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domenica 19 luglio 2020

Blog Tour: Le tematiche de "La tenuta delle rose" di Hannan Richell


Hello readers! È dalla Repubblica Ceca che la vostra Virginia vi scrive, jak se máte?
Domani entrerò in una nuova università e mi tremano le ginocchia solo al pensiero, così cerco di stemperare la tensione parlandovi di una delle mie ultime letture:

LA TENUTA DELLE ROSE
di Hannah Richell

Trama:
Maggie è convinta che seguire il cuore sia la scelta sbagliata. L'unica volta che l'ha fatto la sua vita è finita sottosopra ed è stata costretta a lasciare Londra per rifugiarsi il più lontano possibile. Ma quando la sua amata nonna Lillian si è ammalata non ha avuto scelta: è tornata in Inghilterra per affrontare il passato da cui cercava riparo. Arrivata a Cloudesley, non può non notare che le splendide rose, i tulipani colorati e i gigli regali che punteggiavano il giardino dei suoi ricordi hanno perso il proprio splendore. Anche le braccia di sua nonna, pur restando l'unico luogo che riesce a chiamare casa, le trasmettono una sensazione diversa. Maggie capisce che la donna non ha più molto tempo e vuole confidarle qualcosa. Quello che non si aspetta è che si tratti di una verità che parla di segreti nascosti nelle immense e buie sale di Cloudesley. Di una famiglia, di scelte difficili. Di un tempo in cui una donna era costretta a prendere strade che la portavano lontano dai suoi desideri, perché regole e convenzioni valevano più di ogni altra cosa. Di uomini sicuri di esercitare un potere indiscutibile. Tra quelle mura dorate sua nonna si era sentita come un oggetto da sfoggiare e nulla di più. Ma ora Maggie sa che il regalo che vuole lasciarle è la libertà. La libertà di sbagliare, di cadere e di potersi rialzare. Di seguire il proprio cuore e di decidere che cosa pensare senza permettere che sia qualcun altro a farlo. Di amare davvero. È proprio questa la cosa più difficile per Maggie, a causa di quella bugia che porta dentro. Perché a volte è più facile perdonare gli altri che sé stessi.

La tenuta delle rose non ha solo una trama interessante, ma per convincervi al 100%, spingendovi ad un nuovo acquisto libroso (non)compulsivo, ho pensato che partecipare ad un Blog Tour organizzato grazie alla Garzanti, fosse la soluzione migliore!

L'evento è iniziato da qualche giorno e oggi tocca a me parlare dei temi che Hannah Richell ha deciso di toccare con questa storia!
Potrei scrivervi che La tenuta delle rose parla di amore, segreti e conseguenze che dal passato si riversano nel presente, ma tutto questo lo avrete dedotto anche solo leggendo la trama. Quindi c'è dell'altro? Assolutamente sì.

La tenuta delle rose ha due protagoniste, è una storia quindi tutta al femminile che attraverso temi come la maternità (desiderata o meno), la passione per amori proibiti e la paura di storie che probabilmente non matureranno mai in qualcosa di più serio, parla della condizione della donna. Passata e presente.
Lillian e Maggie, figlie di tempi differenti, mostrano al lettore la condizione della donna declinata in più sfumature. Dall'assoggettazione al patriarcato, alla repressione degli istinti e delle emozioni forti perché non consentite al "sesso debole", fino al diritto di scegliere del proprio corpo e del proprio destino.

In quello che potrebbe essere un semplice romanzo, Hannah Richell lascia piccole tracce da seguire, che solo i lettori più attenti riescono a scovare. E se siete curiosi di scoprire chi siano Lillian e Maggie e come si La tenuta delle rose, vi basta continuare a seguire questo evento!



giovedì 20 febbraio 2020

Review Party | Recensione: La figlia del peccato di Emily Gunnis


Hello readers! Secondo evento di oggi, nuova recensione in anteprima!
Questa volta mi tocca ringraziare la casa editrice Garzanti per il mio consumo smodato di Clinex in questi ultimi giorni!
La colpa però, prima di tutto, devo attribuirla a Emily Gunnis e il suo

LA FIGLIA DEL PECCATO

Pronti a versare lacrimoni amari?

Titolo: La figlia del peccato

Autore: Emily Gunnis

Casa Editrice: Garzanti

Genere: Narrativa contemporanea

Data di pubblicazione: 20 febbraio 2020

N° pagine: 348

Trama:
Sussex, 1956. È calata la notte. Al convento di St Margaret tutte le luci sono spente e regna un silenzio assoluto. Protetta dal buio e attenta a non fare il minimo rumore, Ivy si aggira furtiva per i corridoi. Spera di trovare una via di fuga da quella prigione che le ha tolto l’unico figlio, strappatole via senza che lei avesse il tempo di abbracciarlo. Anche se ormai sa che per lei non c’è più possibilità di salvezza. È per questo che, se non può aiutare se stessa, può farlo almeno con Elvira, l’unica bambina cresciuta nel convento. La piccola ha appena scoperto di avere una sorella gemella fuori e vuole raggiungerla a tutti i costi. Ma scappare da St Margaret sembra impossibile. Il convento si fregia di essere una casa di accoglienza per ragazze madri che qui si rifugiano in attesa di dare alla luce bambini destinati all’adozione. In realtà, è una fortezza al riparo dal mondo che, dentro le mura, nasconde oscuri segreti. Un luogo senza via d’uscita dove centinaia di ragazze in cerca di aiuto sono private degli affetti e della libertà senza il loro permesso. E sono vittima di atrocità di cui nessuno ha mai saputo nulla.
Da allora sono passati sessant’anni e tutta la verità su St Margaret è ora contenuta in una lettera di Ivy. Poche righe scritte di fretta e con mano tremante che Samantha, mamma single e giornalista alla ricerca di uno scoop, rinviene per caso in un vecchio armadio della nonna. Non appena le legge, si rende conto di avere per le mani quello che aspetta da tempo: una storia che ha bisogno di essere raccontata prima che sia troppo tardi. Sa che quel compito spetta a lei. È come se quella lettere l’avesse trovata e le chiedesse di indagare. Di andare fino in fondo perché quell’indagine, lo sente, potrebbe anche rivelarle particolari del proprio passato che non conosceva. Ma Samantha deve fare in fretta. Il convento sta per essere abbattuto e la verità rischia di restare sepolta sotto le macerie.

Emily Gunnis confeziona un esordio perfetto, ricco di colpi di scena e suspense, che ha subito conquistato pubblico e critica, balzando in cima alle classifiche e dando il via a un passaparola straordinario. Basato su fatti realmente accaduti in Irlanda tra il diciottesimo e il ventesimo secolo, La figlia del peccato è un romanzo intenso e coinvolgente che lascia un segno indelebile nel lettore. E ci parla dei sacrifici che una madre è disposta a fare pur di proteggere il proprio figlio e garantirgli una vita migliore.

Mi è parso di sentirvi chiedere una bella storia strappalacrime: bene cari lettori, eccovi serviti!
Le parole su cui dovete concentravi sono "basato su fatti realmente accaduti", un particolare che condizionerà assolutamente la vostra lettura.

Ivy è stata portata - o meglio, rinchiusa - al St Margaret perché darà alla luce un bambino fuori dal matrimonio. È il 1956 e le ragazze nubili con pance prominenti, ma prive di una fede al dito, vanno nascoste per il "bene" della loro reputazione.
Il St Margaret, gestito da suore e pieno di altre sventurate nella sua stessa situazione, sembra essere il posto perfetto dove portare avanti una gravidanza lontano da occhi indiscreti, almeno è ciò che pensano i genitori della ragazza quando ve la conducono. Ma Ivy Jenkins scoprirà ben presto, sulla propria pelle, di aver fatto l'ingresso in quello che sembra l'inferno sulla terra.
Le suore non sono caritatevoli e non mostrano la minima pietà per quelle che si sono macchiate di un enorme peccato. Al St Margaret, si sono auto investite del compito di far espiare questa colpa alle giovani madri, innanzitutto portando loro via i bambini.
Come tutte le altre, Ivy subisce ogni sorta di sopruso - raccontato in modo crudo e privo di filtri da Emily Gunnis - e, quando scopre di essere stata separata per sempre dalla sua bambina, decide di salvarne un'altra, l'unico ad essere cresciuta in istituto, Elvira.

A distanza di mezzo secolo, la giornalista Samantha Harper ritrova le lettere disperate che la giovane Ivy ha scritto al padre di sua figlia, implorandolo di salvare entrambe dal St Margaret, ma che sembra non abbiano ricevuto risposta e, tra queste, una indirizzata proprio alla misteriosa Elvira.
Decisa a conoscere il destino della ragazza e a scoprire cosa nei sia stato della bambina, la giornalista rivanga un passato che sempre più putrido.
Spinta, in un primo momento, dal dovere di avere successo in un mondo prevalentemente al maschile, Samantha porta alla luce con abile destrezza la storia di un convento che nulla ha in comune con carità d'animo e amore per il prossimo, tanto professate da chi invece è a capo delle suore.

La penna di Emily Gunnis è sagace, convincente, cruda. Tra romanzo epistolare e suspance da thriller, il lettore è coinvolto in un'indagine avvincente e al contempo agghiacciante, con una narrazione che incolla letteralmente alla pagina fino all'ultimo punto, che indigna per appartenere a una storia realmente accaduta e che scaturisce una curiosità non comune per essere un libro d'esordio.










martedì 11 giugno 2019

[Recensione] Le signore in nero di Madeleine St John




Hello readers!
Vi avevamo anticipato che ve ne avremmo parlato meglio, anche se quando una lettura è davvero bella, difficilmente riusciamo a trovare parole che non risultino finte e banali.

Qualche giorno fa, avevamo già provato a convincervi in soli cinque punti che


di Madeline St John, edito Garzanti, è una lettura imperdibile!

Che il libro ci sia piaciuto e tanto, non ne abbiamo fatto mistero, ma oggi diamo voce ai nostri perché in una recensione che fa coro per l'ultima tappa di evento che ci ha davvero davvero entusiasmate.

Ok, ammettiamolo: alzi la mano chi di voi aveva mai sentito parlare di Madeleine St John...


Non è proprio tutta colpa dei lettori italiani se questa scrittrice risulta anonima ai più. E una volta iniziata la lettura del suo primo libro - "Le signore in nero" viene pubblicato in UK nel lontano 1993 - è impossibile non chiedersi cosa abbia spinto l'editoria italiana a tenere la St John fuori dalla nostra penisola per ben ventisei anni!

"Le signore in nero" è la cronaca di un'epoca in cui la voce delle donne era quasi un sussurro. Una scrittura scorrevole, ricca di dettagli, porta il lettore a conoscere quattro prototipi della donna degli Anni Cinquanta:
- Lisa, la ragazzina ingenua e sottovalutata;
- Fay, la ragazza che allontana gli uomini (o attira solo quelli sbagliati) grazie ad uno stile di vita non consono alla società dell'epoca;
- Patty, la perfetta moglie e padrona di casa, che vive per accontentare un marito insensibile;
- Magda, la straniera criticata e segretamente invidiata per il suo modo di essere, così diverso da quello delle donne dell'Australia del dopoguerra.

Una storia tutta al femminile quindi che, se da un lato mostra cosa significava essere una donna in età da marito negli anni 50, dall'altra racconta del risveglio di una coscienza comune femminile. Se fino ad allora, infatti, gli unici sinonimi di donna erano moglie e madre, è proprio in questo periodo che inizia ad emergere una consapevolezza nuova. Le donne POSSONO essere mogli e madri, ma non necessariamente. Possono anche lavorare e vivere del loro lavoro, senza alcun uomo a sostenerle, o studiare per uscire fuori dalle mura di casa.

Man mano che la cronaca avanza, l'intento di Madeleine St John di documentare con un pizzico di ironia questa presa di coscienza, diviene evidente. Come evidenti sono i richiami nella storia, alla sua vita personale. Le origini da emigrante, il dovere di essere forte forse anche più degli uomini. In "Le signore in nero", la St John è in grado di coniugare aspetti decisamente differenti creando una storia che la porterà ad essere candidata per il Man Booker Prize.

Impossibile quindi non attribuirle

La nostra recensione termina qui, ma se vi abbiamo incuriosito, potete scoprire:



domenica 9 giugno 2019

Blogtour: 5 motivi per leggere "Le signore in nero" di Madeleine St John




Oggi tocca proprio a noi darvi non uno, ma ben
CINQUE MOTIVI PER LEGGERE

LE SIGNORE IN NERO
di Madeleine St. John

Prima di darvi qualche info utile all'acquisto - siamo sicure al 200% che questo libro entrerà per direttissima nella vostra ToRead List - ci sembra doveroso ringraziare Raffaella del blog "The Reading's Love" per aver organizzato questo doppio evento e la casa editrice Garzanti, per averci fornito le copie in anteprima.


Ora passiamo agli importantissimi dati tecnici:

Titolo: Le signore in nero

Autore: Madeleine St John

Casa Editrice: Garzanti

Genere: Narrativa Contemporanea

Data d'uscita: 6 giugno 2019

N° pagine: 192

Prezzo: cartaceo 16,00 € - ebook 9,99 €

Trama:

Sydney 1950. Sui manichini spiccano le gonne a balze e i corpetti arricchiti degli accessori più preziosi. Ma Goode’s non sono solo i più grandi magazzini della città, dove trovare l’abito all’ultima moda. Per quattro donne che lavorano sono anche l’unica occasione di indipendenza. Mentre con le loro eleganti divise di colore nero consigliano le clienti su tessuti e modelli, nel loro intimo coltivano sogni di libertà, di un ruolo diverso da quello di figlia, moglie e madre.
Lesley sogna di continuare a studiare, anche se il padre non ne vuole sentir parlare. Poi c’è Patty che solo sul lavoro sente di valere qualcosa, mentre a casa il marito la tratta come fosse trasparente. Anche per Fay andare al grande magazzino ogni mattina significa sentirsi meno sola. A sorvergliarle come una madre c’è Magda: le sprona a inseguire i loro desideri e a trovare il proprio stile nel vestire, a coltivare l’idea che una donna possa raggiungere qualsiasi obiettivo. Per tutte è in arrivo un tempo di grandi cambiamenti e opportunità inaspettate. Tra un party, un nuovo vestito e nuove consapevolezze, Lesley, Patty, Fay e Magda vivranno il momento magico in cui si decide chi si vuole essere davvero.


Il nostro compito è quello di darvi cinque motivi per leggere questo libro, ma vi confessiamo che quando abbiamo letto la trama, ci ha stregate a tal punto da non alcun bisogno di essere convinte!

In realtà è stato difficilissimo selezionare SOLO cinque motivi, ma in the end, ci siamo riuscite!

1 - L'arrivo in Italia di Madeleine St John:

"Le signore in nero" esce in UK nel lontano 1993 - lontanissimo, praticamente l'anno in cui sono nata: old but gold - ma i lettori italiani hanno dovuto attendere il 2019 per leggere la sua prima storia.
L'attesa ne è valsa la pena? Assolutamente.

2 - Una prosa irriverente e ironica:

La prosa della St John sarebbe in grado di risvegliare l'interesse dei lettori più difficili. "Le signore in nero", un rimedio al deficit dell'attenzione!

3 - Un romanzo di donne, per donne:

LesleyPattyFay Magda hanno quattro distinte personalità e vivono gli Anni Cinquanta ognuna con una prospettiva differente.

4 - Una storia per i nostalgici di un'altra epoca:

La penna di Madeleine St John, con le sue descrizioni ricche di dettagli, è in grado di rievocare con chiarezza un'epoca che, probabilmente, la maggior parte dei suoi lettori ha solo visto in foto.

5 - Un delicato romanzo di formazione:

Ultimamente abbiamo sentito diversi dibattiti sul attribuire, o meno, l'etichetta di "romanzo di formazione" a quelli con un protagonista di sesso femminile. Per quanto ci riguarda, pensiamo che sia più che giusto: il personaggio di Lesley, durante il corso della storia, subisce una crescita personale esponenziale. Romanzo di formazione? Decisamente sì!

Se questa fosse stata una recensione, ora vi diremmo quanti tiny books abbiamo assegnato a "Le signore in nero" di Madeleine St John...

ma la nostra tappa finisce qui!

Per la recensione, vi diamo appuntamento martedì 11!



sabato 11 maggio 2019

Review Tour: "L'estate dell'innocenza" - il nuovo romanzo di Clara Sanchez

Buon sabato lettori!
In queste belle giornate che faticano a scacciare la pioggia, eccoci con il Review Tour che presenza il nuovo romanzo di Clara Sanchez, fresco fresco di uscita grazie a Garzanti. "L'estate della mia innocenza" lo potete trovare in tutte le librerie e negli store online.


Ricordi quando eri bambino?
Ricordi quando tutto era possibile?
Finché, in un’estate, ogni cosa è cambiata.

Titolo: L'estate dell'innocenza
Autore: Clara Sanchez
Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Garzanti
Pagine: 163
Prezzo cartaceo: 18,60€
Prezzo e-book: 9,99€
Data di uscita: 9 maggio 2019

Trama:
C’è un’età della vita in cui sono gli altri a scegliere, perché noi non siamo ancora in grado di farlo da soli. È la magia dell’essere bambini, il segreto che si nasconde dietro l’innocenza di quegli anni. Così è per Beatrice durante le vacanze estive dei suoi dieci anni, in compagnia del mare della Costa Brava che brilla di mille puntini all’orizzonte e della sua famiglia un po’ fuori dagli schemi: donne tenaci, indipendenti e a volte nevrotiche, che non si sono mai rassegnate al ruolo di mogli e madri. Sua mamma non ha peli sulla lingua ed è in cerca di protezione, più che offrirne. Olga, la zia preferita, colta e sofisticata, è come avvolta in un’aura di luce e la trascina in un mondo fatto di abiti di seta e balli. In loro Beatrice vede la donna che vuole diventare. In loro intravede, senza capirlo appieno, l’equilibrio sottile delle relazioni con gli uomini, fatto di amore e, talvolta, dolore. E mentre suo padre sembra non interessarsi di nulla, ridotto a pura presenza fisica, lo zio Albert le chiede il vero motivo per cui da grande vorrebbe fare la scrittrice, ed è l’unico a dirle che la vita non è come appare: né migliore né peggiore, ma diversa. Beatrice è solo una bambina ma, in quell’estate, qualcosa comincia a cambiare. Una crepa scheggia la sua innocenza portandola lontano dall’infanzia. Il ricordo delle onde e della sabbia sui piedi resterà per sempre nel suo cuore, insieme al sapore di un’età in cui tutto è possibile, ma al contempo si fa strada in lei la consapevolezza che crescere vuol dire cambiare mille volte corpo, voce e volto.

L’estate dell’innocenza è una perla che Clara Sánchez regala ai suoi lettori. Dall’autrice bestseller in Italia che in patria ha vinto i tre più importanti premi letterari, un libro poetico, delicato e vero allo stesso tempo. Un affresco romanzato della vita che ha fatto di lei una scrittrice amata e apprezzata in tutto il mondo. 

Tutti siamo stati bambini. 
Tutti siamo stati innocenti. 
Tutti ricordiamo l’attimo in cui ci siamo spinti un passo più in là: 
un passo verso il futuro, qualunque cosa potesse significare.

Ho sempre avuto un rapporto contrastante con questa autrice, sin dal primo romanzo che ho acquistato e dal primo romanzo che ho regalato. Affascinata dalle copertine delicate, dalle trame profonde, non ero ancora mai riuscita ad affrontarne la lettura, bloccata nelle prime pagine dei suoi romanzi, in quella che mi sembrava una sorta di complessità tanto lontana da me.
Con L'estate della mia innocenza ho letteralmente rotto il ghiaccio con lei e superato quelli che, a conti fatti, erano solo miei limiti.
Ho incontrato un mondo inatteso in questo romanzo: la complessità dell'esistenza umana vista attraverso gli occhi di una bambina che cresce e impara ad approcciarsi alla realtà attraverso i comportamenti degli adulti che le stanno attorno. 
Ed è questo che ha reso quest'opera speciale per me. In alcuni punti è stato difficile seguire il filo del discorso, negli eventi che si intrecciavano, nella linea del tempo che a volte proseguiva lineare e a volte compiva dei salti, ma ha reso l'idea di come i pensieri e le sensazioni, dentro un bambino, possano anche essere così, confusi e limpidi.
Durante questo racconto veniamo a contatto con l'innata attenzione che i bambini rivolgono a tutto ciò che li circonda, anche a quelle cose che noi adulti spesso tralasciamo, talmente abituati alla quotidianità e al nostro punto di vista. La protagonista ci porta a vedere come anche i più piccoli particolari siano importanti, dai gesti che vengono compiuti, dalle parole che vengono pronunciate, dal modo che abbiamo di vestirci o di organizzare una casa.

E l'espressione di un viso può farti molto male, perché non
 puoi prenderlo con le mani e modificarlo a tuo piacimento.

Ci impone di osservare il mondo dal punto di vista dei più piccoli, di chi ancora non conosce la realtà e le sue mille sfaccettature, ma che sta cominciando a scoprirla e lo fa attraverso quello che noi decidiamo di mostrare. 
E' un romanzo molto forte, in cui si intrecciano personaggi diversi, ognuno con i loro limiti e le loro difficoltà, ognuno con il suo fascino. Familiari, amici e vicini che contribuiscono a dar vita alla personalità della bambina, ai suoi pensieri, alle sue convinzioni.
Un romanzo che ci porta a riflettere su quanto noi, anche inconsapevolmente, possiamo essere importanti nella vita degli altri.

E poi mi dico che il tempo lo si spreca sempre, in un modo o nell'altro. E che bisogna stare attenti con i rimpianti perché sono il vero inferno dei ricordi. Anche se la nostalgia è ancora peggio.
Mi dico sinceramente che non bisogna voltarsi indietro.

Assolutamente da leggere, per chi vuole andare oltre ciò che è scontato e ritrovare il proprio bambino di un tempo.

Voto:



domenica 14 aprile 2019

Blog Tour: Perché leggere e amare "Le donne del Ritz" di Nerea Riesco

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Nel Blog Tour di oggi abbiamo un ruolo decisamente importante: convincervi ad amare

"LE DONNE DEL RITZ"

di Nerea Riesco, edito Garzanti che ringraziamo - come sempre - per la possibilità di aver letto questo titolo in anteprima e Beatrice Greco del blog "Io resto qui a leggere", per aver organizzato l'evento. 

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Titolo: Le donne del Ritz

Autore: Nerea Riesco

Editore: Garzanti

Genere: Narrativa contemporanea

Data di pubblicazione: 11 aprile 2019

N° pagine: 558

Prezzo: cartaceo €20,00 / e-Book  €10,99


TRAMA:

Madrid, 1929. I fulgidi saloni dell'Hotel Ritz sono pronti a ospitare una delle eleganti feste a cui Martina, la figlia del direttore, desidera partecipare sin da bambina, da quando sbirciava dame e cavalieri danzare nei loro abiti fruscianti. Finalmente quel giorno è arrivato, eppure, nonostante l'entusiasmo, il primo incontro con l'alta società madrilena si rivela deludente: dietro lo scintillio di una condotta impeccabile, Martina non scorge altro che superficialità e arroganza. Non vuole più avere a che fare con quel mondo, così lontano dai suoi ideali di rispettabilità e tolleranza. Finché scopre che, ogni lunedì, nel giardino d'inverno dell'hotel, al riparo da pettegolezzi e tensioni politiche, si riunisce un gruppo di donne che organizza raccolte di fondi per i più bisognosi e spera, così, di fare la differenza. Di scardinare le logiche distorte che vogliono i ricchi sempre in prima fila e i poveri a raccogliere ciò che rimane. Si tratta di una sorpresa che disorienta Martina, costretta a ricredersi: forse non tutta l'aristocrazia è superba ed egoista. Forse c'è ancora qualcuno, come lei, disposto a condividere la propria fortuna con chi non ha mai toccato con mano agi e privilegi. Ora non ha più dubbi: vuole entrare a far parte del gruppo, convinta di poter contribuire alla causa grazie alle proprie doti di pittrice. Ed è pronta a tutto per raggiungere il suo obiettivo. Perché solo così potrà diventare la donna stimabile e onorevole che ha sempre sognato di essere.


...ma PERCHÉ LEGGERE E AMARE "LE DONNE DEL RITZ" di Nerea Riesco?

L'AMBIENTAZIONE SFAVILLANTE

Niente attori, né attrici, né cantanti, i flsh e le indiscrezioni avrebbero disturbato gli ospiti illustri de 'la grande dame de Madrid', l'Hotel Ritz che all'inizio del secolo era stato addirittura un covo per spie durante la Prima Guerra Mondiale e un ospedale nella Seconda.



L'Hotel Ritz di Nerea Riesco, però è un mondo sfavillano, una sorta di castello dorato delle fiabe al quale non tutti possono accedere. È l'élite madrileña che siede ai tavoli in marmo del giardino d'inverno, che partecipati alle feste e ai gran balli, che pernotta nelle camere sfarzose.



Tra gli anni Trenta e Sessanta del Novecento - gli anni d'oro dell'hotel - agli artisti era tassativamente vietato l'ingresso, la stessa Grace Kelly vi aveva soggiornato come Grace di Monaco, ma qualche eccezione non era mancata: Marcello Mastroianni, Frank Sinatra, Ava Gardner, Lola Flores...







"Le donne del Ritz" profuma dell'atmosfera di opulenza tanto cercata da Alfonso XIII che ne aveva patrocinato l'apertura. Dalle pagine di Nerea Riesco emerge, come un sogno nitido, la Grande Dama di Madrid, che ormai possiamo solo omaggiare con nostalgiche parole.



MARTINA ROMERO 

Sono gli anni Trenta del Novecento, ma Martina Romero, la figlia del celebre Don Paco, ha compreso già da tempo cosa voglia dire essere donna nell'epoca alla quale appartiene. Come i bei soprammobili dell'Hotel Ritz che è la sua casa, Martina viene trattata come una cosa preziosa e fragile, da preservare in attesa di un matrimonio conveniente.


Le donne che circondano Martina sono prese ad accomodare i loro compagni, gli uomini che hanno deciso di farsi carico di loro. La voce della ragazza è fuori dal coro, non le sembra di avere bisogno di una qualche protezione, né tanto meno è disposta ad elemosinarla.

Martina è un'artista, e come la sua arte, vuole essere libera di esprimere se stessa, che sia la tela o la vita. Un personaggio forte e determinato che lotterà per raggiungere, ad ogni costo, dei diritti che oggi giorno potrebbero sembrarci scontati e banali.


Le pagine di Nerea Riesco sono cariche si storia e velate d'amore, un mix letale, avvincente, una vera dipendenza per gli amanti della narrativa contemporanea!



Di motivi per leggere e amare "Le donne del Ritz" di Nerea Riesco, ve ne abbiamo dati persino due!
Ora tocca a voi readers...


...e occhio a non perdere l'ultima tappa del Blog Tour!

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sabato 6 aprile 2019

Blog Tour | Nelle terre del primo romanzo di Giulia Ciarapica: Una volta è abbastanza

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Secondo appuntamento qui a "I libri: il mio passato, il mio presente e il mio futuro" per la scrittrice protagonista di questo evento, Giulia Ciarapica.
Questa volta non vi sveleremo trucchi da blogger, ma faremo un vero tuffo nel passato.


"UNA VOLTA È ABBASTANZA" ci porta indietro nel tempo: Marche, 1945. La Seconda Guerra Mondiale è un passato ancora prossimo, il Paese è straziato, ridotto ad un cumulo di macerie.
La guerra alla fine ha raggiunto anche i piccoli paesi come Casette d'Ete e il paesaggio che il Primo Ministro inglese Winston Churchill, in visita un anno primo sulle colline marchigiane per un incontro con il generale polacco Anders, aveva visto dal suo binocolo, non era cambiato molto: le colline - reduci ospiti della linea Gotica - fumavano ancora.








Casette d'Ete, con la sua villa Brancadoro, 
è solo un piccolo agglomerato di case, una frazione Sant'Elpidio a Mare, dove le protagoniste del libro scappano, quando il paese diventa asfissiante.



Il borgo medievale del centro storico di Sant'Elpidio - in passato al centro di campagne del FAI - sembra uscito dalle favole...


...come del resto, l'intera regione delle Marche!



Il nostro viaggio alla scoperta di un'ennesima piccola gemma del nostro Paese termina qui, ma il doppio tour continua!


xoxo-virginia