Visualizzazione post con etichetta Narrativa contemporanea. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Narrativa contemporanea. Mostra tutti i post

domenica 14 febbraio 2021

Review Party: " Al tuo ritorno" di Penelope Ward

 Buongiorno appassionati lettori, 

Oggi voglio presentarvi una nuova uscita edita Always Publishing Editore, "Al tuo ritorno" di Penelope Ward. Ho letto spesso libri di questa autrice e non mi ha mai deluso, di questo mi ha colpita immediatamente la sua trama.... ma andiamo a vedere di cosa si tratta!!


Se vi aspettate di leggere un libro dove vengono trattati dei temi profondi accerchiati da una storia d'amore incredibile questo fa sicuramente al caso vostro. 
La struttura del libro mi è piaciuta molto, parte raccontandoci il presente per poi tornare indietro di dieci anni per permetterci di scoprire cosa sia realmente successo tra i due protagonisti. Molto spesso queste storie diventano pesanti per l'inserimento continuo di flash-back che spesso fanno più confusione che altro. In questo romanzo invece la Ward riesce a farci vivere tutto ciò che è successo dieci anni prima in un quarto di libro e solo poi torneremo al presente più carichi di informazioni e liberi di continuare la lettura con molte domande, ma allo stesso tempo più comprensione. 
Mi è quindi piaciuto moltissimo lo stile di scrittura, avendo letto altro di suo sapevo già che non mi avrebbe delusa, lei riesce sempre a coinvolgere il lettore inserendo anche tematiche molto importanti che poi sviluppa piano piano durante il libro.Passiamo dalla redenzione, all'amore, alle malattie come la demenza senile tematiche che ogni giorno fanno parte della nostra quotidianità e che arricchisce questa storia permettendole di posizionarsi tra uno dei romance più belli di questi tempi.
 
I protagonisti di questa storia sono Raven e Gavin
 
 

 
Raven è una ragazza che vive con la madre, il padre le ha la abbandonate, questo però non le impedisce di essere molto educata e giudiziosa. Non avendo grandi proprietà di spesa durante l'estate, da giovane, per mantenersi lavora come cameriera insieme a sua madre nella tenuta dei Masterson. 
Lei è infatti molto caparbia e vuole arrivare ad ottenere i suoi obbiettivi, e sarà proprio per raggiungere questi che rinuncerà molte volte alla felicità. 
I Masterson, sono una delle famiglie più ricche e benestanti di Palm Beach, dopo poco Raven conoscerà Gavin e i due ragazzi inizieranno a conoscersi meglio, innamorandosi perdutamente. 
Durante quell'estate vedremo infatti come i due ragazzi si perderanno l'uno nell'altra lasciandosi andare ad un amore totalizzante e niente sembra avere il potere di dividerli.. niente se non Ruth, la madre di Gavin. 
Vi devo dire la verità, sono appena uscita da una storia dove la madre era molto presente e mi è sembrato di rivedere in questa moltissimo Ruth, ecco perchè l'ho odiata per tutta la durata del libro. Per lei suo figlio può avere al suo fianco solo ciò che per lei è giusto, solo una persona del suo rango perchè tutte le altre hanno intenzioni opportunistiche, vediamo quindi una donna che farà di tutto per allontanare i due giovani. Spesso ricadendo in viscidi ricatti e minacce, forse perchè l'ho vissuto sulla pelle ma leggere di questi comportamenti mi ha fatta riflettere moltissimo.
 
Qualcosa si metterà effettivamente in mezzo a loro e e i due prenderanno strade diverse, lui andrà a Yale e lei continuerà a ricercare il raggiungimento dei suoi obbiettivi primari. 

Come succede nelle storie d'amore più profonde e nei libri più belli queste riescono a ritrovarsi e a riscoprirsi. 
Il primo amore si dice che non si scorsa mai ed è così infatti che Raven e Gavin si ritrovano dopo dieci anni nuovamente presi l'uno dall'altro, non li aiuterà di certo la presenza di una bugia, di un segreto che sembra avere il potere di cambiare ogni cosa. 

Raven è riuscita a diventare un'infermiera professionista e Gavin è un'imprenditore di successo, ma questo non impedirà ad entrambi di crescere ancora insieme. 
 
I personaggi secondari presenti all'interno della storia mi sono piaciuti moltissimo perchè ci permettono di riempire tutti quei vuoti che si creano di pagina in pagina aggiungendo nuovi avvenimenti. Molto spesso sembrano dei veri e propri personaggi principali. 

La Ward è riuscita a creare una storia d'amore travolgente, con due personaggi in continua evoluzione. 
Se vi piacciono le storie ricche di queste tematiche molto forti non potete non appassionarvi a questo romanzo e non posso quindi io fare a meno di consigliarvi questa lettura di cuore!

Il mio voto: 




Non aspetto altro di poter leggere nuovi libri di questa autrice!

E voi??  

 

 

giovedì 31 dicembre 2020

[Gruppo di lettura] Recensione: Il gioco dell'angelo di Carlos Ruiz Zafón

 


Hello readers! Questo 31 dicembre è il più strano che io abbia mai vissuto, vi scrivo infatti dal mio divano (e spero caldamente che voi mi stiate leggendo da posti simili) in pigiama e accompagnata da un ottimo flûte di Bellini home-made. A questa fine di anno non mi sarei mai azzardata a chiedere di più!

Va bene gli auguri virtuali e tutto il resto, ma forse il miglior modo di salutare quest'anno è, come sempre, farlo con una recensione di un pilastro della letteratura spagnola.

Titolo: Il gioco dell'angelo

Autore: Carlos Ruiz Zafòn

Serie: Il cimitero dei libri dimenticati

Casa editrice: Mondadori

Genere: Narrativa contemporanea

N° pagine: 480

Prezzo ebook: 11,99

Prezzo cartaceo: 25,00

Trama:
Nella tumultuosa Barcellona degli anni Venti il giovane David Martín cova un sogno: diventare uno scrittore. E quando riesce a pubblicare un racconto, il successo arriva. Ma da quel momento la sua vita comincerà a porgli strani interrogativi, a esporlo a imprevedibili azzardi, travolgenti passioni, crimini efferati e sentimenti assoluti...


Dopo anni di lavoro come tuttofare ne "La voz de la Industria", David Martín riesce a coronare un sogno che custodisce da quando ha imparato a mettere su carta i propri pensieri: pubblicare una storia scritta interamente di suo pugno e poi, chissà, diventare come una di quelle persone che grazie alla libreria Sempere e figli gli hanno tenuto compagnia nelle notti trascorse ad aspettare che il padre, ubriaco, tornasse a casa, gli scrittori. 

Scrittori e libri sono da sempre per David ancora di salvezza e rifugio da una realtà di miseria che sembra perseguitarlo. Prima il tugurio di fronte al Liceo di Barcellona, poi la piccola e lurida pensioncina per scapoli dove decide di trasferirsi dopo l'omicidio del padre. La vita sembra aver in serbo per lui solo amare sorprese, ma il suo mentore, il conte Pedro Vidal sembra non essere dello stesso avviso. L'uomo infatti si prodiga per far sì che David scriva e pubblichi il primo di una serie di racconti, "La città dei maldetti", che ben presto fanno guadagnare prestigio all'inserto domenicale de La voz de la Industria, e non ben poche invidie al neo scrittore.

Sempre spinto da Don Pedro, David Martín decide di gettarsi a capofitto in una nuova vita nella quale soldi e fama non mancano, ma che ben presto si rivela deleteria. Per rispettare un nuovo contratto con una piccola casa editrice più simile ad un'agenzia di strozzini, David scrive senza sosta, giorno e notte, facendo di caffè e tabacco la sua nuova dieta. 

Le storie de "La città dei maledetti" piacciono al pubblico e Ignatius B. Samson - pseudonimo di David Martín - pian piano sembra consumare l'uomo che inizia ad accusare giramenti di testa, nausea e una percezione alterata della realtà. 

David non sta bene, ma non può mettere in pausa la vita da scrittore di Ignatius. Il libraio Sempere, Don Pedro e Cristina - figlia dello storico autista di Pedro Vidal, della quale David è da sempre innamorato - cercano di convincerlo a vedere un medico, ma ciò non succede finché un collasso lo mette di fronte alla realtà: tumore alla testa con aspettativa di vita breve.

Ora che sa di avere meno di un anno di vita a sua disposizione e nulla da perdere, lo scrittore è deciso a coronare il sogno della sua vita: scrivere un romanzo che la storia della letteratura ricorderà per secoli. E a saldare il vecchio debito con Pedro Vidal. Anche l'amico ha da anni un romanzo nel cassetto e, insieme a Cristina, David decide di lavorare in contemporanea su entrambi. Purtroppo però al momento della pubblicazione il nome di Vidal oscura quello di David Martín. Nessuno sembra apprezzare quello che in realtà è un ottimo romanzo. Tutti osannano il grande Don Pedro per qualcosa che non ha fatto e la mancata fama getta David nella depressione.

Dopo aver consegnato il suo libro al Cimitero dei libri dimenticati ed essersi fatto carico di proteggerne un altro dallo strano titolo - Lux Æterna di un certo D. M. -, lo scrittore decide di accettare finalmente la proposta di lavoro uno strano editore straniero, Andreas Corelli, che da qualche tempo lo circuisce.

La mattina successiva alla prima cena in casa di Corelli le cose per David sembrano decisamente migliorare. Si sente rinato, messo a nuovo e forse c'entra qualcosa uno strano sogno fatto nella notte passata a dormire sulla poltrona del soggiorno di Corelli. Ricorda una sala operatoria sotterranea, un bambino che lo tiene per mano, un chirurgo che gli estirpa quella cosa maligna che sapeva esserglisi annidata al centro del corpo.

Non solo David si sente un uomo nuovo, ma è di sicuro anche un uomo più ricco della sera prima, ora il suo conto in banca straripa di franchi che gli daranno l'opportunità di vivere in modo agiato nella "casa della torre" concentrandosi sulla produzione di un romanzo che un scopo diverso al solito: fondare una nuova religione.

Più le ricerche per il nuovo lavoro vanno avanti, più accadono cose strane e man mano sempre più legate tra loro che metteranno la vita di chiunque circondi David Martín in pericolo. 

"Il gioco dell'angelo" è un libro complesso che sfiora il surreale e, forse anche per questo, che cattura il lettore in un vortice di eventi, lasciandolo con il fiato sospeso fino all'epilogo. Quella che promette essere la storia di uno scrittore solitario rivela essere un thriller in cui la vita del protagonista si intreccia brevemente con quella di Daniel Sempere, protagonista de "L'ombra del vento", primo capitolo di una saga che ha davvero segnato la letteratura spagnola contemporanea.

Purtroppo è quasi impossibile descrivere la scrittura di Carlos Ruiz Zafòn senza scadere nell'ordinario. Zafòn fa tremare di paura, fa disperare, fa provare al lettore esattamente le stesse emozioni dei suoi personaggi, lo stesso senso di spaesamento e la stessa gioia fugace. La Barcellona di Carlos Ruiz Zafòn non è quella della dei turisti sulla Rambla, ma un mondo labirintico che promette di inghiottire i più ingenui e di trasformare gli sfortunati in miserabili. Un mondo che riesce a spaventare anche ill lettore più impavido.

Una volta conosciuto Zafòn è impossibile farne a meno, volete provare? Io ve lo straconsiglio!

Avete proprio bisogno di sapere quanti libriccini ho assegnato a "Il gioco dell'angelo"?

Scontato no? Ma come si fa ad assegnare meno del massimo ad uno scrittore che ci ha lasciati da poco, ma che ci mancherà per sempre?!

Siamo arrivati alla fine readers! Non mi resta che augurarvi 

un próspero año nuevo y que la alegría os encuentre y nunca os suelte! 



venerdì 13 novembre 2020

Blog Tour: "Oggi faccio azzurro" di Daria Bignardi - Chi è Galla? Conosciamo la protagonista!

 


Hello readers! Approdato in tutte le librerie (virtuali e non) d'Italia appena tre giorni fa, oggi tocca a noi parlare di

OGGI FACCIO AZZURRO

scritto da Daria Bignardi e edito Mondadori.

Vi racconterò di Galla, protagonista decisamente non temeraria quanto l'imperatrice della quale porta il nome. Prima però diamo una sbirciatina al libro!

Titolo: Oggi faccio azzurro

Autrice: Daria Bignardi

Casa editrice: Mondadori

Genere: Narrativa contemporanea

Data di pubblicazione: 10 novembre 2020

N° pagine: 168

Prezzo libro cartaceo: €18,00

Trama:

«Mi chiamo Gabriele, come l’arcangelo» aveva detto, «ma qui in Germania è un nome da donna. Il tuo invece che razza di nome è?»

Galla si chiama così in onore dell’imperatrice Galla Placidia: «Darmi quel nome è stato uno dei pochi gesti coraggiosi di mia madre». Da quando è stata lasciata dal marito, improvvisamente e senza spiegazioni, passa le giornate sul divano a fissare la magnolia grandiflora del cortile, fantasticando di buttarsi dal balcone per sfuggire a un dolore insopportabile di cui si attribuisce ogni colpa. Esce di casa solo per vedere la psicanalista Anna Del Fante o per andare in carcere. «Da quando Doug mi ha lasciata sto bene solo dentro. Canto con altre dieci volontarie in un coro di detenuti tossicodipendenti. Anche io devo disintossicarmi.»
Durante il primo viaggio da sola, a Monaco di Baviera, entra per caso in un museo dove è allestita la mostra della pittrice tedesca Gabriele Münter. Galla, che da ragazza studiava arte, ricorda solo che la Münter era nel gruppo del Cavaliere Azzurro con Vasilij Kandinskij. Ma quel giorno le sue opere «così piene di colore e prive di gioia» la ipnotizzano.
Da quel momento la voce di Gabriele entra nella vita di Galla: la tormenta, la prende in giro e intanto le racconta la sua lunga storia d’amore con Kandinskij, così simile a quella di Galla con Doug.
Mentre il dialogo tra le due si fa sempre più animato, la strada di Galla incrocia quella di altri due pazienti di Anna Del Fante: Bianca, un’adolescente che non riesce più ad andare a scuola, e Nicola, seduttore compulsivo e vittima di attacchi di panico. Le imprevedibili conseguenze di questo incontro potrebbero cambiare le vite di tutti e tre.
Una storia irresistibile – a tratti comica e a tratti struggente – che mescola leggerezza e profondità, grazia e tenerezza, esplorando il nostro rapporto con il dolore, che è poi il nostro rapporto con noi stessi.

Photo credit: Nuova Italia


Dopo vent'anni di matrimonio, convivenza e viaggio con quello che credeva sarebbe stato l'amore di una vita, Doug, Galla si ritrova solo e senza qualcuno di vicino che l'aiuti ad affrontare l'enorme trauma di essere stata abbandonata. Il marito ha cambiato quartiere dimostrandole quanto sia stato facile andare avanti senza lei, la famiglia - due zie anzine - è a Comacchio e quindi distante da Milano e l'unica amica che la conosce bene è addirittura più distante, non in Italia.

Galla non riesce a costruire una nuova quotidianità e, benché abbia compiuto un primo passo verso il ritorno alla vita decidento di vedere una specialista, sembra non avere le forze per compiere lei dei veri e propri passi. Lascia che siano gli altri a guidarla, la dottoressa Del Fante, il maestro di musica, sono loro ad offrire un motivo per uscire di casa, abbandonando al divano i pensieri suicidi.

Vuoi per il periodo, vuoi per un tratto caratteriale, Galla è una donna fragile ed insicura che lascia agli altri l'incombenza di guidare la propria vita evitando gli scontri (com'è successo con Doug). È dura più con se stessa che con il resto del mondo, mettendo in scena un continuo dialogo interiore dal quale esce sconfitta la maggior parte delle volte.
Sente le voci, o meglio, la voce, ma chi è davvero questa Gabriele? Non una persona del tutto inventata sicuramente, ma come ha fatto ad entrarle in testa? È pazza? Secondo la Del Fante, no di certo. E soltanto uscendo pian piano da quella sorta di lutto che rappresenta l'essere lasciati dal compagno di una vita, la nostra protagonista imparerà prima di tutto a conoscersi meglio e poi che non è mai tardi per cambiare.

giovedì 25 giugno 2020

Review Party: "Il sussurro delle api" di Sofía Segovia


Hello readers! Oggi ho l'opportunità di farvi conoscere una storia arrivata in Italia da una decina di giorni grazie a Rizzoli,

IL SUSSURRO DELLE API
di Sofia Segovia

Trama:

Sono i primi anni del Novecento e gli echi della rivoluzione hanno raggiunto, insinuandosi tra campi e colline, la campagna fertile di Linares: un laborioso, coriaceo angolo di Messico dove sorge l'hacienda dei Morales. È in questa famiglia che vive la nana Reja, l'anziana nutrice che ha cresciuto generazioni di bambini e ora trascorre i giorni sulla sedia a dondolo. Finché una mattina, vincendo la sua leggendaria immobilità, Reja s'incammina e arriva al ponte, come svegliata da un richiamo. In un viluppo di stracci, proprio lì, e circondato da un nugolo di api, c'è un neonato. Lo chiameranno Simonopio, questo bambino magico che gli insetti non pungono, questo bambino dannato che al posto della bocca sembra abbia un buco. In silenzio, il piccolo impara a leggere i voli delle sue amiche api e da quelli a capire le oscillazioni della natura e i suoi presagi. Così, mentre l'epidemia di influenza spagnola colpisce la regione e tradizioni arcaiche si infrangono contro l'onda di un tempo nuovo, la famiglia Morales si affida all'intuito di Simonopio. E costruirà grazie a lui un nuovo futuro.

Il sussurro delle api è un'epopea familiare in cui la dimensione privata e le grandi vicende storiche si fondono in uno scenario di incredibile potenza visiva. Nel leggere le pagine di Sofía Segovia non riusciamo a non sentire, forte, la voce della grande letteratura latinoamericana e a riconoscerne ancora una volta la bellezza.


Mi biasimo da sola per non aver mai letto nulla di Sofía Segovia prima de "Il sussurro della api". Io, l'amante della letteratura ispano-americana, cresciuta a dolcetti e Isabelle Allende, alla fine di questa storia ho esclamato: MA DOVE SI È NASCOSTA FINO AD ORA QUESTA SEGOVIA?

Sullo sfondo di un Messico agli inizi del Novencento, diviso tra rivoluzione civile e Influenza Spagnolo, prende vita la storia del piccolo Simonopio e della famiglia Morales, grandi proprietari terrieri di Linares, che lo accoglie come un figlio. Il suo arrivo tra i Morales è ricco di mistero, una costante della futura vita di Simonopio.

È il 1910 e in un mattino di ottobre, la balia dei Morale, nana Reja, che da anni nutre e accudisce i nascituri della famigli, dalla soglia della sua baracca sente degli strani vagiti. Cercandone la fonte, si imbatte in un neonato coperto di api. Gli insetti però non sembrano fargli del male, al contrario, sembra proteggono quella piccola creatura indifesa lasciata da chissà chi nel bosco.

Simonopio entra a far parte dei Morales, che lo accudiscono come uno dei propri figli e pian piano il bambino dimostra di avere doti particolari: riesce a sentire il ronzio delle api anche in lontananza e grazie a loro interpreta tempo e presagi. 
Per i Morale, quelle di Simonopio è un dono da sfruttare e ben presto la famiglia inizia a fidarsi di lui per prendere importanti decisioni, arrivando ad avere salva la vita.

Sofía Segovia riesce, attraverso un enorme lavoro di caratterizzazione dei personaggi e un uso sapiente delle descrizioni di luoghi ed eventi, a dare vita ad una storia che catapulta il lettore in una realtà ai limiti dell'incredibile. Benché il realismo magico sia tipico della letteratura ispano-americana, non è detto che chiunque provenga da queste terre ricche di qualcosa che davvero sfiora l'irreale, riesca poi a tramutarlo in una storia che non sembri ridicola. Non è il caso di Sofía Segovia che utilizza gli insegnamente e le impronte di grandi scrittori - appunto come la Allende - per dar vita alla saga famigliare dei Morales. Intrecciando reale e irreale per un romanzo di ampio respiro.

Mi mancavano queste atmosfere al limite del credibile e "Il sussurro delle api" ha ben esaudito le miei aspettative:




martedì 23 giugno 2020

Review Party: "Un amore qualunque e necessario" di Mary Beth Keane


Hello readers! La prima recensione di oggi è di un romanzo freschissimo di stampa:

UN AMORE QUALUNQUE E NECESSARIO
di Mary Beth Keane
arrivato qui in Italia grazie alla casa editrice Mondadori.

Titolo: Un amore qualunque e necessario

Autore: Mary Beth Keane

Casa editrice: Mondadori

Genere: Narrativa Contemporanea

Data di pubblicazione: 23 Giugno 2020

N° pagine: 432
Prezzo: 19,50 € cartaceo - 9,99 € ebook
Trama:
Kate Gleeson e Peter Stanhope, nati a soli sei mesi di distanza, sono vicini di casa da sempre, in un piccolo sobborgo alle porte di Gillam, vicino a New York. Le loro famiglie non potrebbero essere più diverse: serena quella di Kate, ultima di tre sorelle; difficile quella di Peter, figlio unico di una madre mentalmente instabile e di un padre che non riesce a proteggerlo. Un evento drammatico colpisce irrimediabilmente entrambe le famiglie, segnando le loro vite per sempre, e divide i due ragazzi. Ma la forza del loro legame è più forte di qualsiasi difficoltà, e Kate e Peter cercano, nonostante tutto, di trovare la strada per tornare l'una verso l'altro.

Un amore qualunque e necessario è una storia di redenzione, fiducia e perdono, che rivela come i ricordi dell'infanzia, filtrati dalla distanza dell'età adulta, possano cambiare. È il racconto di come, se siamo fortunati, la violenza in agguato nella vita di tutti i giorni possa essere sconfitta dal potere dell'amore.

Tradotto in moltissime lingue, Un amore qualunque e necessario ha venduto oltre 300 mila copie negli Stati Uniti ed è stato a lungo ai primi posti nella classifica del "New York Times". È inoltre in produzione una serie TV tratta da questo romanzo.


Arrivata all'ultima pagina di questo romanzo, ho riletto con maggior attenzione la trama e ora sono super curiosa di vedere che volto avranno i protagonisti di questa storia nella serie televesiva che stanno girando. Sì, perché "Un amore qualunque e necessario" si presta proprio bene ad una di quelle serie nelle quali il tema centrale è il riscatto. Una di quelle serie che, episodio dopo episodio, fanno prima immedesimare lo spettatore nei problemi dei protagonisti e poi lo portano ad agnognare che tutto si risolva per una buona volta... o che almeno le cose migliorino.

Protagoniste di "Un amore qualunque e necessario" due famiglie dai destini diversi, i Gleeson e gli Stanhope. Figli di due compagni di università, Kate e Peter non potevano che seguire le orme dei loro padri, condividendo tutto sin dall'infanzia. Il loro legame è talmente forte da non spezzarsi quando un tragico evente li costringe alla separazione.

Se, dopo una notizia del genere, vi aspetta una narrazione dal ritmo crescente e incalzante, devo deludervi. La storia procede lenta, focalizzandosi man mano sulle vite dei due ragazzi da diversi punti di vista e dando al lettore il tempo di immedesimarsi in ogni tipo di situazione, anche le più scabrose. 
Gli Stanhope, a differenza dei Gleeson, devono affrontare diverse problematiche molto più vicine al quotidiano e, non a caso, Mary Beth Keane sceglie di raccontarle in modo da far intervenire tutti i protagonisti così da costruire un quadro completo della vicenda.

Attraverso la descrizioni di realtà agli antipodi, vengono portati all'attenzione del lettore quindi diverse tematiche scabrose come la difficoltà dell'essere genitori, il disagio mentale, l'alcolismo, ma anche più "leggere" come l'amore che lega genitori e figli - se si tratta del rapporto tra Francis e la figlia Kate - o sempre sfocianti in una problematica, come il rapporto tra Peter e la madre.

Non mentirò nel dirvi che "Un amore qualunque e necessario" è un romanzo per tutti, una lettura da spiaggia, o da week-end in montagna. Seguendo la narrazione stessa, io l'ho letto con lentezza, a piccoli passi per non l'asciarmi coinvolgere troppo emotivamente - perché è ciò che vi succederà -, ma arrivata all'ultima pagina mi è stato inevitabile considerarlo un bel romanzo. Uno di quelli dei quali si ci dimentica difficilmente.

Visto il mio feticismo per le storie che mettono una tristezza infinta, non posso che assegnargli






martedì 9 giugno 2020

Review Party: Otto settimane per cambiare di Beth O'Leary


Hello readers! Questo pomeriggio recensiamo il nuovo libro di Beth O'Leary, una scrittrice super apprezzata da "I libri: il mio passato, il mio presente e il mio futuro" e se non ci credete, probabilmente avete perso la recensione della nostra Jane di "Un letto per due"!

TITOLO: Otto settimane per cambiare vita

AUTORE: Beth O'Leary

CASA EDITRICE: Mondadori

GENERE: narrativa femminile

DATA DI PUBBLICAZIONE: 9 Giugno 2020

TRAMA:
Dopo essere andata completamente in tilt durante un'importante presentazione di lavoro, a Leena viene "suggerito" dall'azienda di prendersi due mesi sabbatici. Ha sicuramente bisogno di riposo e decide di rifugiarsi in campagna a casa di nonna Eileen, una donna forte e vivace che vorrebbe tanto trovare un nuovo amore, nonostante l'età. Ma il minuscolo paese dello Yorkshire dove abita non offre un ampio ventaglio di scapoli papabili. È così che a Leena viene un'idea: scambiarsi la casa con la nonna per due mesi. Nonna Eileen può andare a vivere nel suo appartamento di Londra dove ha più possibilità di incontrare un uomo interessante, mentre Leena si ritirerà in campagna. Ma cambiare luogo non sempre equivale a intraprendere avventure elettrizzanti. Leena deve destreggiarsi tra una combriccola di anziani petulanti e le insistenze dell'insegnante della scuola - non male, a dire il vero - mentre nonna Eileen è alle prese con i suoi nuovi giovani coinquilini e gli appuntamenti online…

Dopo il successo internazionale di Un letto per due, che l'ha resa una delle scrittrici più amate della commedia inglese, Beth O'Leary torna con la sua voce brillante e commovente a parlarci di solitudine, nuove opportunità e amore.

Ma posso farvi un mega spoiler e mettere già il mio giudizio in libriccini?
Ok. Lo faccio.

Questo non significa che ora dovete chiudere tutto perché ormai conoscete, in sintesi, cosa ne penso di questo ultimo romanzo di Beth O'Leary, al contrario!
I miei 5/5 sono un evento raro e no, non mi è stata offerta una cena da scrittrice - Beth, se ci sei, sappi che a cena con te ci verrei comunque perché so che ci divertiremmo da matte -, ma è stata questa la reazione spontanea, tradotta in immagine, che ho avuto una volta arrivata alla fine di Otto settimane per cambiare.
Questo romanzo è stata la boccata d'aria che mi serviva in un periodo orribile e Beth O'Leary mi ha dato modo di ridere e ridere, anche parlando di temi forti. Leggendo qui e lì, ho capito che questo è uno dei tratti più apprezzati della sua scrittura, se non proprio il punto chiave: la O'Leary riesce a gettare un pizzico di ironia nella vita quotidiana che porta sulla pagina.

But now, passiamo ai personaggi. Penso che la cosa più normale che vi succederà, sarà rispecchiarvi in Leena o rivedervi nella nonna Eileen, la prima super stressata dalla vita cittadina, la seconda in cerca di una bella scossa... ad ottant'anni. Ok, confesso che il mio goal arrivata oltre i sessanta anni potrebbe essere diventare proprio come Eileen, ma per il momento mi tocca rivedermi in Leena.
Voi chi trovereste allo specchio?
Una trentenne indaffarata e alle prese con il panico, o una nonnetta arzilla, pronta a sperimentare la vita della nipote per qualche settimana?
Sì perché è proprio questo che succede: le due donne, dopo un piccolo incidente sul lavoro accaduto a Leena, decidono di "scambiarsi" le vite.
Avete presente quella trash romantic comedy di "The Holiday"? Io la ADORO... come potevo non adorare questo romanzo?!
Mentre nonna Eileen si getterà nel caos della grande metropoli, Leena riscoprirà una vita lenta e fatta di piccole cose, come quella che scorre nel piccolo paesino di Hamleigh in Harksdale nello Yorkshire.
Come se la caveranno nonna e nipote alle prese con questo big switch?

Io, per scoprirlo, ho praticamente divorato il romanzo senza accorgermene - anche per motivi personali, come una nonna in pieno stile Eileen - ma la cosa peggiore, avete letto bene, peggiore, è la grande nostalgia che la penna di Beth O'Leary mi ha fatto venire della bella Inghilterra.
Quindi, ricapitolando, siete alla ricerca di:
  • un romanzo dalla scrittura frizzante
  • tanta ironia
  • due donne diverse... ma non troppo forse
  • una lettura per questo week-end
Otto settimane per cambiare ha tutti questi elementi, ma voi potreste trovarne tanti altri!

Quindi, il consiglio è di correre assolutamente in libreria anche solo per sfogliarlo e farvi venire voglia di aggiungerlo alla vostra To Read List!

XOXO Virginia


martedì 26 maggio 2020

Blog Tour: "Baci da Polignano" di Luca Bianchini


 Dopo due recensioni, con l'ultimo evento di questa giornata, vi presenteremo un titolo freschissimo di stampa. Proprio da oggi in tutte le librerie, edito Mondadori

"BACI DA POLIGNANO"
ultimo romanzo di Luca Bianchini

Se questo nome non vi è nuovo, avete assolutamente ragione, Luca Bianchini è uno degli scrittori più prolifichi del panorama italiano contemporaneo, famoso anche per un paio di film tratti dai suoi romanzi. Vi dicono nulla "Io che amo solo te" e "La cena di Natale"?



Sullo sfondo di un'indimenticabile Puglia, tra il 2015 e il 2016 i personaggi di Luca Bianchini prendono vita arrivando al cinema nei due film tratti dagli omonimi romanzi, con la regia di Marco Ponti. Ad interpretare i protagonisti Chiara e Damiano, ritorna una delle coppie più amate/odiate degli anni 2000 - grazie ad un altro scrittore italiano e sappiamo tutti di CHI sto parlando -, Laura Chiatti e Riccardo Scamarcio.

"Instant Love", "Ti seguo ogni notte", "Se domani farà bel tempo", "Siamo solo amici", "Dimmi che credi al destino", "Nessuno come noi", dall'esordio nel lontano 2003, Luca Bianchini sforna romanzi nei quali il lettore difficilmente non riesce ad immedesimarsi, ma se pensate che lo scrittore torinese si sia soffermato solo sul parlare di amori e tradimenti, vi sbagliate di grosso.

Nel novembre del 2005, Bianchini firma la biografia ufficiale di uno dei cantanti italiani sulla cresta del successo in quello stesso periodo. Con "Eros - Lo giuro", la vita di Eros Ramazzotti non ha più segreti e il libro ha così successo da varcare le frontiere italiane, arrivando ad essere tradotto in Germania e in Bulgaria, e addirittura due anni dopo - nel 2007 - ad essere ripubblicato nell'edizione "Oscar Bestseller".

Ma cosa lega uno scrittore ad uno dei cantanti che hanno scritto la storia della musica italiana?
La risposta è molto semplice: Luca Bianchini non è un semplice scrittore, o meglio, non è soltanto uno scrittore.
La cosa che li accomuna più da vicino, è sicuramente l'altro Bianchini - ebbene sì, ne esistono due -, il Bianchini conduttore radiofonico. Scoperto da Fiorello, dal 2007 al 2008 Luca Bianchini conduce "Colazione da Tiffany", trasmissione radiofonica i cui protagonisti sono proprio i libri, anzi, gli incipit dei libri preferiti dello scrittore. Nel 2008, spostata al pomeriggio, la trasmissione perde la famosa "colazione", divenendo solo Tiffany, non diventando però meno interessante per tutti gli appassionati di radio e libri.

Se ai vecchi media, preferite i social, ovviamente potete seguire Luca Bianchini su Facebook, Instagram e Twitter!

Ora che conoscete sicuramente meglio questo scrittore, posso finalmente presentarvi il suo nuovo libro! Pronti a ritornare nella stupenda Polignano?

Titolo: Baci da Polignano

Autore: Luca Bianchini

Casa editrice: Mondadori

Genere: Narrativa contemporanea

Data di pubblicazione: 26 maggio 2020

N° pagine: 240

Prezzo cartaceo: € 18,00

Prezzo e-book: € 9,99

Trama:
Ninella e don Mimì si sono sempre amati, anche se le loro vite hanno preso da molto tempo strade diverse. Da giovani le loro famiglie si erano opposte al matrimonio, a sposarsi invece sono stati i rispettivi figli Chiara e Damiano.

Gli anni passano e davanti a don Mimì Ninella resta sempre una ragazzina. L'arrivo di una nipotina, anziché avvicinarli, sembra averli allontanati ancora di più, anche perché Matilde, l'acida moglie di don Mimì, fa di tutto per essere la nonna preferita, viziando a dismisura quella che tutti chiamano semplicemente "la bambina".

La situazione cambia all'improvviso quando Matilde perde la testa per Pasqualino, il tuttofare di famiglia. Mimì decide così di andare a vivere da solo nel centro storico di Polignano: è la sua grande occasione per ritrovare Ninella, che però da qualche tempo ha accettato la corte di un architetto milanese.

Con più di cento anni in due, Ninella e Mimì riprendono una schermaglia amorosa dall'esito incerto, tra dubbi, zucchine alla poverella e fughe al supermercato.

Intorno a loro, irresistibili personaggi in cerca di guai: Chiara e Damiano e la loro figlia che li comanda a bacchetta; Orlando e la sua "finta" fidanzata Daniela; Nancy e il sogno di diventare la prima influencer polignanese; la zia Dora, che corre dal "suo" Veneto per riscattare l'eredità contesa di un trullo.

Dopo Io che amo solo te e La cena di Natale, Luca Bianchini torna a raccontare la "storia infinita" tanto amata dai suoi lettori. Tra panzerotti e lacrime, viaggi a Mykonos e tuffi all'alba, i suoi protagonisti pugliesi continuano a sbagliare senza imparare mai niente - ma questo è il bello dell'amore - sotto il cielo di una Polignano che ha sempre una luce unica e inimitabile.

E dopo aver scoperto la nuova storia di Luca Bianchini e aver "indagato" un po' su chi sia questo scrittore, la prima tappa di questo Blog Tour termina qui... ma è solo l'inizio! 

Tradizioni e storia della Puglia, ambientazioni, protagonisti, recensioni, insomma in questo evento parleremo proprio di TUTTO ciò che può essere legato a "Baci da Polignano"!
Quindi non vi conviene perdere le altre tappe!









martedì 5 maggio 2020

Review Party: "Caffè Voltaire" di Laura Campiglio

Ci risiamo readers! Secondo Review Party di oggi, ma titolo completamente diverso!

Abbandoniamo dei distopici Stati Uniti anni Novanta per ritornare in patria, non che la realtà che ci circonda non sfiori l'impossibile ultimamente.
Pronti a conoscere una comune trentenne alle prese con una vita più che comune?

Titolo: Caffè Voltaire

Autrice: Laura Campiglio

Casa Editrice: Mondadori

Genere: Narrativa contemporanea

N° pagine: 264

Trama:
Svoltati i trentacinque, Anna Naldini ha la sensazione di ritrovarsi dalla parte sbagliata della trentina: quella in cui la sbornia diventa dura da smaltire, ma soprattutto quella in cui dai progetti è ora di passare ai bilanci. Ma c’è di peggio. Nel giorno del suo compleanno perde la più importante tra le otto collaborazioni precarie di cui si fregiava il suo barocco curriculum: il lavoro di reporter per “La Locomotiva”, il quotidiano di sinistra per antonomasia. Non si scoraggia, e dopo la sbronza di rito è pronta a rimettersi in gioco dal tavolino del Caffè Voltaire, il suo bar di riferimento. Sarà il giornale più a destra del Paese, “I Probi Viri”, a proporle di seguire una campagna elettorale che si preannuncia agguerritissima dopo l’improvvisa caduta del governo. Perfetto, se non fosse che “La Locomotiva” la richiama: ad Anna non resta che celarsi dietro due pseudonimi – Voltaire e Rousseau – e gettarsi nell’agone politico, prestandosi a un doppio gioco in cui vero e falso si confondono sempre di più. Nell’epoca della post-verità, si può scrivere tutto e il contrario di tutto sperando di uscirne indenni? Tra slogan elettorali, scorrettezze di bassa lega e fake news (con l’aggravante di un inatteso incontro romantico), Anna si renderà conto che fare la cosa giusta non è facile come sembra. E pensare che tutto è iniziato con un innocuo motivetto francese sugli illuministi, Voltaire e Rousseau appunto, che il nonno Pietro da Lomello, un vecchio saggio pragmatico e ironico, le cantava quand’era piccola… Una commedia fresca e incalzante, brillante e attuale, che coniuga un riuscitissimo ritratto generazionale al racconto informato di una campagna elettorale perfettamente calata nel presente.

Sapete perché mi piacciono i distopici? Alla fine è una realtà alternativa, ma non è meno preoccupante di quella in cui viaviamo! Ecco perché, a differenza di Electric State, Caffè Voltaire è stata una lettura molto più ansiogena.
Anna Naldini ha raggiunto i 35 con ben sette contratti a progetto, dite che sono stanti? Ma la generazione dei 30/40 potrebbe rispondervi che è questo il modo più comune di portare a casa un puzzle-stipendio non da fame... e tanti saluti alla casa, al matrimonio e alla scrivania in un piccolo, ma moderno ufficio dall'arredo minimal.

Anna Naldini è la classica trentacinquenne italiana che si chiede cosa sia andato storto, se la colpa sia da attribuire ad un'intera generazione o ad un Dio non buono e giusto, finché non trova il modo di "fregare il sistema": fingere di essere la persona che non è - anzi LE persone -, togliendo al giornalismo quella patina di idealismo che nel duemila, per i più, può essere solo una bella utopia.

A circondare Anna, due amiche totalmente agli antipodi e il nonno Pietro, una coscienza di altri tempi che cerca di guidare la ragazza attravero il periodo turbolento che sta passando. Una personaggio che mi ha ricordato tanto il mio di nonno, che nonostante non mi chiami Violetta, era proprio così che mi chiamava e per lo stesso motivo di Anna!

Caffè Voltaire è una vivida fotografia della condizione attuale di una generazione che il futuro lo sogna dagli anni Ottanta, ma che tutt'oggi sembra essergli stato precluso. Una lettura dai toni leggeri che racconta in toni sagaci la realtà e, proprio per questo motivo, in grado di coinvolgere il lettore in ogni punto.
La penna di Laura Campiglio mi ha piacevolmente sorpresa, ammetto di non aver metto nessun articolo di questa scrittrice, ma ora sono curiosa di leggere altro al di fuori della narrativa!












lunedì 6 aprile 2020

[BlogTour] In verità di Dario Buzzolan e i suoi personaggi


Hello readers! Giorno BHO di quarantena, ma teniamo duro... e leggiamo forte! Voi no?
So che state sorridendo, ammiccando alla pila di letture in sospeso che vi aspetta, quindi - com'è giusto che sia - oggi parliamo di un titolo uscito lo scorso 10 marzo, ma che potrebbe benissimo essere accolto dai vostri e-reader subito!

Titolo: In verità

Autore: Dario Buzzolan

Casa Editrice: Mondadori

Genere: Narrativa contemporanea

Data di uscita: 10 marzo 2020

N° pagine: 462

Prezzo: cartaceo €19,00 - ebook  €10,99

Trama:
Cernedo, profondo Nord. I Trovato, titolari della Stella, leggendaria azienda di alta orologeria, devono fare i conti con un buco finanziario che li sprofonda in una crisi ingovernabile e porta a galla tensioni familiari irrisolte, nevrosi, segreti. Il capofamiglia Ruggero scompare misteriosamente; il primogenito Pietro si affanna a cercare soluzioni; il più giovane, Nicola, si nutre di ossessioni scientifiche (essere tra i primi a mettere piede su Marte); la madre Lucia ha un corrispondente immateriale con il quale cerca di sottrarsi ai vuoti della propria esistenza. La LiebenKraft Company, multinazionale del lusso, si fa avanti per acquisire la Stella; ma il meccanismo innescato da due dirigenti, Tom e Amelia, avvoltoi professionisti nonché amanti segreti, si rivela meno oliato del previsto, mentre la pugnace giovanissima Cloe, analista finanziaria del gruppo, scopre alcune magagne di bilancio che, se svelate, potrebbero diventare imbarazzanti. Le torbide spire familiari dei Trovato, la compromessa trasparenza della LiebenKraft, la rivolta dei migranti di Cernedo contro Pietro Trovato - il quale in un accesso di rabbia ha malmenato una delle loro bambine - sono tutti chiari sintomi di un malessere di cui soffrono dal primo all'ultimo i personaggi in scena. Ivi compreso HP, calciatore italo-camerunese che avrebbe dovuto essere il grande investimento della multinazionale, e invece si danna in una condotta di vita senza governo. Dove portano tutto questo caos, questa tensione, queste menzogne?


Dario Buzzolan intreccia vite comuni (in fondo) tessendo un romanzo corale tutto da scoprire.
Dopo aver fatto la conoscenza di questo scrittore grazie al blog The Mad Otter, scoprirete i personaggi che movimentano In verità!


Partiamo dalla famiglia Trovato, proprietari della Stella, l'azienda per cui il capofamiglia Ruggero ha dato la vita e della quale condivide i ricordi con il suo primo operaio, Nanni Corradino, un uomo che trasuda onestà e fedeltà. Lo stesso non si può dire di Ruggero Trovato, in apparenza padre intransigente, ma devoto alla famiglia. A scoprire il vero volto dell'uomo, l'arrivo di una cartella esattoriale che innescherà una serie di eventi. Chi è davvero Trovato senior?
Non posso svelarvi nulla, ma sicuramente posso affermare: un uomo che scappa dalle proprie conseguenze.

Se percepiamo qualcosa di sbagliato nel fondatore della Stella, non proprio sin da subito ma quasi, del primogenito Pietro non possiamo avere dubbi: per l'uomo non esiste nulla di più importante dell'eredità di famiglia, l'azienda che gli ha permesso di vivere negli agi e di avere un'idea tutta propria di cosa sia giusto e cosa sbagliato. Il secondo personaggio costretto a fare i conti con le proprie azioni.

Nicola Trovato ha ventidue anni di differenza dal fratello maggiore, una distanza che sarebbe più appropriato esprimere in anni luce. Dopo aver compreso che il ruolo di secondogenito gli era stato destinato da Ruggero anche in azienda, ha deciso di prendere una strada diversa da quella verso la Stella. Nic ama perdersi in fantasie aliene osservando lo spazio con un telescopio-gioiello da seimila euro, sogna marte e quando è con il resto della famiglia agogna il silenzio perfetto, cadendo in un mutismo che solo la madre è in grado di interpretare.

Ultima tra i personaggi principali nel teatro dei Trovato, Lucia. Dopo aver deciso di essere madre e moglie e di aver rispettato questa decisione per più di quaranta anni, la parte femminile dei Trovato si rivela una donna che osserva in silenzio, che ha tanto da dire, ma non riesce a farlo né con il marito né con i figli. A conoscere la vera Lucia - o la nuova Lucia - è soltanto Lucio, destinatario virtuale di otto anni di e-mail.

Lasciamo i Trovato e  il cuore della Stella, per passare ad un'azienda del tutto diversa: la LiebenKraft Company, un posto quasi mitologico, paradiso di chi marketers, data analyst e di altre figure di cui, da qualche anno a questa parte, si è arricchito il mercato italiano.
La LiebenKraft è un sogno ad occhi aperti e un posto dove poter crescere, dopo poter affermare competenze e virtù, lo sa bene Amelia Rossano, lo squalo dell'azienda, arrivata ai vertici per un semplice motivo: quando si tratta di affari, lei è la migliore. Il suo successo lo deve esclusivamente al suo fiuto, per questo ha una sola grande paura.
Sapevate che le paure posso anche avere nomi e volti e un ufficio con un immenso specchio a parete?
Tommaso Quadri, Tom, uno dei dirigente dell'azienda è la paura di Amelia. O meglio, che alla  LiebenKraft scoprano la loro relazione e sostituiscano un passato di sacrifici e sudore per arrivare in cima, con la sicurezza che se la donna è arrivata a ricoprire il ruolo da dirigente, lo deve soltanto ad una tresca.
Tommaso, al contrario, è poco interessato a questa possibile conseguenza di una relazione che forse è solo sesso, o forse no. I cinquant'anni sono arrivati e l'uomo inizia a mettere in discussione se stesso, alle prese con un'apatia che potrebbe significare - finalmente - il suo aver raggiunto la maturità.

Non c'è alcun collegamento tra la Stella e la LiebenKraft Company finché una cartella esattoriale non arriverà a tracciare linee sempre più spesse tra questi due mondi e i personaggi che li popolano. Ma a gravitare attorno ad essi, distanti a tratti gli uni dagli altri, ma vicini sicuramente per ciò che comporta la loro vicinanza a tutti i nomi che fino ad ora vi ho descritto, ci sono tre personaggi.

Prima ad apparire sulla scena, senza nome e senza cittadinanza, Faatina, una bambina immigrata che accenderà la miccia della "guerra di Cernedo". Ricordate bene queste parole. L'incontro tra Faatina e Pietro Trovato cambierà per sempre le loro vite.
A cambiare, invece, la vita di Tommaso Quadri - a far risvegliare la sua coscienza - ci penserà prima di tutto Cloe Occhipinti, analista finanziaria della LiebenKraft Company che prende sul serio le prime parole amichevoli di Tom: "La mia porta è sempre aperta". Cloe ci crede, come crede nell'idea di azienda che aveva ancor prima di mettere piede alla LiebenKraft, ma il destino è pronto ad insegnarle quanto spesso fare del bene non venga ripagato con la stessa moneta.
Hamidi Paolo Illica è l'ultimo personaggio di questa tappa. Asso nella manica della squadra di calcio di proprietà della LiebenKraft Company, annoiato dalla vita come solo un giocatore miliardario infortunato può essere. Dopo aver mandato in frantumi la carriera insieme al ginocchio, Hamidi Paolo scopre di non essere più lo stesso. Costosissime feste a base di donna, droga e alcol non sono diventate una routine che non sente più sua. E come per Tom, forse anche per il calciatore è arrivato il momento di crescere.

Bene readers! Tanti nomi, ma una storia che si dipana in più di quattrocento pagine per arrivare ad un finale... che non posso raccontarvi! Ma seguendo questo Blog Tour, sono sicura scoprirete altre cose interessanti su In verità, di Dario Buzzolan!



giovedì 20 febbraio 2020

Review Party | Recensione: La figlia del peccato di Emily Gunnis


Hello readers! Secondo evento di oggi, nuova recensione in anteprima!
Questa volta mi tocca ringraziare la casa editrice Garzanti per il mio consumo smodato di Clinex in questi ultimi giorni!
La colpa però, prima di tutto, devo attribuirla a Emily Gunnis e il suo

LA FIGLIA DEL PECCATO

Pronti a versare lacrimoni amari?

Titolo: La figlia del peccato

Autore: Emily Gunnis

Casa Editrice: Garzanti

Genere: Narrativa contemporanea

Data di pubblicazione: 20 febbraio 2020

N° pagine: 348

Trama:
Sussex, 1956. È calata la notte. Al convento di St Margaret tutte le luci sono spente e regna un silenzio assoluto. Protetta dal buio e attenta a non fare il minimo rumore, Ivy si aggira furtiva per i corridoi. Spera di trovare una via di fuga da quella prigione che le ha tolto l’unico figlio, strappatole via senza che lei avesse il tempo di abbracciarlo. Anche se ormai sa che per lei non c’è più possibilità di salvezza. È per questo che, se non può aiutare se stessa, può farlo almeno con Elvira, l’unica bambina cresciuta nel convento. La piccola ha appena scoperto di avere una sorella gemella fuori e vuole raggiungerla a tutti i costi. Ma scappare da St Margaret sembra impossibile. Il convento si fregia di essere una casa di accoglienza per ragazze madri che qui si rifugiano in attesa di dare alla luce bambini destinati all’adozione. In realtà, è una fortezza al riparo dal mondo che, dentro le mura, nasconde oscuri segreti. Un luogo senza via d’uscita dove centinaia di ragazze in cerca di aiuto sono private degli affetti e della libertà senza il loro permesso. E sono vittima di atrocità di cui nessuno ha mai saputo nulla.
Da allora sono passati sessant’anni e tutta la verità su St Margaret è ora contenuta in una lettera di Ivy. Poche righe scritte di fretta e con mano tremante che Samantha, mamma single e giornalista alla ricerca di uno scoop, rinviene per caso in un vecchio armadio della nonna. Non appena le legge, si rende conto di avere per le mani quello che aspetta da tempo: una storia che ha bisogno di essere raccontata prima che sia troppo tardi. Sa che quel compito spetta a lei. È come se quella lettere l’avesse trovata e le chiedesse di indagare. Di andare fino in fondo perché quell’indagine, lo sente, potrebbe anche rivelarle particolari del proprio passato che non conosceva. Ma Samantha deve fare in fretta. Il convento sta per essere abbattuto e la verità rischia di restare sepolta sotto le macerie.

Emily Gunnis confeziona un esordio perfetto, ricco di colpi di scena e suspense, che ha subito conquistato pubblico e critica, balzando in cima alle classifiche e dando il via a un passaparola straordinario. Basato su fatti realmente accaduti in Irlanda tra il diciottesimo e il ventesimo secolo, La figlia del peccato è un romanzo intenso e coinvolgente che lascia un segno indelebile nel lettore. E ci parla dei sacrifici che una madre è disposta a fare pur di proteggere il proprio figlio e garantirgli una vita migliore.

Mi è parso di sentirvi chiedere una bella storia strappalacrime: bene cari lettori, eccovi serviti!
Le parole su cui dovete concentravi sono "basato su fatti realmente accaduti", un particolare che condizionerà assolutamente la vostra lettura.

Ivy è stata portata - o meglio, rinchiusa - al St Margaret perché darà alla luce un bambino fuori dal matrimonio. È il 1956 e le ragazze nubili con pance prominenti, ma prive di una fede al dito, vanno nascoste per il "bene" della loro reputazione.
Il St Margaret, gestito da suore e pieno di altre sventurate nella sua stessa situazione, sembra essere il posto perfetto dove portare avanti una gravidanza lontano da occhi indiscreti, almeno è ciò che pensano i genitori della ragazza quando ve la conducono. Ma Ivy Jenkins scoprirà ben presto, sulla propria pelle, di aver fatto l'ingresso in quello che sembra l'inferno sulla terra.
Le suore non sono caritatevoli e non mostrano la minima pietà per quelle che si sono macchiate di un enorme peccato. Al St Margaret, si sono auto investite del compito di far espiare questa colpa alle giovani madri, innanzitutto portando loro via i bambini.
Come tutte le altre, Ivy subisce ogni sorta di sopruso - raccontato in modo crudo e privo di filtri da Emily Gunnis - e, quando scopre di essere stata separata per sempre dalla sua bambina, decide di salvarne un'altra, l'unico ad essere cresciuta in istituto, Elvira.

A distanza di mezzo secolo, la giornalista Samantha Harper ritrova le lettere disperate che la giovane Ivy ha scritto al padre di sua figlia, implorandolo di salvare entrambe dal St Margaret, ma che sembra non abbiano ricevuto risposta e, tra queste, una indirizzata proprio alla misteriosa Elvira.
Decisa a conoscere il destino della ragazza e a scoprire cosa nei sia stato della bambina, la giornalista rivanga un passato che sempre più putrido.
Spinta, in un primo momento, dal dovere di avere successo in un mondo prevalentemente al maschile, Samantha porta alla luce con abile destrezza la storia di un convento che nulla ha in comune con carità d'animo e amore per il prossimo, tanto professate da chi invece è a capo delle suore.

La penna di Emily Gunnis è sagace, convincente, cruda. Tra romanzo epistolare e suspance da thriller, il lettore è coinvolto in un'indagine avvincente e al contempo agghiacciante, con una narrazione che incolla letteralmente alla pagina fino all'ultimo punto, che indigna per appartenere a una storia realmente accaduta e che scaturisce una curiosità non comune per essere un libro d'esordio.










mercoledì 22 gennaio 2020

[Review Party] Recensione: Come neve che cade di Kristin Hannah


Hello readers! La storia di oggi ho avuto la possibilità di leggerla in anteprima nelle scorse vacanze natalizie e vi confesso che, prima di questa opportunità, non avevo mai letto nulla di Kristin Hannah, ma il suo ultimo libro
COME NEVE CHE CADE 
edito qui in Italia dalla casa editrice Mondadori, mi ha aperto un mondo!

Come sempre, vi presento prima il titolo nelle sue specifiche "tecniche" e poi... pronti con i Clinex!

Titolo: Come neve che cade

Autore: Kristin Hannah

Casa editrice: Mondadori

Genere: Narrativa

Data d'uscita: 21 gennaio 2020

N° pagine: 384

Prezzo: cartaceo 13€ - ebook 7,99€

Trama:
Meredith e Nina Whitson sono due sorelle molto diverse: una si dedica ai figli e al meleto di famiglia; l’altra è una fotoreporter giramondo. A unirle è l’amore per il padre; così, quando lui si ammala, entrambe si ritrovano al suo capezzale, sotto lo sguardo gelido della madre Anya. È proprio lei a condurle verso un antico segreto di famiglia, raccontando la storia di una ragazza vissuta nella Leningrado dilaniata dalla guerra, sepolta dalla neve, dove le donne erano disposte a tutto pur di salvare i propri figli e se stesse.


Quando Kristin Hannah è arrivata sul mio Kindle, pensavo di aver trovato la lettura leggera con cui trascorrere il tempo libero tra una tavolata e una giocata a tombola, ma a quasi un mese di distanza mi rendo conto che avrei fatto meglio a prepararmi psicologicamente, inforcare gli occhiali e raggomitolarmi sotto la mia fedele copertina di Virginia Woolf, rito molto più adatto alla lettura di Come neve che cade.

Un nuovo romanzo che ha come protagoniste le donne - uno dei generi che preferisco, perché diciamo YES! al Girl Power -, tre donne, mogli, madri, sorelle e figlie, diverse tra loro, ma accomunate per sempre dal legame di sangue.
Meredith e Nina Whitson sono cresciute sotto l'ala di un padre amorevole, ma lo sguardo freddo e austero di una madre impossibilitata dalla vita a comunicare (e a dare affetto) se non, nel caso delle figlie, attraverso le favole della buonanotte.

Forse perché parlo per esperienza personale, ma questo genere di "comunicazione" mi ha riportata in meno di due secondi alla camera da letto della casa in montagna dei miei genitori, dove ogni sera mia madre - con pazienza e dedizione, devo ammettere - cercava di comunicarmi messaggi e insegnanti proprio attraverso libri pieni di disegni e favole.

Il rapporto di Anya con le figlie, però non superare il raccontare; la donna si è barricata dietro una cortina di ghiaccio inspiegabile per le due ragazze, ma non per il marito che conosce bene il passato della moglie e per questo l'ha sempre amata alla follia. Il passato di Anya che prima ha inciso sulla "nuova" vita, ricade anche su Meredith e Nina che declinano l'esperienza dell'amore materno (o meglio, del non amore) in due modi diversi. Meredith, come una reazione al "non affetto", diventa una donna attenta e dedita alla famiglia, lavorando nell'azienda del padre e costruendo un nucleo al cui c'entro invisibile c'è proprio lei, che conosce i bisogni di tutti e fa di tutti per soddisfarli, mettendosi sempre da parte - non senza provare dolore.
Nina, all'opposto, scappa di casa e insegue le proprie emozioni in giro per il mondo, fotografando quelle di altre donne, colpite - caso vuole - dalla guerra.
Così diverse eppure legate da un amore indissolubile, non sempre scontato tra due sorelle e diverso, più privato, di quello che provano per il padre.

Il sentimento che lega le due sorelle sembra quasi ereditario, anche l'amore dei genitori infatti è forte e indissolubile, e soprattutto non lascia ad altri la possibilità di entrare. Come in realtà, a parer mio, sarebbe più che giusto: quando si crea insieme una nuova famiglia, la coppia non dovrebbe patirne, venendo inglobata da un nucleo più ampio.

Nel corso della storia, i personaggi femminili sono quasi costretti a maturare dal corso degli eventi: l'imminente morte del padre spinge Meredith e Nina a parlare sul serio con quella madre che sembra saper raccontare solo favole e, allo stesso tempo, rispondendo alla loro richiesta, Anya si lascia man mano alle spalle il racconto favolistico. Davanti a lei non ci sono più due bambine, ma due donne con due percorsi di vita distinti, alle quali deve una volta per tutto il racconto della realtà.
Benché impossibilitata ad esprimere il proprio affetto, nel fare ritorno alla Leningrado del 1941, rivivendo il dolore dei giorni dell'assedio e della guerra, Anya compie un vero e proprio atto di sacrificio per amore.

Riconosco di essere sensibile alle storie che vanno a ritroso, che parlano di paesi dell'Est e di guerra, ma la storia che Kristin Hannah ricama - scegliendo di narrarla in terza persona in modo da dare al lettore una visione d'insieme dei personaggi, di ciò che provano e che vivono - trasmette attraverso una scrittura semplice e scorrevole, prima di tutto i sentimenti che permeano le pagine di Come neve che cade. Disagio e sacrificio, e nell'ultima parte, nel viaggio a Leningrado di Anya, tanto dolore scaturito da un non edulcorato racconto dell'assedio, ricco di particolari di un passato reale di cui l'Italia ha percepito solo una flebile eco.

Quanto mi è piaciuta questa nuova scoperta?


Ma se per voi Kristin Hannah non è una novità, dovete assolutamente consigliarmi altri titoli!