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domenica 19 luglio 2020

Blog Tour: Le tematiche de "La tenuta delle rose" di Hannan Richell


Hello readers! È dalla Repubblica Ceca che la vostra Virginia vi scrive, jak se máte?
Domani entrerò in una nuova università e mi tremano le ginocchia solo al pensiero, così cerco di stemperare la tensione parlandovi di una delle mie ultime letture:

LA TENUTA DELLE ROSE
di Hannah Richell

Trama:
Maggie è convinta che seguire il cuore sia la scelta sbagliata. L'unica volta che l'ha fatto la sua vita è finita sottosopra ed è stata costretta a lasciare Londra per rifugiarsi il più lontano possibile. Ma quando la sua amata nonna Lillian si è ammalata non ha avuto scelta: è tornata in Inghilterra per affrontare il passato da cui cercava riparo. Arrivata a Cloudesley, non può non notare che le splendide rose, i tulipani colorati e i gigli regali che punteggiavano il giardino dei suoi ricordi hanno perso il proprio splendore. Anche le braccia di sua nonna, pur restando l'unico luogo che riesce a chiamare casa, le trasmettono una sensazione diversa. Maggie capisce che la donna non ha più molto tempo e vuole confidarle qualcosa. Quello che non si aspetta è che si tratti di una verità che parla di segreti nascosti nelle immense e buie sale di Cloudesley. Di una famiglia, di scelte difficili. Di un tempo in cui una donna era costretta a prendere strade che la portavano lontano dai suoi desideri, perché regole e convenzioni valevano più di ogni altra cosa. Di uomini sicuri di esercitare un potere indiscutibile. Tra quelle mura dorate sua nonna si era sentita come un oggetto da sfoggiare e nulla di più. Ma ora Maggie sa che il regalo che vuole lasciarle è la libertà. La libertà di sbagliare, di cadere e di potersi rialzare. Di seguire il proprio cuore e di decidere che cosa pensare senza permettere che sia qualcun altro a farlo. Di amare davvero. È proprio questa la cosa più difficile per Maggie, a causa di quella bugia che porta dentro. Perché a volte è più facile perdonare gli altri che sé stessi.

La tenuta delle rose non ha solo una trama interessante, ma per convincervi al 100%, spingendovi ad un nuovo acquisto libroso (non)compulsivo, ho pensato che partecipare ad un Blog Tour organizzato grazie alla Garzanti, fosse la soluzione migliore!

L'evento è iniziato da qualche giorno e oggi tocca a me parlare dei temi che Hannah Richell ha deciso di toccare con questa storia!
Potrei scrivervi che La tenuta delle rose parla di amore, segreti e conseguenze che dal passato si riversano nel presente, ma tutto questo lo avrete dedotto anche solo leggendo la trama. Quindi c'è dell'altro? Assolutamente sì.

La tenuta delle rose ha due protagoniste, è una storia quindi tutta al femminile che attraverso temi come la maternità (desiderata o meno), la passione per amori proibiti e la paura di storie che probabilmente non matureranno mai in qualcosa di più serio, parla della condizione della donna. Passata e presente.
Lillian e Maggie, figlie di tempi differenti, mostrano al lettore la condizione della donna declinata in più sfumature. Dall'assoggettazione al patriarcato, alla repressione degli istinti e delle emozioni forti perché non consentite al "sesso debole", fino al diritto di scegliere del proprio corpo e del proprio destino.

In quello che potrebbe essere un semplice romanzo, Hannah Richell lascia piccole tracce da seguire, che solo i lettori più attenti riescono a scovare. E se siete curiosi di scoprire chi siano Lillian e Maggie e come si La tenuta delle rose, vi basta continuare a seguire questo evento!



giovedì 25 giugno 2020

Review Party: "Il mio anno con te" di Julia Whelan


Ci rivediamo readers! L'ultima recensione di oggi è di un romanzo che ha fatto palpitare il mio cuoricino, pubblicato oggi da HarperCollins,

IL MIO ANNO CON TE
di Julia Whelan

Trama:

L’americana Ella Durran ha chiaro in mente un progetto per la sua vita sin da quando era una ragazzina: studiare a Oxford. E adesso, a ventiquattro anni, è finalmente arrivata in Inghilterra con una prestigiosa borsa di studio della durata di un anno e sta per coronare il suo sogno. Nello stesso momento, però, riceve una telefonata inattesa e un’incredibile proposta di lavoro nello staff della campagna presidenziale di un astro nascente della politica americana. Per fortuna, con la promessa che lavorerà a distanza e potrà tornare a Washington alla fine dell’anno, Ella è libera di godersi la sua esperienza a Oxford, una di quelle “che capitano una sola volta nella vita”. Tutto sembra iniziare nel migliore dei modi, finché non scopre che Jamie Davenport, il ragazzo impertinente che ha appena rovinato la sua camicia e il suo primo giorno, è anche il professore del corso di letteratura inglese… e allora Ella comincia a pensare che forse Oxford non è proprio come aveva immaginato. Ma deve ricredersi. Un drink a tarda notte con Jamie svela un feeling che Ella non si aspettava certo di trovare, e quella che inizia come un’avventura casuale comincia presto a diventare qualcosa di molto più profondo. Jamie, però, nasconde un segreto. E quando Ella lo scopre si trova di fronte a una decisione apparentemente impossibile: voltare le spalle all’uomo di cui si sta innamorando per seguire i suoi sogni o restare con lui ad affrontare una situazione per la quale nessuno dei due è davvero pronto. Così, mentre la fine del suo anno a Oxford si avvicina rapidamente, Ella deve decidere se i sogni che vuole realizzare sono sempre gli stessi. 



Dal caldo Messico de "Il sussurro delle api", con Julia Whelan voliamo nella nebbiosa Inghilterra per una storia che mi ha incuriosito fin dalla trama - e la povera Susanna Zanni ne sa qualcosa, che mi ha gentilmente inclusa all'ultimo minuto nel suo evento e mi ha subita, poverina!

Anyway, le parole Oxford, insegnate, inglese hanno fatto breccia da subito nel mio cuore. Una protagonista la cui "avventura" inizia con il coronamento di uno dei miei più grandi sogni - quello di studiare in una prestigiosa università inglese -, non potevo lasciarmela scappare.

Se di Oxford potrò solo leggerne le storie nei libri, Ella Durran ha invece l'opportunità di trascorrere quello che pensa possa rivelarsi l'anno migliore della sua vita, divenendo temporaneamente una studentessa. Appena messo piede in U.K., un'ulteriore notizia sconvolge la sua giornata: una telefonata le annuncia l'occasione di far parte dello staff di un politico in piena corsa alla Casa Bianca. Voi cosa avreste fatto nei suoi panni? Io, come Ella, mi sarei prostrata per mantenere il nuovo lavoro e... la borsa di studio ad Oxford!

Ben presto, la ragazza si accorge che l'Inghilterra reale non è come quella descritta in un bel romanzo regency. E un incontro/scontro che implica del fish&chips e una camicetta da buttare ne è la prova del nove.

...ma. Ecco sì, un ma doveva pur esserci! Ma il sabotatore di capi di vestiario femminile è decisamente carino. Ed è un giovane professore di letteratura inglese. Poteva Ella non innamorarsene?!

Io così, se fosse toccato a me il fatale incontro.

Jamie Devenport ha il fascio del bello e tormentato ed Ella fa di tutto per resistergli, finché non scopre la verità che affligge l'uomo.
Chi non sa cosa sia lo spirito da crocerossina (o da cavaliere) non ha idea del dilemma che la ragazza deve affrontare: inseguire la carriera politica, tornando negli States o dare retta al cuore e restare al fianco del suo affascinante, ma complicato professore?

Ho trascorso con Il mio anno con te un paio di tranquilli pomeriggi in giro per Oxford e accanto ad un bel ragazzo scozzese, soffrendo nei punti cruciali della trama e sorridendo in quelli più romantici. La penna di Julie Whelan ha saputo bilanciare attentamente la comparte tragica, non gettando i personaggi in una valle di lacrime, un particolare che apprezzo sempre quando decido di lasciarmi andare a letture non provenienti dalla letteratura inglese del Seicento.
Il mio anno con te è stato un'esperienza breve, ma intensa. In grado di portare nero su bianco una vita tutto sommato comune, ma non per questo meno interessante. Ogni lettrice potrebbe essere una potenziale Ella e forse è questo il punt forte del romanzo.

Giudizio?

E voi? Avete una storia del cuore, magari ambientata nel vostro Paese preferito?







giovedì 4 giugno 2020

Review Tour: "Il gioco della vita" di Mazo de la Roche


Hello readers! Questo pomeriggio vi parlerò del secondo capitolo di una saga famigliare che al tempo della sua pubblicazione, negli anni Venti del Novecento, ha avuto un enorme successo.
Grazie alla Fazi Editore, Mazo De La Roche e la famiglia Whiteoak sono arrivati in Italia con "Jalna" e sono ritornati, lo scorso 28 maggio, con

IL GIOCO DELLA VITA

Resterete anche voi stregati dalle vicende di questa famiglia? Io credo di sì!

Prima di presentarvi "Il gioco della vita", vi lascio la trama di "Jalna", così da andare in ordine e arrivare alla recensione senza fare confusione.

JALNA:

Cent’anni di amori, odi e passioni sullo sfondo dei paesaggi sconfinati del Canada. Una grande saga familiare bestseller in tutto il mondo.

Jalna è il primo romanzo di una saga familiare amatissima che, a partire dagli anni Venti, conquistò generazioni di lettori, con undici milioni di copie vendute e centinaia di edizioni in tutto il mondo. All’epoca della sua prima uscita, la saga di Jalna, ambientata in Canada, era seconda solo a Via col vento fra i bestseller. Grazie a quest’opera, l’autrice, paragonabile a Thomas Hardy, ottenne fama internazionale e fu la prima donna a vincere il prestigioso Atlantic Monthly Prize.
I Whiteoak, numerosa famiglia di origini inglesi, risiedono a Jalna, grande tenuta nell’Ontario che deve il suo nome alla città indiana dove i due capostipiti, il capitano Philip Whiteoak e la moglie Adeline, si sono conosciuti. Molto tempo è trascorso da quel fatidico primo incontro. Oggi – siamo negli anni Venti – l’indomita Adeline, ormai nonna e vedova, tiene le fila di tutta la famiglia mentre aspetta con ansia di festeggiare il suo centesimo compleanno insieme a figli e nipoti: a partire dal piccolo Wakefield, scaltro come pochi, infallibile nell’escogitare trucchi per non studiare e sgraffignare fette di torta, fino al maggiore, Renny, il capofamiglia, grande seduttore che nasconde un animo sensibile. La vita a Jalna scorre tranquilla, fino a quando due nuore appena acquisite arrivano a scombussolarne gli equilibri: la giovanissima Pheasant, figlia illegittima del vicino, il cui ingresso in famiglia è accolto come un oltraggio, e la deliziosa Alayne, americana in carriera che, al contrario, con la sua grazia ammalierà tutti, specialmente gli uomini di casa…
Con una prosa leggera ed elegante e un delizioso sguardo ironico, Mazo de la Roche ci racconta la storia di tre generazioni accompagnandoci in un allegro gioco di intrecci incorniciato dalla bellezza e i colori del paesaggio canadese e dalla quiete della natura incontaminata.

IL GIOCO DELLA VITA:

È trascorso un anno da quando abbiamo lasciato la turbolenta Jalna. Eden è scomparso e non si hanno più notizie di lui, Alayne è tornata a New York, Pheasant ha avuto un figlio da Piers e lo ha chiamato Maurice, come suo padre. Ritroviamo la famiglia riunita attorno al tavolo davanti a un invitante soufflé al formaggio e una bottiglia di rum di quelle buone per gli uomini. Manca solo Adeline. La nonna ormai passa la maggior parte del tempo a letto: quello stesso letto che è stato testimone di concepimenti, nascite e addii, e che ora sembra attendere un commiato. Difficile credere che la complicata trama tessuta da Adeline nelle stanze di Jalna possa squarciarsi. Ma una preoccupazione domina su tutte: a chi andrà l’eredità? Per tenere tutti in pugno, la furbissima nonna ha dichiarato che sarà destinata a una sola persona. Così, fra gelosie e sospetti reciproci, scatta la rincorsa all’ingente patrimonio: finirà forse nelle mani di Renny, per cui tutte le donne, nonna compresa, perdono la testa? O il fortunato sarà Nicholas, il più anziano, il figlio preferito? O l’adorabile piccolo Wakefield? Nel frattempo, il giovane Finch ha ben altro a cui pensare e coltiva in gran segreto la sua passione per le arti nell’attesa di entrare finalmente a far parte del gruppo degli uomini Whiteoak, mentre Renny non riesce a dimenticare l’affascinante Alayne, che tornerà a rimescolare le carte.

Il gioco della vita è il secondo capitolo della saga di Jalna: una saga familiare amatissima che, a partire dagli anni Venti, conquistò generazioni di lettori, con undici milioni di copie vendute e centinaia di edizioni in tutto il mondo, seconda solo a Via col vento fra i bestseller all’epoca della prima uscita.

Se vi siete chiesti fino ad ora chi sia Jalna, risponderò subito salla vostra domanda con un'altra domanda: cos'è Jalna?
Non è una donna, non è una persona, ma il luogo che appartiene e ospita i Whiteoak, trasferitisi dall'Inghilerra nel tanto bello quanto selvaggio Canada. E così, dal luogo nel quale i due capostipiti della famiglia si sono incontrati, prende il nome la magione che osserverà le vicende famigliari dei Whiteoak. Jalna quindi non è una persona, ma - insieme alla natura che muta col trascorrere del tempo -, un'osservatrice silente.

Una donna però, cardine della famiglia, c'è: Adeline Whiteaok, vedova matriarca che dapprima muove i fili della storia e poi, scivolnado nella vecchiaia, osserve sviluppi e conseguenze della sua scelta. Prima, in "Jalna" a quasi cento anni d'età, poi ne "Il gioco della vita", a solo un anno di distanza.

Mazo de la Roche orchestra un racconto corale che, seppur scritto agli inizi del Novecento - e quindi a cento anni dai lettori del presente -, tratta temi che muovono qualsiasi grande famiglia. I Whiteoak non sono numerosi, ma le generazioni che si susseguono tra le mura di Jalna tessono una trama storica in grado di incuriosire lo scrittore, sebbene non compiano scelte o gesta eclatanti.
È proprio questo uno dei punti forti della scrittura di Mazo de la Roche, far sì che il lettore vi si riconosca nonostante l'enorme lasso temporale che lo separa dalla costruzione della storia.

Arrivati alla fine di "Jalna" non dimenticherete i Whiteoak, ma fortunatamente, la Fazi Editore non ha perso tempo nel pubblicare il secondo capitolo della storia, quindi ora tocca solo a voi!
E spero che, prima della fine di questo lockdown, siate riusciti a cogliere l'occasione di avere proprio il primo libro della serie gratis, grazie all'iniziativa #solidarietàdigitale! 
Vi confesso che è proprio così che ho conosciuto Mazo de la Roche e quando ho letto dell'uscita de "Il gioco della vita", avevo appena terminato "Jalna", immaginate quindi la gioia, da lettrice, di non dover attendere per leggere cosa succedesse alla progenie di Adeline!

Ora che vi ho "lanciato" questo suggerimento di lettura da


la mia missione è compiuta! 


lunedì 30 marzo 2020

[Review Party] Recensione: È solo un cane di (dicono) La storia continua di Marina Morpurgo


Hello readers! La nostra settimana è iniziata all'insegna di mafia romance recensito dalla bravissima Susan, ma ora si cambia musica... o genere, se preferite!
Oberata da studio e lavoro, Marina Morpurgo e Blasco mi hanno regalato un paio di serate all'insegna del relax e come sempre, mi tocca ringraziare un piccolo gruppetto di scatenatissime blogger per avermi coinvolta in questo evento!

Titolo: È solo un cane (dicono) La storia continua

Autrice: Marina Morpurgo 

Casa Editrice: Astoria Edizioni

Genere: Romanzo

Data di pubblicazione: 5 marzo 2020

N° pagine: 144

Prezzo: cartaceo €14,00

Trama:
Gambassi è un paesino in Toscana, ignoto ai più. Lì è nato Blasco, cagnolone protagonista di una commovente vicenda di solidarietà umana, e a Gambassi ha trovato rifugio e salvezza – in fuga dai nazifascisti – la famiglia materna di Marina Morpurgo, la padrona di Blasco. Quando Marina mette a fuoco questa strana coincidenza inizia un bizzarro viaggio nella memoria. Qualcuno ha aiutato la sua famiglia a sopravvivere e qualcuno l’ha aiutata a salvare Blasco, qualcuno si è mostrato solidale e qualcuno no, qualcuno le ha insegnato la speranza e l’elaborazione della perdita.
Potrebbe sembrare sacrilego questo accostamento tra salvezza di un animale e salvezza di esseri umani, ma solo per coloro che non comprendono come l’amore – per un cane o per i nonni – possa scavare dentro l’animo dei solchi profondissimi. La forza dei ricordi ha spinto Morpurgo a continuare questo viaggio nella storia della sua famiglia, dove l’ombra della Shoah è stata spesso rischiarata dall’aiuto di molte brave persone e dove le coincidenze non sono mai un caso. E la seconda edizione di questo fortunato libro continua la sua opera di testimonianza.
"[...] dove ci sono dei salvatori e dei salvati, là c'è un magnete che silenziosamente e per vie imperscrutabili mi attrae."
 È solo un cane (dicono) La storia continua di Marina Morpurgo è un libro piccino, una storia breve condita da foto di famiglia e didascalie, ma in grado di fulminare con parole che sembrano scrutarti nel profondo. Non potevo iniziare questa recensione se non con una citazione che, a distanza di qualche giorno, continua a parlarmi. Perché se la Morpurgo crede alle coincidenze, un po' ci credo anche io e il suo libro, in un tempo che sembra scorrere lento, come all'interno di una bolla, mi ha richiamata più volte alla realtà, quella che ora ringrazio almeno di poter osservare da una finestra.

Sono stata attratta da È solo un cane (dicono) La storia continua alla ricerca di una storia sulla Shoah tutta italiana e mi sono imbattuta in un ancor più particolare esemplare di libro, a metà tra una saga famigliare con tanto di foto e il racconto di uno degli amori più puri che esistano, quello tra animale e padrone.

Un nesso tra cani e olocausto non sarei mai stata in grado di trovarlo, prima di aprire questo libro, ma Marina Morpurgo è stata brava a farmi capire che, in qualche modo, tutto è collegato, proprio come il suo adorato Blasco e la storia della sua famiglia, rifugiatasi in un piccolo paesino toscano per sfuggire ai campi di concentramento. Quando si dice "I casi della vita".

Da una claudicante sconfitta di un tumore, al ritorno alla vita su tre zampe, Marina Morpurgo regala ai suoi lettori uno spaccato di vita quotidiana con quello che non è mai un semplice cane, ché ché ne dica chiunque non sa cosa voglia significhi vivere con un amico peloso. Mentre un Grande Oncologo Angelico salva da morte pronosticata il cane inviato alla scrittrice (ne è sicura al 100%) dalla defunta nonna - che un male simile, ma di natura umana ha portato via -, tre delle sorelle Bassani (prozie della Morpurgo), a circa ottanta anni di distanza indietro nel tempo, riescono a fuggire dal continente, e i nonni Guido e Irma con le due figlie vengono salvati da un gruppo di suorine.
Le (dis)avventure di Blascone, raccontate con vena ironica dal duo scrittrice/cane, vengono intervallate dalla storia della famiglia Calderoni, emigrante e rifugiata, italiana, americana e, per un breve periodo di tempo, fintamente meridionale. Un tema, quello del destino degli ebrei italiani dopo le leggi razziali del 1938, che potrebbe essere ben più pesante, se non fosse per la grande capacità della Morpurgo di infondere speranza al suo racconto, sventolando lo stendardo del suo tanto amato happy ending.

È solo un cane (dicono) La storia continua è stato una lettura piacevole, una di quelle storie impossibili da non consigliare... o da regalare. In tempi simili, far felice una persona lontana con una storia così piena di speranza, potrebbe essere un gesto da non sottovalutare. Pensateci!



lunedì 23 marzo 2020

Recensione: “La memoria delle farfalle” di Annamaria Piscopo

Buongiorno meraviglie!
La memoria delle farfalle” è stata una mia lettura recente. Grazie all’invio della copia da parte della casa editrice Rizzoli ho potuto leggere e conoscere una penna italiana, quella di Annamaria Piscopo.
Volete sapere cosa ne penso?
Leggiamo la trama e poi la mia recensione!



Sinossi: Giulia ha sedici anni, pochi grilli per la testa e un'amica del cuore, Alice, con cui trascorre tutte le sue giornate tra la scuola e il tempo libero. Finché un giorno Alice muore sotto i suoi occhi e il mondo di Giulia va in pezzi. Una sera incontra Mattia: diciotto anni, capelli ribelli, un ragazzo dolce e semplice che nelle ore libere dal liceo lavora in un allevamento di farfalle, la sua passione. Anche lui ha subito una perdita, sua madre è morta pochi mesi prima e sta ancora cercando di ricostruire la sua vita attorno a quell'assenza. Giulia e Mattia si cercano, si innamorano, si perdono, fino al momento in cui capiscono che insieme possono essere più forti. Ma con il passare dei mesi, Giulia si rende conto che la realtà intorno a sé nasconde delle ombre. Alice aveva dei segreti e lei, forse a causa del trauma della perdita, li aveva dimenticati. Un passo alla volta, Giulia deve trovare il coraggio di affrontare il dolore, le cose non dette e quelle che ha dimenticato, arrivando a scoprire quanto può essere forte l'amore, in tutte le sue forme.



Prima di ogni cosa, ad attirarmi alla lettura è stata la copertina che trovo assolutamente meravigliosa. Rende l'idea perfettamente di ciò che sono andata poi a leggere in seguito: una confusione in testa in un momento di gioia e colori per l'età della giovinezza. Quella pressione mentale e fisica che si abbatte in momenti difficili e ci fa venire voglia di evadere con la testa fra le nuvole e lo stomaco pieno di farfalle.

"La memoria delle farfalle" è un romanzo Young adult che ci immerge nelle vite di Giulia e Mattia. Due ragazzi che hanno un passato che si trascinano dietro, sulle spalle e nella testa che si perde nei ricordi.
Giulia ha perso Alice, davanti ai suoi occhi, la sua migliore amica, e Mattia invece sua madre. Condividono un profondo dolore capace di avvicinarli e di farli sentire a casa quando sono in compagnia l'uno dell'altra.



Annamaria Piscopo è una penna italiana nuova da aggiungere ai talenti nostrani. È stata capace di raccontare momenti difficili e carichi di sofferenza con una delicatezza commovente facendomi entrare nella storia e nei suoi personaggi.

Ed è proprio questo che mi ha colpito quando ho chiuso il libro. Annamaria è riuscita a raccontarmi delle storie dentro la storia. Non mi ha lasciata con nessun punto interrogativo, ha risposto ad ogni domanda posta durante la lettura. Ho parlato di personaggi e non protagonisti per un valido motivo. Nella sinossi si legge dei due protagonisti principali, ma a tirare i fili della storia c’è la complicità di più personaggi (alcuni più rilevanti di altri).
Mi è piaciuto anche come siano stati aggiunti tutti i particolari delle farfalle che oltre ad avermi fatto apprendere tantissime cose che ignoravo, mi hanno anche trascinata nel romanzo emozionandomi e facendomi sorridere.
Si intuisce da questi piccoli dettagli quanto Annamaria abbia studiato e abbia dedicato del tempo a far quadrare la stesura del romanzo in maniera quasi maniacale, senza far mancare nulla e calibrando tutto alla perfezione. Come pezzi di un puzzle ogni cosa ritorna al suo posto insegnando tantissime cose sulle persone, sulle reazioni, sui pensieri, anche sulla rabbia che c'è e si deve affrontare dopo un lutto.
Un libro che consiglio di leggere a qualsiasi età, fin da giovanissimi, perché riesce a raccontare tantissime emozioni e a farci guardare le cose in una diversa prospettiva.

Intrecci, attrazione, amicizia, fedeltà sono tutti ingredienti che troviamo ne "La memoria delle farfalle", capaci di mantenere la mia attenzione su temi importanti senza cadere nel banale. La trama e le storie dei due protagonisti sono tessute a dovere e non ho mai perso interesse durante la lettura.

Una storia per cuori sensibili.
Se la leggi attentamente e in silenzio riesci persino a sentire quella sottile melodia scatenata dall'armonia del battito d'ali delle farfalle. 


Il mio voto:


A presto!


venerdì 27 settembre 2019

[Recensione] "L'attimo prima" di Francesco Musolino: il kintsugi di Lorenzo.

Ben trovati cari lettori! 
Sono davvero entusiasta di tornare finalmente con una nuova recensione. Purtroppo a causa di un guasto del computer, che si è decisamente prolungato più del dovuto, sono ormai inattiva da tre settimane. Ovviamente le mie colleghe no, quindi il blog è rimasto attivissimo grazie a loro. Ma ora mi ritrovo le dita impazienti all’idea di recuperare tutto il lavoro arretrato. Il post di oggi è dedicato ad un libro molto speciale e che mi ha davvero colpito nel profondo: “L’attimo prima” di Francesco Musolino. Uscito a settembre ed edito da Rizzoli, il volume si è rivelato una lettura inaspettata. Se volete scoprire perché non vi resta che scorrere verso il basso e leggere la recensione!


Data di uscita: 3 settembre 2019. 

Trama: 

«I guerrieri non nascondono le cicatrici.» 

Cosa succede quando la vita che hai sempre sognato svanisce l'attimo prima di diventare realtà? Lorenzo è cresciuto a Messina, sotto il tavolo di legno del ristorante dei genitori. Desiderava una carriera da chef ma, all'improvviso, tutto è cambiato. Impantanato, sospeso e ancora immaturo, Lorenzo inizia a lavorare in un'agenzia di viaggi. Nel frattempo, mentre la neve scende sull'Etna, lui si rifugia in un cibo insipido e immaginale vite degli altri. Toccherà a sua sorella Elena stanarlo e praticare un kintsugi degli affetti, rimettendo insieme i cocci della sua esistenza. Il timore di dimenticare chi abbiamo amato non dev'essere una scusa per rinunciare a guardare l'orizzonte. Sperando che al momento giusto, al bivio cruciale, i leoni nel cuore ricomincino a ruggire.

Recensione

Mi rendo conto che questa recensione potrebbe essere basata su un potenziale spoiler, ma ho assolutamente necessità di scriverla così come mi sento di fare, lasciando libera la mente di raccontarvi ciò che sento. Quindi se non siete amanti delle anticipazioni fermatevi. Se invece dalla trama avete già intuito di cosa tratta il libro proseguite pure.

All’inizio del post vi ho accennato che la storia scritta da Francesco è stata per me totalmente inaspettata. Per farvi capire cosa intendo devo condividere con voi una parte di me. Dovete sapere che io ho un terrore viscerale della morte, non la mia... ma quella delle persone che amo. È un pensiero che mi paralizza, il solo pensarci mi manda nel panico. Faccio talmente tanta fatica a pensare alla morte dei miei cari che quando mi trovo davanti una lettura come questa, dove la storia si sviluppa intorno al lutto, la evito come la peste. Dalla trama infatti si percepisce subito che il protagonista, Lorenzo, sta cercando di superare una grande perdita. Normalmente avrei rifiutato, tuttavia quando mi è stato proposto di leggere questo volume avevo un presentimento positivo e non mi sono lasciata scoraggiare dalla paura. 

Il protagonista Lorenzo, nel pieno della sua vita e dei suoi progetti per il futuro, riceve una brutta battuta d’arresto; a fermalo la morte dell’amato padre Leandro. Come un fulmine a ciel sereno la morte lo sconvolge gettando un’ombra su tutta la sua vita. Francesco Musolino descrive una famiglia che si ama, che affronta la vita insieme e poi ti racconta di come in pochi attimi tutto possa finire e precipitare nel buio più totale. Il momento prima sei lì, pronto a spiccare il volo e intraprendere il cammino per realizzare i tuoi sogni, e quello dopo ti ritrovi sconvolto e inghiottito dallo sconforto più nero.

L'autore in "L'attimo prima" racconta, grazie ad una scrittura riflessiva e coinvolgente, i passi che Lorenzo compie dopo quel fatidico giorno. Tuttavia non si tratta solo di passi in avanti. Non sempre infatti davanti ad una perdita si trova la forza di reagire e riprendersi in mano la propria vita. Non è una cosa immediata, certa, ma un profondo cambiamento che viene da dentro solo a tempo debito. Ho sempre immaginato il lutto come un grande secchio d’acqua da riempire una goccia alla volta. Ci vorrà tantissimo a colmarlo, ma piano piano con fatica e pazienza si riempirà. Esattamente come Lorenzo, che passo dopo passo, dovrà cercare di riprendere in mano la sua vita. 

L’autore è stato in grado di raccontare una storia di grande dolore e farla vivere al lettore come se fosse sua, di farlo riflettere non solo sul concetto di perdita ma anche sulla fragilità umana e a quanto effimera sia in realtà la sua esistenza. A mio avviso non è da tutti riuscire ad affrontare questi temi così delicati con la sensibilità e la comprensione che Francesco è riuscito trasmettere. Non vi nascondo che ho pianto molto, ma non sono riuscita a smettere di leggere. Ovviamente non è una di quelle storie che ti tiene con il fiato sospeso fino a che non esplode il colpo di scena che ti lascia a bocca aperta. È una lettura diversa, che parla di autoanalisi del protagonista, dei suoi sentimenti, dei suoi ricordi, del percorso che sta affrontando e delle sue passioni. Su come queste ultime, nel caso di Lorenzo si tratta la cucina, siano importanti e fondamentali nella vita di ogni individuo. Vanno godute, esplorate. VISSUTE. Con "L'attimo prima" rimani incollato alle pagine proprio perché Lorenzo ti sta lasciando una parte di sé, una parte importante, fragile e bellissima da scoprire. 

Francesco Musolino è riuscito a farmi leggere ed amare un libro che aveva come fulcro la mia più grande paura, e ad assicurarsi un posticino nel mio cuore. Sento di consigliarvi caldamente questo romanzo perché ha davvero qualcosa da trasmettere al lettore.

Il mio voto è:

Jane

martedì 16 luglio 2019

Review Party | Recnsione: Piacere di conoscerti di Rachel Winters


Hello readers!

L'invito all'evento di questo pomeriggio mi è arrivato tramite messaggio privato, da una conoscenza virtuale che di certo non sapeva di aver fatto centro.

La povera Raffaella del blog "The Reading's Love - L'amore per i libri" probabilmente non aveva la minima idea della trasformazione che un'accanita lettrice di non-fiction, like me, subisce sotto l'influsso di una qualunque romantic comedy anni Novanta made (esempi? Notting Hill, Il matrimonio del mio migliore amico, C'è post@ per te, Quattro matrimoni e un funerale... devo continuare?)...


Figuriamoci leggendo un titolo come

PIACERE DI CONOSCERTI

di Rachel Winters

che parla di romantic comedy e meet-cute!

Titolo: Piacere di conoscerti

Autore: Rachel Winters

Casa editrice: Mondadori

Genere: Romanzo

Data di pubblicazione: 16 luglio 2019

N° pagine: 348

Prezzo: cartaceo € 19,00

Trama:
Dopo sette anni come assistente, la ventinovenne Evie Summers è pronta a ottenere finalmente la promozione che merita. Ma l’agenzia televisiva e cinematografica che tiene in piedi da dietro le quinte naviga in pessime acque, ed Evie rischia di perdere il lavoro. Secondo il suo capo, c’è un unico modo per evitare il tracollo: riuscire a convincere il loro cliente più importante e arrogante, il premio Oscar Ezra Chester, a completare la sceneggiatura di una commedia romantica per Hollywood.

Il problema? Ezra ha il blocco dello scrittore e non sa nemmeno da che parte incominciare. Inoltre non crede all’amore e detesta le commedie romantiche, che non considera all’altezza del suo grande talento. Incuriosito però dalla caparbietà di Evie, le propone uno scambio: si metterà a scrivere solo se lei gli dimostrerà che ci si può innamorare proprio come succede nei film. E cioè mai.

Evie non può fare altro che accettare e si imbarca in un appuntamento dopo l’altro per incontrare un uomo nello stesso modo in cui Sally incontra Harry o Hugh Grant si imbatte in Julia Roberts.

La realtà però è un po’ diversa ed Evie si ritroverà ad affrontare una serie di umiliazioni, con esiti disastrosi…


Yes, ma non è proprio questo il bello di questi film? 

Do per scontato che stiate annuendo tutti, quindi continuiamo per il momento tanto atteso di questo Review Party!



Non lo faccio mai, ma estate + lavoro + ferie a dicembre sono un mix esplosivo che mi porta ad essere particolarmente perfida verso il genere umano, e voi, cari lettori, purtroppo ne pagate le spese questo pomeriggio. So... MEGA SPOILER: "Piacere di conoscerti" di Rachel Winter, mi ha piacevolmente stupito!

Se siete appassionati di commedie romantiche (io aggiungerei inglesi) potreste anche comprare questo libro ad occhi chiusi, cioè DOVRESTE correre in libreria ora...

Notting Hill Bookshop
Qui magari!

...ma continuare a leggere questa recensione, non può farvi che bene!

Tessere le lodi generali del libro sarebbe semplice, ma possiamo partire dal personaggio principale:

Evie Summers si è buttata a capofitto nel lavoro dopo la classica delusione sentimentale in puro stile romantic comedy, lei che nel tempo libero vive di Netflix e film pieni di romantici cliché. Le sue  intenzioni erano di mettere una gigante X sull'amore nella vita reale, e concentrarsi esclusivamente sull'avere una promozione... ma sembra proprio che per riuscirci, dovrà innamorarsi!

Inizia quindi ad inscenare una serie di meet-cute davvero esilaranti, che Bridget Jones scansate!


Ovviamente, a spingerla verso improbabili incontri e casi umani c'è l'onnipresente eterogeneo gruppo di amici.

Se iniziassi a parlarvi del circo che Evie Summers incontra lungo la sua strada verso la promozione ad agente cinematografico, potremmo passare tutta la serata a riderne, ma preferisco parlare della tenacia con la quale la ragazza continua - per puro amore verso la carriera - a buttarsi a capofitto in scene da grande scherma, che nella realtà si rivelano degli enormi fallimenti.
In realtà, questi catastrofici meet-cute hanno più di un lato positivo... che la nostra protagonista non nota assolutamente! Non farò altri spoiler in questa recensione, quindi vi cito solo il mio preferito: quanto più gli incontri diventano surreali, tanto più Evie è costretta a descriverli fedelmente, ritornando ad una passione che aveva ormai accantonato, la scrittura.

Gli altri due aspetti positivi sono legati ai personaggi maschili della storia: Ezra Chester e Ben, il primo, un giovane e sexy scenografo; il secondo, un non meno sexy dad, con tanto di piccola e dolce peste al seguito. Forse è proprio nella caratterizzazioni di questi due co-protagonisti che si annida l'unica pecca di questo romanzo, i due uomini ricordano - e anche troppo - Daniel Cleaver e Mark Darcy della Fielding. Probabilmente, però scrivere un libro di questo genere senza cadere in scene, situazioni e personaggi già largamente utilizzati da scrittori e scrittrici che hanno fatto del romanzo rosa la loro bandiera, è un'impresa quasi impossibile e anche abbastanza insensata: chi legge romanzi rosa o guarda romantic comedy, lo fa proprio cercando determinati pattern narrativi. E tentare in qualche modo di rifuggirne, sarebbe una sorta di tradimento della fiducia del lettore o spettatore di turno.

Rachel Winters, con la sua scrittura ironica e, al contempo, sofisticata, carica di humor e in grado di non cedere allo squallore - benché alcune scene presentino una tale difficoltà - può essere una lettura da ombrellone, quanto una lettura da week-end in poltrona. "Piacere di conoscerti" è un romanzo piacevolmente leggero, un sofisticato break post lavoro o tra una sessione d'esami e l'altra. 348 pagine di episodi esilaranti che leggerete una dopo l'altro, senza sentire il dovere di rimuginare sui fatti, tentando ad ogni costo di scoprirne un profondo significato tra le righe. Una storia non pretenziosa, e quindi, proprio per questo motivo, maggiormente apprezzabile...

...in pratica: riderete per gli incontri di Evie, vi schiererete tra Ezra o Ben e sentirete la mancanza di un film che non dia a tutto e tutto un volto reale!


Ma questo lo sapevate già!



mercoledì 16 gennaio 2019

[Review Party] | Recensione: Dove finisce la notte di Daniela Tully

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Con le vacanze ormai alle spalle, non avevamo altra scelta che tornare ognuna al proprio lavoro o ai propri studi,


ma siamo bravissime a trovare sempre tempo per nuove storie da raccontare e oggi è uno di quei giorni: è mercoledì, il fine settimana sembra ancora discretamente distante e noi abbiamo un modo tutto nostro per sopravvivere! Two. Words. REVIEW PARTY!

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Un doverosissimo grazie va innanzitutto alla casa editrice Garzanti, per aver portato in Italia Daniela Tully e il suo magico "Dove finisce la notte". E mi è impossibile non menzionare Chiara Dalpiaz e il blog Ikigai - di libri e altre passioni, per aver per messo a I libri: il mio passato, il mio presente e il mio futuro, di leggere in anteprima una storia indimenticabile.

So, let's go!

Titolo: Dove finisce la notte
Autore: Daniela Tully
Casa Editrice: Garzanti
Genere: Romanzo storico
N° pagine: 250
Data di uscita: 17 gennaio 2019
Prezzo: e-book €9,99 cartaceo €17,90

Trama:
Monaco, 1990. Il vento del Nord è arrivato, e con lui quella lettera. Una lettera inaspettata, datata 1944, e destinata a cambiare la vita di Martha Wiesberg per sempre. Martha è una sopravvissuta, ha conosciuto l’odio e la violenza, ma, per la prima volta, ha paura. Paura di quelle parole scritte, del segreto che custodiscono e che la riporta agli anni dell’ascesa di Hitler e del Terzo Reich. Scoprire la verità è pericoloso, ma Martha non ha scelta: deve partire per un luogo che solo lei conosce, anche a costo di abbandonare la nipote, la giovane Maya, che ha allevato e accudito sin dalla nascita.

Stati Uniti, 2016. Morbide colline si stendono a perdita d’occhio fino a incontrare una foresta densa e scura: è qui, nel folto degli alberi, che sorge un antico e lussuoso residence. È qui che Maya cerca di far luce sulla morte della nonna Martha. Era scomparsa nel nulla, molti anni prima. E adesso la scoperta del corpo. Anche se non è riuscita a perdonarla per averla lasciata all’improvviso, Martha sa di doverle molto: è lei ad averle insegnato tutto quello che sa attraverso le sue storie. Favole che narravano di tempi in cui amarsi era proibito, in cui una carezza poteva fare male, in cui la notte pareva senza fine. Ora Maya vede tutto con chiarezza: la nonna ha sempre voluto che lei arrivasse lì, disseminando tanti piccoli indizi nelle sue storie. E adesso ha intenzione di ritrovarli tutti per riportare a galla la verità. Perché c’è un’ultima storia che aspetta di essere svelata. Quella di un amore profondo e contrastato che la guerra ha reso impossibile, ma non ha distrutto. Di una promessa che attende di essere mantenuta. Di un odio che non bisogna dimenticare, perché è capace di uccidere ancora.


Purtroppo mi sono accorta che avanzando con l'età - manca qualche mese ai miei 26 anni - i miei gusti in quanto a letture, stanno prendendo una piega decisamente romantica. I romanzi storici affollano da tempo la mia libreria, ma da un po' di tempo a questa parte, mi dispiace sempre meno se al loro interno riesco a trovare anche un briciolo di romanticismo.
Con "Dove finisce l'amore", Daniela Tully ha praticamente fatto centro!

Ciò che lega Martha e Maya non è solo la parentela, se il sangue non è acqua, il sentimento reciproco che provano le due donne può essere paragonato all'amore che unisce una madre ad una figlia, e viceversa. Martha Wiesberg ha realmente cresciuto Maya dandole tutto l'amore che la vera madre, abbandonandola ancora in fasce alle cure del padre (figlio di Martha), aveva negato alla ragazza..
Maya crede di conoscere bene la persona che le è stata accanto negli anni difficili dell'adolescenza, ma non ha idea di quanto si sbagli.
La morte di Martha porta a galla un passato poco chiaro, nel quale la ragazza è decisa a scavare pur di scoprire cosa e per chi la nonna negli anni Novanta, aveva lasciato la Germania alla volta di un famoso resort negli Stati Uniti.
La storia di una giovane fräulein Wiesberg viene così alla luce e il passato torna a bussare alle porte del presente.

Benché la storia sia ricca di figure maschili - spesso decisamente discutibili - in "Dove finisce il cuore" la scena appartiene decisamente alle donne. Che sia amore, o qualcosa che poco vi si discosta - come il bene tra nonna e nipote, è questo che spinge le donne Wiesberg ad uscire dal guscio di una vita da spettatrici per agire, nel bene o nel male.
Se l'impressione iniziale è quella che il personaggio di Martha sia destinato a spiccare su quello di Maya, man mano che la storia si dipana, è invece palese quanto sia importante la presenza della ragazza per far luce su un omicidio messo a tacere.
Alla ricerca della persona che ha portato la nonna per sempre via dalla sua vita, Maya va prima di tutto contro se stessa, sconfiggendo fobie e paure, dando così modo alla donna che è in lei di uscire finalmente allo scoperto.

Da buon romanzo storico che si rispetti, la descrizione della Germania durante gli anni Quaranta è accurata a tal punto, da rendere palpabile l'asfissiante aria di incertezza e di imminente pericolo, che pervadeva Monaco - città-quartier generale delle SS - in quel periodo. Daniela Tully non lascia nulla all'immaginazione, mostrando al lettore quanto l'ideologia nazista riuscisse ad irretire le menti, devastando prima di tutto i legami famigliari.
Di capitolo in capitolo, epoche storiche totalmente diverse si alternano conferendo ritmo e velocità al romanzo. Il salto temporale negli anni Duemila è reso avvincente da una serie di escamotage - il racconto de "La fata della guerra" e il libro sulla vera storia dei Montgomery - che permettono al romanzo di toccare lievemente una corda thriller. Nonostante sia dell'idea che proprio questi due particolari potevano essere resi in modo migliore, grazie ad un editing più accurato, l'espediente del racconto nel racconto è uno degli elementi che rende il romanzo storicamente avvincente quando l'ambientazione reale non lo permette. Se il 2016 non è un anno degno di nota come il 1942, Daniela Tully riesce sapientemente ad attrarre l'attenzione del lettore ponendolo dinnanzi al racconto di un'ennesima storia famigliare decisamente poco limpida.

"Dove finisce il cuore" è un romanzo che sorprende piacevolmente, in grado di superare le aspettative anche dei lettori più scettici, con una trama ben strutturata, fitta di intrighi e collegamenti. Una storia magistralmente composta e da custodire assolutamente in libreria!


made-by-V



lunedì 12 novembre 2018

Da Mumbai a NYC: diversi ma innamorati | [Blog Tour] Una ragazza come lei di Marc Levy

hello readers
Con la tappa di oggi si conclude un evento che ci ha fatto ridere, piangere, commuovere, emozionare...
Grazie alla casa editrice Rizzoli, abbiamo avuto l'opportunità di leggere in anteprima


 "UNA RAGAZZA COME LEI"

di Marc Levy!


TITOLO: Una ragazza come lei
AUTORE: Marc Levy
EDITORE: Rizzoli
GENERE: Romanzo
DATA DI USCITA: 6 novembre 2018
N° PAGINE: 320
PREZZO: €19 euro cartaceo - €9.99 euro ebook

Trama:
Su Fifth Avenue c’è un palazzo speciale, con un ascensore ancora tutto manuale e un addetto discreto e premuroso sempre pronto ad accompagnare i suoi passeggeri in un favoloso salto nel tempo. Perché salire su quell'ascensore — pareti in legno laccato, una manovella d’ottone tanto lucida da potercisi specchiare, e sul soffitto un affresco rinascimentale — equivale a un breve viaggio su un vagone dell’Orient Express. Ma l’allegro tran tran che da trentanove anni scandisce le giornate del civico 12 viene irrimediabilmente compromesso quando la minaccia dell’installazione di un ascensore moderno si fa sempre più reale. Ma Deepak, il vecchio indiano che da sempre porta su e giù i condomini, non può andare in pensione ora: ha il sogno di una vita da realizzare, e per farlo gli servono ancora un anno, cinque mesi e tre settimane di servizio. A riaccendere le sue speranze è l’arrivo del nipote, Sanji, che si ritrova a fare uno stage come apprendista di Deepak. Nessuno, al 12 di Fifth Avenue, immagina che quel ragazzo sempre in ritardo e assonnato sia a capo di un’immensa fortuna a Mumbai. Neanche Chloé, “la signorina dell’ottavo piano”, a cui il destino ha tentato di cancellare, senza successo, il sorriso; quel sorriso radioso che ha stregato Sanji fin dal loro primo incontro. Tra equivoci seriali, intuizioni d’amore e sprazzi di comica umanità, riusciranno Sanji e Chloé a colmare le distanze tra loro? In testa alle classifiche francesi a ogni romanzo, Marc Levy confeziona una nuova deliziosa avventura giocata sulla leggerezza e l’ironia, suoi indiscutibili marchi di fabbrica.


Abbiamo promesso di non svelare nient'altro della storia, ma quello che possiamo fare, è farvi innamorare della coppia e delle coppie di questo romanzo... Quanto sarà vero il detto che gli opposti si attraggono?

LE DIVERSITÀ SOCIALI E CULTURALI NELLA STORIA D'AMORE

Nonostante lo scenario de "Una ragazza come lei" sia New York, la città che non dorme mai, i protagonisti provengono da un back-ground del tutto differente.
Il 12 di Fifth Avenue non è un palazzo come tanti, ma rispecchia la classe sociale degli inquilini che ospita, persone benestanti e snob, dal primo all'ottavo piano. Non mancano, però le eccezioni.

Chloé Bronstein è al 110% americana, una ragazza sicura di sé ed indipendente, nonostante l'handicap con cui deve fare i conti. Come la stragrande maggioranza dei suoi coetanei, Chloé vive in una famiglia a metà: lei al civico 12 di Fifth Avenue, la madre in California con il toy-boy che si è rivelato essere il compagno di una vita.
Prima dell'incidente che le ha sconvolto la vita, Chloé era solo una delle tante ragazze che usufruiva della sua casa per vacanze al centro di Manhattan per godere di tanto in tanto della vita notturna e sregolata della Grande Mela.

Da Manhattan dobbiamo spostarci a Spanish Harlem, per scoprire un altro stile di vita, quello del lift Deepak e della moglie Lali, fuggiti da Mumbai per andare contro le rispettive famiglie e una tradizione secondo la quale due persone di due ceti diversi non possono assolutamente stare insieme.
La vita che Deepak e Lali hanno condiviso per trent'anni, è decisamente più semplice e priva di sfarzo, con cene e serate al cinema di quartiere, ma decisamente più vera di quella del civico 12 di Fift Avenue, che sembra avvolgere tutti come una gabbia dorata.

Se Deepak e Lali rappresentano i valori della "vecchia" India, il nipote Sanji è invece l'emblema di un Paese moderno e super avanzato. Il ragazzo gestisce un'azienda leader nel High-Tech e l'idea che gli ha permesso di mettere su tutto quello che possiede, è nata proprio dal desiderio di abbattere le barriere di classe ancora radicate nell'India del 2000.
Come la zia Lali, Sanji proviene da una casta superiore e da una famiglia che gli ha permesso di studiare ad Oxford, ma il denaro e i valori che possiede sono decisamente diversi da quelli degli inquilini del civico 12 di Fifth Avenue, che facendo fede ai pregiudizi, non vedono il ragazzo di buon occhio.

L'amore è quel sentimento che sovrasta tutto, educazione e ceto sociale compresi, e le coppie de "Una ragazza come lei" ne sono la prova, ma sullo sfondo di queste più note, una terza coppia ci da prova che gli opposti si attraggono: Mrs Collins e il lift Rivera. Lei è una ricca vedova di Manhattan, lui un umile ispanico che per trent'anni ha condotto una vita semplice accanto alla moglie, finché questa non si è gravemente ammalata. La differenza di classe sociale che li divide, non permette alla coppia di vivere la loro storia alla luce del sole, ma non impedisce che questa continui di notte, quando tutti i condomini del civico 12 di Fifth Avenue sono rincasati nei propri appartamenti.

In "Una ragazza come lei" il messaggio di Marc Levy arriva ai lettori chiaro e forte:



XOXO Virginia