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lunedì 9 novembre 2020

Intervista all'autrice Sara Mangione per il suo libro "Come il cielo notturno"

 Buon pomeriggio appassionati, 

qualche giorno fa qui vi abbiamo presentato il primo libro autopubblicato della nostra Susan, Sara Mangione, "Come il cielo notturno". 

Oggi vogliamo mostrarvi questa nostra chiacchierata con Sara per scoprire cos'ha in serbo per il futuro e cosa possiamo aspettarci da lei. 



Trama:



Cassie 


Quando sei la mamma di una bambina di sei anni, trovare il tempo da dedicare a sé stessi diventa un sogno. La mia amica Zoe una sera ha deciso di trascinarmi in un locale per incontri e, dopo vari tentativi falliti, mi sono scontrata con Brent Green. Occhi blu, spalle larghe e muscolose, ironia tagliente: un fisico invidiabile, ma io non cerco una relazione. Non sono pronta a far entrare un uomo nella mia vita, anche se devo ammetterlo, riesce a provocarmi piacevoli reazioni. 

Brent 


Non avrei mai immaginato di trovare tutto ciò che cercavo seduta su uno sgabello di un locale per incontri, a far allontanare uomini con risposte piccate e urticanti. Dovevo ringraziare il destino per averla portata a me? 

Sono pronto a scommettere tutto ciò che ho per conoscerla e quando non mi concede il suo numero di telefono, posso solo giocare l’asso nella manica: rintracciare la sua e-mail aziendale. 

Un fitto scambio di e-mail e messaggi porterà Brent e Cassie prima a fidarsi e poi a concedersi l’un l’altra con mente, corpo e anima in un legame inaspettato e imprevedibile.


Intervista: 



Come ti è sembrato questo review party? Sei contenta dei pareri che ti hanno dato? 

È stato particolare. Viverlo dall'altro lato è stato strano e sono molto contenta del riscontro che ho ricevuto dai blog. Alcune mi hanno scritto in privato prima dell'uscita aiutandomi a smorzare l'ansia che potevo avere da quando lo avevo lasciato nelle loro mani. 



Ho visto qualche recensione non del tutto positiva, come l’hai presa? Cosa pensi che avresti potuto migliorare? 

Bene *Sorride* Ad essere sincera, pensavo peggio! Sono consapevole che non può piacere tutto a tutti, abbiamo gusti differenti e anche il libro più venduto al mondo avrà pareri negativi e positivi. 
Ad oggi non modificherei nulla nella struttura della trama o nella caratterizzazione dei personaggi sinceramente, Brent e Cassie con la loro storia sono nati così e così resteranno. 
Qualche refuso è scappato e in futuro correggendo il file e aggiornandolo a quell'aspetto potrò rimediare. 


Riservata o super aperta sul suo lavoro, che tipo di scrittrice è Sara Mangione? Chi ti è più vicino sapeva che avresti auto-pubblicato un libro o è stato una sorpresa anche per i tuoi cari?
Sei una scrittrice da "una pagina al giorno" o preferisci buttar giù tutto di getto, assecondando l'ispirazione?

Riservata, assolutamente. È stata una sorpresa o shock, dipende dai punti di vista, per tutti. Non sono stata convinta fino all'ultimo nemmeno io di metterlo online, perché scrivere è nata come un'esigenza, un bisogno che mi fa stare bene e quindi non voleva esserci un fine a tutto ciò. 
Poi, partendo dal fatto che non mi sento una scrittrice, risponderei che negli anni ho imparato a "scribacchiare"; nel 2015 mi sono messa al pc per la prima volta con una storia ben delineata in testa, ma senza appunti e solo con l'ispirazione del momento ho tirato fuori un manoscritto da più di 100000 parole che ora è recluso in ostaggio in una cartella sul pc. Ad oggi, sono cambiata io ed è cambiato il mio modo di scrivere, trovo più pratico fare una scaletta dei capitoli, in cui scrivo le parole chiave e le vicissitudini che si andranno a creare, tracciare i profili dei protagonisti e dei personaggi secondari, segnare le date o le età per non sbagliare tenendo il conto di ogni cosa. 


Passando al romanzo, puoi parlarci del processo creativo? Chi o cosa ha fatto nascere la storia?


Temevo questa domanda... 
Allora, la storia nasce da un mio bisogno personale di affetto dopo un anno particolarmente difficile per me e volevo dare una giusta importanza alla fragilità e all'insicurezza di una giovane ragazza ed è nata così Cassie. E dopo un viaggio a San Francisco nel Febbraio 2019 avevo un luogo e una storia per i miei personaggi, tornata in Italia ho iniziato a scrivere ed è nato Come il cielo notturno.


La protagonista di certo non è il tipo di donna che cade ai piedi di un uomo dopo qualche complimento, ti rispecchia in qualche modo?

In verità sento di essere molto diversa da Cassie, probabilmente, l'unica cosa che abbiamo in comune è proprio questo approccio molto altezzoso verso il genere maschile. 


È la prima volta che pubblichi con il tuo nome? Com’è stato sapere che tutti leggevano il tuo nome come vera autrice? 

Sì è la prima volta che uso il mio nome ed è stato strano. In alcuni momenti mi sono pentita, in altri mi ha fatto piacere mostrare questo mio lato.


Hai altri libri in cantiere?

Eh... 
Ho qualche progetto, ma chissà se vedrà mai la luce.
A parte gli scherzi, ne ho uno pronto allo stato grezzo, quindi che ancora non ha subito editing o letture beta per avere un riscontro, quindi è praticamente ancora in fase di stesura anche se è "completo" e non so quando riuscirò a metterci mano o a consegnarlo a qualcuno affidandoglielo. Per concludere, è tutto un grande punto interrogativo.



A nome di tutto il blog non possiamo fare a meno di augurare alla nostra Sara un enorme in bocca al lupo per il futuro, e ringraziarla ogni giorno per rendere il nostro gruppo sempre più completo e ricco di talenti!

Ovviamente non posso fare a meno di consigliarvi di acquistare questo libro che merita veramente tantissimo di essere letto!!!

QUI potete scaricarlo direttamente da Amazon!






martedì 7 gennaio 2020

Intervista a Michele Gazo: chiacchere con l'autore de "Lorenzo Il Magnifico".

Hello readers!
Qualche mese fa ho avuto l'occasione e il piacere di incontrale Michele Gazo
autore de "Il flagello di Roma", "La conquista dei Celti" e "Lorenzo Il Magnifico"
E come potevo lasciarmi sfuggire l'occasione di intervistarlo e farvelo conoscere anche a voi?! 
Ecco dunque la mia intervista a Michele!

-Ciao Michele, è un piacere averti qui con noi. Allora, raccontaci un po' di te! Chi è Michele Gazo? 
Piacere mio, ti ringrazio! Penso di essere una persona che ha avuto la fortuna di mantenere in età adulta quella particolare visione che alcuni chiamano “realismo fantastico” e che caratterizza soprattutto l’infanzia, una visione che, purtroppo, nella maggior parte dei casi, si perde con gli anni. Vedere nelle cose anche “altro da ciò che esse sono” ha significato e continua a significare moltissimo per me sia nell’ambito della vita personale sia in quello della vita professionale: se non avessi mantenuto questa visione non avrei mai potuto fare ciò che faccio oggi, ovvero il romanziere


-Quali sono stati il momento e sopratutto il motivo che ti hanno spinto a intraprendere la strada della scrittura? 

Il momento è stato da bambino, quando ho cominciato a leggere i primi veri romanzi e a restare affascinato dalla loro potenza evocativa; il motivo risale più o meno allo stesso periodo: in seguito ad alcune vicende straordinarie vissute con degli amici, decisi che un giorno le avrei raccontate sotto forma di romanzo. A quel tempo la scrittura narrativa mi sembrava infatti l’unico incantesimo in grado di mescolare insieme esperienze reali e fantasie, generando al tempo stesso un risultato maggiore della somma delle parti. Ricordo che mi sentivo e persino mi visualizzavo un po’ come un mago mentre scrivevo a mano le mie storie, usando quaderni scolastici come fossero poderosi tomi di incantesimi che prendevano vita riga dopo riga. E, del resto, credo ancora che la scrittura sia proprio questo: una magia in grado di creare mondi, mondi veri tanto quanto le esperienze reali, con l’unica differenza che non ci pervengono attraverso il canale sensoriale fisico ma attraverso quello percettivo interiore. 

-Le tue storie sono ricche di particolari e fatti reali, frutto di accurate ricerche, ma anche di fantasia. Come riesci a conciliare il reale e il fantastico? 

Nel caso di un romanzo storico uso la fantasia come collante per amalgamare i fatti realmente accaduti. Riempio gli interstizi tra ciò che conosciamo, ciò che è successo, con elementi inventati ma che siano il più possibile verosimili. Utilizzare troppa invenzione, troppe licenze storiche, significherebbe barare al gioco e far perdere autenticità e senso a un romanzo di questo tipo, il cui scopo è sostanzialmente quello di divulgare un significato profondo legato al nostro percorso personale attraverso l’esempio di personaggi realmente vissuti e di gesta realmente compiute. In questo senso, nella scelta di cosa portare in primo piano e di cosa lasciare sullo sfondo si inserisce il mio sentire personale, il messaggio che voglio trasmettere, quella che potremmo definire l’anima del romanzo. Anche in questo caso però cerco sempre di far sì che l’aspetto avventuroso prevalga su quello concettuale, in modo da rendere il romanzo il più avvincente possibile. 

-Domanda scorretta lo so, ma quale dei tuoi figli di carta ti rende più orgoglioso?

Devo dire in sincerità che finora sono orgoglioso di tutti miei figli, sia reali che cartacei! Se proprio devo indicare uno di questi ultimi, oltre, naturalmente, a Lorenzo, dico Brenno, il protagonista de "Il flagello di Roma" (Rizzoli), romanzo il cui titolo originale, tra l’altro, era proprio “Brenno – La furia del corvo”. Le fonti su questo condottiero celta, che mise a sacco Roma nel 390 a.C., sono veramente scarsissime e nonostante ciò (o forse grazie anche a questo) credo di poter dire, come mi hanno riferito diversi lettori, di essere riuscito a caratterizzarlo in modo efficace, da un lato infondendogli una statura epica, tipica del romanzo eroico, e dall’altro mantenendolo attinente alla verosimiglianza storica. I lettori lo hanno amato parecchio... Pensa che uno di loro mi ha mandato la foto di un disegno che si è fatto tatuare su tutta la schiena ispirato proprio al “mio” Brenno! Confesso che ricevere quella fotografia è stata una grandissima gratificazione personale. 

-Veniamo al tuo ultimo libro "Lorenzo Il Magnifico". Come lo descriveresti? 

Lo definirei, in modo metaforico, come un “processo alchemico”. Nella trama c’è infatti un “apprendista”, Lorenzo, che, forte della predestinazione dovuta al suo “maestro”, suo nonno Cosimo, intraprende un “viaggio iniziatico” attraverso una serie di prove che lo portano verso la realizzazione della sua “opera”, ovvero il raggiungimento della pace tra le famiglie di Firenze e tra gli Stati della penisola, in modo da creare quell’equilibrio necessario affinché il genio dell’uomo possa esprimersi e fiorire. Legato in modo indissolubile a tutto ciò c’è il tema dell’Amore, rappresentato sia come potenza salvifica in grado di mettere in comunione l’uomo con Dio, sia come incarnazione dell’equilibrio degli opposti, indispensabile all’armonia universale. A costituire gli ostacoli che Lorenzo deve affrontare per compiere la sua missione ci sono gli infiniti intrighi, i tradimenti, i contrasti e gli attacchi che vengono orditi e sferrati dai suoi avversari. Tra questi primeggiano i membri della famiglia Pazzi, un nome talmente simbolico che sembra inventato e che invece è, incredibilmente, storico. 

-Hai scelto come protagonista Lorenzo Il Magnifico. Un soggetto storicamente molto importante. Pensi di avergli reso giustizia?
Sono convinto che ognuno di noi abbia in sé lati positivi e lati negativi. A questa regola non sfuggono neanche i personaggi storici, nemmeno quelli più virtuosi come Lorenzo de’ Medici. Fatta questa debita premessa, posso dire di aver sicuramente contribuito a sottolineare quelli che furono i pregi del Magnifico, prendendolo come esempio di equilibrio e ponderatezza. Allo stesso tempo però ho voluto rimarcare anche una delle sue più grande “colpe”, che nella serie tv non è presente, ovvero quella di essere stato il mandante della presa di Volterra, a cui è seguito uno dei più sanguinosi massacri dell’epoca medieval-rinascimentale. Ritengo importante, nella scrittura, mostrare i chiaroscuri di un personaggio, per trasmettere tutta la sua umanità e permettere al lettore di compiere insieme a lui il viaggio di caduta e redenzione, in modo da imparare dal suo esempio. Penso che questo sia uno degli scopi più importanti delle narrativa, se non il più importante in assoluto, in particolare della narrativa storica. 

-Se potessi tornare indietro cambieresti qualcosa?

Devo dire che non cambierei davvero nulla, sono sincero: sono molto soddisfatto di come è venuto il romanzo e posso dire che anche l’editore ne era entusiasta. Ritengo che questo libro abbia molti punti di forza, in particolare il ritmo veloce e i personaggi intriganti. Inoltre, parlando prettamente di stile di scrittura, aspetto a cui tengo molto, a oggi lo considero il mio lavoro meglio riuscito. 

-Serie TV e libro. Rapporto difficile o piacevole esperienza?

Anche se il romanzo “I Medici – Lorenzo il Magnifico” è stato a tutti gli effetti la mia prima collaborazione con il mondo delle serie tv, non ho lavorato alla sceneggiatura de I Medici 2, in quanto mi sono occupato solo del libro. In linea teorica la difficoltà maggiore avrebbe potuto essere rispettare le aspettative di un pubblico che aveva già acquisito e apprezzato gli stilemi della precedente stagione del format e che ragionevolmente li voleva ritrovare sia nelle stagioni successive della serie tv sia tra le pagine del romanzo. In realtà, dato che la narrazione segue la storia vera di Lorenzo de’ Medici, sia io che gli autori tv avevamo una traccia già pronta da seguire e da cui non si poteva prescindere, per cui realizzare questo romanzo non è stato molto diverso rispetto al realizzare un qualunque altro romanzo storico. A chi ha visto la serie tv ma non ha letto il libro posso dire che in quest’ultimo ci sono parecchie sequenze in più, scene diverse e personaggi aggiuntivi, per cui, se avete amato la serie... vi consiglio di leggerlo! 

-Hai una domanda a cui hai sempre desiderato rispondere ma che nessuno ti ha mai posto?

In effetti sì, è una domanda un po’ strana per cui dubito che a qualcuno possa venire in mente di farmela, ed è: scrivere un romanzo ti richiede anche un coinvolgimento sul piano fisico? La risposta, che potrà forse sorprendere, è sì, dato che cerco nella maggior parte dei casi di immergermi completamente nelle situazioni che racconto e al tempo stesso di descrivere sensazioni reali che ho vissuto per primo sulla mia pelle. Per questo pratico tutta una serie di attività che mi permettono di conoscere “dall’interno” ciò che si prova in determinati frangenti. Se per esempio devo descrivere una scena in cui i personaggi si inerpicano su una parete rocciosa, come mi è successo ne Il flagello di Roma, mi ispiro ad arrampicate che ho realmente fatto; se devo descrivere un duello ne provo prima la sequenza di mosse da solo o in sparring con un compagno, un po’ come fanno i coreografi dei film, e così via. Si tratta per me di un approccio molto importante, che permette di rendere più vivo e tangibile il romanzo riversando su carta esperienze concrete e al tempo stesso di avvicinare scene di fantasia alla dimensione della realtà. Mi piacerebbe che i lettori vivessero allo stesso modo ciò che leggono, sentendo non solo i miei romanzi ma la narrativa in generale non come una fuga astratta dalla realtà ma come un’espansione di quest’ultima. È così che ho sempre visto la narrativa, sia scritta che letta, e sarebbe molto bello se riuscissi a condividere questo mio approccio con i lettori.

-Che ne dici di salutarci con la tua citazione preferita, presa ovviamente dai tuoi romanzi ?

Dato che sto lavorando a un nuovo progetto narrativo in cui compare anche la figura di Cosimo de’ Medici, nonno di Lorenzo, e che al tempo stesso riprende l’argomento del mio primo romanzo, “Il libro di Thoth” (Alfa Edizioni), vorrei salutare te e tutti i lettori con una frase presa proprio da quell’opera: “Tutti i libri che possiamo leggere non valgono una sola delle frasi che possiamo scrivere.” Mi piacerebbe che questo aforisma venisse percepito, oggi come allora, come un incoraggiamento a esprimere se stessi e il proprio individuale talento, unico e irripetibile, per arricchire così con l’inchiostro delle nostre azioni quella grande e multiforme biblioteca che è il mondo in cui viviamo. Sono sicuro che Lorenzo il Magnifico approverebbe.


Ed eccoci qui cari lettori a fine intervista!
Cosa ne pensate?
Io amo leggere le interviste di autori i cui libri mi sono piaciuti tanto e voi?

Jane

domenica 29 settembre 2019

Ho intervistato Jay Kristoff ;)

Buongiorno, carissimi lettori, come state? Io benissimo, sono ancora felice ed emozionata... Perché? Be', ma perché ieri, 28 Settembre 2019, ho intervistato Jay Kristoff, scrittore della trilogia Gli Accadimenti di Illuminotte, nonché uno dei miei scrittori preferiti (ho letto praticamente tutto quello che ha scritto). 



Ma andiamo con ordine. L'orario fissato per il meeting, durante il quale io e altre blogger abbiamo potuto intervistare Jay, era le 11 di mattina; ma, come sempre, la mia costante ansia mi ha portata ad essere in hotel, luogo dell'incontro, con tre quarti d'ora di anticipo. Ad accogliermi c'era Anna, l'addetta stampa di Mondadori che ringrazio ancora moltissimo per avermi invitata, e che finalmente ho potuto incontrare e ringraziare personalmente. Jay stava facendo delle interviste con la stampa, quindi mi sono seduta su un tavolino, ad aspettare sia che arrivassero le altre ragazze, sia che finissero le interviste precedenti. Fortuna ha voluto che Jay finisse ben mezz'ora prima rispetto all'inizio del nostro incontro; per questo motivo ne abbiamo approfittato per fare due chiacchiere, senza fretta, e per firmare le mie 11 copie (ebbene sì, avevo 11 libri da farmi autografare). Lui è stato simpaticissimo e dolcissimo; a primo acchito potrebbe sembrare burbero, a causa, forse, del suo aspetto imponente, ma è una delle persone più dolci che abbia mai incontrato. Io ero
emozionatissima, ma nonostante questo lui non mi ha mai messa a disagio, anzi, era interessato a quello che avevo da dire, mi ha chiesto della traduzione spagnola (ho letto sia Nevernight che The Lotus Wars in spagnolo), e proprio durante questa chiacchierata, Jay si è stupito quando gli ho detto che, per me, lo spagnolo è più semplice dell'inglese, perché, secondo lui, il mio inglese è ottimo; scusate questo momento autocelebrativo, ma se il tuo autore preferito ti fa i complimenti, qualunque essi siano, sei quasi costretta ad urlarlo a tutto il mondo, no? 
Dopo di che, mi ha chiesto se volessi fare dei selfie, visto che non c'era praticamente nessuno, e dopo una scenetta esilarante nella quale abbiamo appurato che io sono un hobbit (sono alta 1.61m) e lui un gigante (è alto 2.10m), e che quindi non sarei mai riuscita a scattare un selfie decente, ha prestato il suo lunghissimo braccio e abbiamo fatto ben tre foto; foto che mi piacciono tantissimo perché, come mi hanno fatto notare un po' di persone, sembriamo amici, e non uno scrittore con una fan. Per una volta sono grata alla mia ansia per avermi fatta arrivare in anticipo. 
Poi, è cominciata l'intervista vera e propria, e ognuna di noi blogger (saremmo state circa una ventina) ha potuto porre, a Jay, alcune domande. Di seguito, un elenco con alcune delle risposte di Jay

1) I personaggi che lo rappresentano di più sono Mia e Mercurio. Se vogliamo sapere come era Jay da adolescente, basta guardare Mia; se vogliamo sapere come sarà da anziano, guardiamo Mercurio. 
2) Ha avuto l'idea per il personaggio di Mia durante un capodanno; due sue amiche stavano discutendo a proposito della parola "cazzo", se questa fosse positiva o meno; e in quel momento, a Jay è venuta in mente Mia, ed infatti, ha inserito una discussione simile nel capitolo 5 di Mai dimenticare. Chi ha letto sa. 
3) Si è ispirato a William Gibson per quanto riguarda lo stile. Gli è sempre piaciuto che Gibson adattasse la sua prosa alle varie e diverse situazioni, ed è questo che ha voluto fare anche lui. Inoltre, quando scrive si lascia ispirare dalla musica, di solito senza parole, ed in particolare da Ludovico Einaudi e dalle colonne sonore dei film (per esempio, se deve scrivere una scena d'azione, ascolta quella di Avengers). 
4) Nevernight è nato nel momento in cui lui, grande appassionato di storia romana e della dinastia Giulia, si è chiesto cosa sarebbe potuto accadere se Giulio Cesare non fosse riuscito nel suo intento di rovesciare la Repubblica. 
5) Il suo passeggero sarebbe un Jack Russel Terrier perché è il suo cane. Ha detto che quando lo porta a spasso sono una coppia buffissima in quanto, il cagnolino è minuscolo, mentre lui è grandissimo. 
6) Le scene per le quali ha più timore sono quelle di sesso, sia sua moglie che sua madre le leggono. 
7) Il personaggio che vorrebbe moltissimo vedere sullo schermo è Mia,essendo, il potere di Mia, molto particolare, pensa che sarebbe fighissimo sullo schermo. Il personaggio, invece, che secondo lui è più difficile da adattare è A.I.D.A.N (Illuminae Files), a causa dei tantissimi monologhi interiori che ha; inoltre, A.I.D.A.N non ha un corpo. 
8) Non è uno di quegli scrittori che sanno già dove e come finirà la storia, ma si lascia ispirare man mano che scrive. Ha paragonato il suo metodo di scrittura ad un guidatore che vede una città all'orizzonte e che sa di dover arrivare lì, ma non conosce la strada che deve fare. 
9) Non si pente di nessuna delle morti, ma anzi, le considera tutte necessarie alla storia. 
10) Ha deciso di inserire le note a piè pagina perché voleva raccontare ed espandere l'universo da lui creato senza dover scrivere pagine e pagine che i lettori si sentono obbligati a leggere; infatti, nonostante lui ami Tolkien e le sue lunghissime descrizione, si rende conto che a tantissimi lettori Tolkien non piace proprio per questo. 

Per quanto riguarda le mie curiosità, gli ho chiesto come ha avuto l'idea della Chiesa Rossa, delle materie, delle varie prove che gli studenti devono sostenere, della struttura stessa della Chiesa. E poi, gli ho chiesto anche se qualcuno ha trovato disturbante l'idea di una scuola in cui ai ragazzi viene insegnato ad uccidere. Vi lascio qui il video, con domanda e risposta... Purtroppo la memoria del mio cellulare ha fatto cilecca e il video si interrompe proprio prima della risposta all'ultima parte di domanda, comunque, Jay ha detto che non gli è mai capitato di incontrare qualcuno che trovasse disturbante l'idea della Chiesa Rossa

 


Ci ha anche dato alcune anticipazioni su Empire of The Vampire, il suo prossimo libro che uscirà, in Italia e in America contemporaneamente, nel 2020; e, io ve lo dico, Jay Kristoff farà tornare di moda i vampiri e saranno FIGHISSIMI. 
Nel 2020, inoltre, uscirà pure Aurora Rising in italiano (a Marzo), io l'ho amato tantissimo, quindi vi consiglio caldamente di leggerlo. 

Purtroppo non sono riuscita ad andare alla presentazione "ufficiale" in libreria perché quando il nostro meeting è terminato, i posti erano già finiti, ma sono ugualmente contentissima ed emozionata. Non solo per aver incontrato, intervistato e chiacchierato con uno dei miei scrittori preferiti, ma anche per essere stata invitata ad un evento del genere; ieri mi sono sentita proprio fortunata. 

E, come dicono sempre i nostri amatissimi Mia, Messer Cortese e Jay Kristoff, MAI E POI MAI DIMENTICARE; be', posso assicurarvi che la giornata di ieri non la dimenticherò mai nella vita. 




  


Questi sono solo i tre libri della trilogia di Nevernight, ma ne avevo 11 da farmi autografare e lui ha firmato e personalizzato tutto! (ma quanto è bello quel Messer Cortese imbronciato?). 



Recensione Illuminae FilesQUI
Sul nostro profilo instagram, potete trovare una raccolta di storie in evidenza in cui parlo di Nevernight ( ilibripassatopresentefuturo )




Voi avete già letto questa meravigliosa trilogia? Siete stati all'incontro con Jay, a Roma o a Milano? ;)









venerdì 10 maggio 2019

"Un battito di cuore": Intervista a Jane Rose Caruso

Buon pomeriggio cari lettori! 
Oggi come nostra ospite sul blog avremo Jane Rose Caruso, autrice che ha contribuito con il suo racconto "Il sentiero per le lucciole" a "Un battito di cuore", antologia di beneficenza edita dalla Darcy Edizioni.



1) Cara Jane Rose Caruso, grazie mille per essere qui con noi oggi! Che ne dici di parlarci un pochino di te?

Ciao Francesca! Grazie a Voi per avermi ospitato. Sono felice di essere sul vostro Blog. Sono Jane Rose Caruso, una blogger da tantissimi anni e da qualche tempo ho intrapreso la carriera della scrittura. Adoro scrivere, mi rilassa e mi fa sentire bene. Le mie storie però devono avere sempre qualcosa di particolare, una scintilla magica come in ogni cosa che faccio.

2)“Un battito di cuore” è un’antologia di beneficenza. Ti va di raccontarci del progetto e dalla sua importanza?


Il progetto mi è piaciuto fin da subito e ho partecipato con allegria anche se avevo in stesura già un altro romanzo. La serie di Miss Book, l'altro progetto che ho intrapreso in Self, è diventato una grande avventura ma non potevo proprio dire di no a questa antologia. In sé ha qualcosa di profondo e particolare. Il ricavato del libro naturalmente va all'AIRC, per la ricerca e la prevenzione contro il cancro, questo brutto mostro che attanaglia i nostri tempi e io non potevo non combatterlo a suon di parole!

3)Come è nata l’idea che sta dietro a quest’opera?

All'inizio Asia Pichierri mi ha proposto questa cosa, erano appena usciti due miei libri e mi piaceva l'idea, quindi ho deciso di partecipare! Ha proposto le storie alla Casa editrice, Darcy Edizioni, e loro hanno accettato. Professionali e bravi.


4)“Il sentiero delle lucciole” è il nome del tuo racconto. Confesso che appena ho letto il titolo sono rimasta subito incuriosita… Puoi rivelarci qualcosina?

Si, i miei racconti devono avere sempre la scintilla magica e ho cercato di ricreare qualcosa di particolare e unico anche in questo racconto. Le lucciole sono proprio la strada per ritrovare se stessi. La loro luce porta alla libertà come per la protagonista del racconto Melanie, che si è persa nei meandri del suo cuore e cerca di ritrovare se stessa.


5)Com’è stato lavorare con le altre autrici del volume?

Non ho avuto molta interazione con loro, la Darcy Edizioni si è occupata di tutto, quindi solo per le comunicazioni di servizio eravamo tutte in gruppo per il resto nient'altro.

6)Ti ringraziamo tantissimo per essere stata con noi, i nostri lettori saranno stati felicissimi di leggere la tua intervista!

Grazie a Voi e spero che la storia vi piaccia, tanto quanto è piaciuto a me scriverla. Una storia dolce e poetica che spero entrerà nel cuore, così come tutta l'antologia che esalta la bellezza delle piccole cose.


Prima di andare però vi lasci ancora qualche informazione sulla raccolta!


Genere: Romanzo Rosa
Pagine: 315
Data di pubblicazione: 06 Dicembre 2018

Trama:

Un libro per fare del bene e per uno scopo importante, l’intero ricavato dell’antologia andrà devoluto a favore dell’AIRC, per la ricerca e prevenzione contro il cancro. Un progetto generoso reso possibile da donne autrici, che vogliono aiutare tutte le altre meno fortunate per dar loro un’arma per poter vincere la loro battaglia più importante.

Nell’antologia si rincorre il tema dell’amore in tutte le sue sfumature, oltre a far del bene, questa raccolta di racconti, darà anche emozioni a chi la vorrà leggere.

Chi ha reso possibile tutto questo? È tempo di fare nomi:
Asia Pichierri, Anisa Gjikhdima, Jane Rose Caruso, Barbara Graneris, Cristina Migliaccio, Chiara Rametta, Giovanna Tufano, Chiara K.Jones, Noemi Di Liberto, Rosanna Fontana, Antonella Maggio, Serena Brucculeri, Luana Arfani.


Penso sia davvero importante dare spazio e sostenere queste opere, non solo per quello che possono fare concretamente per la causa devolvendo il loro ricavato, ma anche per ciò che rappresentano.

Jane 

lunedì 18 marzo 2019

Intervistando Christopher Paolini sul suo ultimo libro La forchetta, la strega e il Drago

Buongiorno appassionati lettori! 

Qualche giorno fa ho avuto il piacere e l'onore di conoscere personalmente Christopher Paolini, autore del Ciclo dell'Eredità dedicato alle avventure di Eragon. In questi giorni è in Italia grazie alla Rizzoli che ringrazio per l'opportunità, per presentare il suo nuovo libro: La forchetta, la strega e il Drago, primo libro di una serie di 5 libri dedicate a delle mini storie su questo mondo che abbiamo tutti molto apprezzato. Se avete piacere potete andare a leggere la mia recensione a questo link QUI



Andiamo a vedere cosa ci ha raccontato! 

Nell'intervista però non vedrete la cosa più bella il suo modo di fare, è una persona davvero molto divertente che si vede davvero che ama fare il suo lavoro e devo ammettere che conoscerlo è stato qualcosa di davvero speciale! 

(Sfortunatamente il mio telefono non andava molto bene quel giorno ma per fortuna c'era il fotografo Mondadori!)


E' davvero un enorme piacere conoscerti, la prima cosa che vorremmo tutti chiederti è su cosa stai lavorando al momento? 

Sto finendo di scrivere un nuovo science fiction con un ambientazione nello spazio, alieni, esplosioni e tentacoli sono circa a tre capitoli dalla fine e quando finirò il tour penso di terminarlo in una settimana e mezza. Poi mi siederò a rileggerlo e se ne sarò convinto lo invierò al mio agente. In poco meno di un anno sarà possibile leggerlo. In più in inglese sotto al libro che sono ora a presentarvi c’è un sottotitolo, dove dice libro primo. Ho infatti in programma la pubblicazione di 5 libri, tratti dallo stesso mondo. Oltre a questi vorrei scrivere altro ma è troppo avanti nel futuro per pensarci ora. 

Di quali personaggi parlerai nei prossimi libri? 

Eh non posso dirtelo se lo facessi dovrei ucciderti. 

Una parola sulla quale i miei lettori possano soffermarsi a pensare? 

Nel secondo e terzo volume ci saranno molti personaggi differenti. Mentre nel quinto libro troveremo dei personaggi non strettamente collegati al Ciclo dell’Eredità ma che noi comunque conosciamo. 

Scopriremo cosa sta cercando Murtagh? Chi è il dormiente? 

Vedremo sicuramente molto Murtagh e anche Arya. Tutti i personaggi ritorneranno in un modo o nell'altro. 

Una cosa comune che vogliamo dirle in coro è che il finale aperto di Inheritance non è piaciuto a nessuno di noi! 

Conosco bene questa reazione, non mi è nuova. Ma pensateci, molte delle migliori storie finiscono così. Come i film di Terminator, Alien… personalmente adoro i film dove c’è una conclusione ma c’è anche un senso di possibilità e anche una mezza felicità. Quando il finale non è totalmente felice e neanche totalmente triste. 

Come senti di essere cambiato nel modo di approcciarti alla scrittura? Sia come ideatore di una storia che nella scrittura vera e propria? 

Avevo 15 anni quando ho iniziato a scrivere. C’è una grossa differenza nel mio modo di scrivere, una volta lo consideravo un hobby ora è diventato una professione. Ho molte capacità tecniche ora, perciò è molto più semplice per me scrivere ciò che desidero mettere su carta. Quando voglio creare un mondo, una storia, dei protagonisti so dove voglio arrivare e ciò che voglio realizzare rispetto a quando ho iniziato, per il metodo di farlo. Devi avere un’idea chiara della storia prima di scriverla, devi conoscere bene i tuoi personaggi, quindi quando scrivi non devi provare ad inventare sul momento. Se riesci a sederti a raccontare la tua storia, come un cantastorie del passato, raccontarla alle persone e renderla comprensibile allora è una storia. Se non ha senso espresso verbalmente non ce l’hai. Quindi se vuoi sperare che la tua storia appaia magica quando la scrivi devi assicurartene altrimenti sprechi 1-2 anni dietro ad una storia per niente. 

Per quanto riguarda il film pensi che faranno il secondo? 

Perché c’è stato un film? Ne sei sicura? Il film è prodotto dalla 20th Century Fox che non volle fare il secondo film. In ogni caso la Disney stà acquistando la 20Th CF, penso che gli accordi si concluderanno entro il 2022. Tecnicamente Arya rientra nei canoni delle principesse Disney. Secondo me gli potrebbe interessare di realizzare una rivisitazione di Eragon, perché ha tutte le caratteristiche che loro adorano l’amicizia e il fantasy. Non so se decideranno di farlo ma me lo auguro! 

Uno dei motivi per i quali penso che i miei libri abbiano avuto questo successo è perché li ho scritti con il cuore e non con il pensiero di guadagnare. E nonostante io sappia che la mia nuova serie science fiction sia venuta bene e ne sono orgoglioso non sarà mai come Eragon. 

Qual è la domanda che lo mette in imbarazzo nelle interviste e perché? 

Non saprei proprio cosa dirti, non me ne viene in mente una. Mi hanno chiesto veramente qualsiasi cosa tu possa anche solo immaginare e le uniche persone che mi imbarazzano ora sono i tredicenni perché non si rendono veramente conto di ciò che stanno chiedendo, sanno che è imbarazzante ma non fino in fondo. Mi hanno chiesto dalle storie d’amore, davvero qualsiasi cosa. Devi lavorare sodo per trovarne una. 

Cosa vorrebbe che gli venisse chiesto ma non glielo chiedono mai? 

Direi che adoro quando mi viene chiesto da cosa sia nata questa storia. Perché è la parte a cui io tengo di più. E la risposta è che adoro le storie, gli effetti che queste hanno, il feeling. Che è la parte più difficile, ma se ci riesco e ha un effetto sui lettori sono veramente felice ed è questo ciò che cerco di fare. Non cerco di vendere libri cerco di evocare sentimenti e pensieri nei lettori. 

Se avesse un drago tutto suo, come sarebbe? E il suo nome? 

Sarebbe "purple" non completamente azzurra e si chiamerebbe Saphira. Probabilmente vivrei in Montana sulla cima di un monte e direi a tutti lasciatemi solo.


E' stato sicuramente un incontro che non dimenticherò!!!












venerdì 12 ottobre 2018

INTERVISTA - Dieci domande a Serena Brucculeri

Buongiorno lettori, 

Avete già letto la mia recensione in anteprima di "A... come amore" di Serena Brucculeri?
Esce oggi per la Darcy edizioni, e io sono profondamente orgogliosa di questo libro, tra le recensioni trovate il mio pensiero!
Partiamo subito con le dieci domande a Serena!



1)Cosa ci vuoi dire di te?
Ciao a tutti, ringrazio tantissimo Sara per lo spazio che mi viene concesso. Di me posso dire che sono una moglie e una madre di due figli maschi. Insegno alla scuola primaria e adoro leggere romanzi rosa; mi piacciono anche gli erotici quando ben scritti e con una trama coinvolgente. Da un po’ di tempo a questa parte ho scoperto una passione sfrenata per la scrittura. Sono sempre stata una sognatrice, una persona con la testa tra le nuvole, a cui piace sognare ad occhi aperti. Così un giorno mi sono detta: perché non provare a mettere su carta le storie che immagino? E così è successo. Sono caotica, disorganizzata, ansiosa e impulsiva; mi piace riempirmi di cose da fare, ma poi non so mai da dove partire, per cui annaspo sempre per tentare di portarle a termine tutte. Ma adoro ciò che faccio e sono felice della piega che ha preso la mia vita. E sono una tipa romantica, molto.

2)Il personaggio a cui tieni di più o a cui sei più legata?
Il personaggio a cui sono più legata è sicuramente Jensen Harper, non tanto perché protagonista del mio nuovo romanzo, quanto perché ci ho lavorato così tanto nella sua caratterizzazione, per renderlo credibile, che lo sento mio sul serio e mi ci sono proprio affezionata.

3)Chi o cosa ti ispira?
Devo ammettere che non c’è un qualcosa o qualcuno in particolare che ispirano la stesura delle mie storie. Diciamo che ho una mente molto fervida; fin da piccola ero così, una tipa con molta , per cui mi figuro personaggi e situazioni per una nuova trama, di solito, quando arrivo all’incirca a metà della stesura del romanzo che sto scrivendo.

4)Il tuo libro del cuore
Adoro Susan Elisabeth Phillips, penso che sia la migliore per quanto riguarda la narrativa rosa. Ogni volta comunque che mi rivolgono questa domanda, io rispondo sempre L’incastro imperfetto di Colleen Hoover. Un libro che ho adorato, insieme a Forse un giorno.

5)Cosa non ci sarà mai in un tuo romanzo?
In un mio romanzo non troverete mai un finale triste, questo senza ombra di dubbio.

6)Non so se lo sai, ma Malibu ha un posto speciale nel mio cuore... Come mai per questo tuo ultimo lavoro hai scelto una location così suggestiva?
Ho immaginato una storia ambientata in un posto caldo e soleggiato, un luogo di mare dove fosse possibile creare situazioni particolari. Alcuni penseranno: okay, ma anche Cuba o la Giamaica sono
luoghi che presentano tali caratteristiche. Perché proprio Malibu? Innanzitutto perché adoro gli Stati
Uniti, anche se, purtroppo, non li ho ancora visitati; inoltre avevo comunque bisogno, ai fini della storia, di inserire personaggi e vicende in un contesto fatto di orari di lavoro, scadenze, impegni e ritmi serrati, che non appartengono di certo alla vita che si svolge ai Caraibi.

7) Dicci come, dove e perché leggere Jensen Harper!
Jensen Harper, ogni volta che lo nomino mi viene da sospirare e portarmi una mano al cuore neanche fossi una dama dell’ottocento! Jensen Harper è un personaggio che adoro; oltre ad essere bellissimo, è scorbutico, scontroso, allergico alle relazioni (a causa di una triste esperienza che lo ha visto coinvolto) e anche un tantino stronzo, scusate il termine, ma rende bene l’idea. In base a ciò che ha vissuto, si è messo in testa che le donne servono solo a divertirsi tra le lenzuola. È diffidente e un po’ egoista. Come ho già detto, non è stato per niente semplice parlare di Jensen e renderlo secondo l’idea che mi ero fatta di lui nella mia immaginazione. Altrettanto complicato è stato scrivere successivamente del suo cambiamento e di come, alla fine, si riveli un ragazzo adorabile, da stringere forte e non lasciare mai più.

Il libro è acquistabile su tutte le piattaforme in formato ebook e troverete già anche il formato cartaceo!



8)Qual è la cosa più difficile per una scrittrice?
Sicuramente essere in grado di trasmettere al lettore le stesse emozioni che si provano mentre si scrive. Riuscire a creare, insomma, un varco in cui fare transitare con facilità emozioni dall’autore al lettore, un libero accesso ai sentimenti insomma.

9)Scriveresti mai un romanzo a quattro mani? E un MM?
Sì, scriverei certamente un romanzo a quattro mani. Ho già discusso della proposta con una cara amica, bravissima autrice, e chissà, con il tempo, cosa salterà fuori.
Per quanto riguarda gli MM, questo è un genere che non ho mai letto e né conosco, penso che non sarei capace di scrivere questo tipo di storie, forse perché non le sento molto vicine.

10) Cosa stai leggendo in questo momento? E stai già lavorando a qualche altro romanzo?
Sto leggendo il quinto romanzo della serie Manhattan di Sarah Morgan, e sto già lavorando al seguito di A... come amore. Saranno quattro stand alone e nel secondo capitolo della serie vedremo protagonista Ralph, migliore amico di Jensen Harper.


Seguite Serena e la Darcy edizioni sui social per rimanere sempre aggiornati!
Serena Brucculeri, pagina Facebook:
https://www.facebook.com/serenabrucculeriscrittrice/
Darcy edizioni Pagina Facebook:
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A presto!

Susan.



lunedì 25 giugno 2018

Intervista a Megan Maxwell e Recensione "Paradiso Cercasi", il suo ultimo libro arrivato in Italia!

Bentrovati lettori! 

Dopo i giorni caotici del Rare, tenutosi a Roma lo scorso 23 Giugno, e dove ho potuto conoscere ed incontrare molte autrici, ho avuto la possibilità grazie alla casa editrice Tre60 di poter intervistare e scambiare quattro chiacchiere con Megan Maxwell che è appena tornata in Italia con "Paradiso Cercasi". 
La storia in cui conosciamo Ana e Rodrigo


Ora vi lascio la trama, dopodiché vi dico il mio pensiero con qualche pillola dell'autrice! 

Trama: La vitale, esuberante Ana fa la fotografa in uno studio di moda a Madrid. E, un giorno, per caso, la sua macchina fotografica inquadra il volto di Rodrigo. Il feeling tra i due è immediato; la scintilla scocca all’istante, ma a smorzarla ci pensa subito lo stesso Rodrigo, che in quel momento frequenta una bellissima top model (ma sarà un grande amore? Chissà...) E a spegnerla del tutto arriva la scoperta che Ana è incinta. Una notte di passione con uno sconosciuto sta per cambiare la sua vita per sempre.
Tenere il bambino significherebbe forse rinunciare a Rodrigo, l'uomo che potrebbe essere la sua anima gemella. Oppure no? Che fare? Ci dovrà pur essere una soluzione
La porta verso la felicità dovrebbe essere aperta a tutti. Però, prima, bisogna trovarla. Insomma: Paradiso cercasi...


Lo ammetto, avevo preso "Paradiso Cercasi" un po' sotto gamba, l'avevo sottovalutato, ma dopo aver visto il libro e i suoi protagonisti tramite gli occhi di chi li ha creati, Megan Maxwell, lo vedo sotto un'altra prospettiva. 

La storia mi ha incuriosita da subito, ma la Maxwell ci ha abituate bene.. Le sue storie riescono sempre a catturare il lettore fin dalla trama, in Spagna è molto amata, e lo è anche in Italia, dove molte sue pagine hanno preso vita nella mente delle lettrici, fin quasi arrivare a confrontare la vita reale con ciò che scrive lei. Ci ha abituate a donne forti, calienti, e che non hanno paura. 
E lo è anche Ana che vuole continuare la sua vita, che contro ogni pronostico vuole tenere il bambino di un ragazzo che è stato un momento di una notte, seppur con una famiglia che le rema contro, un lavoro impegnativo e sola. 
Abbiamo poi Rodrigo, il sexy pompiere di Madrid, che conosce Ana e seppur sia un uomo che non cerca altro da una donna se non qualche notte di passione, con Ana la musica è diversa...

A proposito di musica, di seguito vi lascio qualche canzone che fa da sfondo alla loro storia, e che Megan ci ha confidato di aver ascoltato mentre scriveva! ;)




Megan Maxwell è riuscita a creare una storia frizzante e sentimentale, che non scade in troppe scene erotiche, ma che si sofferma nel creare un legame tra i protagonisti ed il lettore molto profondo. Voleva raccontare la storia di un pompiere, una sua amica le ha dato la foto del cugino che faceva appunto questo mestiere, bello oltre che bravo nel suo lavoro, e da lì lei ha iniziato a scrivere. È voluta partire dalla fine, quindi da una madre single, libera e far crescere il legame dopo che era rimasta incinta di un altro, è stata audace ma possiamo dirlo... Se lo può permettere. 


Le abbiamo chiesto anche a quale personaggio si sente più legata. 
La sua risposta è stata semplice: Lei, Ana. Il personaggio di una pescolina matta è ispirato alla storia di sua madre, che l'ha cresciuta sola. una donna che lotta, che vuole tenere un figlio seppur sola. 
La vedremo mai cimentarsi in altri generi? 
Ci ha detto che le piace scrivere i romance sentimentali, ha nel cassetto un thriller ma non è pubblicato e per il momento non lo farà... Però, mai dire mai! 
Come mai le sue protagoniste sono sempre donne forti? 
La risposta sincera e semplice di Megan Maxwell è stata perché sua madre lo era, le sue lettrici le chiama guerriere (guerreras) e seppur scrive da 23 anni solo negli ultimi 9 è stata pubblicata. Ha riscontrato non pochi problemi con il suo stile di scrittura, a volte piccante, perché negli scorsi anni volevano farle "ammorbidire" la storia o le protagoniste. È sempre stata una grande lettrice (come noi), e leggere sempre di donne che soffrivano le dava fastidio, come se poi la lettura non la alliettasse. Ed anche se tutte in un determinato momento della vita soffriremo, stiamo soffrendo o abbiamo sofferto, vuole raccontare storie a lieto fine, con donne forti e coraggiose. Sua madre le diceva sempre:"Siete voi che dovete cambiare la generazione delle donne". E così con la sua scrittura Megan Maxwell ha dato il suo contributo al cambiamento di una generazione.
Seppur in "Paradiso Cercasi" compaiano altri personaggi interessanti, Megan ci assicura che non ci sarà un seguito, ha la possibilità di essere libera nelle scelte di cui scrivere, per cui scrive di ciò che ha più voglia, ha romanzi nel cassetto che non riesce a terminare ma che forse un giorno riuscirà a tirare fuori e ricominciare. 
Autori seri e di classe B? 
Questa è stata la domanda che aspettavo di farle con più trepidazione. È un argomento spinoso e di cui ancora poco si parla. Perché viene ritenuto un autore serio chi scrive saggi piuttosto che di storia, rispetto a chi scrive romance? Megan ovviamente non ha una risposta per un quesito così ardente. Eppure secondo me le piace confrontarsi con autori seri solo per dirgli: "Hey, autore serio di saggi, io vendo di più!". 
Perché la verità è questa, i romance vendono, appassionano e fanno confrintare i lettori/lettrici, molto di più di altri generi (vedi gialli, storici ecc). Avrebbe potuto scrivere un saggio, eppure ha scelto di scrivere storie semplici, con un linguaggio ancor più elementare, che potesse far leggere tutte le persone, di ogni età, che potesse far appassionare lettrici da ogni parte del mondo. Che dite ci è riuscita? 
La nostra risposta è: ASSOLUTAMENTE SÌ!!!


Susan.

giovedì 29 marzo 2018

[Review] Una ragazza inglese... e due chiacchiere con Beatrice Mariani

Hello readers! Non c'è modo migliore di congedarsi da un Tour che farlo dando un grandissimo Party, lo insegnano le migliori band!
Oggi in pieno stile Rock'n Roll, diciamo "Good Bye" al Blog Tour [la nostra tappa è -> QUI] di
"Una ragazza inglese
- Beatrice Mariani, edito Sperling & Kupfer -
con un great Review Party!


Ma prima di farvi leggere la mia personalissima opinione su questo retelling, durante il Blog Tour abbiamo fatto due chiacchiere con la scrittrice in persona, avendo il privilegio di farle la prima intervista della sua vita. Cosa avremo chiesto a Beatrice Mariani?

V: Da bambina amava leggere? Se sì, aveva mai immaginato di leggere il suo nome su un libro, prima o poi?
B. M.: Da bambina leggevo così tanto che ogni tanto mi rimproveravano per l’assenza dal mondo circostante! Lo facevo camminando, lo facevo in macchina (e poi mi sentivo male) lo facevo sedendomi in qualsiasi cantuccio. Uno dei primi libri fu Piccole Donne. Lo rilessi così tante volte che le mie amiche inventarono un gioco: lo aprivano in una pagina qualsiasi e mi leggevano una frase. Io ero in grado di proseguire!
Inutile dire che mi sentivo, anzi “ero” Jo March e quindi sì, proprio come lei, sognavo di vedere il mio nome su un libro prima o poi!

Ci siamo readers, è il momento della recensione!


Il titolo e la copertina di "Una ragazza inglese" suggeriscono una storia leggera e spensierata, dal sapore estivo e con uno scontatissimo happy ending. Quello che a prima vista questo libro non dice, è con quanta maestria Beatrice Mariani sia riuscita a raccontare in chiave moderna una storia blasonata e amata, conosciuta e strastudiata, come Jane Eyre di Charlotte Brontë. "Una ragazza inglese" è infatti il retelling di un libro non apprezzato solo da pochi, e forse può far storcere il naso ai più puritani, ma il risultato non è per nulla banale e scontato.
In realtà mi sono stupita di me stessa e in negativo. Se non mi avessero detto in precedenza quale libro avesse calcato Beatrice Mariani, forse nemmeno ci avrei fatto caso. Questo è sicuramente dovuto in primis alla mia sbadataggine, ma sicuramente parte della colpa è proprio della scrittrice che è riuscita sapientemente a mettere in pratica una delle più grandi lezioni di scrittura creativa - che io stessa ho imparato da Massimo Bisotti:
per imparare a scrivere, bisogna prima di tutto conoscere i classici, copiarli, farli propri. Solo così riusciremo a trovare un nostro stile.
Ed è proprio questo che fa la Mariani: prende Jane Eyre e la trasporta nel Duemila. Paesi diversi forse, ma stessa storia, solo con un filino di modernità in più... d'altronde non dimentichiamo che sono passati più di centocinquanta anni dalla nascita della prima Jane!
La Jane 2.0 è una ragazza di quasi vent'anni che la vita ha già messo a dura prova. Si è diplomata in Inghilterra, ma il destino l'ha ricondotta in Italia, a Roma - scenario delle estati della sua infanzia - come ragazza alla pari, in una delle famiglie più ricche della capitale.
Nella villa dei Rocca conosce Marina, una donna bella ma frivola, più interessata alla vita mondana che alla vita del figlio; Nicholas, un bambino viziato, ma poco apparentemente poco amato dalla madre; e infine il proprietario della grande casa, l'imprenditore che paga il suo stipendio: Edoardo Rocca.
L'incontro con Edoardo è goffo e del tutto casuale, lontano dalla grande casa. E per l'uomo che l'ha aiutata a rialzarsi, che ha mostrato interesse prima per lei e poi per un banale incidente, Jane perde la testa. Prima di sapere chi fosse per davvero.
Edoardo Rocca non ha nulla da invidiare al vero Mr. Rochester. Il paragone è palpabile, ma ben contestualizzato. Imprenditore affascinante e velato dal mistero, al nuovo "padrone" non manca nulla, dall'amico/socio d'affari a Madeira, alla moglie dai tratti creoli.
Tutto questo però non disturba, non risulta una semplice tentativo di copiare un classico. In "Una ragazza inglese" è l'attenzione ai dettagli a fare la differenza. Come non poter apprezzare, ad esempio, il personaggio di Ivana, l'amica di Jane schietta e sincera, sempre pronta a dire la sua in modo franco e rigorosamente in dialetto romano.
Comprare questo libro, pur sapendo che la storia non è originale al 100%, vi renderà un po' orgogliosi di essere italiani come la mente c'è dietro. Sapete già cosa accadrà, immaginate come andrà a finire la storia, ma tratterrete lo stesso il respiro insieme a Jane quando rivedrà Edoardo Rocca. Piangerete con lei quando crederà tutto perduto. Sorriderete per lo scontatissimo "...e vissero tutti felici e contenti", comunque appagati da una storia quantomai scontata.
E se la parola "retalling" vi provoca comunque l'orticaria, vi consiglio di andare contro voi stessi e leggere "Una ragazza inglese"...


parola di questi cinque piccoli libricini!


XOXO Virginia

venerdì 23 giugno 2017

BlogTour: " Su e Giù per Manhattan" di Sarah Morgan, Intervista: Quattro chiacchiere con Sarah Morgan

Buongiorno miei appassionati lettori! 

Oggi il nostro blog ospiterà il BlogTour dedicato al nuovo libro di Sarah Morgan, Su e Giù per Manhattan! Sicuramente ve la ricorderete per la magnifica serie di Puffin Island, cittadina di cui le ragazze di questa serie sono originarie!

Siete pronti per andare a scoprire qualcosa di più? Ringraziamo HarperCollins Italia per averci dato la possibilità di leggere questo libro!!!



Ormai è tradizione che il nostro blog ospiti l'intervista alla simpatica Sarah Morgan, infatti l'ho intervistata anche per Natale a Puffin Island (QUI), ultimo libro della serie che ho davvero adorato. 

Quest'oggi ho voluto chiedere a Sarah alcune curiosità che mi sono scaturite dopo aver letto il prequel del libro A mezzanotte da Tiffany, sebbene molto piccolo, davvero appassionante, (Qui la mia recensione). 

Andiamo quindi a scoprire cosa ci siamo dette durante questa chiacchierata! 

In questi libri ha voluto toccare degli argomenti molto profondi e tematiche davvero particolari con le quali quotidianamente a volte ci capita di avere a che fare. Andiamo a scoprire quali.





Abbiamo già avuto modo di leggere il prequel di Su e Giù per Manhattan, e abbiamo avuto la possibilità di conoscere meglio Matilda, in questa trilogia la troveremo ancora o solamente nel prequel? 


Matilda avrà solamente una piccola parte nei primi tre libri, ma ho scritto altri tre libri che andranno a comporre questa serie. (Che mi auguro escano in Italia il prossimo anno! ). Infatti in "Holiday in the Hamptons" Matilda e Chase torneranno ad avere un ruolo molto importante. Spero che i lettori adoreranno vedere che cosa gli è successo dopo il loro primo incontro avvenuto nel prequel.




In questa nuova serie hai voluto trattare il tema della disoccupazione, come mai? 


Nei libri della serie le ragazze perdono il lavoro molto presto perché volevo comunicare la possibilità di cambiamento sfruttando le proprie capacità acquisite precedentemente, per migliorare se stesse. C è sicuramente il tema della disoccupazione, che sicuramente affligge moltissime persone, ma c è anche la difficoltà di lavorare con un capo difficile. Qualcosa in cui molti di noi si possono identificare. Le tre ragazze amano il lavoro che fanno, ma il capo per il quale lavorano gli rende ogni giorno molto stressante. Sebbene perdere il lavoro è qualcosa che mette paura, è anche un opportunità. Le ragazze hanno le capacità e sanno di essere brave nel loro lavoro, ma devono trovare la fiducia in loro stesse per poterlo svolgere secondo il loro stile. Per questo lavorando insieme come un team riusciranno a farlo. Perciò passeranno dal lavorare per un capo problematico a diventare padrone di loro stesse.

Questa serie è diversa da Puffin Island, nell altra le ragazze tornavano nell isola alla ricerca di una nuova vita, redenzione, mentre in questa le ragazze non vogliono tornarci, come mai hai deciso di mostrare anche questa situazione? 


Vivere in una piccola città non è per tutti e volevo mostrare anche questo aspetto. Per ognuno che ama far parte di una piccola comunità c'è ne sono molte che potrebbero trovarla soffocante. Ho pensato che sarebbe stato divertente inserirle nella serie di Puffin Island mostrando le altre sfaccettature ( e nel secondo libro, Sunset in Central Park vi torneranno in visita e incontreranno dei vecchi protagonisti!) Queste tre donne amano la vita di città e tutto ciò che questo comporta. Per loro la vita dell'isola è qualcosa di limitante.





Qual è il tuo personaggio preferito tra Paige, Frankie e Eva? 


Le amo tutte per motivi differenti. Paige è determinata, concentrata e leale. Frankie è scoppiettante ed indipendente, ma sotto sotto è molto vulnerabile. Eva è una spaccacuori! Penso che ognuno di noi vorrebbe un amica come Eva!


Da quale di loro dovremo aspettarci più mistero, più problemi, più sensualità, più fuochi d artificio? 

Nella storia di Paige c è abbondanza di fuochi d artificio, perché lei cerca sempre di gestire tutta la sua famiglia ( particolarmente suo fratello) e i suoi amici essendo super protettiva. Lei però non vuole essere protetta. Anche la sua relazione con l eroe "alpha" Jake sarà piuttosto tempestosa. 
Probabilmente la storia più sensuale è quella di Frankie, perché lei non si vede così. Matt è un eroe paziente, forte, perfetto per lei, anche se Frankie fatica a vederlo. Ma lui persisterà nel modo giusto. Non vuole che lei lo cacci via, infatti lui la conosce quasi meglio di quanto lei non conosca se stessa. Eva cerca disperatamente il romanticismo, e lo troverà nel posto che meno le piace. C'è un sacco di umorismo nel suo libro, ma è anche commovente perché sotto alla sua maschera di solarità esteriore nasconde la mancanza della nonna che la fa sentire sola.


Ogni volta che ho la possibilità di parlare con te, ti chiedo: Quando verrai in Italia? 

Adorerei venire un giorno in Italia per incontrare i miei fans. È un sogno per me.


Vorresti lasciare un nuovo messaggio ai tuoi fan italiani? 

Spero che amerete questa nuova serie! E grazie per tutti i messaggi che mi lasciate nei social media! Adoro sentirvi e spero che continuerete a contattarmi facendomi sapere quanto vi piace questa nuova serie!!! 

Con amore Sarah

XXX



Come si può non amarla?? Io ogni volta che le parlo mi appassiono sempre di più a lei e ai suoi libri!!! Non perdetevi tutte le altre tappe del BlogTour e del Review Party! 

Non lasciatevi scappare l'opportunità di camminare per Manhattan con Paige!!!








NON PERDETEVI QUESTA NUOVA USCITA!!






Luna