Uuu si avvicina sempre di più la data di uscita non è vero?? Sono sempre più emozionata!! Mi scuso per il ritardo nella pubblicazione della tappa oggi, ma deve ancora arrivarmi il cartaceo e quindi ci ho metto un pochino a prepararvi la tappa ma ora siamo qua pronti per iniziare la lettura di questo meraviglioso libro!!! Stò già iniziando a vedere blogger che lo ricevono e a sentire e leggere spoiler di chi lo ha letto in lingua e mi sento malissimooo e voi? C'è io me lo sono spoilerata tutto da quello inglese peroooo leggerlo è tutta un'altra cosa.
Capitolo 1 (ATTENZIONE SPOILER)
«SONO davvero spiacente,» dissi facendomi coraggio in vista dell'
inevitabile reazione.
Quando era iniziata la mia Selezione, avevo immaginato che sarebbe
finita così, con i pretendenti esclusi che se andavano alla spicciolata,
addolorati per la fine del loro momento di gloria. Ma nelle ultime settimane,
dopo avere constatato quanto sapessero essere gentili, svegli e generosi,
trovavo quell'eliminazione di massa quasi straziante.
Erano stati
meravigliosi con me e adesso io dovevo essere ingiusta con loro.
«Mi rendo conto che
è una decisione frettolosa, ma date le precarie condizioni di salute di mia
madre, mio padre mi ha chiesto di assumermi maggiori responsabilità di governo,
e credo che l'unico modo per riuscirci sia ridurre il numero di partecipanti
alla competizione.»
«Come sta la
regina?» chiese Hale turbato.
«Lei... È ancora in
condizioni critiche.»
Papà aveva esitato
a lungo prima di permettermi di vederla, però alla fine l avevo spuntata. Avevo
compreso la sua riluttanza nell'istante in cui l avevo guardata. Aveva subito
un intervento chirurgico complesso in cui le avevano sostituito un tratto di
arteria e i tubicini che uscivano dal suo corpo, collegati a strane
apparecchiature e a monitor, rendevano il suo volto pallido ancor più
spettrale.
«Però è viva... E mio padre... lui»
Raoul mi mise una
mano sulla spalla per confortarmi. «Va tutto bene, Altezza.»
Lasciai vagare lo
sguardo, posandolo su ognuno dei pretendenti per imprimermi i loro volti nella
mente.
«Per la cronaca, ero terrorizzata da voi,» confessai.
Nella stanza si
levarono delle risatine. «Vi ringrazio davvero di cuore per avere partecipato e
per essere stati così gentili con me.»
Entrò una guardia. «Mi
dispiace disturbarla, signorina. È quasi ora di andare in onda. La troupe mi ha
chiesto di controllare... ehm... che fosse pronta e in ordine,»spiegò con
imbarazzo. «Grazie arrivo fra un istante.»
Riportai la mia
attenzione sui ragazzi. «Spero che vorrete perdonarmi per questo commiato di
gruppo. Vi auguro ogni bene per il vostro futuro.»
Uscii accompagnata
da un mormorio di saluti. Una volta fuori dal salotto maschile, feci un gran
respiro e mi preparai per la prova che mi aspettava. Tu sei Eadlyn Schreave
e nessuno al mondo è più potente di te.
Senza la
mamma e le sue dame di compagnia a correre di qua e di là e senza la risata di
Ahren a riempire i corridoi, a Palazzo regnava un silenzio inquietante. Niente
ti rende più consapevole della presenza di una persona quanto la sua mancanza.
Mi feci forza e mi
diressi allo studio di registrazione.
«Altezza.» Al mio
ingresso diverse persone mi salutarono con una riverenza e mi lasciarono
passare evitando di guardarmi.
«Oh», esclamai
osservandomi allo specchio. «Ho la faccia lucida. Le dispiace?...»
«Ma certo, Altezza.»
La truccatrice mi passò un pò di cipria sul viso con gesti esperti.
Raddrizzai il
colletto di pizzo del mio abito. Quella mattina, quando mi ero vestita, il nero
mi era sembrato il colore adatto, considerata l'atmosfera generale del Palazzo,
ma adesso non ne ero più così convinta.
«Ho un'aria troppo
seria», notai esitante, «e non seria nel senso di rispettabile, bensì
preoccupata. Non va bene.»
«E' bellissima,
signorina. Proprio come sua madre», commentò la truccatrice stendendomi un velo
di rossetto sulle labbra.
«No, non è vero.
Non ho preso niente da lei né i capelli, né la pelle, né gli occhi», brontolai.
«Non mi riferivo a
questo.» La ragazza, un tipo in carne, con i riccioli che le cadevano sulla
fronte, fissò il mio riflesso allo specchio. «Vede?» chiese indicando i miei
occhi. «Non hanno lo stesso colore, ma la stessa determinazione, le sue labbra
il medesimo sorriso pieno di speranza. Ha la carnagione di sua nonna, ma è
figlia di sua madre.»
Mi scrutai con
attenzione. Mi sembrò di scorgere quello che intendeva. E in quel momento
difficile mi sentii un pò più forte e coraggiosa.
«Grazie, vuol dire
molto per me»
«Preghiamo tutti
per lei, signorina. E' una combattente nata.».
Nonostante la
tristezza, non potei non sorridere. «Oh, senza dubbio.»
«Due minuti!»
avvisò il direttore di studio e subito mi alzai lisciandomi il vestito e
controllando i capelli.
Nello studio faceva
piu freddo del solito e non appena misi piede sul set e presi posto avvertii un
brivido.
Gavril, vestito in
modo informale mi si avvicinò con un sorriso carico di comprensione. «E' sicura
di volerlo fare? Posso dare io l'annuncio al posto suo.»
«Grazie, ma credo
che spetti a me.»
«Allora d'accordo.
Come sta la regina?»
«Un'ora fa, bene. I
medici la tengono sedata perchè recuperi più in fretta. E' così pallida e
debole...» Chiusi gli occhi per ritrovare la calma. «Mi scusi, sono
preoccupata. Però me la sto cavando meglio di papà.»
«Non mi viene in
mente nessuno che possa sentirsi peggio di lui. Da quando si sono conosciuti,
tutto il suo mondo ruota attorno a lei», disse Gavril.
Ripensai alla notte
appena trascorsa, al muro ricoperto di foto nella loro stanza, e passai in
rassegna i dettagli che avevano rivelato di recente su come si erano
conosciuti. Non riuscivo a capire perchè, dopo avere superato innumerevoli
ostacoli per amore, ci si doveva trovare così impotenti.
«Lei c'era, Gavril,
lei ha vissuta la loro Selezione da spettatore.» Lo fissai ancora confusa. «Funziona
davvero? E come?»
Fece un gesto
noncurante. «La sua è la terza cui assisto e non saprei spiegarle come una
competizione possa aver per premio l'anima gemella, ma posso rivelarle questo:
suo nonno non godeva esattamente della mia ammirazione, però trattava la sua
regina come se fosse la persona piu importante del pianeta. Se con gli altri
era duro, con lei era generoso oltremisura. Lei sapeva tirare fuori il meglio
di lui, il che è piu di quanto possa dire di...Bè', aveva trovato la donna
giusta.»
Lo guardai
chiedendomi cosa stesse nascondendomi. Ero al corrente che il nonno era stato un
sovrano severo, ma a ben pensarci, non conoscevo molto altro. Papà non parlava
mai di lui come marito o padre, e a me era sempre interessata di piu la nonna.
«E suo padre? Credo
che non avesse idea di che cosa stesse cercando. Veramente, immagino non lo
sapesse neppure sua madre. Però lei era la compagna ideale per lui, tutti lo
avevano capito molto prima di loro.»
«Davvero? Non lo
sapevano?»
Fece una smorfia. «In
realtà, era piu lei a non saperlo.» E mi lanciò un'occhiata penetrante. «Che a
quanto pare è una caratteristica di famiglia.»
«Gavril, lei è una
delle poche persone con cui sento di poterlo confessare. Non è che non sappia
ciò che sto cercando, è che non ero ancora pronta a farlo.»
«Lo supponevo.»
«Ma adesso sono
qui.»
«Ed è sola, temo.
Se intende portare avanti la Selezione - e dopo ieri, nessuno la biasimerebbe
se scegliesse di interromperla - è l'unica che può prendere una decisione tanto
importante.»
«Lo so, ecco perchè
mi fa così paura.»
«Dieci secondi»,
annunciò il direttore di studio.
«Conti pure su di
me per tutto ciò che le occorre, Altezza», disse Gavril.
«Grazie.»
Quando le luci
delle telecamere si accesero, raddrizzai le spalle cercando di mostrarmi calma.
«Popolo di Illèa!
Io, principessa Eadlyn Schreave, devo aggiornarvi sugli ultimi eventi accaduti
in seno alla famiglia reale. Cominciamo dalle buone notizie.» Mi sforzai di
sorridere, mi sforzai davvero, ma non riuscivo a pensare ad altro che a quanto
mi sentivo abbandonata.
«Il mio amato
fratello, il principe Ahren Schreave, ha sposato Camille de Sauveterre,
principessa di Francia. Per quanto le loro nozze ci abbiano colto di sorpresa,
questo non diminuisce la nostra felicità per la coppia. Confido che vorrete
unirvi a me nell'augurare a entrambi la massima felicità.»
Tacqui un istante. Puoi
farcela Eadlyn.
«La notizia più
triste è che ieri sera mia madre, America Schreave, regina di Illèa, è stata
colpita da un attacco al cuore.»
Mi interruppi.
Quelle parole mi avevano formato un groppo in gola che mi rendeva difficile
parlare.
«Al momento le sue
condizioni sono ancora critiche. Vi chiedi di pr..»
Mi portai una mano
alla bocca. Stavo per scoppiare a piangere. Stavo per cedere in diretta
nazionale, e dopo la rivelazione di Ahren riguardo ai sentimenti del popolo nei
miei confronti, mostrarmi debole era l'ultima cosa che mi serviva.
Chinai lo sguardo.
La mamma aveva bisogno di me. Papà aveva bisogno di me. E anche il Paese aveva
bisogno di me. Non potevo deluderlo. Ricacciai indietro le lacrime e continuai.
«Vi chiedo di
pregare per una sua pronta guarigione perchè tutti l'adoriamo e contiamo ancora
sulla sua guida.»
Respirai. Era
l'unico modo per andare avanti. Inspirare, espirare.
«Come di sicuro
immaginerete, mia madre considera importante la Selezione, procedura che, in
passato, ha condotto al lungo e felice matrimonio dei miei genitori. Perciò, ho
deciso di rispettare quello che sono certa sarebbe il suo desiderio e di
proseguire la mia.
«Tuttavia, vista la
situazione che si è creata nelle ultime ventiquattr'ore, ritengo saggio ridurre
i pretendenti dell'Elitè. Mio padre aveva ristretto il campo a sei a causa di
circostanze simili, e io ho pensato di fare altrettanto. Ecco i sei uomini che
proseguiranno la Selezione: Gunner Croft, Kile Woodwork, Ean Cable, Hale
Garner, Fox Wesley e Henri Jaakoppi.»
Pronunciare quei nomi
fu stranamente confortante.
Avevo quasi finito
le mie comunicazioni. Sapevano che Ahren era partito, che mia madre rischiava
di morire e che la Selezione sarebbe continuata. Ora era arrivato il momento
dell'annuncio che mi preoccupava di più.
Grazie alla lettera di Ahren, conoscevo esattamente le opinioni del
popolo nei miei confronti. Che genere di risposta avrei avuto?
«Date le condizioni
di mia madre, il re ha scelto di rimanere al suo fianco.» O la va o la spacca. «E
perciò mi ha nominato reggente. Fino a nuovo ordine, sarò io a governare lo
Stato. E' con il cuore pesante che assumo questo compito, ma sono davvero lieta
di potermi rendere utile ai miei genitori e al Paese. Grazie dell'attenzione e
buona giornata.»
Le telecamere si
spensero e scesi dal palco per sedermi su una delle poltroncine riservate alla
mia famiglia. Ero agitata e avrei voluto rimanera da sola per calmarmi, ma
avevo troppe cose di cui occuparmi. E la prima era andare a controllare di
nuovo la mamma e poi mettermi subito al lavoro. Durante la giornata, avrei
anche dovuto incontrare i ragazzi dell'Elitè.
Uscita dallo studio
trovai la strada bloccata da una fila di persone. La prima faccia che vidi fu
quella di Hale. La sua espressione si illuminò mentre mi porgeva un fiore. «Per
te.»
Li guardai e notai
che tutti avevano dei fiori tra le mani, alcuni ancora con le radici attaccate.
«Siete degli
sciocchi, ma grazie.»
Presi il fiore di
Hale e lo abbracciai.
«So che ho detto
una cosa ogni giorno, ma fammi sapere se hai bisogno che arrivi a due,
d'accordo?» mi sussurrò all'orecchio.
Lo strinsi un pò
più forte.«Grazie.»
Poi fu la volta di
Ean.
«Ho la sensazione
che ti abbiano costretto a farlo», mormorai.
«L'ho preso da un
vaso nell'ingresso. Non fare la spia.»
Gli diedi una pacca
sulla schiena e lui fece lo stesso.
«Starà bene, vedrai»,
mi promise.
Kile si era punto
un dito con una spina e lo succhiava per far cessare il sangue. Scoppiai a ridere
e fu perfetto.
«Per sorrisi»,
disse Henri, nel suo buffo linguaggio, mentre aggiungevo il suo fiore al mio
mazzo.
«Grazie», risposi.
Perfino Erik si era
procurato un fiore.
«Questo è un dente
di leone», commentai.
«Lo so. C'è chi
vede un'erbaccia, chi un fiore. E' questione di punti di vista.»
Lo abbracciai e
avvertii il suo disagio nel ricevere lo stesso trattamento.
Gunner non parlò,
però mi strinse dolcemente prima di lasciarmi andare.
Fox teneva in mano
tre fiori. «Non sapevo quale scegliere.»
«Sono tutti
bellissimi, grazie», lo rassicurai.
Poi, feci scorrere
lo sguardo su ciascino di loro.
No,
la Selezione non aveva alcun senso, però capivo come potesse succedere che il
cuore finisse per lasciarsi coinvolgere. Ed era quella la mia speranza adesso,
che miracolosamente il dovere e l'amore venissero a coincidere e trovassi la
felicità.
Cosa ne dite??? Non è strappalacrime?? Io leggendolo ho pianto per America, c'è so che al momento stà bene ma sono davvero tristeeeee....(NON e' uno SPOILER si scopre alla fine di The Heir)