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giovedì 25 giugno 2020

Review Party: "Il mio anno con te" di Julia Whelan


Ci rivediamo readers! L'ultima recensione di oggi è di un romanzo che ha fatto palpitare il mio cuoricino, pubblicato oggi da HarperCollins,

IL MIO ANNO CON TE
di Julia Whelan

Trama:

L’americana Ella Durran ha chiaro in mente un progetto per la sua vita sin da quando era una ragazzina: studiare a Oxford. E adesso, a ventiquattro anni, è finalmente arrivata in Inghilterra con una prestigiosa borsa di studio della durata di un anno e sta per coronare il suo sogno. Nello stesso momento, però, riceve una telefonata inattesa e un’incredibile proposta di lavoro nello staff della campagna presidenziale di un astro nascente della politica americana. Per fortuna, con la promessa che lavorerà a distanza e potrà tornare a Washington alla fine dell’anno, Ella è libera di godersi la sua esperienza a Oxford, una di quelle “che capitano una sola volta nella vita”. Tutto sembra iniziare nel migliore dei modi, finché non scopre che Jamie Davenport, il ragazzo impertinente che ha appena rovinato la sua camicia e il suo primo giorno, è anche il professore del corso di letteratura inglese… e allora Ella comincia a pensare che forse Oxford non è proprio come aveva immaginato. Ma deve ricredersi. Un drink a tarda notte con Jamie svela un feeling che Ella non si aspettava certo di trovare, e quella che inizia come un’avventura casuale comincia presto a diventare qualcosa di molto più profondo. Jamie, però, nasconde un segreto. E quando Ella lo scopre si trova di fronte a una decisione apparentemente impossibile: voltare le spalle all’uomo di cui si sta innamorando per seguire i suoi sogni o restare con lui ad affrontare una situazione per la quale nessuno dei due è davvero pronto. Così, mentre la fine del suo anno a Oxford si avvicina rapidamente, Ella deve decidere se i sogni che vuole realizzare sono sempre gli stessi. 



Dal caldo Messico de "Il sussurro delle api", con Julia Whelan voliamo nella nebbiosa Inghilterra per una storia che mi ha incuriosito fin dalla trama - e la povera Susanna Zanni ne sa qualcosa, che mi ha gentilmente inclusa all'ultimo minuto nel suo evento e mi ha subita, poverina!

Anyway, le parole Oxford, insegnate, inglese hanno fatto breccia da subito nel mio cuore. Una protagonista la cui "avventura" inizia con il coronamento di uno dei miei più grandi sogni - quello di studiare in una prestigiosa università inglese -, non potevo lasciarmela scappare.

Se di Oxford potrò solo leggerne le storie nei libri, Ella Durran ha invece l'opportunità di trascorrere quello che pensa possa rivelarsi l'anno migliore della sua vita, divenendo temporaneamente una studentessa. Appena messo piede in U.K., un'ulteriore notizia sconvolge la sua giornata: una telefonata le annuncia l'occasione di far parte dello staff di un politico in piena corsa alla Casa Bianca. Voi cosa avreste fatto nei suoi panni? Io, come Ella, mi sarei prostrata per mantenere il nuovo lavoro e... la borsa di studio ad Oxford!

Ben presto, la ragazza si accorge che l'Inghilterra reale non è come quella descritta in un bel romanzo regency. E un incontro/scontro che implica del fish&chips e una camicetta da buttare ne è la prova del nove.

...ma. Ecco sì, un ma doveva pur esserci! Ma il sabotatore di capi di vestiario femminile è decisamente carino. Ed è un giovane professore di letteratura inglese. Poteva Ella non innamorarsene?!

Io così, se fosse toccato a me il fatale incontro.

Jamie Devenport ha il fascio del bello e tormentato ed Ella fa di tutto per resistergli, finché non scopre la verità che affligge l'uomo.
Chi non sa cosa sia lo spirito da crocerossina (o da cavaliere) non ha idea del dilemma che la ragazza deve affrontare: inseguire la carriera politica, tornando negli States o dare retta al cuore e restare al fianco del suo affascinante, ma complicato professore?

Ho trascorso con Il mio anno con te un paio di tranquilli pomeriggi in giro per Oxford e accanto ad un bel ragazzo scozzese, soffrendo nei punti cruciali della trama e sorridendo in quelli più romantici. La penna di Julie Whelan ha saputo bilanciare attentamente la comparte tragica, non gettando i personaggi in una valle di lacrime, un particolare che apprezzo sempre quando decido di lasciarmi andare a letture non provenienti dalla letteratura inglese del Seicento.
Il mio anno con te è stato un'esperienza breve, ma intensa. In grado di portare nero su bianco una vita tutto sommato comune, ma non per questo meno interessante. Ogni lettrice potrebbe essere una potenziale Ella e forse è questo il punt forte del romanzo.

Giudizio?

E voi? Avete una storia del cuore, magari ambientata nel vostro Paese preferito?







giovedì 18 giugno 2020

Review Party: Acqua di sole di Bianca Rita Cataldi


Hello readers! La recensione di questa mattina profuma d'estate e di Puglia, un connubio difficile da descrivere tranne se a farlo è la penna di Bianca Rita Cataldi, in uscita oggi per HarperCollins, con il nuovo romanzo

ACQUA DI SOLE

Trama:

PUGLIA 1956. UNA FAMIGLIA DI PROFUMIERI E UNA DI COLTIVATORI DI FIORI. UNA BAMBINA E UN BAMBINO. UN INCONTRO CHE CAMBIERÀ TANTE VITE.

È l'ultimo giorno del 1955 e sulla campagna intorno a Bari cade leggera la neve, come non si vedeva da tempo. A casa Gentile c’è subbuglio: sta per nascere un bambino. Ma l'urlo della madre fa capire che qualcosa è andato storto. Per fortuna, dopo ore di paura, il Signore fa la grazia e finalmente si può festeggiare il lieto evento, e il nuovo anno. Anche perché lavorare è impossibile: fuori è tutto bianco, e gli uomini della famiglia non possono recarsi nei campi per occuparsi dei fiori che da generazioni danno da vivere ai Gentile. Gli stessi fiori che, sotto un'altra forma, danno da vivere anche ai Fiorenza, la più importante famiglia di profumieri di Bari. E infatti, appena la neve inizia a sciogliersi e campi e strade tornano agibili, dalla città parte Adriano Fiorenza, il primogenito di Claudio, il grande maestro profumiere, e va dai Gentile per ordinare fiori da cui saranno tratte le essenze. Quel giorno Adriano porta con sé sua figlia Teresa, che ha sei anni, e durante quella visita nasce un’amicizia speciale tra lei e il piccolo Michele Gentile, suo coetaneo. È un incontro importante anche per Maria, la zia di Michele, che non avendone di propri lo considera come un figlio. Capisce che il bambino, con la sua straordinaria intelligenza, non può restare in paese, e così, con l’aiuto di Adriano, Michele sarà iscritto alla stessa scuola privata di Teresa, in città. I primi giorni sono difficili, Michele si sente un pesce fuor d'acqua e oltretutto subisce le angherie classiste dei compagni, provenienti dalle migliori famiglie di Bari. Eppure, con tenacia e determinazione, riuscirà a farsi valere. E a scuola rinsalderà la sua amicizia con Teresa e conoscerà la cugina di lei, Vittoria, un poco più grande di loro, una ragazza dal carattere fiero e intraprendente…

Con Acqua di sole, Bianca Rita Cataldi dà vita a una meravigliosa saga familiare, popolata di personaggi indimenticabili e affascinanti, e pervasa dalle atmosfere, dai colori, addirittura dagli odori, della Puglia degli anni Cinquanta e Sessanta.


Sono trascorsi due anni dalla recensione de "I fiori non hanno paura del temporale", il primo romanzo di Bianca Rita Cataldi e, nonostante avessi letto il libro, ci pensò Lothìriel a parlarvi di Serena, Corinna e di una storia che difficilmente può essere dimenticata. 
Dopo un esordio con i fiocchi, attendevo di tornare a sfogliare qualcosa di questa scrittrice e in queste ultime settimane mi sono finalmente dedicata a questo nuovo romanzo.

È possibile che uno stesso luogo si scinda in due distinti? Se vista da due prospettive differenti, anche la Puglia degli anni Cinquanta può trasformarsi in due luoghi paralleli ma distanti come quelli abitati dai Gentile e dai Fiorenza.
La prima, vive una Puglia fatta di terra e stagioni, di un tempo scandito da pioggia e sole, nel quale fatica e sudore sono il collante di una famiglia vecchio stampo, unita in tutto. La seconda, i Fiorenza, appartengono ad una Bari fatti di agi e benessere, di affari e denaro guadagnato proprio grazie alla manovalanza dei Gentile.

Da due mondi così vicini, ma culturalmente distanti, provengono anche Michele e Teresa che a sei anni, sono in grado - a differenza degli adulti - di scovare nei rapporti umani ciò che è vero e genuino, dando vita ad un legame saldo quanto quello dei poli opposti di un magnete.

Iscritto, contro ogni regola della buona società, nella stessa scuola privata della progenie dei Fiorenza, Michele comprende pian piano che il gesto delle zie può essere la chiave di svolta per la libertà di una vita non legata alla terra, come quella delle generazioni dei Gentile che lo hanno preceduto. Una vita nuova e diversa, costruita grazie alla cultura e fatta di scelte dettate dai desideri e non dal senso del dovere.

A differenza di Michele, che sembra cresciuto prima del tempo, Teresa non comprende le differenze di classe e vede Michele per ciò che è davvero: un bambino di sette anni dalle mani sporche di terra pronto ad iniziarla  nuove avventure.

In Acqua di sole tutto profuma di riscatto e libertà, di cose nuove e di meraviglia ed è impossibile non lasciarsi coinvolegere dalla scrittura di Bianca Rita Cataldi, così vivida da permettere al lettore di viaggiare in una delle regioni più belle d'Italia, a metà degli ani Cinquanta del secolo scorso, sperimentando nuovi sapori. 

Dopo "I fiori non hanno paura del temporale", sapevo l'attesa di una nuova storia di una delle penne più promettenti del panorama letterario italiano, non sarebbe stata vana. Bianca Rita Cataldi e la sua Puglia confermano un meritato giudizio di 

 
e voi non dovreste privarvi a lungo di questa nuova storia!

lunedì 4 maggio 2020

Recensione: "The Heat" di Silvia Carbone e Michela Marrucci - Take me series Vol.3

Buongiorno meraviglie!
Tornano per la collana eLit di HarperCollins Italia, il mio duo italiano preferito: 
Silvia Carbone e Michela Marrucci con "The Heat", l'ultimo volume della serie Take Me (volumi autoconclusivi) che ci ha fatto compagnia in questi anni. 
Se non l'avete ancora letta, recuperatela!



TITOLO: The Heat
AUTORE: Silvia Carbone - Michela Marrucci
SERIE: Take me Series#3
EDITORE: Harper Collins
COLLANA: eLit Passion
GENERE: erotic romance
DATA DI USCITA: 4 Maggio 2020

Trama:
Qual è il prezzo di una passione travolgente?

Brooklyn sta danzando sinuosa attorno a un palo di lap dance quando Aamir, ex generale dell'esercito di Takei, la vede la prima volta. Poco dopo sono insieme nel privé di un club di Miami, ma nessuno dei due è preparato a un incontro tanto intenso e carico di passione. La razionalità, la paura di iniziare una relazione e un passato doloroso vengono spazzati via dal contatto dei loro corpi, che sembrano parlare un linguaggio esclusivo e si incendiano nello stare insieme. Quando un errore di valutazione mette Brooklyn in pericolo, Aamir e il figlio Shad sono pronti a tutto per salvarla, anche a cedere il club esclusivo The Pleasure...


Il mio apprezzamento per queste due autrici italiane non è nascosto e, quando posso, mi tuffo subito a capofitto nelle loro storie.
Ho iniziato a leggerle un paio di anni fa e non ho più smesso!
Questa volta ho potuto leggerle in tutta calma, in anteprima, durante la quarantena e che dire se non "aspettava questa storia?".
La trama è accattivante e se avete letto i volumi precedenti (autoconclusivi) la storia di Aamir avrà solleticato i vostri cuori...

Aamir è un giovane e affascinante nonno. Sì, avete letto bene è un nonno.

Aveva incontrato Hannah, l'amore della sua vita e madre di suo figlio in un teatro a Seattle, anni e anni prima. Poi il destino era stato crudele, li aveva allontanati e l'aveva portata via prima che Aamir potesse renderle l'amore che lei gli aveva donato.
Il perdono di Shad, suo figlio, era silenzioso e pieno di gratitudine. Si era perso così tanto che adesso doveva rimediare e vivere in America con i suoi nipoti gli sembrava la soluzione più semplice.

Quando Brooklyn vede come quell'uomo non è capace di resistere.
La tensione e l'attrazione sembra essere palpabile tra loro e non riescono a resistere. Ed è per questo che mentre lei balla per Aamir esplodono scintille. Ma, ovviamente, nessuno dei due vuole fermarsi a quello.
La passione travolgente che provano non può e non deve essere soffocata. Entrambi cedono a quel richiamo primordiale. A quel legame che brucia che Aamir ricorda di aver provato soltanto un'altra volta in vita sua.




The Heat è un libro che parla di riscatto. Di un uomo di quarantotto anni che ha ancora molto amore e rispetto da donare e che ha bisogno di riceverlo.

La scrittura in terza persona è una delle firme di Silvia e Michela. The Heat è scorrevole e veloce da leggere. Ti trascina e in un batter d'occhio l'ho finito sentendomi consumata.
Aamir ha una caratterizzazione importante, probabilmente anche perché lo conoscevo già dai precedenti libri e avergli voluto dare un lieto fine è stata una scelta saggia! Durante tutta la lettura me lo immaginavo con il viso serio e teso che si apriva all'amore quando guardava i suoi nipoti, suo figlio innamorato di Mad e Brooklyn.
Brooklyn è stata più difficile per me da decifrare, è un nuovo personaggio e appare come se avesse una doppia vita. In realtà si è fatta spazio velocemente e facilmente nel mio cuore e l'ho trovata semplicemente perfetta per Aamir. Dolce e sensuale. Sfacciata e disinvolta. Premurosa e amorevole.
Silvia e Michela scrivono sempre di protagoniste forti e non avevo dubbi che Brooklyn anche lo sarebbe stata.




Tosta e irriverente, quando serve, Brooklyn è fin da subito la donna adatta a completare la vita di Aamir. Con pazienza e determinazione si è fatta largo in un mondo di protagoniste senza attributi.

Le autrici, come in ogni loro libro, fanno riflettere su un fatto noto a tutti e che ancora lascia l'amoro in bocca.
L'11 Settembre.
Decidono di ricordarlo, di commemorarlo più volte in questo libro e questo fa onore ad entrambe.
I temi attuali che scelgono di narrare ogni volta nelle loro storie sono approfonditi e curati, ma anche semplici nella spiegazione, facilmente comprensibili a chiunque si avventuri tra le pagine.

Per concludere, The Heat è un romanzo leggero che si legge velocemente e che vi farà innamorare.
Siamo in Florida, ma con i ricordi (e non solo) di Aamir torneremo anche nell'isola di Takei.
Questi personaggi mi sembrano veri e fatico a salutarli.
Mi hanno accompagnata in diverse tappe della mia vita e ci sono affezionata.
Silvia e Michela, ancora una volta, hanno generato amore con la loro scrittura.
Un viaggio bellissimo che non dimenticherò.
Grazie. 

Il mio voto:





giovedì 23 gennaio 2020

[Review Party] Recensione: The Ghost Bride - La sposa fantasma di Yangsze Choo


Hello readers! Il weekend si avvicina e sono pronta a suggerirvi una super combo, che ne dite di un super accostamento libro/Netflix?
Con l'arrivo della serie
THE GHOST BRIDE - LA SPOSA FANTASMA
alla quale ho già dato una sbirciatina questa mattina, HarperCollins Italia ha ben pensato di un'uscita in contemporanea per i cari e appassionati lettori.
Un primo commento a freddo sul romanzo di Yangsze Choo? Decisamente particolare.

Titolo: The Ghost Bride - La sposa fantasma

Autore: Yangsze Choo

Casa editrice: HarperCollins Italia

Genere: Fantasy Storico

Data d'uscita: 23 gennaio 2020

N° pagine: 451

Prezzo: cartaceo 19€ - ebook 8,99€

Trama:
Malesia, 1893. È una serata afosa e la giovane Li Lan siede nello studio del padre nel tentativo di rallegrarlo. Spirali di fumo si innalzano lente dalla pipa da oppio dell'uomo che, seduto nella sua poltrona di vimini, si lascia andare al vizio che li ha condannati alla bancarotta. I Pan erano una famiglia benestante della ricca città portuale di Malacca, ma da quando il vaiolo si è portato via la madre e ha lasciato sfigurato il padre, Li Lan sa di avere poche prospettive per il futuro. Improvvisamente suo padre, risvegliatosi dal torpore, le fa una strana richiesta. La ricca e potente casata Lim l'ha scelta come sposa per il loro primogenito, Lim Tian Ching, morto in circostanze misteriose. Si tratterebbe dunque di un "matrimonio fantasma", di quelli che si celebravano quando una famiglia desiderava placare uno spirito inquieto. L'unione potrebbe garantire una casa e una posizione di privilegio a Li Lan per il resto della vita, ma il prezzo da pagare sarebbe terribile. Lei sa che da questa scelta dipende il futuro della sua famiglia, eppure nel profondo del cuore sente che non deve accettare. Dopo una semplice visita di cortesia nella nobile dimora dei Lim, Li Lan comincia a essere perseguitata nel sonno dallo spirito del promesso sposo. Notte dopo notte viene trascinata contro la sua volontà nel paese delle ombre, un mondo parallelo fatto di città fantasma e demoni assetati di vendetta, schiacciato da una mostruosa e ineluttabile burocrazia. È qui che il ricco e borioso Lim Tian Ching la aspetta e non intende lasciarla andare. Eppure è solo qui che Li Lan può liberarsi dal maleficio: deve scoprire i segreti più oscuri della famiglia Lim, ma anche di suo padre. E deve farlo in fretta, prima di rimanere intrappolata nell'Oltretomba per sempre...

Prima di iniziare a parlavi di questo titolo, ho una domanda da porti (e tenete a mente la risposta!):

cosa sareste disposti a fare per salvare le sorti economiche della vostra famiglia?

La famiglia di Pan Li Lan - complice un padre non ingrado di curare la gestione economica della casa e caduto nel vizio dell'oppio con la morte della moglie - versa ormai in condizioni disastrose. La soluzione potrebbe essere proprio a portata di mano della giovane protagonista: diventare la sposa fantasma di Lim Tiam Ching. Sì, fantasma, perché il bello e facoltoso Tiam Ching non appartiene più al mondo dei vivi!

Vi ho visti, anzi, ho sentito proprio le vostre esclamazioni esterrefatte! Ma non vi stupite, benché The Ghost Bride sia un fantasy storico, Yangsze Choo spiega ai propri lettori che per il suo romanzo ha raccolto a piene mani dalla cultura popolare cinese. Il romanzo si presenta, infatti, pieno zeppo di note e di riti così distanti dalla nostra cultura occidentale, da affascinare ogni tipo di lettore.
O meglio, prima dei riti e delle tradizioni appartenenti alla cultura cinese, ciò che cattura della scrittura della Choo, è sicuramente la descrizione accurata e ricca di dettagli del paesaggio e degli ambienti che sono quinta scenica de La sposa fantasma.
La penna di Yangsze Choo è in grado di trasportare il lettore nella Malesia di fine Ottocento - dove i migranti cinesi avevano formato una comunità con regole ben stabilite -, e di abbattere ogni distanza spazio-temporale. 

Ma tornando alla giovane Pan Li Lan, perché avrebbe dovuto sposare un ragazzo ormai defunto? 
La famiglia Lim ha bisogno di una sposa etera per placare l'irrequieto fantasma di Tiam Ching, un personaggio che - probabilmente complice la narrazione in prima persona, dal punto di vista della protagonista - non guadagna per nulla le simpatie dei lettori. Tiam infesta i sogni di Li Lan e si presenta subito come borioso e prepotente; non sa cosa significhi avere un NO come risposta ed oltre alla convinzione di poter già vantare il possesso di Li Lan, è sicuro che la sua morte non sia stata casuale, ma un vero e proprio omicidio.

La storia creata da Yangsze Choo suscita sicuramente molto interesse, ma a parer mio, quello che poteva essere un personaggio principale decisamente più marcato, invece - se decontestualizzato - si rivela debole e in balia degli eventi. Ma non dobbiamo dimenticare che Pan Li Lan è pur sempre la figla unica di una famiglia cinese in decadenza, nella Malesia alle porte del Novecento.
Nonostante un carattere non proprio forte, il personaggio principale di questo romanzo resta comunque quello che subisce una crescita esponenziale, riuscendo quasi ad eclissare i secondari, nonostante siano loro a muoverne i fili del destino.

Nonostante la già citata abbondanza di note e spiegazioni della Choo, nel complesso il suo The Ghost Bride si presenta come un Fantasy storico decisamente fuori dal comune. Una storia ovviamente non appartenente al reale, ma che attrae forse proprio per il fondo di realtà utilizzato dalla scrittrice per costrire il romanzo.


Ringrazio la HarperCollins Italia per la copia digitale in anteprima e Tiziana Valentino del blog "The Mad Otter" per avermi permesso di scoprire tradizioni di una cultura che mi ha sempre affascinata.
E se tra voi, dear readers, si cela qualche orientalista incallito, si faccia avanti! Sono curiosa di scoprire titoli che mi possano illuminare sulla Cina e la sua Storia millenari!

















lunedì 20 gennaio 2020

[Review Party] Recensione: Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz di Jeremy Dronfield


Hello readers! Ad una settimana dal Giorno della Memoria, con la recensione della buonanotte di oggi torniamo a parlare di Shoah e Seconda Guerra Mondiale con un titolo targato HarperCollins.

Titolo: Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz

Autore: Jeremy Dronfield

Casa Editrice: Harper Collins

Genere: Narrativa storica

Trama:
Vienna, ottobre 1939.
Gustav Kleinmann, un tappezziere ebreo, e il quindicenne Fritz, suo figlio, vengono arrestati dalla Gestapo, caricati su un vagone merci e deportati a Buchenwald, in Germania. Picchiati, ridotti alla fame, costretti ai lavori forzati per costruire il campo stesso in cui sono tenuti prigionieri, riescono miracolosamente a sopravvivere alla brutalità nazista. Finché, tre anni dopo, Gustav non viene inserito nella lista dei prigionieri che saranno mandati ad Auschwitz.

Per Fritz è uno shock senza precedenti. Da tempo circolano voci inquietanti su quel lager e sulle sue speciali camere a gas dove si possono uccidere centinaia di persone alla volta. Il trasferimento laggiù significa una cosa sola...

Eppure l’idea di separarsi dal padre non lo sfiora neppure. I compagni di prigionia gli dicono di dimenticarsi di lui, se vuole vivere, ma Fritz si rifiuta di ascoltarli e insiste per accompagnarlo, pur sapendo che li aspettano altri anni di orrori e sofferenze, se possibile ancor più terribili. Ma a tenerli in vita, ancora una volta, saranno l’amore e un'incrollabile speranza nel futuro.


Basato sul diario di Gustav – un diario segreto di cui nemmeno suo figlio era a conoscenza – e sulle testimonianze dirette di parenti, amici e altri sopravvissuti, Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz non è soltanto la storia commovente di un legame, quello tra padre e figlio, che si è rivelato più forte della macchina dell’odio che ha cercato di schiacciarli. È anche una straordinaria testimonianza di coraggio e di resilienza, e un ritratto lucido e vivido del meglio e del peggio della natura umana.

Tre giorni fa vi ho presentato un titolo - La bambina e il nazista - in grado di fornire ai lettori un punto di vista diverso sugli individui dietro le divise che in una delle pagine più buie della Storia del Novecento, hanno legiferato e sancito il destino di milioni di persone. Nella storia di Franco Forte e Scilla Bonfiglioli, le parole "speranza" e "coraggio" entrano a far parte del lessico di Hans Heigel, nonostante il suo essere un ufficiale delle SS.

Ne Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz, vi riporto ahimé con i piedi in terra. Da Vienna al più famoso dei lager nazisti, la vicenda dei Kleinmann è l'ennesima conferma d quanto il protagonista de La bambina e il nazista rappresenti una voce fuori dal tetro coro che furono le squadre della morte di Hitler.
Nonostante una prefazione che lo spiega a chiare lettere, anche il lettore meno attento può rendersi conto della differenza tra un romanzo e una storia romanzata, ma realmente accaduta.
Dalla denuncia da parte dei vicini, alla deportazione in Polonia, la storia dei Kleinmann non ha particolari inventati, nulla è frutto di espedienti tecnici per instillare compassione o dolore nel lettore, a parlare sono gli appunti di Gustav Kleinmann, le dichiarazioni del figlio Fritz e poi testimonianze, articoli di giornale, estratti di leggi realmente emanate e in vigore durante la Seconda Guerra Mondiale. Jeremy Dronfield organizza, cataloga e racconta la storia "semplicemente" una storia vera fino all'ultimo punto.
Non so se vi siete mai soffermati a fare un paragone tra una storia animata da fatti realmente accaduti e una storia che ha solo come base -come punto di partenza per l'invenzione narrativa - fonti reali.
Lo sconforto, la paura, lo sgomento che emergono dalle pagine di Jeremy Dronfield sono sentimenti vivi, risvegliati anche da particolari che possono sembrare insignificanti, ma che al contrario instillano realismo al racconto. Penso ad esempio - giuro, non vi svelo nulla di significativo! - al particolare, sottolineato da una nota (una delle tantissimo, il libro ne è zeppo, ma per una ragione ben precisa) della moglie di Gustav che, nonostante abbia capito di trovarsi di fronte al gruppo che ha denunciato già una volta il marito e il figlio, non riesce a far a meno di chiamare il suo vicino con un nomignolo. Quello che potrebbe essere un in più, ad una mente acuta rivela quanto inizialmente gli ebrei, e chiunque non fosse già avvelenato dall'ideologia fascista e nazista, non avesse idea - o meglio, non credesse - di andare in contro ad un destino che segnerà per sempre la Storia.

 Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz costringere i lettori ad osservare dall'interno, dalla prospettiva di una normalissima famiglia ebrea, ma non praticamente, non ricca, ma non costretta alla fame, il precipitare delle cose. Dall'annessione dell'Austria alla Germania, all'invasione della Polonia, alla caduta della immaginifica e irreale facciata dei campi di lavoro, ogni Kleinmann - e in particolare Gustav e Fritz, ovviamente - vive un proprio Olocausto.

La cosa che continua a stupirmi, anche dopo la fine di questa lettura, è pensare COME sia nato questo libro e l'importanza che ha acquistato la scrittura per Gustav Kleinmann. Scrivere per continuare a vivere, ma scrivere rischiando la vita. Con un esempio simile di forza d'animo, il gesto de figlio Fritz e quasi scontato.
Dopo aver letto Il ragazzo che decise di seguire suo padre ad Auschwitz non sarete più sicuri che da una rosa nasce una spina. I fiori più belli, qualche volta, nascono proprio in assenza di luce.



giovedì 31 ottobre 2019

[Review Party] Recensione: chi ha paura di SLENDER MAN?

Hello readers!
Stavamo collaudando le scope per questo 31 OTTOBRE, quando abbiamo sentito dell'opportunità di partecipare ad un HORROR BOOK-REVIEW PARTY!
Ormai sapete benissimo cosa sia un Review Party... ma avrete il coraggio di partecipare ad un terrificante book-party?


Sappiamo di non dover certo spiegare chi  (o cosa) sia il protagonista di un party "a modo nostro", ma l'ospite di questa sera è decisamente particolare...

Titolo: Slender man

Autore: Anonimo

Casa editrice: Harper Collins

Genere: Fantasy, Horror

Data di uscita: 24 Ottobre 2019
N° pagine: 350


Trama:
Lauren Bailey è scomparsa. Mentre i suoi amici si disperano e la polizia la cerca freneticamente, Matt Barker, suo compagno nella scuola più esclusiva della città, comincia a sognare alberi minacciosi, cieli in tempesta e qualcosa di oscuro che si avvicina sempre di più. Una figura terrificante, alta, con lunghe braccia si fa largo nel confine fra realtà e incubo. Un confine che, giorno dopo giorno, si fa sempre più sottile nella vita di Matt, fino a scomparire… Attraverso documenti, stralci di diario, e-mail e indizi disseminati nel racconto, la particolare struttura del romanzo immerge inesorabilmente Matt (e insieme a lui, come in presa diretta, il lettore) in un incubo agghiacciante, fino a condurli all’ inevitabile faccia a faccia con Slender Man.




"Hai presente quegli incubi in cui tutto sembra 
normalissimo? 
In cui ti trovi in un posto che riconosci e 
non c’è niente che non vada, come se tutto fosse 
esattamente identico a quando sei sveglio? 
E quindi non 
puoi mai essere sicuro che stai sognando e nemmeno che 
non sei sveglio?"


Avete mai avuto la sensazione di essere osservati anche se consapevoli di essere da soli? Di vedere qualcosa con la coda dell'occhio, solo per un attimo? Di sentire dei passi che di notte vi seguono?
Poi vi voltate... e niente.
Il nulla totale.
Scuotete le spalle, sarà stata solo una vostra suggestione, pensate... e se non lo fosse?

Nel 2009 sul sito americano Something Awful, l'utente Eric Knudsen (username: Victor-Surge) partecipa ad un concorso postando una fotografia dal titolo "The original Slender Man":



Ad uno sguardo veloce, l'immagine non sembra altro che una vecchia foto, ma osservatela bene...
Un particolare di questa, fa vincere a Knudsen il concorso ed è solo l'inizio.
Nel giugno dello stesso anno, il ragazzo posta un'altra immagine, correlata da un'inquietante didascalia:

"The original Slender Man photos. 
One of two recovered photographs from the Stirling City Library blaze. Notable for being taken the day which fourteen children vanished and for what is referred to as "The Slender Man". Deformities cited as film defects by officials. Fire at library occurred one week later. Actual photograph confiscated as evidence."

Lo stesso disturbante particolare, lì sullo sfondo, tra le ombre...

Gli utenti di Something Awful impazziscono, dando vita ad un fenomeno collettivo di portata mondiale, la creazione di una leggenda metropolitana moderna: the SLENDER MAN.
Fan art, videogiochi, film, sembra che tutti, o almeno i più giovani, abbiano fatto la conoscenza di questo essere, la presenza che osserva nell'ombra, in grado di irretire le menti e di trascinare le prede nel suo buio.

Dieci anni dopo la nascita di uno dei protagonisti più amati dai creepy-pasta lovers, Harper Collins pubblica un libro, autore: sconosciuto, impossibile citare tutti coloro che hanno contribuito ad arricchire il mito.

Astenersi fan di Stephen King o simili, i lettori fan del genere storceranno il naso: ad un'attenta lettura Slender Man non è un horror da fiato sospeso o mani davanti agli occhi... ma non vogliamo dire che sia un cattivo prodotto.

Protagonista della storia, Matt Barker, un adolescente del Upper East Side che la notte non dorme sogni tranquilli. Al contrario, il ragazzo è sconvolto dagli incubi a tal punto, da essere spedito in terapia. 
A sconvolgere la vita di Matt - ancora? No, de più! -, la scomparsa di Lauren Bailey, una delle ragazze più popolari della scuola, con la quale in segreto ha un forte legame di amicizia. Perché in segreto? La questione, come altre nel libro, non viene approfondita, ma semplicemente liquidata da un "lei popolare, io nerd".
Mentre la società scolastica, trasversalmente preoccupata per l'assenza improvvisa di Lauren, si divide in fazioni, ipotesi e congetture sulle motivazioni del gesto, Matt trova un indizio che lo porta a seguire una pista fuori dal comune. Assolutamente convinto che sia stato Slender Man a rapire l'amica, inizia ad assumere comportamenti insoliti...


...ma siamo #spoilerfree e non vi racconteremo altro.

Quindi non possiamo fare altro che parlarvi del libro. Cosa ne pensiamo di "Slender Man" dopo essere arrivate alla parola FINE?
Bene, innanzitutto, vi diciamo che questa parola non esiste, la storia non finisce? Sì. 
Il libro di un fenomeno tutt'ora in voga, non può avere una fine. Ed è uno dei particolari che abbiamo più apprezzato, insieme a - primo fra tutti - la FORMA non convenzionale.

Se vi trovate a sfogliare questo libro, lo notate subito: poca prosa e la sensazione di avere in mano il fascicolo di un'indagine della polizia. Screenshot di conversazioni Whatsapp, trascrizioni audio, lettere... se Slender Man non ha una vera e proprio origine, dare alla storia una forma non convenzionale, ha come risultato una totale immersione nella storia stessa.
Questo dettaglio porta ad un altro particolare da non trascurare, un contenuto fuori dagli schemi.
Leggendo resoconti di interrogatori e stralci di articoli di giornale, il lettore segue la vicenda arrivando senza rendersene conto al non-finale. La reazione? Probabilmente simile alla nostra:

"...e poi?"

Slender Man della Harper Collins, parimenti ai precedenti prodotti ufficiali, riesce a suscitare le stesse sensazioni ed emozioni che hanno contribuito a gonfiare la leggenda.
Impossibile non fermarsi anche solo per un attimo a pensare "...e se esistesse davvero?" ed è questa domanda che sancisce la riuscita di un prodotto creato sul nulla.

Ringraziamo la Harper Collins per aver fatto approdare sul nostro scaffale horror/fantasy un libro fuori dagli schemi, inusuale, in grado di regalare al lettore un quarto d'ora fuori dal reale... e svariate notti insonni, se siete facilmente impressionabili.

La lettura perfetta per una perfetta spooky night? L'avete appena trovata:

SLENDER MAN








lunedì 1 aprile 2019

Recensione: "The KingDom" - Silvia Carbone e Michela Marrucci - Finalmente il secondo volume della saga "Take me" è arrivato!

Buongiorno meraviglie, 
questo romanzo non l'ho letto, l'ho divorato!
"The KingDom" è infatti l'ultimo libro in uscita oggi per la collana eLit di Harper Collins firmato dal duo Silvia Carbone e Michela Marrucci e secondo volume (uscito a grande richiesta) della serie "Take Me".


 Io amo te, perchè sei l'essere più bello e imperfetto che io abbia mai incontrato.

Trama: Dopo aver creato a Miami l'esclusivo club The Pleasure, dedicato ai cinque sensi, Rafiq è tornato a Takei per assumersi le sue responsabilità in qualità di sultano, ma dopo un paio di anni la vita che conduce lo sta annullando. Il suo unico sfogo nelle giornate piene di impegni sono le sessioni di arti marziali in palestra e quelle di sesso con l'amante, briciole per un uomo affascinante e dalla sensualità prorompente come lui. Poi, un giorno, incontra una straniera al mercato, e rimane colpito dalla sua bellezza e dall'attrazione che prova immediatamente. È sicuro che non la rivedrà ma non può impedirsi di fare di lei la protagonista delle sue più spinte fantasie. E quando inaspettatamente la rivede sfodera tutte le sue armi per sedurla. Mai gioco è stato più dolce della conquista del corpo e del cuore di Harmony e mai la felicità così labile...

Grazie a "The Pleasure" ho conosciuto Michela e Silvia e la loro magica scrittura, nasceva come autoconclusivo ma Rafiq aveva rubato il cuore a tutte noi e (io in primis) abbiamo iniziato a stalkerare (nel senso buono del termine, si intende) Silvia e Michela ancora prima che uscisse Shad e Mad che ci erano tanto piaciuti!
Ormai sono affezionata anche ai loro sexy marines, ma appena hanno annunciato anche Rafiq che aspettavo da quando l'avevamo incontrato in "The pleasure", mi sono esaltata! 
Vi ho già accennato che ho divorato questo romanzo, iniziato la sera sotto le coperte, la mattina lo avevo già terminato! Sono stata catapultata nella storia e non riuscivo a scollarmi dalle pagine! 
Vi consiglio, prima di iniziare, innanzi tutto di leggere "The Pleasure" che solleticherà la vostra curiosità su Rafiq (ne sono certa) e poi di farvi trasportare ne caldo dell'isola di Takei e di ammirarne ogni scorcio. 
Credits: Chiara Buccoliero (Il libro sulla finestra)

Sono passati un paio di anni da quando Rafiq El Kahlid, sultano dell'isola di Takei, ha lasciato le chiavi e la gestione del The Pleasure in mano al cugino Shad.
Era stato tutto deciso, sarebbe salito al trono, succedendo al padre, e avrebbe dovuto sposare Yasmeen. Non può però certo nascondere quanto gli manca la vita di Miami,  la libertà di un paese occidentale. Sta provando a cambiare le leggi del suo paese apportando delle modifiche, ma è un percorso molto lungo e sa che ha bisogno di altro tempo per far adeguare tutti e soprattutto eliminare le discriminazioni.
Si ritrova così in un castello dorato, con una vita che sa condurre ma non sa dove lo condurrà. Sa ciò che vuole e spesso non sa come ottenerlo. Rafiq è un uomo affascinante e sa come prendersi cura del suo corpo, ma è prima di tutto un uomo protettivo nei confronti di chi ama, un uomo forte e che non sempre si lascia destabilizzare dalle belle donne, a parte una...
Harmony ha la lingua tagliente e un carattere forte, difficile da domare ma Rafiq spera di farlo almeno in camera da letto dove lui è il re supremo. 
Solo in quel momento Harmony comprese la verità: il sultano di Takei stava inondando i suoi pensieri e il suo cuore, e lei non poteva permetterlo.
Nel libro troveremo l'iniziazione per Harmony nelle pratiche BDSM descritte con grande maestria e ben calibrate in tutta la durata del libro, non rendendolo l'argomento principale. Non allarmatevi se non amate troppo le sfumature BDSM saranno molto soft e a tratti impercettibili. 
Entrambi i protagonisti li ho trovati affascinanti, Harmony e Rafiq sono la coppia perfetta e soprattutto entrambi non risulteranno troppo enfatizzati nelle caratteristiche, le autrici li hanno ben strutturati e hanno, sempre a mio parere, saputo domarli anche nei loro punti di forza.
"The KingDom" è un romanzo in cui le differenze e difficoltà sociali si fanno sentire. Le morti per parto, i rifugiati, la povertà, le discriminazioni e gli affronti sociali.
Temi che si nota sono stati approfonditi dalle autrici e sono stati raccolti e raccontati in maniera magistrale data la cultura molto lontana e diversa dalla nostra.
Lei e Rafiq erano due anime gemelle, due spiriti affini che si erano riconosciuti e avevano creato immediatamente una connessione.
La scrittura è in terza persona e le descrizioni sono molto accurate, come sempre d'altronde quando si parla di Silvia Carbone e Michela Marrucci!
Ho amato questo libro. La storia è intrigante, come anche il rapporto dei protagonisti, e non riuscivo a staccarmi dal leggere! 

L'ansia che il tempo stia per scadere.
Due mondi opposti.
Due culture contrastanti.
Due protagonisti che bruciano di passione.

L'amore non può essere ignorato. Va vissuto. Sempre. Perché vivere nel rimpianto di non averlo fatto è un tormento che niente e nessuno potrà mai lenire.
Ne succederanno delle belle, ogni cosa che pensate sia risolta sta per cambiare! In ogni capitolo avrete la possibilità di scoprire una sfumatura di questa storia, di un mondo lontano da noi eppure così vicino...

Il mio voto:


giovedì 11 ottobre 2018

Review Party "La buia discesa di Elisabeth Frankenstein" di Kiersten White: un nuovo volto di un classico della fantascienza!

Buon pomeriggio lettori! 
Oggi ospitiamo il review party de 
"La buia discesa di Elizabeth Frankestein" di Kiersten White  e io sono a dir poco emozionata!
Ringrazio tantissimo la Harper Collins per la possibilità di leggere in anteprima questo meraviglioso romanzo.


Trama :


La piccola Elizabeth Lavenza non mangiava un pasto decente da giorni e le sue braccia erano coperte di lividi quando il giudice Frankenstein l’ha portata via dall’orfanotrofio e da una vita di maltrattamenti perché diventasse la compagna di giochi di suo figlio Victor, un ragazzino cupo e solitario che aveva tutto, tranne che un amico. Victor era la sua salvezza, l’occasione per sottrarsi alla miseria, e da quel giorno Elizabeth, decisa a non lasciarsi sfuggire l’opportunità di cambiare in meglio la propria esistenza, ha fatto tutto ciò che era in suo potere per rendersi indispensabile. E ci è riuscita: la famiglia Frankenstein l’ha accolta, le ha dato una casa, un letto caldo in cui dormire, buon cibo e vestiti bellissimi. Lei e Victor sono diventati inseparabili. Ma quella nuova, meravigliosa vita ha un prezzo. Con il passare degli anni, Elizabeth ha dovuto imparare a convivere con il temperamento violento di Victor, ad accontentare ogni suo capriccio, ad assecondarlo nei suoi vizi. Perché dietro gli occhioni azzurri e il sorriso dolce si nasconde in realtà il cuore calcolatore di una giovane donna decisa a sopravvivere a qualunque costo… anche quando il mondo che credeva di conoscere sprofonda nelle tenebre.


Recensione:

Chi non conosce la famosa storia del dottor Victor Frankenstein e del suo mostro? 

Il racconto di Mary Shelley, nato da una semplice scommessa tra amici, è diventato un classico della fantascienza in grado di appassionare il mondo intero. Un romanzo forte e d’impatto, le cui tematiche mi hanno sempre intrigato e al tempo stesso spaventata. Fin dove è disposto a spingersi l’uomo per diventare padrone e creatore unico della vita? Amo queste riflessioni, soprattutto se legate alla tecnologia, quindi quando ho letto di un retelling di questo grande classico, non mi sono tirata indietro. Vorrei rassicurare i dubbiosi: per esperienza personale, alcune rielaborazioni possono regalare letture veramente piacevoli. In realtà, La buia discesa di Elizabeth Frankestein non è una  semplice rilettura della storia di Frankestein in chiave moderna, bensì una storia parallela a quella che già conosciamo, raccontata dal punto di vista tutto al femminile.
Adottata in tenera età da Madame Frankenstein, Elizabeth Lavenza comprende subito da cosa dipenderà la sua sopravvivenza: calmare l’animo inquieto di Victor. La fanciulla è un personaggio diretto e schietto; sa che per ottenere quello che vuole, protezione e una vita lontana dalla miseria, deve usare le armi che la vita ha messo a sua disposizione: intelletto e bellezza. Elizabeth cresce al fianco di Victor, assecondando inconsapevolmente il suo lato bestiale e diventandone medicina personale contro la rabbia. Cosa farebbe lontano dalla sua medicina il figlio maggiore dei Frankenstein?
Di questa protagonista femminile ho apprezzato tutte le sfumature. Elizabeth non è la classica ragazza dolce ed innocente, è arguta, intelligente, e in certi momenti, arriva a comportarsi anche in modo “meschino”. Un personaggio inusuale, che rompe lo schema della quieta fanciulla non conscia della realtà che la circonda, che lascia al protagonista maschile il compito di far evolvere la storia. Elizabeth diventa parte fondamentale nella vicenda del mostro e in quella di Victor, riscrivendone le sorti nell'ombra.

Anche Victor è un personaggio interessante e in grado di affascinare. Sin da bambino la sua mente è curiosa e perspicace, ma in modo… sbagliato. Quando a causa della stessa malattia che gli aveva già portato via la madre, rischia di dire addio per sempre alla sua “amata”, la follia prende possesso della sua mente. Victor si rivela essere un personaggio crudo, violento, calcolatore che mostra uno dei lati più tremendi dell’amore deviato, quello del possesso. Elizabeth appartiene a lui e solo a lui, e nemmeno la morte sarà in grado di strappargliela via. Perseguendo questa concezione deviata di amore, dà vita alla famosa creatura che poi egli stesso definisce un abominio. Ma chi è il vero mostro? La creatura o l’uomo che ha sfidato la morte pensando di portela vincere? Ed Elizabeth, di fronte a tutto questo, cosa deciderà di fare? 

Sono rimasta sbalordita dalla capacità dell’autrice Kiersten White di riscrivere una storia parallela alla più famosa, ma non meno convincente e avvincente. Una rilettura che non vuole in alcun modo sostituirsi alla precedente, ma solo ampliarla. Un progetto ambizioso senza dubbio, ma decisamente ben riuscito. Una nuova prospettiva della vicenda di Shelley, nella quale la protagonista lotta per se stessa e per la sua vita, rimanendo incastrata nella follia del suo salvatore.
La scrittura della White è intrigante, dinamica, in grado di coinvolgere a tal punto, da farmi terminare, o meglio, divorare il romanzo in un unico pomeriggio. Perché tutti conosciamo il finale dell'esperimento di Victor e del suo mostro, ma Elizabeth? Qual è stato il suo ruolo in questa storia?

Il mio voto è: 

Mi raccomando non perdetevi le altre recensioni! 

Jane

venerdì 23 febbraio 2018

Recensione: "I fiori non hanno paura del temporale" di Bianca Rita Cataldi

Buon pomeriggio lettori!
Quest'oggi vi parlo di un romanzo che è uscito giusto ieri e la cui intensità e delicatezza hanno saputo conquistarmi. Sto parlando di I fiori non hanno paura del temporale di Bianca Rita Cataldi, edito da HarperCollins.

Genere: Narrativa 
Editore: HarperCollins 
Pagine: 277 
Prezzo: 17,00€ 
Data di uscita: 22 febbraio 2018 

Trama
Bologna 1997. Corinna ha 17 anni, i capelli rossi e un viso ricoperto di lentiggini su cui spiccano due occhi d’acciaio. È la figlia del primo grande amore di sua madre che l’ha abbandonata subito dopo il parto. Serena ha 7 anni ed è la sua sorellastra. Il suo desiderio più grande è farsi considerare da quella sorella maggiore così misteriosa, sempre rintanata dietro le pagine di un libro o con uno walkman nelle orecchie. Vivono in una grande e caotica famiglia allargata in cui vige il matriarcato e dove per ogni decisione ci si rivolge al consesso delle antenate riunite in un’unica cappella di famiglia al cimitero. L’equilibrio familiare inizia a vacillare quando Corinna riceve una strana scatola, è piena di oggetti apparentemente scollegati tra loro ed è l’ultimo regalo del suo vero padre, morto improvvisamente in un incidente. Corinna decide di partire, insieme a Serena, per una caccia al tesoro per le vie di Bologna alla ricerca dei ricordi perduti, del segreto delle sue radici e, inevitabilmente della propria strada nel mondo. 

“Ecco cos'è l'amore. Incontrarsi il 30 di febbraio e amarsi sui colori freschi finché non prendono forma. Non era la nonna a essere strana. Eravamo strani noi che ci innamoravamo in un giorno qualunque e facevamo l'amore sulle lenzuola inamidate, noi che dimenticavamo la terra e le radici, il refrigerio delle piogge e la necessità del dolore. Noi che smarrivamo il coraggio, che ci dimenticavamo di lottare, che ci addormentavamo troppo presto o troppo tardi, che credevamo in un dio soltanto o in nessun dio affatto, che non capivamo l'importanza fondamentale del dubbio. Noi eravamo quelli strani.”

Recensione

Un romanzo delicato e sorprendente allo stesso tempo
La storia di due sorelle così diverse tra loro da rimarcare sempre quel legame di sangue che manca, ma al contempo capaci di formare una squadra perfetta alla ricerca dei ricordi perduti. Perché tutti vogliamo sapere da dove veniamo, chi c’era prima di noi, la nostra storia. 
A Corinna, diciassettenne introversa e misteriosa, questa possibilità è mancata con l’abbandono del padre, rimanendo un fardello che ha sempre caratterizzato la sua vita, unica donna diversa in una famiglia di brune. Lei, coi suoi vivaci capelli rossi e le lentiggini, unica memoria del padre. Finché non le viene consegnata una scatola da scarpe, insolita, che diventa l’inizio della sua ricerca. Tra biglietti e quadernetti, tra vie sconosciute di Bologna in compagnia di Bruno e Serena, Corinna comincia a scoprire frammenti e sfumature della vita del padre, com’era da giovane, quali erano le sue passioni, i suoi desideri. Scontrandosi con una verità che fa male e che giunge inaspettata, come un fulmine a ciel sereno, cambiando la sua vita. 
Diventando inconsapevole causa della storia che viene scritta da Serena quando, ormai donna, si lascia ispirare da una macchina da scrivere abbandonata per lanciare il suo messaggio in bottiglia nell’oceano: un libro, un romanzo, che parla della loro storia e che vorrebbe essere un richiamo per quella sorellona a cui si è sempre sentita legata. La piccola Serena è il personaggio a cui mi sono sentita più vicina, nella sua genuina curiosità e nella sua fanciullesca visione del mondo: cocciuta e testarda, attenta a quello che le succedeva attorno, con un amore grande per la sua famiglia. 
Credo siano loro, al di là di tutte le donne che hanno accompagnato la storia delle due sorelle, i personaggi che più mi hanno affascinato e con cui mi sono immedesimata. Due anime diverse, eppur forti, capaci di andare avanti, risollevarsi, ognuna a modo proprio, indissolubilmente legate
Caratteristiche peculiari di quella famiglia allargata, che si possono ritrovare a partire dalla madre Bruna per arrivare alla nonna e a Donna Marzia. 
E’ un romanzo che si legge davvero col cuore, che fa sorridere e piangere, che riesce a trasportare il lettore in ogni emozione che viene vissuta dalle protagoniste. Sembra di essere lì, insieme a Serena, quando cerca disperatamente di avere un contatto con la sorella, oppure insieme a Corinna, quando il mondo si frantuma.
Una storia davvero bella, in cui emerge la forza che solo una donna può avere dentro nel prendersi cura degli altri, nel rinascere dopo le cadute. Ricco di emozioni, un romanzo che merita davvero di essere letto e vissuto.

Voto:

Lothìriel