 


“Ma il mio sguardo era anche diretto fuori, al di là della finestra aperta, oltre un buon pezzo di Amsterdam e oltre tutti i tetti, fino all’orrizzonte che era di un azzurro così chiaro e quasi invisibile. “Finchè esiste tutto questo” ho pensato “e io posso viverlo, questa luce del sole, questo cielo senza nuvole, nulla potrà affliggermi”. 


Anne non ha mai smesso di lottare e di sperare; è tutti coloro che ancora oggi devono fronteggiare la guerra e i conflitti fra stati, è tutti coloro che devono difendersi dalle catastrofi ambientati, è tutti coloro che, schiacciati dal mondo, si affacciano alla finestra e guardano il cielo.

Jane

domenica 11 giugno 2017

Discovery Books Channel: Andiamo alla scoperta della vita di Sveva Casati Modigliani con il suo nuovo libro: Un battito d'ali

Buon pomeriggio e Buona domenica miei appassionati lettori!!
 
Eccocì con un altro appuntamento dedicato alle curiosità!!! 


Come sapete ultimamente alla domenica vi mettiamo sempre qualche curiosità librosa, oggi ho pensato di presentarvi la recensione del nuovo libro di Sveva Casati Modigliani edito da Mondadori: Un battito d'ali

Vi chiederete come mai ho deciso di presentarvelo in questa giornata e non come tipica recensione, ebbene ho trovato che questo è più che altro un autobiografico sulla vita dell'autrice, per questo motivo credo che tutti gli appassionati della Modigliani ne resteranno colpiti!!!






Nel volume l'autrice si racconta, parla dei suoi ricordi passati, per usare una sua frase "... apre lo scrigno della memoria ...".

La storia, se così si può definire, è la sua storia personale che immagina di raccontare a suo padre, morto da molti anni, il cui ricordo è ancora vivo nella sua memoria.
Il padre è il genitore che adorava, con cui aveva avuto un legame, una complicità ed un'intesa profonde.
A lui vuole raccontare quei segreti che mai aveva osato rivelare quando era in vita.
La memoria la riporta indietro nel tempo, alla fine degli anni cinquanta, nella sua città natale - Milano -, quando giovane donna è costretta a lasciare gli studi universitari per contribuire alla famiglia.
Lavora come segretaria, senza nulla conoscere di quel lavoro, prima in un ufficio commerciale, poi in una prestigiosa galleria d'arte dove incontra e conosce gli artisti e gli intellettuali di quell'epoca.
Sono lavori che non la soddisfano, perché lei ama scrivere.
Per pura casualità inizia a lavorare nelle redazioni dei giornali e mano a mano che trascorrono gli anni diventa un'affermata giornalista sino al giorno in cui finalmente prenderà la decisione di cominciare il lavoro che ha sempre desiderato fare, raccontare storie, fare la scrittrice.

 
Il libro, di facile lettura, è scritto in una forma semplice, ma nello stesso tempo è un lavoro preciso e ricco di particolari.
L'autrice descrive con la stessa minuziosa precisione sia il boom economico dell'Italia degli anni cinquanta, sia i ricordi personali, le emozioni, i sentimenti e tenerezze, le gioie e le tristezze con le persone che sono state nella sua vita.
Il romanzo ci avvince e ci stuzzica.
Per lei abituata a giocare con le parole è facile raccontare.
La sua graffiante scrittura ci fa vivere situazioni così diverse tra loro in modo graduale e naturale, tanto che il libro diventa magistrale ed al tempo stesso intrigante.
Inconsapevolmente colui o colei che legge è curioso di arrivare alla fine delle pagine per scoprire i suoi segreti. 
A voi che come me apprezzate moltissimo la scrittura e la storia di Sveva Casati Modigliani non potete assolutamente perdervi questo brevissimo, ma molto profondo libro sulla sua vita.




Il mio voto:



Non potete perdere l'occasione di leggere questo meraviglioso libro!!






Luna 
(In collaborazione con Maristella Ravelli)

mercoledì 1 luglio 2015

Anteprima "Generazione perduta" di Vera Brittain

Buongiorno cari lettori.
Ho il piacere di comunicarvi che oggi esce il libro autobiografico di Vera Brittain, Testament of Youth, con il titolo di "Generazione perduta".
Io l'ho già letto in inglese perchè non solo l'ho studiato a scuola in letteratura (inglese), ma ho avuto la fortuna di andare a vedere, al cimitero inglese di Granezza (sull'altopiano di Asiago), la tomba del fratello, Edward, sulla quale sono sparse anche le ceneri della stessa Vera.
Il libro, che in Gran Bretagna e in America è già da tempo entrato a fare parte dei classici della letteratura, viene oggi (dopo quasi 100 anni dalla sua prima pubblicazione) portato in Italia, per la prima volta, dalla Giunti... Vuoi perchè quest'anno ricorre il centenario della prima guerra mondiale, vuoi perchè tra poco uscirà nelle sale cinematografiche il film che ne è stato tratto.
Io sono davvero contenta perchè è un libro molto bello e commovente, e sapere che si tratta di una storia vera lo rende ancora più toccante!






Titolo: Generazione perduta
Autore: Vera Brittain
Casa Editrice: Giunti
Genere: Autobiografia/Classico
Pagine: 640
Prezzo: 13,60
Data di pubblicazione: 1 Luglio 2015


TRAMA

Nel 1914 Vera Brittain si affaccia alla giovinezza. E' brillante e anticonformista, decisa a cambiare un destino di moglie gentile e madre paziente diventando una delle prime donne ammesse in un selettivo college di Oxford. Con l'egocentrismo dei suoi 20 anni, inizialmente Vera considera la Grande Guerra soprattutto una scomoda interruzione delle proprie attività. Ma la portata degli eventi che stanno sconvolgendo l'Europa diventa presto chiara: la devastazione non è solo materiale, ma anche psicologica e spirituale. Lasciato Oxford, Vera diventa infermiera volontaria e serve la patria a Londra, a Malta, in Francia, mentre il fratello , il fidanzato, gli amici più cari perdono la vita nelle trincee. Sopravvivere a tutto e tornare a un nuovo genere di n"normalità" non sarà facile. Dopo una risurrezione, difficile ma necessaria, divenuta scrittrice e giornalista, Vera raccoglie le sue memorie in quest'opera incisiva e struggente, testamento ideale e tributo alla sua generazione. Il libro è un classico della letteratura inglese, perchè attraverso la propria storia, vivida e sincera, Vera non racconta soltanto la disillusione e il dolore, ma anche il cammino di maturazione delle idee per le quali ha combattuto tutta la vita, armata solo della sua penna: pacifismo e lotta per i diritti delle donne. 



Vera visitò parecchie volte il Cimitero Inglese di Granezza dove è sepolto il fratello, per questo motivo la sua volontà fu quella di far spargere, alla figlia, le proprie ceneri su quella tomba. Volontà che la figlia onorò nel Settembre 1970. Lei stessa scrive così: 

Per quasi 50 anni il mio cuore è rimasto in quel cimitero del paese italiano




Ecco la lapide di Edward
 




Ed ecco qui il trailer del film




Io ve lo consiglio davvero! E se avete tempo andate a vedere il cimitero di Granezza che è molto carino!




*Ginny*