Visualizzazione post con etichetta Recensioni a confronto. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Recensioni a confronto. Mostra tutti i post

lunedì 6 luglio 2020

Review Party: Un tempo ingiusto di Gertrud Tinning


Hello readers! La recensione di questa mattina parla di donne, di lotte e di future conquiste, temi forti, ma assolutamente da portare avanti in questo periodo. Sempre. Anche se a parlarne è un romanzo e non un articolo di politica o di attualità.
Con Gertrud Tinning andremo nella Copenaghen alle porte del Novecento e quindi alla radice di un movimento che, in seguito, scuoterà l'intera Europa, osservandone la nascita - per una volta- da un punto di vista diverso da quello più conosciuto della suffragette inglesi.

Titolo: Un tempo ingiusto

Autrice: Gertrud Tinning

Casa editrice: Mondadori

Genere: Narrattiva storica

N° pagine: 384

Data di pubblicazione: 30 giugno 2020

Trama:

Copenaghen, 1885. Nelly Hansen e sua cognata Marie lavorano duramente tra le grandi macchine della Manifattura tessile Ruben a Frederiksberg. Quando un giorno Marie rimane vittima di un tremendo incidente, Nelly cerca inutilmente aiuto per portarla in ospedale, ottenendo solo resistenza e indifferenza da parte dei responsabili. Si rende conto sempre di più che la condizione di vita in fabbrica è disumana e vuole portare alla luce questa tremenda situazione. Una decisione coraggiosa che mette purtroppo in pericolo la sua vita e quella del suo vicino di casa Johannes, il giovane figlio di un fattore dello Jutland, da cui è molto attratta. Nel frattempo nella fattoria di Uldum Anna, la sorella di Johannes, deve fare una scelta che segnerà per sempre il corso della sua vita. La famiglia vuole che sposi Peder, ricco proprietario di una fattoria vicina, ma la ragazza ha altri piani. Quando viene a sapere che Johannes ha bisogno di aiuto, parte senza indugio per Copenaghen. Resta sconvolta e inorridita dalle ingiuste condizioni di vita degli operai nella grande città, e decide di iniziare una lotta per cambiare le cose. Lotta che costituirà una pietra miliare nella storia della Danimarca
Ambientato alla fine dell'Ottocento, nel periodo che ha preceduto il primo sciopero femminile al mondo e l'ascesa dei sindacati, "Un tempo ingiusto" è un romanzo che, attraverso la storia di due giovani donne coraggiose che combattono per la giustizia, l'uguaglianza e la libertà, racconta un'epoca in cui in pochissimi godevano dei diritti civili che conosciamo oggi.


Quando un romanzo è in grado di parlare al lettore così bene come "Un tempo ingiusto", è sempre difficile tirarne le somme senza scadere nel banale. Questa lettura potrebbe essere il vostro un soft approach alla storia del femminismo e alle storie di femminismo e potrebbe poi condurvi alla scoperta di piccolo case editrice come la Asterisco Edizioni.

Gertrud Tinning ci permette una totale immersione in una delle città più grandi della Scandinavia, nonché vero e proprio collegamento e filtro tra i paesi nordici e l'Europa: Copenaghen. Dimenticate però le belle case colorate viste dal porto o la statua della Sirenetta. La città descritta dalla Tinning è quella dei sobborgi, popolati dalle classi meno abbienti, in cui è in atto una continua lotta contro freddo, fame e povertà.
Le condizioni della classe operaia, alla fine dell'Ottocento, sono simili in tutta Europa. Le fabbriche logorano uomini e donne senza distinzione. Non c'è lavoro peggiore se non, forse, quello nelle miniere. Chi pensa che la vita nei campi sia più massacrante, è costretto a ricredersi: a pressare le donne in campagna è un patriarcato che le vuole assoggetate al volere dell'uomo, come una proprietà da gestire, ma è nelle fabbriche che la figura della donna viene anientata.

A raccontare cosa significhi essere una donna ed essere un'operaia tocca a Nelli Hansen. A farle prendere coscienza dell'invisibilità sotto la quale sono state relegate le donne lavoratrici, è un episodio che la vede coinvolta in prima persona. L'incidente sul lavoro di Maria è la miccia che farà ardere un vero e proprio incendio. Trovatasi di fronte a un muro reso dopppiamente spesso dal legame capitalismo - maschilismo, Nelli decide di non restare in silenzio. La donna è solo agli inizi, ma combattere il sistema che impone alle donne di sfiancarsi in fabbrica e poi affaccendarsi in casa per accudire figli e marito, si rivela subito uno scontro impari e pericoloso. Come tante nella realtà, Nelli Hansen non si tira indietro però, dimostrando come i cambiamenti possano partire anche dal basso.

Il background della seconda protagonista di "Un tempo ingiusto" è totalmente diverso da quello delle città industriali di fine Ottocento. Anna viene dallo Jutland, il suo tempo e la sua vita sono scanditi tanto dalle stagioni quanto dalle decisioni del padre. 
In campagna la donna esiste, ma come merce di scambio e non solo come forza lavoro. In realtà, fino all'ascesa della borghesia, nei campi il divario tra uomo e donna era meno evidente finché quest'ultima non serviva a stringere legami e siglare patti. Il destino di Anna è, infatti, quello di un matrimonio combinato per elevare la posizione della famiglia, ma spinta più dalla forza interiore che dal vento del cambiamento, la ragazza si ribella. 
A Copenaghen Anna scopre una realtà ben peggiore della vita nei campi. La povertà è una piaga che fa desiderare solo la morte. Essere donna significa quasi essere invisibile. E tutto ciò comporta una vita più sacrificante di mani sporche perennemente di terra e sveglie prima del sorgere del sole.

Le due protagniste hanno una storia diversa alle spalle, ma lciò che le accomuna è prima di tutto l'essere donna ed è per questo che decidono di lottare insieme. Perché insieme, opporsi al sistema fa meno paura.

Gertrud Tinning, con una prosa scorrevole e descrizioni vivide, parla al lettore di un tema che sta finalmente tornando alla ribalta: il diritto di essere donna.
Lo fa senza alcuna pedanteria, descrivendo senza censure, ma con una sorta di "morbidezza" insita solo nello stile del romanzo, il periodo tumultuoso delle prime lotte femministe.
La Copenaghen di Nelli e Anna è molto più vicina alla Londra, o alla Torino, di inizi Novecento di quanto nessun lettore ci abbia mai fatto caso. 
"Un tempo ingiusto" è il classico titolo che consiglierei prima di tutto alle lettrici che ancora non credono nell'attuale disparità tra uomo e donna, a quelle convinte che siano le donne stesse ad immaginare questo dislivello.

Ad una storia così forte e magistralmente narrata, non posso che assegnare


sperando che questa lettura sia un punto di partenza per chiunque non abbia mai pensato a quanto sia importante questo tema!





martedì 17 dicembre 2019

[Review Tour] Piccole donne... ma anche Piccoli uomini!


Hello readers! Questo pomeriggio, di una giornata stranamente soleggiata, lo dedicheremo ad una delle letture più gettonate del periodo natalizio. Devo proprio ringraziare Angela Viteritti del blog "Io resto qui a leggere" e la casa editrice Mondadori se in queste ultime settimane ho avuto la possibilità di riprendere un libro - o sarebbe meglio, una "serie" di libri - che in età preadolescenziale mi ha insegnato tanto, facendo una piacevole scoperta: a quindici anni di distanza dal mio primo contatto con Luisa May Alcott, il suo PICCOLE DONNE continua a regalarmi nuovo spunti di riflessione.


Alzi la mano chi in questo periodo non ha voglia di una storia che scaldi il cuore... o più d'una magari. La cosa più semplice da fare, sarebbe tirar fuori il vostro lettore DVD o compiere una brevissima ricerca in internet e lasciarsi trasportare nel magico mondo della Alcott per qualche oretta, ma oggi vorrei farvi venir voglia dell'odore di vecchie storie, carta stampata, cioccolata calda e neve.

Luisa May Alcott, Piccole donne, le sorelle March, impossibile non preferirne una sulle altre o non immedesimarsi in una  di loro, ma sapevate che esiste una sorta di comparte maschile a fare da contrappunto alla storia delle quattro ragazze?
Di Piccoli uomini e I ragazzi di Jo non si sente parlare spesso, anzi. Nella maggior parte dei casi, quasi nessuno ha letto questi due romanzi che potremmo definire come una chiusura del cerchio della narrazione della vita delle March, benché si concentri in particolar modo sulla mia preferita.
Come suggerisce il secondo titolo sopra enunciato, Jo March torna a comparire in questi due romanzi in veste di Mrs. Bhaer, moglie del professor Fritz Bhaer e signora di Plumfield, mentre le sorelle vengono citate più attraverso i figli che non in situazioni dirette come in Piccole donne, delineando che questa volta, sotto la lente d'ingrandimento della Alcott non sono le quattro (ormai) donne, ma una serie di ragazzini (non mancano le giovincelle però!) che possono ben rappresentare ogni tipologia di piccolo uomo.

Jo March, o se preferite Jo Bhaer e signore, hanno aperto le porte di Plumfiled convertendo la grande casa in una scuola decisamente speciale per l'epoca. La coppia non si accontenta soltanto di prestare ausilio a ragazzini meno fortunati dei due figli, Rob e Teddy, ma si prodiga per fornire ai pupilli un'educazione a 360°, dando modo ad ognuno di sviluppare un proprio talento.
Ora non iniziate ad immagine Plumfield come una casa eternamente messa sottosopra da piccoli monelli! Al contrario!
La non più piccola Jo da vita ad un luogo in cui regole ed istruzione convivono con gioco, arte e fantasia (vi confesso che mi ha decisamente ricordato il mio asilo che, nonostante fosse gestito da "temibili" suore, ha gettato le basi della mia istruzione, ma al contempo mi ha permesso di capire quali potessero essere i miei interessi al di fuori dello studio), il risultato? Una casa in cui il nome famiglia si sovrappone a quello di istituzione.

In Piccoli uomini e I ragazzi di Jo, Luisa May Alcott riesce nuovamente a trasportarti nel suo mondo, un mondo fatto di sofferenze e sacrifici, ma farcito di amore a profusione. Sarebbe impossibile leggere queste pagine senza ricondurle alla particolare penna di questa scrittrice, in grado di far comprendere ai propri lettori diverse lezione, ma prima fra tutte, quella di non perdere mai la speranza, sentimento largamente diffuso in ogni sua storia.
Probabilmente sarà un sensazione personale, ma è questa la parola che più accosto alla Alcott, speranza.

Se non avete mai letto Piccoli uomini e I ragazzi di Jo, o se - potete confessarlo eh! - non avete mai aperto un libro di Luisa May Alcott, vi propongo una lettura un esperimento particolare: iniziare la vostra lettura proprio da questi due romanzi - fan della saga di Star Wars, sapete di cosa parlo! - e ripercorrere a ritroso quella che poi si trasforma nella storia delle sorelle March, affezionandovi prima ai ragazzi di Jo e poi alle ragazze della Alcott.

E se ci provate, ovviamente voglio sapere com'è andata perché è impossibile non eleggere il vostro preferito e la vostra preferita!
Provate ad indovinare quali sono i miei!







P.S. Vi posso rubare ancora cinque secondo solo per soffermarmi sulla bellezza di questa nuova edizione di Piccole donne, che il postino mi ha appena consegnato?
Fa venir voglia di lasciarla sul comodino per sfogliarla di tanto in tanto anche solo per osservare le illustrazioni al suo interno!
Una copia che decisamente andrà ad impreziosire la mia collezione di Oscar Draghi che ha già guadagnato un suo scaffale nella mia libreria... morirò sommersa dai libri, I know!



mercoledì 26 settembre 2018

Quando Vi Keeland e Penelope Ward si uniscono e creano meraviglie in "Un perfetto bastardo" !

Buon giorno appassionati lettori! 

 Oggi io  (Luna) e Susan vogliamo presentarvi la recensione a quattro mani di "Un perfetto bastardo" di Vi Keeland e Penelope Ward, edito da Newton Compton Editori. Questo libro fa parte della serie Cocky Bastard di cui, lo scorso anno, è già uscito "Bastardo fino in fondo".
Non so se ve ne siete accorti, ma abbiamo quasi gli stessi gusti e questo, a volte, ci porta a leggere contemporaneamente lo stesso libro. Per questo motivo abbiamo pensato di scrivere qualcosa insieme, perché, davvero, la pensiamo allo stesso modo sullo stile di scrittura, svolgimento e possibili errori che abbiamo riscontrato. E' bello poterci confrontare tra noi, in questo modo riusciamo a darvi un'idea ancora più chiara della storia e di quello che incontrerete leggendo.



Trama: 

Era una mattina qualunque, il treno era affollato e tutto sembrava noiosamente normale. A un certo punto sono stata come ipnotizzata dal ragazzo seduto vicino al corridoio. Urlava contro qualcuno al telefono come se avesse il diritto di governare il mondo. Ma chi credeva di essere con quel suo completo costoso? In effetti, gli conferiva un’aria da leader, ma non è questo il punto. Non appena il treno si è fermato, è saltato giù così in fretta da dimenticarsi il telefono, e io… potrei averlo raccolto. Potrei anche aver spiato tutte le sue foto e chiamato alcuni dei suoi numeri. Okay, potrei persino aver tenuto il telefono dell’uomo misterioso fino a che non ho trovato il coraggio di restituirlo. Così ho raggiunto il suo ufficio da snob… e lui si è rifiutato di vedermi. Ho consegnato il cellulare alla reception dell’ufficio di quel bastardo arrogante. Ma potrei, diciamo per ipotesi, avergli lasciato qualche foto sul telefono. Foto non esattamente angeliche



Recensione:

Adoro (Luna) parlare delle copertine e della scelta del titolo perciò, per prima cosa, andremo ad analizzare questi. La copertina non è male anche se, sinceramente, non immagino per niente Graham così, e quindi non mi ha colpita in modo particolare. Fortunatamente il titolo e la trama mi hanno rapita e questo mi ha portata ad immergermi nella lettura senza che mi deludesse. Allo stesso tempo, il titolo è proprio azzeccato, e ho adorato come l'aspetto del carattere del protagonista venga ampiamente analizzato. 
Ma parliamo della storia. Soraya, la protagonista, non fa altro che imbattersi in episodi imbarazzanti e in pessimi appuntamenti. Ha appena cambiato carrozza nella metro, quando, con gli occhi, individua Lui. Un uomo incurante di chi gli sta intorno, sexy, e con un'espressione arrabbiata sul volto.
 
Formosa, con lunghe trecce alla Pocahontas e un favoloso tatuaggio, Soraya lavora come assistente per una rubrica che tratta consigli di cuore, quando si ritrova il telefono del ragazzo col cipiglio sexy in mano.
Da quel momento inizierà una caccia all'uomo e tutto si farà sempre più intrigante ed appassionante.
"Era come un leone: un animale che ammiri da lontano, laddove ogni contatto concreto potrebbe causare un danno irreparabile."

(Susan) Mi è piaciuto il riferimento a Sex and the City, e mi è piaciuto come Soraya si ritrovi spesso a degli appuntamenti sbagliati, e di come ha soprannominato la sua vita, rispetto a quella di Carrie, Sex and the Pity, sesso e pietà, o Sex and the Shitty, sesso e schifezza. Mi piace come ammetta di avere alle spalle dei disastrosi appuntamenti e storie terrificanti in una New York che del telefilm non ha pressoché nulla, e ho apprezzato come quella sana invidia per Mr. Big le facesse sognare Mr. Big Prick, Mr. Gran cazzone, nomignolo che lei attribuisce a Graham.
Una protagonista che ho amato; impertinente e irriverente, mi ha conquistata, è veramente tra le poche figure femminili di cui posso dire solo bene. La sua figura è ben costruita e non ho potuto non adorarla dalle prime due righe. Ha un carattere forte, è gentile ed esuberante, ma quello che più mi è piaciuto è il suo modo di essere schietta, diretta e senza peli sulla lingua, una ragazza senza filtri, nel bene e nel male.

(Luna) Soraya mi è piaciuta moltissimo, in particolare nella seconda metà del libro, per la sua fermezza, ma quello che mi ha conquistata è stato, sicuramente, lui, il bel Mr. Gran Cazzone. In effetti questo nomignolo gli è dipinto addosso. Soprattutto all'inizio ha un carattere molto chiuso e freddo con tutti, da perfetto Bastardo, nessuno si può sentire libero di parlare davanti a lui e tutti vivono nel terrore di stargli accanto. Si comprenderà solamente più avanti che il tutto è dovuto alla sofferenza per la perdita di sua madre e per un'altra cosa successa nel suo passato. Perdite che lo hanno profondamente cambiato rendendolo l'uomo senza scrupoli che è ora. Mi piace moltissimo come evolve la storia e insieme a quella anche il suo carattere. Nemmeno lui sa tenere testa a Soraya e sarà proprio grazie a questo che la perderà per lei.


Nel libro riscontriamo la tematica, soprattutto da metà in poi, dei genitori acquisiti e delle relazioni che finiscono, che non coinvolgono solo la coppia ma a volte anche altri, i primi a soffrire realmente di queste situazioni. Un tema scottante che non sempre risulta facile da digerire o da spiegare. Le autrici sono riuscite a darci diversi punti di vista e ci hanno fatto capire che l'amore è amore. E per amore vale la pena fare tutto.

A tratti profonda e con sorprese per tutto il libro, si è rivelata una lettura veloce e adorabile. Abbiamo riso, ci siamo innamorate ed emozionate con questi protagonisti.
Se avete letto "Bastardo fino in fondo", vi farà piacere sapere che torneremo, anche se per poco ad Hermosa Beach, dove una piccola e simpatica capra verrà a salutare!
Queste autrici sono riuscite a farci divertire e appassionare fin dall'inizio, siamo rimaste incollate alle pagine ed abbiamo adorato ogni punto di questo romanzo. Una piccola pecca è stata l'editing, perché abbiamo riscontrato abbastanza refusi, ma nonostante questo, si legge veramente in modo fluido.

(Susan) È una lettura, senza dubbio, leggera che mi è piaciuta tanto da aggiudicarsi un posto tra i best books di quest'anno!! Anche dopo aver chiuso il libro i protagonisti mi sono rimasti nel cuore.

Nella prima parte del romanzo ci siamo divertite con i battibecchi e le strane manie/atteggiamenti dei protagonisti, nella seconda metà l'aspetto sentimentale è cresciuto e maturato, rendendolo per noi una piacevole lettura.
Non possiamo quindi fare a meno di consigliarvi di leggerlo, e di immergervi anche voi in queste pagine come è capitato a noi!


Il nostro voto:





Se vi sta piacendo, non dimenticatevi di leggere anche il primo di questa serie "Bastardo fino in fondo", sono entrambi autoconclusivi perciò potete leggerli anche separatamente ma credeteci ne vale proprio la pena!!





Luna e Susan.
 

mercoledì 26 agosto 2015

Recensione a confronto: "Colazione da Tiffany" di Truman Capote (libro VS. film)

Buonasera amici! Come va? Io ho appena finito di leggere un libro meraviglioso di cui sicuramente tutti voi conoscete la trasposizione cinematografica con la mitica Audrey Hepburn!
Io AMO il film "Colazione da Tiffany", Moon River è addirittura diventata la colonna sonora della mia vita, la canto sempre e si addice perfettamente a qualsiasi emozione io provi! E ho sempre voluto leggere il libro ma non lo avevo mai trovato in nessuna libreria, fino a qualche giorno fa quando l'ho scovato in un angolino nascosto, nella libreria personale di mio padre... L'ho sempre avuto in casa e non l'ho mai saputo! Quindi non potevo non leggerlo e ora eccomi qui a fare una doppia recensione.






TRAMA

Nel 1958, in un'America non ancora immune dagli aspetti della guerra fredda e già segnata da una certa ansia di trasgressione, Colazione da Tiffany sembrò davvero compendiare lo spirito del tempo, e insieme proporre una filosofia di vita capace di convertire i modelli severi della morale puritana in pura pratica della gioia, della "leggerezza", della vitalità.
Holly Golightly, la straordinaria protagonista, è una ragazza allegramente insofferente delle convenzioni sociali e delle convenienze, che si fa guidare nelle sue scelte da una profonda moralità, fatta di solidarietà, di gesti generosi, di assoluta mancanza di malizia, e che proprio per questo contravviene alle ottuse regole del perbenismo borghese. Con la piccola corte di tipi "irregolari" di cui si circonda, costituisce un nucleo che senza volerlo prefigura una socialità diversa, più aperta e tutto sommato felice. Ma il mondo che la circonda non accetta facilmente il suo ingenuo porsi contro corrente, e Holly dovrà pagare: coinvolta senza colpe in una vicenda di droga, ne uscirà, ma verrà abbandonata dall'uomo che avrebbe dovuto sposare. E tuttavia il conformismo non trionferà, perché la ragazza partirà, pronta a cominciare altrove con una carica vitale semmai accresciuta.
Divertente, avvincente, perfettamente equilibrato nello stile, questo romanzo è senza dubbio l'esito più felice e più godibile dell'attività letteraria di Truman Capote.


RECENSIONE
LIBRO...
Quando ho iniziato a leggerlo non mi aspettavo un libro così leggero e a tratti divertente ma qualcosa di un po' più pesante, soprattutto dopo aver letto alcune recensioni in internet, e invece è stato una favolosa sorpresa. A narrare la storia in prima persona è il protagonista maschile o, come lo chiama la cara Holly, Fred. Uno scrittore non ancora affermato che pian piano si troverà sempre più coinvolto nella vita di Holly Golightly, affascinante diciannovenne del tutto fuori dagli schemi. Holly è una ragazza folle, nel senso buono del termine; è ingenua e anche una fantastica bugiarda; fa sempre quello che sente e che ritiene giusto. Ha a cuore gli animali così come le persone e ama follemente divertirsi con e senza gli uomini. Non nasconde la sua bisessualità, anzi ne parla apertamente e ne va molto fiera. Ma dietro tutto questo si nasconde una "bambina" che cerca il suo posto in questo mondo crudele, senza averlo ancora trovato, lei non sa come è questo posto ma sa per certo che deve somigliare a Tiffany. Un personaggio davvero matto e diverso rispetto a quelli che si vedevano all'epoca e che continuano a vedersi oggi. Capote ha davvero saputo creare un personaggio anticonformista che sfida le regole del perbenismo borghese tanto in voga in quegli anni. La Holly del romanzo è stata capace di farmi fare davvero delle grosse risate quasi ogni volta che apriva bocca, grazie alla sua spontaneità, leggerezza e dolcezza. Credo che una ragazza del genere o la si ami o la si odi, io personalmente la amo!
Truman Capoti ha scritto una storia semplice, divertente e frizzante ma davvero meravigliosa, grazie soprattutto alla vasta gamma di personaggi "strani" e particolari che vi sono all'interno, come ad esempio la balbuziente Mag Wildwood, grande amica di Holly, che più di tutti rappresenta la sua bisessualità, o Madame Spanella sempre pronta ad andare contro la protagonista in un modo alquanto divertente. 
Lo stile dell'autore è semplicissimo, fresco e giovanile e questo contribuisce parecchio a rendere la storia più piacevole. Trovo che la narrazione in prima persona sia stata un ottimo espediente per esprimere quello che l'autore stesso pensa della società e delle persone come Holly.
Credo che questo romanzo sia una piccola meraviglia o, per restare in tema, un piccolo gioiello che farà risplendere quelle ore che passerete a leggerlo. Ve lo consiglio caldamente. Io l'ho trovata una storia dolce, romantica, divertente... Anche se devo ammettere che la fine non è tra le più liete per Holly e "Fred", che purtroppo sono costretti a separarsi, probabilmente per sempre, e per questo ho letto in lacrime le ultime pagine. Ma si sa, non tutti le storie finiscono con un Happy Ending, ciò nonostante credo fermamente che il finale sia stato azzeccatissimo. Ovviamente sono curiosa di sapere che fine farà Holly e se troverà il suo personale "Tiffany" che tanto cerca ma questo, cari lettori, non mi è consentito saperlo e quindi mi accontento così.



VS.


FILM...
Che dire del film? Sono sicura che tutti abbiate visto il capolavoro, vincitore di 2 premi oscar, con la bellissima e bravissima Audrey Hepburn.
Come in ogni film tratto da un libro le differenze sono d'obbligo e Colazione da Tiffany non viene meno a questa regola.
Truman Capote avrebbe voluto, nel ruolo di Holly, l'affascinante Marylin Monroe perché gli sembrava caratterialmente più simile al personaggio da lui descritto ma, ahimè, si dovette accontentare della Hepburn che, mi tocca ammetterlo, mio rammarico, non ha interpretato la signorina Golightly alla perfezione. Questo non vuol significare che non è stata brava, anzi, è stata semplicemente D I V I N A ma le mancava qualcosa per interpretare al meglio il personaggio e questo riesco a capirlo solo ora, dopo aver letto il libro. Una cosa che purtroppo hanno omesso nel film è la sessualità di Holly... Nessun accenno alla sua bisessualità né alla sua gravidanza che nel libro occupa tutta la parte finale. In più nel film è stata creata apposta una storyline per la figura di "Fred" che qui si chiama Paul e che nonostante sia uno scrittore, si fa mantenere da una donna in cambio di sesso (nel libro tutto questo non c'è, addirittura non viene neanche mai detto il vero nome del protagonista che continua ad essere chiamato "Fred").
Ma la cosa che più si distacca dal romanzo è il finale. Nel film infatti è presente un lieto fine per Holly, Paul e il gatto.
Il film resta comunque uno dei grandi capolavori del cinema; meraviglioso e commovente... Per non parlare della colonna sonora; Moon River è una tra le poche canzoni che riescono ad emozionarmi ogni volta che le sento ! Sicuramente continuerà ad essere uno dei miei film preferiti.
Vi lascio con la strepitosa Moon River


 

Per me libro e film, seppur diversi, sono egualmente meravigliosi! E voi che ne pensate? Lo avete letto? Vi piace di più il libro o il film? ;)


 


*Ginny*
 

domenica 23 agosto 2015

Recensione a confronto: "Quanto ti ho odiato" VS. "l'A.S.S.O nella manica" (libro VS. film)

Buon pomeriggio amatissimi Booklovers!
Oggi voglio parlarvi del libro "Quanto ti ho odiato" di Kody Keplinger da cui è stato tratto il fim, che sicuramente tutti voi conoscete già, "The Duff" o, in italiano, "l'A.S.S.O nella manica". Ho voluto leggere il libro prima di vedere il film perché è una mia ossessione... Non guardo mai un film tratto da un libro se prima non l'ho letto. Quindi dopo aver finito di leggere ho visto subito il film... E ora eccomi qui a parlarvene!










TRAMA

Bianca Piper ha diciassette anni, è cinica ma leale e sa benissimo di non essere la più carina tra le sue amiche. D’altronde sa anche di essere più sveglia e intelligente rispetto a molte sue coetanee, che si lasciano incantare dal fascino di ragazzi come Wesley Rush, il più corteggiato e viscido della scuola. Bianca infatti detesta Wesley. Ma dato che le cose in famiglia non vanno granché bene e Bianca è alla disperata ricerca di una distrazione, un giorno si ritrova a baciare proprio Wesley. E scopre che le piace! Tanto che, sempre più desiderosa di fuggire dai propri problemi familiari, finisce per farci sesso e per ricorrere a questo “diversivo” ogni volta che qualcosa va storto. Ma quando viene fuori che Wesley è bravo ad ascoltare e che anche la sua, di vita, è più scombinata del previsto, Bianca intuisce che la situazione le sta sfuggendo di mano e si rende conto con terrore che potrebbe essersi innamorata proprio del nemico.
RECENSIONE
LIBRO
Ho voluto leggere questo libro perché ne hanno parlato tutti benissimo, anche la nostra Luna lo ha elogiato (QUI), quindi ero molto curiosa di sapere il perché così tanta gente se ne è innamorata. Sinceramente mi aspettavo una storia del tutto diversa e soprattutto un po' più divertente ma devo ammettere che nonostante tutto ho trovato il libro davvero carino. Forse è un po' frettoloso e tutti i problemi si risolvono in men che non si dica (almeno questa è l'impressione che ho avuto io) però tutto sommato è una storia leggera, sicuramente adatta come lettura da ombrellone.
Quello che ho apprezzato maggiormente è stata la caratterizzazione
 dei personaggi; sono davvero tutti ben caratterizzati e diversi tra loro, ognuno con un carattere particolare e una propria storia dietro. E quindi ecco che abbiamo Jess, sempre solare e divertente, che odia la tristezza e che vive in una famiglia praticamente perfetta; Casey, la migliore BFF del mondo, sempre pronta ad ascoltare e a preoccuparsi per le sue amiche; Toby, colui che non ha neanche un difetto: bello, bravo a scuola, il cocco degli insegnanti, attivo politicamente, intelligente...
E poi ovviamente ci sono i nostri protagonisti: Bianca e Wesley.

Bianca, sempre cinica e con il broncio a causa di una brutta situazione familiare, sembra essere la DUFF (Designated Ugly Fat Friend) del gruppo. Personalmente non mi è piaciuta particolarmente come protagonista, forse perché è davvero di un cinismo troppo tagliente oppure perché la pensiamo diversamente su troppe cose, fatto sta che non mi è sembrata uno di quei personaggi in grado di restarti dentro. 

Wesley Rush invece mi è proprio piaciuto e mi ha davvero fatto ridere. Il super ricco donnaiolo della scuola in realtà nasconde un lato dolce e tenero che ho apprezzato moltissimo.
Di questo romanzo mi è piaciuta molto anche la crescita interiore di Bianca che ha imparato ad accettare se stessa per quello che è, riuscendo a fregarsene delle etichette che gli altri le affibbiano, perché in fondo tutti siamo dei DUFF, ci sarà sempre qualcuno che ci farà sentire inferiori ma l'importante è riuscire a non perdere noi stessi. E credo che sia questa la morale del libro. E' questo quello che vuole dirci Kody Keplinger con questa storia un po' banale ma in grado di insegnare molto.
Lo stile dell'autrice è semplicissimo, quasi come quello di una ragazzina, ma trovo che sia un bene dato che a raccontare la storia è proprio una ragazzina di 17 anni. Come dicevo prima, una pecca è che i problemi vengono risolti subito, nel giro di qualche pagina, e questo rende davvero tutto troppo semplice.
Io, personalmente, mi sento di consigliarvi questo libro se cercate una lettura leggera, un libro da leggere in poche ore o da portare con voi sotto l'ombrellone o in vacanza. E' una lettura davvero carina e molo piacevole; sicuramente ho letto libri migliori dello stesso genere ma questo non mi è dispiaciuto affatto.




VS.



FILM...

Sicuramente lo avete già capito dal trailer... Il libro e il film sono due cose completamente diverse. In comune hanno soltanto i nomi (in alcuni personaggi cambiano anche i cognomi) e il fatto che la protagonista sia la DUFF, qui tradotto con A.S.S.O (Amica Sfigata Strategicamente Oscena). Il film, in sintesi, ha la stessa trama del libro, ma trattata in maniera completamente diversa. Qui Bianca dopo essersi resa conto di essere l'A.S.S.O chiede aiuto a Wesley per cercare di cambiare e così facendo piacere al ragazzo per cui ha una cotta, Toby Tucker.
Stranamente mi tocca ammettere che quasi, quasi il film mi è piaciuto più del libro. Anzitutto Bianca, caratterialmente, è parecchio diversa rispetto a quella del libro, meno cinica e più divertente, e questo me l'ha fatta apprezzare di più. Anche lo stesso Wesley ha quel non so che di più divertente rispetto al Wesley del libro. In più i problemi familiari dei due protagonisti sono appena accennati ma, fortunatamente, non vengono trattati; addirittura qui Bianca vive con la madre piuttosto che con il padre, come è, invece, nel libro. Se nel libro sono proprio i problemi familiari a fare avvicinare i due ragazzi, nel film i protagonisti si avvicinano perché per un caso fortuito entrambi hanno qualcosa da insegnare all'altro. Anche i personaggi aggiunti solo per il film contribuiscono a renderlo molto più spensierato e divertente. Come, ad esempio, i professori e il preside che fanno davvero molto ridere.
Mi è piaciuto davvero molto e vi consiglio assolutamente di vederlo, se non altro per passare 1h40' tra le risate.
Ovviamente la morale resta esattamente quella del libro.
Mi sono piaciuti i cambiamenti e questo è davvero un caso raro perché solitamente non sopporto che i libri vengano modificati nell'adattamento cinematografico ma questa volta sono rimasta particolarmente e (soprattutto) piacevolmente colpita. Un'altra cosa che mi è piaciuta è stata la traduzione della parola DUFF in italiano; Sono convinta che rende di più se ascoltata nella propria lingua e il significato non cambia, cambiano le parole, è vero, ma il significato resta quello.
Quindi, non aspettatevi niente di simile al libro perché rimarrete delusi... Qualche scena è molto, molto, molto simile ma per il resto è tutta un'altra cosa.
Ecco un consiglio per quelli che  vogliono assolutamente leggere anche il libro: non affrettatevi a leggerlo prima di vedere il film perché essendo diversi non cambia niente se prima guardate il film.
E, diciamocelo, questi ragazzi della famiglia Amell sono uno più bello dell'altro!





Ecco il trailer del film
 



"Quanto ti ho odiato" e "l'A.S.S.O nella manica" sono davvero, davvero carini e, continuo a ripeterlo, piacevoli. Voi lo avete letto/visto? Che ne pensate? ;)



*Ginny*